Ieri all’Hotel Palace di Terracina il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha ricordato a due anni dalla scomparsa il prof. Emilio Selvaggi con un convegno scientifico che partendo dall’evento catastrofico del 29 ottobre ha messo a fuoco la questione del cambiamento del clima in connessione anche con le emergenze umanitarie.
Franca Maragoni, presidente del WWF Litorale laziale, ha introdotto i lavori davanti a molti cittadini venuti per ricordare Emilio ma anche per informarsi da fonti sicure su cosa stia avvenendo sul pianeta.
Subito dopo è stata proiettata l’intervista fatta a Emilio da Daniele Cervelloni nel 2010 per conto dell’Associazione Terracina Rialzati. Alla fine della proiezione un applauso molto sentito è partito dal pubblico sempre più convinto della grande perdita che ha avuto la città con la sua scomparsa.
E’ toccato, quindi, all’oceanografo Daniele Iudicone aprire il convegno illustrando la genesi del fenomeno che lunedì 29 ottobre ha sconvolto mezza città.
Dopo una breve introduzione sui fenomeni che coinvolgono le masse d’aria intorno al pianeta ha illustrato utilizzando mappe radar e immagini satellitari la formazione della cellula temporalesca che ha scaricato tutta la sua potenza sul centro di Terracina.
Al climatologo Vincenzo Artale è toccato il compito di presentare dati alla mano lo stato del pianeta dal punto di vista del clima, con la premessa che al punto in cui siamo arrivati con la produzione di CO2 e l’innalzamento della temperatura globale si potrà soltanto mitigare gli effetti indotti dal cambiamento climatico.
Chiarissima la situazione del Mediterraneo che presenta un diffuso riscaldamento da dieci anni ormai disaccoppiato da quello degli altri mari.
Questa la conclusione della relazione del prof. Artale che contrastando i negazionisti ha confermato come il clima stia cambiando perchè è sempre stato collegato alle attività umane e nell’era antropocene il cambiamento sta subendo una accelerazione tale che necessita attivare operazioni di mitigazione.
Ha concluso il convegno l’agronomo Giuseppe Selvaggi da anni impegnato in progetti di sicurezza alimentare in emergenze umanitarie.
Guerre e siccità indotte anche dal cambiamento climatico stanno portando alla fame milioni di persone nel sud del mondo e Selvaggi ne ha portato testimonianza diretta mostrando immagini del suo lavoro. SICUREZZA ALIMENTARE FRA ESTREMI CLIMATICI E GUERRE
Le grandi migrazioni per sfuggire alla fame non potranno essere fermate e mostrando campi di rifugiati contenenti fino a cinquantamila persone ha parlato di un obbligo morale da assolvere nell’accoglienza di popoli in difficoltà.
La lezione del convegno è emersa chiaramente: ridurre le cause che determinano l’aumento della temperatura terrestre e effettuare operazioni di mitigazione degli effetti cominciando, per esempio, a sottrarre in qualche modo gas serra dall’atmosfera.