A proposito di agricoltura e territorio

Sono trascorsi molti anni dal 1992, anno della Conferenza delle Nazioni Unite, meglio conosciuta come Convenzione di Rio de Janeiro, dove gran parte dei leader mondiali concordarono per una strategia comune per la tutela della diversità biologica.

Dobbiamo comunque registrare che da allora ad oggi non ci sono stati cambiamenti sostanziali nelle politiche produttive, spesso rappresentate da consistenti peggioramenti, in quanto molti Stati hanno preferito uno sviluppo economico di tipo industriale dell’agricoltura e della zootecnia, finalizzato all’aumento dei consumi e della redditività.

Pertanto si sono consolidate le condizioni fondamentali, per l’economia agricola, di derogare agli obiettivi ed ai termini dello sviluppo sostenibile.

I fattori produttivi destinati all’agricoltura si sono ampliati nello spazio nel tempo e nella quantità ed hanno generato: inquinamento  generalizzato  dell’acqua, aria e suolo, consumo del suolo, urbanizzazione, infrastrutture distruzione degli ecosistemi, utilizzo di molecole di sintesi , fitofarmaci, pesticidi , tecniche di allevamento non idonee, antibiotico resistenza, produzione enorme di rifiuti e reflui inquinanti , contribuendo in modo sostanziale agli squilibri strutturali del pianeta come i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, l’ acidificazione dei mari e molto altro.

A livello ecologico si iniziano a fare i conti con la semplificazione e la perdita della biodiversità e degli ecosistemi ed il rapporto fra la natura e l’uomo, che si era in qualche modo consolidato, dopo la prima rivoluzione industriale, sembra essere completamente saltato, lungi dal produrre nuove ipotesi di equilibrio.

Le ultime simulazioni (Gualdi et al. 2013) del CMCC, il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, per il periodo 1951-2050 confermano che in un’area per sue caratteristiche già particolarmente fragile agli stress, il clima tenderà a diventare più secco e caldo, con diminuzione delle precipitazioni (-5%), alte temperature (+1,5°-2°C), aumento del livello del mare (+7-12 cm).

Questi effetti dal punto di vista agricolo hanno portato e porteranno una serie di problemi alle piante agrarie e selvatiche, stress biotici (virus, batteri, funghi ecc.) assieme ad una grande quantità di fisiopatie, inquinamento delle falde acquifere, delle acque dolci e dei mari, salinizzazione, eutrofizzazione.

Un sostanziale aumento della desertificazione, una consistente perdita di habitat naturali, e di biodiversità. Questi sono i segni salienti della nuova era: l’Antropocene                        

Per questo è necessario una visione globale del problema, non considerare soltanto il settore agricolo, ma tutto il sistema agro-alimentare, industriale, della distribuzione, del consumo, del trasporto. 

L’ agricoltura che non è un’ attività naturale ma che agisce in ambienti ed ecosistemi naturali, soprattutto l’agricoltura Antropocenica, supera spesso i fattori ambientali e di stress, per questo deve importare enormi quantità di materia ed energia sussidiaria e di conseguenza produce inquinamento e rifiuti, ed è per questo che si parla di Agroecosistema.

Gli attuali agroecosistemi industrializzati e tecnologici hanno, quasi annullato gli ecosistemi originari, e dipendono per buona parte dei fattori produttivi, da materia ed energia sussidiaria come: substrati, fertilizzanti, ammendanti, sementi, mangimi ,farmaci, plastiche e fitofarmaci, che spesso sono prodotte dall’altra parte del globo e devono percorrere migliaia di km per raggiungere il campo o l’azienda producendo  per questo incredibili quantità di CO₂, che vanno assommate a quelle derivanti dalle  continue: lavorazioni, forzatura, irrigazione, cure culturali fortemente meccanizzate, plastiche per  protezione interventi fitosanitari, e sanitari, ricerca genetica, energia elettrica, reti informatizzate, infrastrutture e logistica.

