URBAN NATURE 2023

 Il 7 e l’8 ottobre, torna l’evento nazionale “Urban Nature: la festa della natura in città”, un’iniziativa del WWF , con appuntamenti in tutta Italia, per diffondere il valore e la cura della natura in città a beneficio di tutti. Ed è proprio in occasione di questa VII edizione di “Urban nature 2023” che il “WWF Litorale Laziale Gruppo Attivo Litorale Pontino”, chiede all’Amministrazione comunale di Terracina di farsi promotrice di iniziative che gli valgano la definizione ufficiale di “COMUNE IN DIFESA DELLA BIODIVERSITA’”, traendone un logo che potrebbe essere usato nella comunicazione istituzionale.

Questa nostra richiesta scaturisce appunto dall’evidente necessità di puntare sulla biodiversità anche negli ambienti urbani e antropizzati per salvaguardare l’esistenza della specie umana attraverso la pianificazione di uno “sviluppo sostenibile” innanzitutto a livello locale, implementando una serie di strategie volte alla conservazione degli ambienti naturali ed alla protezione della flora e della fauna.

Come? Promuovendo la concretizzazione di azioni che costruiscano o recuperino un equilibrio tra aree fortemente antropizzate, aree destinate a verde pubblico e paesaggio circostante.

 Una di queste azioni potrebbe riguardare, ad esempio, l’impianto dei cosiddetti “Wildflowers” (fiori selvatici) in prati ed aiuole, ottenendo miscugli di piante erbacee mediterranee tanto attraenti per gli insetti impollinatori da cui dipende la nostra esistenza. Del resto, si fa sempre più strada una nuova coscienza ambientalista che sta modificando anche il punto di vista estetico dei nuovi pianificatori urbani e progettisti del verde, sempre più orientati a conservare un aspetto più naturale che, oltretutto, consente costi minori di gestione ed un notevole risparmio di risorse idriche. Infatti, alla luce del cambiamento climatico in atto, non ha più senso voler realizzare a tutti i costi lo stereotipo del “prato all’inglese”, tipico dei parchi e dei giardini anglosassoni, nati in un clima atlantico o continentale e con temperature più basse e precipitazioni meteoriche frequenti. In realtà, quello di cui noi avremmo bisogno è, innanzitutto, nei giardini pubblici e privati, una maggiore densità arborea ed arbustiva, con piante prevalentemente autoctone, quindi più performanti nel contrastare siccità, calore eccessivo, inquinamento, perdita di biodiversità, e più attinenti alle nuove tendenze estetiche riguardanti la realizzazione e la cura del verde ornamentale.

Facciamo presente che la creazione di spazi verdi seminati ad erbe spontanee, è una realtà consolidata in diversi Paesi esteri e che anche in Italia cresce il numero di Comuni, piccoli e grandi, che aderiscono alle nuove idee progettuali di cui fanno parte anche le aree destinate alla creazione dei “giardini per le farfalle”. Ovviamente l’utilizzazione delle erbacee spontanee dovrà seguire alla valutazione dei loro caratteri funzionali che dovranno corrispondere a particolari requisiti (a seconda degli spazi a cui verranno destinate) tra i quali figura la gradevolezza estetica delle fioriture.

 Sarà importante che il Comune si renda protagonista della valenza educativa di un tal progetto nei confronti della cittadinanza e cerchi di coinvolgerla nelle realizzazioni in modo che si superi la diffidenza iniziale dei tanti che vedono i prati spontanei come aree trascurate ed invase da erbacce.

Per questo motivo è importante che il tutto venga gestito con competenza, praticando sfalci differenziati che evidenzieranno la distinzione netta tra le zone soggette ad una fruizione più intensa da parte degli utenti, e quindi trattate nel modo tradizionale a sfalcio intensivo, ed aree naturali con sfalci in numero limitato durante l’anno, che rispettino le fioriture delle erbe spontanee. Questa gestione differenziata, unita ad una delimitazione artificiale immediatamente visibile e al posizionamento di tabelle didattiche nelle aree naturali che ne indichino le finalità, comunicheranno alla collettività i benefici dei prati spontanei, garantendo alla cittadinanza la fruizione agevole dei percorsi, delle aree di sosta con panchine e di quelle destinate ai giochi dei bambini. Pensate, ad esempio, come potrebbero cambiare gradevolmente aspetto, se gestiti in tal modo, il “Parco Montuno” e il “Parco delle città gemellate”, o le aiuole spartitraffico all’ingresso ovest di Terracina che già ci deliziano, ogni primavera ed inizio estate, con le fioriture spettacolari del silene a fiori rosa.

 Un altro particolare non trascurabile è la validità didattica di un prato fiorito all’interno dei giardini scolastici, che potrebbe essere considerato come laboratorio all’aperto per gli scolari, i quali parteciperebbero a tutte le fasi dell’impianto: dalla preparazione del terreno alla semina e alla crescita delle piante, ecc., per arrivare all’osservazione degli insetti attratti dai fiori e di ogni altro mutamento di quel piccolo mondo fervido di vita. Per non parlare dell’aspetto culturale legato alla conoscenza delle tradizioni locali sull’uso delle erbe spontanee nell’alimentazione e per le loro proprietà terapeutiche: un patrimonio di conoscenze preziose per le future generazioni.

In conclusione, suggeriamo al Comune la possibilità di approfondire l’argomento riferendosi ad un documento interessante prodotto dall’ISPRA sulle “Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici. Stato dell’arte, criticità e possibilità di impiego(https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/manuale_86_2013.pdf), 2013, e alle esperienze di altri comuni sul territorio nazionale, tra cui il Comune di Rimini che già da diversi anni sta attuando iniziative di inserimento di arre destinate a verde spontaneo nel verde pubblico. (https://www.comune.rimini.it/novita/verde-spontaneo-e-ambiente-naturale-citta-presentate-le-linee-guida-la-gestione-e)

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