A proposito di clima, la comunità internazionale ne parlerà in Polonia dal 3 al 14 dicembre

+ AZIONI  PER  IL  CLIMA

A Katowice dal 3 al 14 dicembre si terrà la Conferenza delle Parti COP 24; sarà l’occasione per verificare l’attuazione degli impegni presi da tutti i Paesi in materia di riduzione di emissione di CO2.

La Conferenza delle Parti, arrivata alla ventiquattresima edizione, è una emanazione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici; venne istituita allo scopo di  trovare un accordo mondiale mirante a limitare i danni ambientali e sociali provocati dall’inquinamento globale e dall’innalzamento delle temperature.

In Italia oltre 200 organizzazioni e migliaia di cittadini nel 2015 costituirono la COALIZIONE CLIMA con <<l’obiettivo di costruire iniziative e mobilitazioni comuni, nazionali e territoriali, per raggiungere la massima sensibilizzazione possibile sulla lotta ai cambiamenti climatici e perché si giunga a un accordo equo, vincolante ed efficace per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2° C.>>

In questi giorni la COALIZIONE CLIMA, di cui fa parte anche il WWF, chiama alla mobilitazione tutte le espressioni della società civile con questo appello

Il cambiamento climatico è ormai una realtà che sta già colpendo persone, comunità, ecosistemi, provocando vittime e sofferenze. Numerosi e preoccupanti sono i segnali di accelerazione: dal livello dei mari osservati dal satellite, alla fusione dei ghiacci artici, alle modificazioni delle correnti marine e di quelle ventose, alle ondate di calore e i fenomeni alluvionali sempre più frequenti. Gli scienziati, con il recente rapporto speciale IPCC, ci dicono che per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C abbiamo bisogno di mettere in campo azioni senza precedenti.

A livello politico, però, non ci sono adeguati segnali di preoccupazione e di azione per azzerare le emissioni di gas serra e cercare quindi di evitare i fenomeni più catastrofici.

Noi chiediamo che:

  •  Si acceleri l’azione climatica perché le emissioni comincino una stabile traiettoria di discesa entro il 2020, per arrivare all’ economia a carbonio zero nel minor tempo possibile
  • Si aumentino gli impegni di riduzione delle emissioni presentati nel quadro dell’Accordo di Parigi, rendendoli coerenti con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale
  • Si faccia tutto il possibile e l’impossibile per limitare l’aumento medio della temperatura globale a 1,5°C rispetto all’era pre-industriale
  • Si definisca il Piano Nazionale Energia Clima, con un percorso partecipato, facendone un vero e proprio piano di decarbonizzazione che individui le azioni necessarie in tutti i settori e con una visione sistemica, avviando una “Giusta transizione”.
  • Si sostenga fortemente la necessità di target più ambiziosi a livello europeo, con regole e politiche coerenti e conseguenti.

Per questo chiamiamo ognuno a fare la propria parte in questa mobilitazione.

 

 

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In ricordo di Emilio Selvaggi un interessante Convegno del WWF sui cambiamenti climatici

Ieri all’Hotel Palace di Terracina il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha ricordato a due anni dalla scomparsa il prof. Emilio Selvaggi con un convegno scientifico che partendo dall’evento catastrofico del 29 ottobre ha messo a fuoco la questione del cambiamento del clima in connessione anche con le emergenze umanitarie.

 

Franca Maragoni, presidente del WWF Litorale laziale, ha introdotto i lavori davanti a molti cittadini venuti per ricordare Emilio ma anche per informarsi da fonti sicure su cosa stia avvenendo sul pianeta.

 

 

 

 

Subito dopo è stata proiettata l’intervista fatta a Emilio da Daniele Cervelloni nel 2010 per conto dell’Associazione Terracina Rialzati. Alla fine della proiezione un applauso molto sentito è partito dal pubblico sempre più convinto della grande perdita che ha avuto la città con la sua scomparsa.

 

 

 

 

 

E’ toccato, quindi, all’oceanografo Daniele Iudicone aprire il convegno illustrando la genesi del fenomeno che lunedì 29 ottobre ha sconvolto mezza città.

 

 

Dopo una breve introduzione sui fenomeni che coinvolgono le masse d’aria intorno al pianeta ha illustrato utilizzando mappe radar e immagini satellitari la formazione della cellula temporalesca che ha scaricato tutta la sua potenza sul centro di Terracina.

