“PULIZIA“ degli argini del canale Mortacino

Non si può che restare costernati di fronte all’ennesimo taglio indiscriminato della vegetazione lungo gli argini del canale Mortacino di Terracina, un’azione vandalica perpetrata già troppe volte e che puntualmente (e giustamente) suscita reazioni indignate da parte di molti cittadini. Ciononostante nulla cambia e continuiamo ad assistere alla distruzione sistematica di fasce ripariali, rifugio per avifauna locale e migratrice, per non parlare dell’importanza della vegetazione come fonte di ossigeno e scrigno prezioso di biodiversità, essenziale, oggi più che mai, per la salvaguardia dell’ecosistema territoriale. Ma questi ed altri numerosi vantaggi apportati dalla vegetazione riparia, sfuggono alla normale comprensione di tutti i responsabili di questo scempio che, peraltro, danneggia in modo eclatante il paesaggio che, “denudato” brutalmente, offre soltanto la visione di una massa cospicua di rifiuti di ogni tipo, presenti sulle sponde da anni e che continuano ad accumularsi senza mai essere rimossi, in un contesto ulteriormente imbruttito perché caratterizzato da una edificazione informe cresciuta in modo incontrollato e in spregio alle peculiarità paesaggistiche e storiche del nostro territorio.

E’ quantomeno stupefacente questo concetto piuttosto distorto di pulizia degli argini: è la vegetazione che “sporca”, che dà fastidio, che va eliminata, non la lunga discarica in pieno centro cittadino, immagine vergognosa ed emblematica di inciviltà diffusa.

Sarebbe davvero ora di cambiare rotta: gli argini vanno puliti, è vero, ma dalle immondizie! E vanno cambiate le modalità di intervento sulla vegetazione che non possono essere rozze e distruttive come è stato fatto finora. Occorre un approccio rispettoso da parte di tutti e, soprattutto, gli interventi devono essere mirati ed attuati dopo decisioni condivise dai diversi soggetti interessati (Consorzio di Bonifica, Comune, associazioni ambientaliste ecc.) e sotto la supervisione di professionisti con competenze specifiche come biologi, forestali, agronomi e paesaggisti.

Se non ci fosse stata questa cattiva gestione pluriennale degli argini dei canali di bonifica, questi avrebbero potuto essere dei gradevolissimi parchi cittadini, vere e proprie vie d’acqua solcate da piccole imbarcazioni turistiche ad impatto ambientale zero, nell’ottica della realizzazione di una più completa mobilità sostenibile, cosa normale in molti Paesi che scegliamo come mete per le nostre vacanze; mentre qui da noi, purtroppo, la normalità è questa: la distruzione vandalica o la mancanza di cura del territorio. Sta di fatto che,parlare di salvaguardia ambientale, di approccio garbato e rispettoso alla vita animale e vegetale in qualsiasi ambito, di rispetto dei beni comuni anche da parte della cittadinanza, risulta essere tuttora un discorso al di fuori della realtà concreta, come se questa non fosse già drammaticamente compromessa dalle conseguenze di comportamenti insostenibili per l’intero ecosistema.

Il progetto “Ripartyamo” sulla spiaggia di Sabaudia

Il giorno 22 ottobre sulla spiaggia di Sabaudia nel tratto tra Loc. Sant’Andrea e il canale di Caterattino alcuni volontari del WWF Litorale Laziale hanno condotto, in collaborazione con il Centro Canottieri delle Fiamme Gialle di Sabaudia, una pulizia speciale della spiaggia. All’iniziativa hanno partecipato più di 80 giovani del centro, molti dei loro genitori e circa 10 tra istruttori e responsabili delle Fiamme Gialle.

L’iniziativa è stata promossa dal WWF Italia nell’ambito del progetto “Ripartyamo”, finalizzato al ripristino di aree degradate, soprattutto coste marine, sponde di laghi e fiumi.

