Legge sui parchi: colpo di mano sulla nomina dei Direttori

In una lettera al Ministro Clini ed ai Parlamentari delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato le osservazioni e le proposte di emendamenti delle 5 Associazioni ambientaliste

Condivisibili gli interventi sulla vigilanza del Ministero, la composizione dei Consigli direttivi degli Enti Parco e la soppressione delle Commissioni di Riserva delle Aree Marine Protette, bocciate invece le nuove modalità di nomina dei direttori dei Parchi Nazionali, che vengono assegnate al Ministro dell’Ambiente su proposta dei Presidenti: una procedura che comporterebbe l’evidente rischio di un eccessivo controllo politico sul loro operato”.

E’ la fotografia scattata da FAI – Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Pro Natura e WWF sui pro e i contro di una recente Proposta di Legge(articolo 21 dellaProposta di Legge n. 4240 – B, relativa a “Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e altre disposizioni in materia ambientale” ) che modifica la Legge quadro sulle Aree Protette (Legge n. 394/1991), sulla gestione dei Parchi Nazionali, e la Legge sul Mare (Legge n.979/1982), relativa gestione delle Aree Marine Protette. Le 5 associazioni ambientaliste hanno inviato con una lettera indirizzata al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini e ai Deputati e Senatori delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, le loro osservazioni e proposte di emendamenti, in particolare la richiesta di modifica della norma relativa alla nomina dei direttori chiedendo il mantenimento della nomina da parte del Ministro ma sulla base di una terna indicata dal Consiglio direttivo dell’Ente Parco selezionata attraverso un bando pubblico per titoli.

 “La previsione di nomina dei direttori da parte del Ministro su proposta dei soli Presidenti – spiegano le associazioni in una nota congiunta – non è condivisibile perché si determinerebbe un evidente condizionamento politico dell’unica figura dirigenziale presente all’interno degli Enti Parco. I Direttori dovrebbero essere figure tecniche indipendenti non condizionabili nelle loro funzioni, con un titolo di laurea adeguato ed una comprovata competenza nella gestione delle aree naturali protette o altra Pubblica Amministrazione”.
“Per questi motivi Fai, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Pro Natura e WWF ritengono che nella sua funzione il Direttore deve rispondere al Consiglio direttivo, l’organo collegiale di governo dell’Ente Parco, e non solo al Presidentecon una procedura di nomina trasparente che ne garantisca l’autonomia nell’esercizio dei suoi compiti amministrativi”.IL WWF PER LE AREE PROTETTE

MENO VIGILANZA DEL MINISTERO AMBIENTE E CONSIGLI PARCO DIMEZZATI: COSA CAMBIA.
Inoltre la proposta di legge che sta passando dalla Camera al Senato in sede legislativa, interviene essenzialmente sulle normative attuali in materia di Parchi nazionali ed Aree Protette Marine definendo, oltre alle nuove procedure di nomina dei Direttori,  anche le competenze del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare in merito alla vigilanza sugli atti degli Enti Parco, limitandola all’approvazione degli statuti, dei regolamenti, dei bilanci annuali e delle piante organiche, e la nuova composizione dei Consigli Direttivi dei Parchi Nazionali, dimezzando l’attuale numero dei consiglieri da 12 a 6 più il Presidente, con tre consiglieri indicati dalla Comunità del Parco, un componente indicato dal Ministero dell’Ambiente, uno indicato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed uno indicato dalle Associazioni ambientaliste riconosciute.
“Queste modifiche alla Legge quadro sulle aree naturali protette sono condivisibili perché  giustificate dall’esigenza di assicurare un’efficiente gestione degli Enti Parco e risolvere alcuni problemi urgenti determinati dal mancato rinnovo degli organi di gestione, già scaduti da tempo, ed in prospettiva evitare la difficoltà di rinnovo per quelli in scadenza nei prossimi mesi. La soluzione di alcuni specifici problemi, dettati in parte dall’applicazione di alcuni provvedimenti contenuti nelle manovre per la riduzione della spesa pubblica, non può divenire però il pretesto per introdurre modifiche alla Legge quadro sulle aree protette, già bloccate nel corso della discussione presso la Commissione Ambiente del Senato sulla proposta di una più ampia riforma della normativa”.
“Prevista infine dalla proposta di Legge l’eliminazione delle Commissioni di Riserva delle aree marine protette attraverso la modifica dell’articolo 28 della legge n.979 del 31 dicembre1982, e dell’articolo 2 della legge n. 244 del 24 dicembre 2007, accogliendo in questo caso una proposta presentata di recente proprio dalle maggiori Associazioni ambientaliste al fine di semplificare le procedure per la gestione delle Aree Protette Marine”.