 

 

 

 

Al climatologo Vincenzo Artale è toccato il compito di presentare dati alla mano lo stato del pianeta dal punto di vista del clima, con la premessa che al punto in cui siamo arrivati con la produzione di CO2 e l’innalzamento della temperatura globale si potrà soltanto mitigare gli effetti indotti dal cambiamento climatico.

 

Chiarissima la situazione del Mediterraneo che presenta un diffuso riscaldamento da dieci anni ormai disaccoppiato da quello degli altri mari.

 

 

 

Questa la conclusione della relazione del prof. Artale che contrastando i negazionisti ha confermato come il clima stia cambiando perchè è sempre stato collegato alle attività umane e nell’era antropocene il cambiamento sta subendo una accelerazione tale che necessita attivare operazioni di mitigazione.

 

 

 

Ha concluso il convegno l’agronomo Giuseppe Selvaggi da anni impegnato in progetti di sicurezza alimentare in emergenze umanitarie.

 

 

 

Guerre e siccità indotte anche dal cambiamento climatico stanno portando alla fame milioni di persone nel sud del mondo e Selvaggi ne ha portato testimonianza diretta mostrando immagini del suo lavoro. SICUREZZA ALIMENTARE FRA ESTREMI CLIMATICI E GUERRE

 

Le grandi migrazioni per sfuggire alla fame non potranno essere fermate e mostrando campi di rifugiati contenenti fino a cinquantamila persone ha parlato di un obbligo morale da assolvere nell’accoglienza di popoli in difficoltà.

La lezione del convegno è emersa chiaramente: ridurre le cause che determinano l’aumento della temperatura terrestre e effettuare operazioni di mitigazione degli effetti cominciando, per esempio, a sottrarre in qualche modo gas serra dall’atmosfera.

 

 

 

Nella Giornata Nazionale degli Alberi il WWF ha presentato in due scuole un proprio progetto

Oggi in tutta Italia si è celebrata la Giornata Nazionale degli Alberi indetta dal Ministero dell’Ambiente con la legge n.10/2013.

A Terracina il WWF ha voluto superare il momento unicamente celebrativo che spesso consiste in una piantumazione a perdere di alcune piante; in alcune scuole infatti (anche a Terracina) si notano tronchi secchi di piante abbandonate al loro destino soprattutto durante il periodo estivo.

Per superare questo modo di procedere che poi perde per strada il valore educativo, il WWF ha proposto a due scuole un progetto di affido delle piante alle classi facendole seguire da un esperto.

 

Così, stamani, nostri volontari si sono recati nell’Istituto delle Maestre Pie Filippini che si trova all’interno di un uliveto e in due incontri successivi hanno parlato alle quattro classi della scuola elementare.

 

 

Dopo un’introduzione sul significato della Giornata, sulle modifiche che l’intervento dell’uomo induce sul clima e sull’importanza che in questo ambito svolgono le piante è stato presentato il progetto.

La proposta, accolta con favore dalla direttrice e dalle maestre, consiste nell’attribuire ad ogni classe un albero di ulivo così che ci sarà l’albero della prima, l’albero della seconda e cosi via. Negli anni  successivi i ragazzi avanzando di classe in classe accudiranno a tutti o quasi tutti i cinque ulivi.

Dopo tale assegnazione un esperto del WWF incontrerà le classi con le rispettive maestre davanti al proprio albero per dare le indicazioni per gli eventuali interventi fino alla raccolta delle olive e alla preparazione delle stesse per il consumo.

Il progetto avrà inizio appena l’edificio che è stato coinvolto nell’evento meteorologico catastrofico del 29 ottobre sarà messo in sicurezza.

Nella seconda parte della mattinata i volontari dell’associazione si sono spostati nella sede centrale dell’Istituto Montessori dove erano attesi dagli studenti (uno o due per classe) dell’EcoSchools.

 

Qui, ovviamente, data l’età dei giovani studenti medi, maggiore rispetto a quella degli scolari della scuola precedente, durante la presentazione sono stati approfonditi alcuni temi ecologici.