Per questo un’agricoltura sostenibile dovrebbe voler dire effettuare pratiche agricole e produttive, che utilizzino al massimo i fattori presenti nel biotopo; fattori produttivi naturali rinnovabili, che producano la minore quantità di rifiuti, ed inquinati tutti riciclabili o riutilizzabili.

Spesso le produzioni tradizionali, quelle che hanno da secoli caratterizzato l’agroecosistema tradizionale, sono quelle più idonee, ripensare ad esempio ad una riqualificazione delle produzioni di un determinato territorio, che molti definiscono «reinvenzione della tradizione» accessibile all’intera popolazione, ai mercati zonali, al Km. zero, produzioni biologiche, oltre che favorire la piccola industria di trasformazione dalla aziendale a piccoli consorzi di produttori. 

E’ chiaro che se le cose fin qui descritte possono apparire scomode pensiamo anche che se si interviene tutti insieme, coinvolgendo più attori/stakeholder, dall’agricoltura all’ambiente, alla salute, qualche passo in avanti possiamo farlo.

Non esiste una Sostenibilità a compartimenti stagni, essa è un tema che appartiene in primis a noi cittadini con il nostro comportamento, senso civico ed etico, e poi a tutte le Istituzioni di ogni ordine e grado.

Noi come Associazione Ambientalista non possiamo non occuparci di questo tema così importante.

Patrizia Parisella

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Considerazioni sul sistema “Nutri-score”

Tema dominante dell’interesse scientifico e politico in questi giorni è l’alimentazione; il suolo necessario per la coltivazione, la qualità delle materie prime, il valore nutrizionale, gli additivi e i prodotti utilizzati per ottenere un prodotto commercialmente di qualità. Non possiamo però ancora pensare che tutte le risorse naturali del nostro “PIANETA” siano infinite, soprattutto perché i “Cambiamenti Climatici” ci mettono di fronte a notevoli rischi per quanto riguarda tutte le attività umane.

Ed è proprio per questo che la Commissione Europea approva il cosiddetto piano “GREEN DEAL” che prova a dare una risposta univoca (europea) a tutte quelle strategie atte a migliorare le produzioni agricole favorendo quella che viene definita “Transizione Ecologica” garantendo così produzioni più sostenibili.

Nell’ambito del piano “Green Deal” la Commissione Europea nel 2021 approva il “FARM TO FORK” che tra le tante strategie prevede l’uso di un logo che sia univoco per tutti i paesi europei prima della fine del 2022.

In questi giorni si fa sempre più accesa la discussione a livello comunitario relativa all’etichettatura dei cibi denominata “NUTRI-SCORE”, che dovrebbe andare in vigore dagli inizi del 2023, in tutti i paesi europei.

Facciamo una piccola analisi di cos’e il NUTRI-SCORE.

È un sistema di valutazione dei cibi in base a quelle che vengono definite qualità benefiche (fibre, frutta, verdure, proteine) e non benefiche perché contenenti elementi nutrizionali che possono arrecare danni all’ individuo causando ad esempio malattie.  

Scopo di questa etichettatura è quella di evidenziare il contenuto di sale, zuccheri, acidi grassi saturi ecc. (sostanze non benefiche), cioè tutte quelle sostanze che assunte in grosse quantità, per un tempo lungo possono arrecare alle persone danni alcune volte anche irreversibili come obesità, diabete e malattie cardio-circolatorie.

Il NUTRI-SCORE nasce in Francia ma viene adottato anche da altri paesi europei come Germania, Belgio, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi, ed extra europei come la Svizzera, questo sistema vuole aiutare il consumatore a scegliere gli alimenti più salutari attraverso un sistema informativo che è quello relativo alle etichette dei cibi.

ll Nutri-SCORE viene anche definita “etichetta a semaforo” perché contiene colori che vanno dal rosso al verde (esattamente 5), ed una scala di lettere dalla A alla E (esattamente 5 come i colori), questi colori e queste lettere sono inserite nell’etichetta in base ad un calcolo che viene fatto, analizzando principalmente i valori di zuccheri, sali e grassi in 100 gr di alimento.

Quindi l’alimento rosso sarà meno salubre di quelli con colore verde.