A proposito del nuovo bando dei rifiuti, consultazione non significa collaborazione

 

Nella vicenda del bando per la gestione dei rifiuti a Terracina il WWF Litorale Pontino viene chiamato in causa da destra e da sinistra, chi a copertura di proprie deficienze e chi a giustificazione di proprie negligenze.

Ora che sembra essere nota a tutti la paternità del documento vogliamo dedicare ai distratti il riassunto delle puntate precedenti, ricordando che tutti possono chiamarci ad un confronto su tematiche ambientali ma non ci possono chiedere certificazioni di qualità; oltretutto, non abbiamo titoli per farlo.

La stampa locale, cartacea e online, ne ha parlato diffusamente ma limitiamoci a quanto è apparso sul nostro sito.

Abbiamo iniziato a giugno con due articoli

Ecco il Progetto Raccolta rifiuti-Terracina (bozza)

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 16 giugno 2012

Si può fare di più: osservazioni del WWF alla bozza del Piano di gestione dei rifiuti di Terracina

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 17 giugno 2012

per proseguire a luglio con

Eppur si muove? Parte con movimento lento la nuova gestione dei rifiuti a Terracina

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 18 luglio 2012

e a settembre con

Lunga gestazione del bando per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 11 settembre 2012

Tra scioperi degli addetti e proteste per il caro Tia stenta a vedere la luce il bando per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 27 settembre 2012

in ottobre con

Si riparla dell’impianto di via Morelle a Terracina: compost di qualità o cdr di qualità?

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 24 ottobre 2012

per concludere a novembre, a bando pubblicato,

Terracina in controtendenza, cresce la produzione dei rifiuti. Che succede?

Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 10 novembre 2012

Mentre in città il dibattito continua, il WWF LP è chiamato a tenere dei minicorsi sulla gestione dei rifiuti nelle scuole; questa è collaborazione. 

La legalità prima di tutto, forte presa di posizione dell’Associazione Caponnetto

UN DOCUMENTO DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO

“I nostri obiettivi: far raggiungere alla nostra Associazione il massimo livello di operatività e rendere efficienti tutti gli apparati, anche quelli più piccoli, dello Stato sui territori contro le mafie, militari, politiche ed economiche”

 Da ora in poi tutto l’impegno della nostra Associazione dovrà  essere finalizzato ad ottenere il massimo dell’efficienza da parte di tutti gli apparati dello Stato sui territori del  Lazio, dal più piccolo al più grande, nessuno escluso, sul versante della lotta alle mafie.

Dalla piccola stazione dei carabinieri alle compagnie, dai commissariati di periferia alle Questure, dai comandi di brigate ai comandi provinciali.

E, soprattutto, dalla più piccola Procura ordinaria, come Cassino, alle più grandi.

Non è più possibile, di fronte ad una situazione così grave qual è quella esistente nel Lazio, continuare ad assistere inerti a quanto si è verificato, ad esempio, a Latina la cui Procura –non siamo noi ad averlo scritto ma magistrati qualificati delle DDA di Roma e di Napoli come Diana De Martino e Francesco Curcio- iscriveva reati di natura mafiosa come reati ordinari.

Non è più possibile, di fronte al dilagare quotidiano nel territorio del Lazio di tutte le mafie nazionali ed internazionali, continuare ad assistere senza far niente  allo spettacolo che vede come autori di indagini antimafia solamente corpi speciali che vengono da fuori o, al più, qualche Comando provinciale e le Squadre Mobili.

La situazione non lo permette più.