Si è parlato di effetto serra, della capacità della vegetazione e del mare di catturare la CO2, degli alberi come produttori di ossigeno e di biomassa e così via con grande interesse da parte dei giovani studenti impegnati nel prendere appunti per poi riferire alle rispettive classi.

Nell’esporre il progetto i volontari del WWF hanno comunicato che saranno donati alla scuola e affidati ad ognuna delle sei sezioni presenti nel plesso sei alberi, uno per sezione.

Successivamente, come nell’Istituto delle Maestre Pie Filippini, dopo l’attribuzione alle singole sezioni delle piante un esperto guiderà i ragazzi nella cura delle stesse,

Saranno scelte piante tipiche della nostra zona di cui gli studenti potranno durante l’anno scolastico osservare il ciclo naturale della loro esistenza.

Il progetto prenderà l’avvio nei prossimi giorni con l’individuazione delle aree in cui saranno piantumati gli alberi.

Durante l’incontro è intervenuto l’assessore all’Ambiente, Emanuela Zappone, che ha portato il saluto dell’Amministrazione.

 

Per ricordare Emilio Selvaggi a due anni dalla sua scomparsa un convegno sui cambiamenti climatici

Esiste una categoria di cittadini che amano dare più che prendere dalla propria città, ad essa è appartenuto Emilio Selvaggi.

Per ricordarlo a due anni dalla sua scomparsa il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha organizzato un convegno sui cambiamenti climatici che partirà proprio dall’evento atmosferico catastrofico che la città ha subito lunedì 29 ottobre 2018.

Il convegno, che ha avuto il patrocinio del Comune di Terracina, si terrà sabato 24 novembre a partire dalle ore 16 nel salone dell’Hotel PALACE messo gentilmente a disposizione dalla Direzione.

Ecco la locandina dell’evento che prevede anche la proiezione di un filmato in cui Emilio mostra l’importanza della connessione necessaria tra la Grande storia e quella locale  e espone fatti minuti con la sua solita arguzia. Per questa proiezione il Gruppo ringrazia l’Associazione Terracina Rialzati.

CAMBIAMO AGRICOLTURA, APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

 

#CAMBIAMOAGRICOLTURA

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE

La PAC (Politica Agricola Comune) è oggi il principale strumento finanziario dell’Unione Europea a sostegno di un settore economico, ma dovrebbe in realtà essere molto di più.

La PAC 2014 – 2020 impegna il 38% delle risorse finanziarie dell’Unione Europa e questo imponente impegno di fondi pubblici viene giustificato dal ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura. Gli agricoltori europei potrebbero in effetti essere protagonisti delle sfide globali e locali per uno sviluppo sostenibile, garantendo la sicurezza alimentare e contribuendo allo stesso tempo al contrasto dei cambiamenti climatici e ad arrestare la perdita della biodiversità. Purtroppo i fatti dimostrano che questo non avviene perché prevale ancora il modello di produzione agricola basata sull’uso massiccio della chimica di sintesi, sulle produzioni intensive che inquinano l’acqua, il suolo e l’aria.

La PAC ha una grande responsabilità nell’impatto ambientale e sociale dell’agricoltura europea ed è ancora profondamente ingiusta per gli stessi agricoltori, premiando i più grossi e forti e penalizzando i piccoli e deboli.

Le coltivazioni e gli allevamenti intensivi concorrono a causare cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, deforestazioni, carenza d’acqua e inquinamento, sia all’interno dell’Unione Europea che nei paesi extracomunitari. La diffusione di grandi coltivazioni intensive per la produzione di cereali e soia importate dagli allevamenti europei costringe milioni di famiglie ad abbandonare le loro terre e ad emigrare. Le multinazionali e le grandi aziende prosperano mentre le piccole aziende agricole familiari soccombono o hanno difficoltà ad assicurare un reddito equo dignitoso.

Tutto questo accade perché agricoltori e allevatori che producono e distribuiscono cibo in modo sostenibile sono marginalizzati e penalizzati dalla PAC a favore delle aziende che producono esternalità negative per l’ambiente e la società.

Gli ultimi mesi del 2018 ed i primi sei mesi del 2019 saranno fondamentali per il futuro dell’agricoltura in Europa e in Italia: a Bruxelles è in corso il negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento sulla riforma della PAC post 2020. L’obiettivo è l’approvazione del nuovo Regolamento UE per la PAC, prima delle elezioni europee 2019.