In Italia c’è un dibattito molto acceso su questo sistema di etichettatura, ci sono molti scienziati e autorevoli nutrizionisti favorevoli, altri invece sono ostili a questo metodo perché sostengono che metterebbe in crisi i nostri prodotti “made in Italy”.

Allora ci chiediamo quali sono le vere preoccupazioni dello Stato italiano?

  • La concorrenza?
  • Le multinazionali?
  • I mercati?
  • La distruzione dell’agroalimentare italiano?

Strano però che grandi marchi italiani come Mutti, Cirio, Rana, Barilla ed altri, abbiano inserito la cosiddetta etichetta a semaforo nei prodotti venduti in Francia e altri paesi europei dove adottano questo sistema.

E allora ci chiediamo cosa significa tutto ciò?

E le ricadute economiche sull’export? Sono vere o c’è altro?

Nel mese di luglio di quest’anno (2022) il sistema Nutri-Score ha approvato notevoli cambiamenti, molti prodotti come ad esempio l’olio passa dalla categoria C alla categoria B.  

E’ di questi giorni inoltre la notizia che la Commissione Europea abbia rinviato il tutto alla primavera del 2023.  

Le nostre considerazioni come WWF Litorale Laziale:

  • auspichiamo che ci sia un sistema di etichettature adeguato che aiuti il consumatore nella scelta di alimenti salubri;
  • auspichiamo che ci sia un’ adeguato sistema di etichettatura che indirizzi un “modello alimentare sano”;
  • auspichiamo un sistema di etichettature semplice, di facile consultazione e comprensibile, che dia sicurezza alle persone, oltre che alla sanità pubblica.
  • Siamo sicuri che l’alto valore nutrizionale delle nostre materie prime sia una garanzia sulla qualità dei cibi.

Visto che la discussione a livello europeo è ancora in itinere, quello che vogliamo suggerire come Associazione è che un sistema di etichettature dovrebbe riportare anche la diciturache le materie prime che compongono un prodotto alimentare debbano provenire da coltivazioni che non utilizzano pesticidi, perché come dimostrano molti studi questi provocano l’insorgenza di neoplasie e di altre gravi patologie.

Questa sarebbe la vera svolta nell’ambito della cosiddetta “SICUREZZA ALIMENTARE”.

Non vogliamo entrare nel merito di meccanismi politici, ma vogliamo che vengano fatte scelte serie che abbiano basi scientifiche per un settore così importante come agro-alimentare.

Per il WWF Litorale Laziale

Dott.ssa Patrizia Parisella

“FESTA DEGLI ALBERI” o “FESTA AGLI ALBERI”?

Cominciamo col citare l’Art.1 della Legge 14 gennaio 2013 n. 10 ( norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) contenente le disposizioni in materia di Giornata nazionale degli Alberi.

La Repubblica riconosce il 21 novembre quale “Giornata nazionale degli alberi al fine di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, l’attuazione del protocollo di Kyoto, ratificato ai sensi della legge 1° giugno 2002 n. 120 e le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani”.

Una giornata importante, dunque, quella dedicata agli Alberi e che, dati i tempi, dovrebbe rappresentare per noi tutti un momento di profonda riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta e sulle responsabilità di ognuno riguardo alla drammatica crisi ambientale in atto. 

Ma, in coscienza, cosa si sta facendo per attuare concretamente tutti i punti dell’articolo suddetto?

Basti pensare che sono tanti anni ormai che, in occasione di questa festa, le scuole e le associazioni si mobilitano, in collaborazione con i vari enti preposti, per piantare alberi nei giardini pubblici e nelle aiuole lungo le strade cittadine, per cui, ora, avremmo dovuto avere una città verdissima. Non è così!