Tutti i presidi, dal più piccolo al più grande, dovranno essere messi nelle condizioni di operare e, se c’è gente che non è in grado di fare ciò, va sostituita.

Tutti gli archivi informatici interni dovranno essere aggiornati ed i livelli provinciali, regionali e generali  dovranno cominciare a pretendere “risultati” significativi e non basati solo sui numeri.

Lo stesso discorso va fatto per le Procure ordinarie.

Quelle del Lazio dovranno  prendere a modello quelle della Campania: Santa Maria Capua Vetere, Nola, Torre Annunziata.

Lo chiediamo con forza ed insisteremo perché questo avvenga e al più presto.

Non  si può continuare ad addossare tutto il peso della lotta alle mafie sulle sole spalle dei magistrati della DDA di Roma o di Napoli, alla DIA, al GICO, alle Squadre Mobili e così via.

Su tutti questi problemi abbiamo richiesto l’intervento del Ministro della Giustizia Severino, la quale ci ha risposto che se ne sta interessando  e ci farà sapere.

Abbiamo fiducia in lei.

Tutto ciò, però,richiede da parte  della nostra Associazione  un salto di qualità,una messa a punto del motore ,una presa di coscienza dei problemi reali,un’informazione ed una formazione rigorose e puntuali.

Cose, queste, che  si possono realizzare solamente se riusciamo a selezionare sempre di più una classe dirigente consapevole, che crede in quello che fa, che non venga eventualmente da noi esclusivamente per motivi politici ed altra roba del genere, che non vuole, insomma, utilizzare l’Associazione per altri scopi che non siano UNICAMENTE quelli che riguardano la lotta alle mafie.

Gente del genere non la vogliamo!!!

Facciamo antimafia e non vendiamo bruscolini, né siamo disposti a fare da tappetino a chicchessia, piccoli, grandi, rossi, gialli, verdi e quant’altro.

Lo ripetiamo fino alla noia.

Se siamo arrivati a questa situazione la responsabilità è unicamente politica, della “politica”, di questa politica.

E’ la “politica” che non vuole risolvere i problemi.

Non è la nostra antipolitica perché abbiamo una fede e votiamo, ma non consentiamo a chicchessia  di pensare che i sacrifici anche di natura economica  che alcuni di noi sopportano ed i rischi che corriamo ogni minuto possano essere utilizzati da qualcuno  per scopi di parte.

I problemi da affrontare sono tanti e grandi e la nostra Associazione, che si è sempre distinta  per essere un’associazione seria, non parolaia, non della retorica e delle commemorazioni, ma pragmatica ed operativa e non affiliata ad alcun partito politico soprattutto, ha il dovere di essere sempre più attrezzata culturalmente ed organizzativamente per far  fronte ai problemi ed alle situazioni.

Con il nuovo anno si imporranno degli aggiustamenti, con un riesame generale dell’operato di ogni singolo dirigente, con la messa in discussione di ognuno di noi medesimi, perché l’obiettivo che ci proponiamo è quello di diventare sempre di più una delle poche associazioni italiane veramente libere ed operative al massimo che fa un’antimafia non delle chiacchiere, ma esclusivamente dell’investigazione, della denuncia e della proposta.

La vera antimafia!

Elvio Di Cesare

**Segui l’attività dell’Associazione Caponnetto sul sito.

 

“Impediamo la bancarotta degli oceani”, 30.000 email inviate ai parlamentari europei e ben 150.000 firme raccolte su una petizione per una riforma ambiziosa e radicale.

 Il Parlamento europeo (PE) a stragrande maggioranza ha votato a favore di una  ambiziosa relazione per la Politica Comune della Pesca 2011-2018 (INI) che comprende una serie di raccomandazioni che individuano le soluzioni di cui c’è più bisogno per i problemi creati dalla pesca fuori dell’UE e dalla attuale Politica Comune. Sostenendo la relazione, il Parlamento Europeo non solo supporta una pesca sostenibile, ma manda anche il chiaro segnale che l’Unione Europea è impegnata come leader mondiale nella gestione sostenibile della pesca.

Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia ha detto  “Il WWF si congratula con il Parlamento Europeo per aver sostenuto l’ambiziosa Relazione che contribuirà alla gestione sostenibile dei nostri oceani. Dopo il recente successo riportato dall’ICCAT( Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi dell’Atlantico) che non ha aumentato le quote di pesca del tonno rosso, ecco un altro segnale positivo, il mondo sta iniziando a capire che solo una gestione sostenibile delle risorse può garantire vitalità e futuro sia alle risorse stesse che ai settori, anche economici, che ne dipendono.
Ci auguriamo che la relazione sia una chiara indicazione da parte del Parlamento di proporre e sostenere una ambiziosa riforma della pesca nella UE. ”

“Inoltre ringraziamo il parlamento Europeo che oggi ha votato a larghissima maggioranza il regolamento salva squali che vietando le deroghe al finning di fatto mette fine alla barbara pratica del taglio delle pinne agli squali, almeno sui pescherecci europei.” Conclude Costantini.

Il WWF a livello europeo segue da mesi la riforma della pesca con l’iniziativa online  “Impediamo la bancarotta degli oceani” che ha prodotto 30.000 email inviate ai parlamentari europei e ben 150.000 firme raccolte su una petizione per una riforma ambiziosa e radicale.

In particolare la petizione chiedeva:
– che la pesca venga gestita in maniera coerente, costante e con prospettive di lungo termine, a livello di bacino, per consentire agli stock di ricostituirsi
– che un insieme di regole condivise consentano ai pescatori di prendere ciò che è ragionevole, scientificamente deciso, e soprattutto quando è necessario
– di applicare questi stessi principi a tutte i pescherecci europei ovunque essi operino nel mondo

L’UE è uno dei principali attori nel settore della pesca a livello mondiale. Gli impatti che le sue flotte stanno avendo nelle acque intorno al mondo sono sostanziali, contribuendo al 85% degli stock ittici mondiali che sono eccessivamente pescati.

PORTO TURISTICO DI FIUMICINO: RIVEDERE LE AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI

Irregolarità procedurali, carenze strutturali, problemi di stabilità e di sicurezza sono alcune delle motivazioni che hanno portato al sequestro del porto turistico di Fiumicino da parte della Guardia di Finanza.
L’opera, con la sua estensione complessiva di oltre 104 ettari ed il costo di circa 400 milioni di euro, è stata presentata ai Cittadini come la più grande struttura portuale del Mediterraneo capace di garantire “sviluppo” duraturo alla popolazione residente.
I fatti di questi giorni evidenziano, in realtà, che si tratta dell’ennesima opera portuale autorizzata in assenza di una seria pianificazione regionale delle coste laziali ed in mancanza di un qualsivoglia piano portuale regionale.

Le 4 darsene principali ed i 1445 posti barca sono l’ennesima occasione per costruire innumerevoli “opere accessorie” quali strutture abitative, ricettive, commerciali, sportive e box auto che poco o nulla hanno a che vedere con il trasporto marittimo.
Un gigante dai piedi di argilla, insomma. Le infrastrutture portuali, come ribadiscono le indagini di questi giorni, insistono in un settore della foce del Tevere noto, sin dal tempo dei romani, per la sua elevata fragilità idrogeologica ed idraulica.

Evidenziamo, alla luce dei recenti sviluppi giudiziaridichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Laziola possibilità che l’impatto ambientale dell’infrastruttura, che si somma a quello determinato dal limitrofo porto turistico di Ostia, non sia stato correttamente valutato. Occorre
certamente a questo punto fare piena luce non solo sulle modalità con le quali sono stati affidati i lavori ma anche sull’iter autorizzativo seguito al fine del rilascio delle necessarie autorizzazioni ambientali e nulla osta idrogeologico.”

Roma, 22 novembre 2012
Contatti stampa: Cesare Budoni – cell. 349 6040937

PISTA DA SCI AD OSTIA: UN ALTRO PESSIMO ESEMPIO DI COME ALCUNI POLITICI PERSEVERINO IN UNA DISSENNATA GESTIONE DEL TERRITORIO

Frane, allagamenti e distruzione delle coste sono il conto che oggi stiamo pagando per colpa di chi, nei decenni passati, ha amministrato pensando e realizzando infrastrutture al di fuori di ogni pianificazione territoriale e del tutto estranee alle necessità e alle vocazioni sociali e culturali di luoghi e intere comunità.