Il rischio che le decisioni sul futuro dell’agricoltura europea siano prese in modo strumentale all’interesse elettorale delle diverse forze politiche e per tutelarele potenti lobby agroindustriali,invece che nell’interesse generale dei cittadini e dei molti agricoltori autentici custodi del suolo, del clima, dell’acqua e della biodiversità, è già evidente nelle discussioni avviate negli ultimi mesi sulla riforma della PAC post 2020.

È quindi il momento di farsi sentire!Abbiamo bisogno di politiche che difendano gli interessi della gente, degli animali e dell’ambiente. Ecco perché nei prossimi mesi dobbiamo sentirci tutti coinvolti nel movimento di cittadini, vivace, variopinto e rumoroso che stachiedendo ai decisori politici europei e nazionali di cambiare la PAC per una buona agricoltura.

#CambiamoAgricoltura è una grande iniziativa che vuole coinvolgere privati cittadini, associazioni, onlus, aziende agricole, GAS, altre organizzazioni ed individui di diversi settori economici e della società civile.

#CambiamoAgricolturaè già una ampia coalizione di Associazioni e movimenti che in Italia riunisce le Associazioni ambientaliste storiche e le Associazioni dell’agricoltura biologica e biodinamica. https://www.cambiamoagricoltura.it/chi-siamo/ e che lavora in rete con le altre Associazioni, movimenti e coalizioni degli altri Stati europei, ricercando alleanze e creando sinergie per sostenere le stesse proposte e richieste per una vera  riforma della PAC, più equa, pulita e giusta.

Noi siamo parte della soluzione: sempre più persone si preoccupano della provenienza e dei metodi di produzione del cibo, comprando prodotti stagionali, biologici e locali. Questo dimostra che un buon cibo e una buona agricoltura per tutti sono possibili, adesso e in futuro. E’ necessario per questo cambiare agricoltura con una nuova PAC.

Insieme è possibile: tutti possono contribuire ad un cambiamento radicale della PAC post 2020. È fondamentale dimostrare che esiste un ampio consenso per una vera riforma della PAC che garantisca davvero un maggiore sostegno agli agricoltori che producono cibo sano, che non inquinano il suolo, l’acqua e l’aria e che conservano la Natura!

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE: per questo nei prossimi mesi le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura inviteranno tutti i propri soci, volontari e simpatizzanti, alla mobilitazione per coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini in piccole azioni simboliche per fare tutti insieme lobby sui decisori politici europei e nazionali.

Il WWF Italia chiede una correzione sui fanghi in agricoltura e annuncia un esposto per danno erariale sul condono a Ischia

(dal sito del WWF Italia)

Sull’ambiente non si deroga.

Lo dice il WWF annunciando che se ci sarà l’approvazione al Senato del testo approvato dalla Camera del  decreto Genova (dl n. 109/2018) senza modifiche, l’associazione è pronta ad azioni  per la difesa del territorio, delle acque della salute e della filiera agroalimentare, messe a rischio sulla norme riguardanti il condono di Ischia (art. 25 del decreto) e lo spargimento dei fanghi da depurazione sui nostri campi (art. 41).
Proprio rispetto alla norma sui fanghi in agricoltura il WWF sta redigendo una proposta di norma correttiva, che chiederà venga inserita nel primo provvedimento utile che stabilisca limiti e prescrizioni per evitare l’inquinamento dei terreni agricoli, mentre per il condono di Ischia l’associazione è pronta a un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti campana in cui si segnala il rischio di danni ambientali e erariali.

Nel caso che non venga accolta la modifica approvata in Commissione, il WWF rileva che l’art. 25 del decreto Genova presenta una doppia criticità che sarà evidenziata nell’Esposto del WWF alla Corte dei Conti. In primo luogo il danno ambientale perché le norme approvate consentono di bypassare i vincoli paesaggistici esistenti nei comuni ischitani colpiti dal sisma del 2017 di Casamicciola Terme, Forio d’Ischia e Lacco Ameno, sulla base dei meccanismi consentiti dal condono tombale del 1985 e non sulla base dei due successivi condoni edilizi del 1994 e del 2003 che, invece, escludevano la sanatoria tout court di opere abusive in aree vincolate. In secondo luogo il danno erariale perché la l’esame affrettato delle domande per sanare gli abusi edilizi, legittima e perpetua  il pregiudizio arrecato alle casse pubbliche per la omessa acquisizione della disponibilità materiale degli immobili abusivi in aree vincolate, la omessa riscossione dei canoni di occupazione e delle imposte locali sugli immobili abusivi oggetto di ordinanze di demolizione non ottemperate, omessa irrogazione di sanzioni amministrative.