In realtà molti degli alberi piantati muoiono per incuria da parte dell’Amministrazione Comunale. Si piantano poi alberi senza una pianificazione adeguata, data la mancanza di Piano del Verde Urbano. Negli anni, nonostante le nostre sollecitazioni e quelle dei cittadini, non si è mai provveduto a dotare parchi, aiuole e giardini pubblici di impianti d’irrigazione adeguati alle differenti esigenze; di conseguenza gli alberi spesso diventano delle vere e proprie vittime sacrificali confermando che tutto viene affrontato con estrema superficialità e negligenza e che neanche i disastri ambientali sempre più frequenti, dovuti al riscaldamento globale, riescono a scuotere e rivoluzionare il sistema e i comportamenti umani.

E cosa dire della legge del 29 gennaio 1992, n. 113, quella riguardante l’obbligo per i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti di piantare un albero per ogni neonato residente e per ciascun minore adottato?

E ancora, per quanto riguarda l’art. 2 della legge 14 gennaio 2013 n. 10, “due mesi prima della scadenza naturale del mandato”, il sindaco dovrebbe rendere noto il bilancio arboreo del comune, “indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza” e in caso di cessazione anticipata del mandato del sindaco, a ciò dovrebbe provvedere l’autorità subentrata nel governo della città. È stato fatto?

Nella stessa legge l’articolo 7 detta le disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale. E anche qui sarebbero da elencare gli scempi perpetrati in questi anni dall’amministrazione comunale. Uno per tutti la distruzione totale del bellissimo bagolaro nei pressi dell’Old Wild West, prima potato brutalmente e poi eliminato pian piano, in tempi diversi, tagliandolo dalla cima fino alla base (foto).

Per quanto finora esposto, dimostrazione non solo della insensibilità verso i temi ambientali ma anche della costante inapplicazione delle leggi regionali e dello Stato, ci sembra ovvio che in questa città la celebrazione assuma sempre più i contorni di una farsa e invitiamo tutti, amministratori e cittadini a riflettere sul problema.

Ecco perché quest’anno il WWF Litorale Laziale non ha aderito all’iniziativa ormai decennale del WWF Italia Urban Nature e ora riflette su come “ricordare” e non celebrare questi nostri sfortunati amici, gli alberi. Per questo proporremo alle scuole un tour delle aree verdi della città per toccare con mano i “crimini di Natura” perpetrati da una città senza senso civico verso gli alberi e il verde in generale.

Il progetto “Ripartyamo” sulla spiaggia di Sabaudia

Il giorno 22 ottobre sulla spiaggia di Sabaudia nel tratto tra Loc. Sant’Andrea e il canale di Caterattino alcuni volontari del WWF Litorale Laziale hanno condotto, in collaborazione con il Centro Canottieri delle Fiamme Gialle di Sabaudia, una pulizia speciale della spiaggia. All’iniziativa hanno partecipato più di 80 giovani del centro, molti dei loro genitori e circa 10 tra istruttori e responsabili delle Fiamme Gialle.

L’iniziativa è stata promossa dal WWF Italia nell’ambito del progetto “Ripartyamo”, finalizzato al ripristino di aree degradate, soprattutto coste marine, sponde di laghi e fiumi.

Sono stati raccolti 40 sacchi di rifiuti di piccole dimensioni, molti ingombranti, alcuni anche di difficile descrizione, e molti, moltissimi frammenti di microplastiche, nonché i soliti, immancabili e innumerevoli bastoncini cotton fiocc.

Quello che ha impressionato più di tutti, tra grandi e piccoli, è stata la presenza di bastoncini di plastic, microplastiche e un incarto di biscotti datato 1995.

Abbiamo elencato tutti gli oggetti rinvenuti, osservato azioni sulla duna che ne hanno arrecato danno e abbiamo indicato ai ragazzi la presenza del Pancratium maritimum, pianta simbolo della duna, e degli egagropili, aggregazione di frustoli di foglie di Posidonia oceanica, altra pianta, non alga, importantissima e presente nel mare prospiciente le nostre coste.

Per il mare, per la spiaggia e per il nostro pianeta si può fare molto e il WWF è vicino a tutti i cittadini che si pongono questo obiettivo.