Siamo profondamente indignati per l’approvazione in bilancio da parte del Consiglio di Roma Capitale della realizzazione di una pista da sci all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, finanziata con un milione e mezzo di Euro.
Soprattutto in un momento di nuova crisi economica che imporrebbe un maggiore rigore nelle scelte di governo del territoriodichiara Maria Gabriella Villani Presidente del WWF Litorale Romanoil Comune di Roma pensa di realizzare ad Ostia un impianto sciistico in un’area che la legge destina alla tutela ambientale. Invece di provvedere ad investire nel patrimonio culturale, ambientale, archeologico, e storico della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano si pensa a cementificare ancora di più il litorale romano e ad inseguire progetti del tutto incoerenti con la vocazione di questa porzione del territorio romano. Ci sarebbe tanto da investire su questi aspetti, se veramente si ha a cuore il benessere dei residenti in termini di qualità della vita e di occupazione sostenibile. È del tutto evidente che le sorti del Litorale romano non sono meritorie di attenzione per questa amministrazione”
La distruzione di un’altra area della Riserva Naturale Statale Litorale Romano è inaccettabile. – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF LazioPer questo la nostra Associazione si opporrà con tutti i mezzi disponibili allo scempio di territorio, di energia e di denaro pubblico. Risulta peraltro incomprensibile realizzare una simile opera devastante in un territorio dove la temperatura annuale non ricorda più da diverso tempo nemmeno il clima autunnale. Interesseremo la Procura della Repubblica e della Corte dei Conti auspicando che il Ministero dell’Ambiente, garante della tutela dell’area protetta, si attivi immediatamente affinché venga scongiurato tale pericolo.

Roma, 21 novembre 2012
Contatti stampa: Cesare Budoni – cell. 349 6040937

17-25 novembre 2012, Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

E’ in corso la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR)

A quattro anni dall’avvio di questa iniziativa della Comunità Europea che coglie un aspetto fondamentale della questione rifiuti, la loro non-produzione, la partecipazione nei Paesi membri è cresciuta in modo inverosimile.

In Italia si è passati da un centinaio di esperienze a oltre 5.000 con il coinvolgimento di scuole, associazioni, Comuni, Province, Regioni.

Pochissime le iniziative in provincia di Latina;  sul sito http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/  ne appaiono registrate tre, a Fondi, Minturno e Terracina. In quest’ultima città ci sarà una iniziativa dell’Istituto Professionale “Filosi” e, pur non avendola registrata alla SERR, dell’ITC “Bianchini” che venerdì 23 novembre avvierà un minicorso sulla gestione dei rifiuti aperto a quattro  seconde classi.

Questo lo spot della Settimana Europea che sta girando sulla rete.

A Terracina, come da molti anni a questa parte, all’apertura della caccia i cinghiali cercano asilo nel parco della Rimembranza

Sarà una coincidenza ma ogni anno l’apertura della caccia sembra spingere i cinghiali in un’area di pace prossima alla città e contigua alla montagna.

A metà settimana questi ospiti notturni sono entrati nel parco della Rimembranza dal lato orientale dopo che hanno trovato chiuso l’accesso sotto il muro del giardino dell’ex ospedale che  utilizzavano fino all’anno scorso.

Infatti, durante l’anno un gruppo di volontari aveva rinforzato un recinto preesistente in quella zona e si sperava di aver trovato una soluzione definitiva all’ingresso abusivo degli animali.

Questi, però, non si sono persi d’animo di fronte alla rete rinforzata ma hanno girato intorno fino a trovare un punto debole, il confine del parco con la proprietà privata di una villa.

Sarebbero i benvenuti se si limitassero a mangiare le ghiande e a bere alla fontanella, purtroppo cercano cibo grufolando dappertutto.

Questa volta hanno dissestato centinaia di metri del sentiero di visita rovinando i gradini, dissodando il terreno e facendo cadere anche qualche paletto del passamano.