Sono stati raccolti 40 sacchi di rifiuti di piccole dimensioni, molti ingombranti, alcuni anche di difficile descrizione, e molti, moltissimi frammenti di microplastiche, nonché i soliti, immancabili e innumerevoli bastoncini cotton fiocc.

Quello che ha impressionato più di tutti, tra grandi e piccoli, è stata la presenza di bastoncini di plastic, microplastiche e un incarto di biscotti datato 1995.

Abbiamo elencato tutti gli oggetti rinvenuti, osservato azioni sulla duna che ne hanno arrecato danno e abbiamo indicato ai ragazzi la presenza del Pancratium maritimum, pianta simbolo della duna, e degli egagropili, aggregazione di frustoli di foglie di Posidonia oceanica, altra pianta, non alga, importantissima e presente nel mare prospiciente le nostre coste.

Per il mare, per la spiaggia e per il nostro pianeta si può fare molto e il WWF è vicino a tutti i cittadini che si pongono questo obiettivo.

Il WWF, in particolare i volontari impegnati, ringraziano il gruppo delle Fiamme Gialle di Sabaudia, i ragazzi e i loro giovani genitori. La loro presenza e consapevolezza ci fa sperare in un presente e futuro migliore. Naturalmente il nostro ringraziamento va anche al Sindaco che ha concesso il patrocinio all’iniziativa e alla ditta che ha portato via tutto quello che abbiamo raccolto. Senza tutte queste persone nulla sarebbe stato possibile.

Il Parco della Rimembranza oggi…

Il parco della Rimembranza, il parco cittadino curato da Emilio Selvaggi, Giovanni Iudicone e da tutti i volontari, ci ha regalato in 27 anni tantissime gioie mentre i dispiaceri sono derivati sempre da problemi legati alla gestione.
Noi volontari abbiamo passato giornate bellissime a pulire sentieri, curare piante, potare dove era necessario, insegnare ai giovani studenti la differenza tra il Laurus nobilis e il Lauro ceraso, il ciclo di vita della pianta di Cappero.
Giornate intense, a volte faticose ma sempre piene di quella gioia che sempre si impossessa di chi, innamorato della Natura, può passare qualche ora immerso in essa.
Abbiamo offerto ai visitatori il racconto delle tradizioni legate all’uso delle piante, la curiosità di animali selvatici, come le volpi, che hanno scelto il parco come loro dimora.
Abbiamo organizzato incontri scientifici, culturali, sociali dando sempre il meglio, è stato una casa per mostre delle scuole o fotografiche o di sculture di alto livello. Sede di concerti memorabili e tanto altro.
Ma alla tanta vita e attività interna al parco all’esterno ha sempre corrisposto una diffusa indifferenza e superficialità. Mai un tecnico che sia venuto a fare un sopralluogo sulla stabilità delle strutture, eppure abbiamo scritto più volte! Strutture vegetali bisognose di interventi importanti sul verde assolutamente lasciati all’incuria dalla ditta tenuta per contratto alla manutenzione. Un abbandono totale, e la politica assente.
Infine la chiusura, condannando l’intero sito all’incuria, anche la parte che invece poteva continuare ad essere curata da noi. E il pericolo di crollo che incombe sulla villa confinante e la strada sottostante.
Dal 29 agosto, giorno della pubblicazione dell’ordinanza, ad oggi nel parco sono entrati il Direttore del Parco Ausoni e Lago di Fondi, il Funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici e il Capo settore Ambiente del Comune di Terracina, tutti chiamati da noi per fare un sopralluogo. Dagli uffici tecnici del comune nessun segnale, eppure l’ordinanza parlava chiaro: il parco chiudeva fino a verifiche da effettuare in capo al dipartimento Lavori Pubblici.


Tutto secondo copione, ancora una volta e forse definitivamente?


Sembra sia tutto così facile: rimandare i problemi invece che risolverli come se il tempo non scorresse, e invece il tempo scorre, le piante crescono, i muri si sgretolano, l’acqua scorre, gli animali sopravvivono, le persone invecchiano.