Il WWF, in particolare i volontari impegnati, ringraziano il gruppo delle Fiamme Gialle di Sabaudia, i ragazzi e i loro giovani genitori. La loro presenza e consapevolezza ci fa sperare in un presente e futuro migliore. Naturalmente il nostro ringraziamento va anche al Sindaco che ha concesso il patrocinio all’iniziativa e alla ditta che ha portato via tutto quello che abbiamo raccolto. Senza tutte queste persone nulla sarebbe stato possibile.

Cura del verde e sicurezza assenti a Terracina

Come da pessima tradizione a Terracina sicurezza stradale e cura del verde sono agli ultimi posti delle priorità.
È successo che sabato notte o domenica mattina presto il forte vento ha abbattuto i tabelloni elettorali posti, maldestramente, in via Buonarroti. La zona è aperta e sempre soggetta a forti venti, infatti gli stessi tabelloni erano caduti alcuni giorni fa ed erano stati raccolti da alcuni cittadini volenterosi. Non sappiamo se l’ufficio preposto al posizionamento di queste plance aveva raccolto l’allarme di molti cittadini e provveduto a mettere in sicurezza il tutto.
Tutti sanno che una parete così lunga, dove le plance sono legate l’una all’altra, e non fissate a terra, può facilmente venire abbattuta dal vento mettendo a rischio in primis la sicurezza per i cittadini che passano su quel marciapiede.
A questo si aggiunga che questo enorme pannello trasformato in vela metallica si è abbattuto su alcuni giovani alberi presenti sullo stesso marciapiede. Ora tutti gli alberi sono prostrati a terra sulla sede stradale costituendo anche un pericolo per la circolazione delle auto, e gli alberi, esseri viventi che non hanno nessuna colpa, sono destinati alla morte.
Nella nostra città dove dal 2018, dopo l’uragano, gli alberi sono stati decimati, vuoi dalla violenza del vento, vuoi dalla paura di chi temeva crolli improbabili, il verde urbano si è impoverito decisamente e troppo poco si è fatto per recuperare.
Gli alberi sono i nostri primi alleati per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e dovrebbero essere piantati in ogni angolo disponibile, senza risparmiare e risparmiarsi!
L’anno scorso il WWF ha piantato una trentina di alberi nostrani donati dal parco Regionale dei monti Aurunci nell’ambito del progetto “Ossigeno” e altri li pianterà quest’anno; i cittadini però dovrebbero fare proprio questo, comprare alberi o chiederli a noi, piantarli dove possiamo consigliare ma poi prendersene cura perché purtroppo questa estate per la scarsa irrigazione alcuni degli alberi piantati sono morti.

La nostra vita e la sua qualità dipendono dagli alberi. Lavoriamo insieme per la nostra città.

Inviato l’esposto per la rimozione degli alberi nell’Area Chezzi

Abbiamo inviato questa mattina l’esposto indirizzato al Comando dei Carabinieri Forestali di Terracina e al Commissario Prefettizio in merito alla rimozione, nei giorni 9,10 e 11 settembre, di 11 alberi di Canfora e Grevillea Robusta in evidente buono stato di salute e ormai adulti.

Gli alberi, non autoctoni, furono messi a dimora nel 2018 dopo il disastroso evento meteorologico che causò un rovinoso abbattimento di alberi a causa della furia del vento.

A distanza di quattro anni se ne decide la rimozione ma intanto quegli alberi hanno supplito in parte alla carenza di verde della nostra città causata dal tornado ma anche dall’incuria e dalla leggerezza nel concedere autorizzazioni agli abbattimenti senza una compensazione vegetazionale. Il nostro comune non ha un Piano del Verde e relativo regolamento; il nostro comune non ha in definitiva una reale ed efficace gestione del verde.

Vorremmo ricordare che alberi messi a dimora e adulti possono essere abbattuti se c’è il fondato pericolo per l’incolumità delle persone o perché danneggiati irrimediabilmente da agenti patogeni. Non conosciamo le cause di questa decisione ma ci appare, in questo momento storico del Pianeta prossimo al collasso ambientale, una scelta scellerata e sostenuta da incapacità di gestire tali situazioni.