Per quanto riguarda l’art. 41 del Decreto Genova sullo spargimento dei fanghi di depurazione nei campi il WWF chiede di intervenire subito con una norma correttiva per limitare l’uso in agricoltura dei soli residui provenienti da insediamenti civili, abbassando i limiti dei contaminanti ambientali ammessi, fissando, ad esempio il limite, indicato dalla Unione Europea, a 500 mg/kg di sostanza secca per gli idrocarburi pesanti e vietando l’uso in agricoltura di fanghi che contengano sostanze chimiche pericolose e persistenti come diossine, IPA – Idrocarburi Policiclici Aromatici e PCB. Il WWF chiederà, inoltre, di fissare prescrizioni chiare relative alle analisi dei terreni precedenti e successive lo spandimento dei fanghi e degli stessi fanghi e vietare lo spargimento nei terreni con distanza inferiore ai 500 metri dalle abitazioni. Infine, per il WWF, è necessario prevedere l’obbligo di lavorazione del suolo entro 12 ore dallo spandimento dei fanghi e vietare l’uso di diserbanti nei terreni dove saranno riversati i fanghi e  stabilire l’obbligo di rotazione quinquennale delle colture al fine di incrementare la biodiversità  favorendo i processi naturali di autodepurazione del suolo.

Ecco un documento dell’associazione sui fanghi di depurazione documento_fanghi_1

 

14 novembre 2018, secondo anniversario della scomparsa di Emilio Selvaggi

 

Il 14 novembre del 2016 è una data che a tutti noi ricorda una grave perdita, la morte di Emilio Selvaggi.

 

 

 

A Terracina  venne a mancare una figura di riferimento unica: storia, tradizioni, ambiente erano alla base dei suoi vasti interessi culturali che cercava di condividere con tutti coloro che lo avvicinavano, fossero studenti della scuola un cui insegnava o cittadini curiosi, frequentatori del parco della Rimembranza, o addirittura amministratori pubblici in cerca di consigli.

In città ancora non appare alcun segno che ricordi questo terracinese che ha formato generazioni di studenti/cittadini fornendo loro gli strumenti per capire le dinamiche dei fenomeni naturali senza trascurare il recupero e il rispetto delle proprie radici sociali e culturali.

Il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale intende tenere desta la memoria di Emilio Selvaggi e in questo secondo anniversario vuole dedicargli due iniziative.

La prima è riferita alla legge n.10/2011 del Ministero dell’Ambiente che istituì per il 21 novembre di ogni anno la Giornata Nazionale degli Alberi allo scopo di incentivare iniziative di riduzione dell’inquinamento, di prevenire dissesti tipici, purtroppo, del territorio nazionale, di tutelare la biodiversità.

Mercoledì 21 novembre, quindi, andremo in alcune scuole di Terracina a piantumare alberi portando agli studenti un messaggio educativo importante.

Per sabato 24 novembre, invece, il Gruppo ha organizzato un convegno scientifico dedicato a Emilio e il tema affrontato dai relatori, anche alla luce di quanto recentemente ha sofferto la città, sarà il cambiamento climatico con i suoi riflessi sull’esistenza di milioni di persone.

Il programma delle due iniziative sarà reso pubblico successivamente.

 

 

 

Più si innalza la temperatura e più numerosi diventano i tornado nei mari italiani, secondo l’ENEA e il CNR

Gli Istituti di ricerca italiani hanno studiato il tornado del 2012 sviluppatosi nel mar Ionio e che flagellò la città di Taranto concludendo che la causa di tale violento fenomeno atmosferico era stata una supercellula temporalesca trasformatosi in tornado.

Queste supercellule temporalesche si formano in presenza di un innalzamento di un grado della temperatura delle acque superficiali del mare rispetto alla media del periodo.

