Sull’impianto di via Morelle ci sono progetti segreti?
Ogni tanto sulla stampa appare qualche notizia che mette in discussione una gestione sostenibile dei rifiuti come quando riferisce che nel revamping dell’impianto è prevista la produzione di combustibili solidi secondari oltre al compost della frazione organica.
La tentazione è forte e nasconde la sfiducia da parte di chi ha questi progetti di veder realizzati gli obiettivi (nemmeno quelli fissati dalle norme) di raccolta differenziata.
La gestione dei rifiuti si può definire “sostenibile” se è improntata alla riduzione degli stessi e al recupero dei materiali utilizzati nella costruzione degli oggetti per reinserirli nel ciclo delle merci, lasciando così alle generazioni future sufficienti risorse.
Nel nuovo appalto viene previsto l’acquisizione di transponder probabilmente da inserire nei cassonetti per il riconoscimento dell’utenza ai fini del passaggio alla tariffa puntuale, la vera tariffa applicabile ad un servizio.
Chi l’ha introdotto già in Italia viaggia su livelli altissimi di raccolta differenziata con grande soddisfazione dei cittadini che pagano bollette leggere e che nel tempo tendono a decrescere.
Il Consorzio Priula, per esempio, ha raggiunto performances ragguardevoli di raccolta differenziata servendo oltre 200.000 abitanti.
Con tale livello di differenziazione la produzione di rifiuto secco non riciclabile, sul cui cassonetto è applicato il transponder, è arrivata a bassissimi livelli; di conseguenza la tariffa che viene calibrata sul numero degli svuotamenti di questo cassonetto è scesa anch’essa.
Non si cada, quindi, nella tentazione di fare dell’impianto di via Morelle un ibrido tra produzione di compost e di cdr, lo si riservi soltanto al compost di qualità pena la compromissione di quella parte positiva che pure il nuovo bando contiene.