Abbiamo chiesto quindi che si facciano i dovuti riscontri con l’ufficio che ha autorizzato la rimozione, che ci si accerti, prima di venerdì 09/09/2022, che le motivazioni alla rimozione siano realmente fondate e, in caso contrario, chiediamo di bloccare questa operazione imponendo al Comune e alla società Verde Idea S.r.l. di trovare una soluzione adeguata alla conservazione delle 11 piante e del patrimonio vegetazionale della città.

OCCHIO ALLE TRACCE!

È finalmente iniziata la stagione della nidificazione delle tartarughe marine!

Gli studenti del Liceo Leonardo da Vinci da mesi si stanno preparando a questi eventi; hanno seguito il corso organizzato dal WWF Litorale Laziale in collaborazione con Tartalazio, in particolare il Dott. Guido Gerosa, esperto internazionale di tartarughe marine e volontario Tartalazio fin dalla sua istituzione. Il gruppo di studenti, nell’ambito di un percorso P.C.T.O. dedicato proprio alle tartarughe marine, si è impegnato anche alla redazione di un glossario sul ciclo vitale delle tartarughe e le operazioni di messa in sicurezza del nido coordinati dalla Prof.ssa Rossella Renzelli.

Il 1 giugno c’è stata, sulla spiaggia di Anzio la prima deposizione ed è proprio ora che il controllo delle spiagge, per rilevare le tracce ti tartarughe marine, è fondamentale per la buona riuscita del progetto di tutela dei nidi su tutta la costa laziale.

Ecco perché i volontari WWF e di altre associazioni, e gli studenti del liceo da Vinci che proprio per questo si sono formati, perlustrano le spiagge del litorale al mattino molto presto, in genere dalle 5:30 del mattino, nella speranza di osservare le tracce di questi splendidi animali.

Il lavoro dei volontari però è ancor più importante nel contattare gli operatori balneari, a cui viene lasciata la locandina curata da Tartalazio, con le raccomandazioni da seguire in caso di reperimento delle tracce, prima tra tutte quella di chiamare il 1530.

Indispensabile è anche sensibilizzare i cittadini, tutti; è di fondamentale importanza infatti che tutti quelli che vivono il mare, anche come turisti oppure come addetti negli stabilimenti balneari, siano informati su questo nuovo ma straordinario fenomeno della Natura.

Per questo speriamo che quante più persone prendano visione della locandina e sappiano riconoscere le tracce delle tartarughe marine, magari durante una romantica passeggiata notturna, in questo caso vi auguriamo di avere il privilegio di osservare tutte le fasi della deposizione e di provare un’emozione unica al mondo.

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE 2022

Il 5 giugno prossimo si celebrerà la giornata mondiale dell’Ambiente.

L’attenzione si focalizzerà sulla necessità di vivere in modo sostenibile, in armonia con la natura. Conservare gli ambienti naturali e il patrimonio Naturale del nostro Pianeta è la mission della nostra associazione ed è condivisa da tantissimi cittadini consapevoli della necessità di rispettare l’ambiente e la natura per dare un futuro alle nuove generazioni.

Il WWF Litorale Laziale aprirà i cancelli del Parco della Rimembranza dalle 10:30 di domenica 5 giugno, alle 19:30. I volontari accoglieranno i visitatori sia la mattina che il pomeriggio con attività di conoscenza della Natura e scoperta dei segreti del parco.

Durante la mattina si potrà visitare il parco e scoprire le erbe officinali con i loro segreti e curiosità guidati da Franca Maragoni ed Emanuela Galanti; la stessa attività si potrà ripetere nel pomeriggio. Dalle 17.00 Elisabeth Selvaggi accompagnerà i visitatori sul “Sentiero delle farfalle”.

La visita è gratuita e si potranno conoscere le attività del gruppo.

Giornata del mare e della cultura marinara. Presente anche il WWF

Nella mattinata del 30 aprile, il gruppo WWF attivo sul litorale pontino ha partecipato attivamente alla “Giornata del mare e della cultura marinara” organizzata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia a Terracina.