Gli esperti dei due istituti hanno tratto queste conclusioni al termine di un esperimento su un modello di massa di aria soggetta a particolari condizioni. Ne è venuta fuori anche la dipendenza del fenomeno dalla orografia della regione.

Per approfondire si può leggere l’articolo completo pubblicato su Scientific Reports.

In precedenza alcuni studiosi avevano pubblicato una ricerca sulla frequenza, localizzazione e intensità dei tornado e delle trombe d’acqua in Italia durante gli anni 1991/1999. Nello studio statistico emersero quattro zone interessate particolarmente dal fenomeno, la pianura padana, l’area pianeggiante e costiera del Friuli, le coste tirreniche e quelle ioniche.

La ricerca effettuata da Giaiotti e altri  ( giaiotti2007 )   produsse questa mappa

In essa i triangoli verdi rappresentano tornado o trombe marine di intensità F0, le stelle di intensità F1, i cerchi F2, i quadrati F3 mentre i triangoli blu capovolti sono associati a fenomeni di intensità sconosciuta.

Le intensità sono calcolate seguendo la scala Fujita

Ecco i primi quattro gradi della scala elencati da Wikipedia

F0  Danni leggeri. Alcuni danni ai comignoli e caduta di rami, cartelli stradali divelti. Velocità del vento tra 64 e 116 km/ora.

F1 Danni moderati. Asportazione di tegole; danneggiamento di case prefabbricate; auto fuori strada. Velocità del vento tra 117 e 180 km/ora.

F2 Danni considerevoli. Scoperchiamento di tetti; distruzione di case prefabbricate; ribaltamento di camion; sradicamento di grossi alberi; sollevamento di auto da terra. Velocità del vento tra 181 e 253 km/ora.

F3 Danni gravi. Asportazione tegole o abbattimento di muri di case in mattoni; ribaltamento di treni; sradicamento di alberi anche in boschi e foreste; sollevamento di auto pesanti dal terreno. Velocità del vento tra 254 e 332 km/ora.

La costa pontina in questa statistica presenta casi di notevole intensità che è possibile rilevare ritagliando la mappa precedente.

Il territorio del comune di Terracina, in particolare, è stato colpito diverse volte da questi eventi che negli ultimi due anni sono stati catastrofici. Proprio questi due hanno tutte le caratteristiche di quello studiato dall’ENEA e dal CNR; la causa fondamentale è l’innalzamento della temperatura in superficie dell’acqua del mare.

 

Per il WWF Italia è urgente convocare una conferenza nazionale sul clima

(dal sito del WWF Italia)

Il WWF chiede che il governo convochi con urgenza una conferenza nazionale sul cambiamento climatico, coinvolgendo tutte le regioni e tutte le istituzioni interessate alla riduzione delle emissioni climalteranti e all’adattamento, vale a dire alla prevenzione, alla cura e alla messa in sicurezza del territorio.

Il moltiplicarsi degli eventi meteorologici estremi rappresenta una tendenza che i climatologi avevano previsto come effetto del riscaldamento globale. Gli effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti e hanno provocato morte e devastazione su tutta la penisola, dalla Sicilia al Veneto dove, anche in questo fine settimana si sono registrate numerose vittime: un dolore immenso che impone una reazione immediata e azioni concrete.

Non c’è altro tempo da perdere: è necessario varare il Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico e, in quel quadro, predisporre al più presto un Piano nazionale per mettere in sicurezza il territorio.

Proprio in questa fine d’anno, il governo dovrà predisporre la prima bozza del Piano Nazionale Energia Clima, nel quale occorre dare avvio a un vero e proprio cambiamento sistemico in tutti i settori per la decarbonizzazione (zero ‘carbonio’) dell’economia. Occorre anche stimolare obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi e stringenti a livello europeo e sollecitare un’accelerazione globale dell’azione sul clima già alla prossima Conferenza delle Parti in Polonia, a dicembre: oggi è più che mai è evidente che va fatto di tutto per scongiurare gli effetti più disastrosi del cambiamento climatico, come è evidente che non siamo preparati ad affrontarli.

Non si può continuare, così come la maggior parte dei governi ha fatto fino ad oggi, con un atteggiamento attendista e fatalista ma è necessario agire subito per tagliare le emissioni e fare di tutto per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.

Dare seguito all’accordo di Parigi oggi è più necessario che mai.