Al Gazebo n. 14, collocato sul litorale libero antistante il Piazzale Aldo Moro, si sono succeduti 6 gruppi scolastici dagli I.C. M. Montessori e I.T.S. A. Bianchini, per un totale di circa 120 studenti, che hanno partecipato al laboratorio “Le tartarughe marine: riconoscimento tracce e ritrovamento di un nido e delle uova di tartaruga”.

Ascoltiamo le testimonianze di Meg e Jacopo, i nostri volontari che hanno partecipato all’evento, rispettivamente come rappresentante dell’OA e come tutor del laboratorio sulle tartarughe (unitamente a Guido Gerosa, docente dell’I.C. Montessori e responsabile scientifico di Tartalazio).

Meg: E’ stato molto emozionante accogliere gli studenti al banchetto con il nostro materiale informativo, per prepararli sulla mission del WWF in generale e, in particolare, alle attività di protezione e salvaguardia delle tartarughe marine Caretta caretta.  Attentissimi, disciplinati anche quando si chiedeva loro di indossare la mascherina, con gli occhi sgranati sotto i cappellini colorati,  tutti gli studenti hanno risposto a domande interlocutorie sul nostro animale icona, il panda e il suo habitat. Hanno anche saputo individuare i rischi insiti nella deposizione e schiusa delle uova di tartaruga marina. Alle docenti che accompagnavano le classi ho esteso l’invito a venirci a trovare al Parco della Rimembranza, per prolungare le attività di educazione outdoor,  in un momento in cui la pandemia ci ha reso consapevoli del “deficit di natura” e delle sue disastrose conseguenze per il benessere psico-fisico delle persone.

Jacopo: Per me è stato un piacere poter collaborare in modo concreto ed attivo alla manifestazione e sfruttare la possibilità di prendere parte all’iniziativa grazie al WWF Terracina, con il quale ho stretto un meraviglioso rapporto.

Durante la mattinata si sono alternate classi provenienti dai vari istituti della città, di ogni ordine e grado. Mi sono confrontato con ragazzi come me, curiosi e affascinati dai meccanismi nascosti della natura; è stato gratificante poter condividere le conoscenze acquisite nel tempo, frutto di lavoro ed impegno. I bambini si sono dimostrati un “audience” fantastico: presi da quello che stavano ascoltando, mi hanno dato modo di spiegare tutto ciò che avevamo preparato e di rispondere alle numerose domande…insomma, possiamo dire che il futuro è in buone mani e il mare non perde il suo fascino.

Alla giornata erano presenti con i loro gazebo altre associazioni ambientaliste. In chiusura delle attività, verso le 11:40, aveva luogo il momento clou della giornata,  la dimostrazione simulata del salvataggio di due natanti in mare, annunciata dalle sirene spiegate della Guardia costiera e effettuata con il concorso di diverse imbarcazioni e di cani addestrati. Un lancio finale di aquiloni simboleggiava l’apertura verso nuovi orizzonti e la forza di una cultura del mare radicata nel territorio, sempre più sensibile alle esigenze di una comunità educante.

Jacopo Dimita e Maria Emanuela Galanti (Meg)

Il 30 marzo si è riunito il tavolo di coordinamento sugli incendi, ecco come è andata.

Le associazioni “APS Le Colline di Santo Stefano” e il “Gruppo Attivo Litorale Pontino del WWF Litorale Laziale” nel mese di febbraio 2022 hanno inviato all’amministrazione del Comune di Terracina e ad Istituzioni e forze dell’ordine competenti sul territorio, l’invito a convocare un tavolo di coordinamento per tutte le attività necessarie alla PREVENZIONE DEGLI INCENDI.

Secondo la nostra esperienza, che abbiamo sempre messo a disposizione di chiunque voglia difendere l’ambiente e il territorio, occorre parlare in primis di PREVENZIONE.

Prevenire può evitare il dramma, la devastazione che potrebbe essere davvero fatale per la salute del territorio. Paradossalmente inoltre c’è un maggior risparmio prevenendo l’evento delittuoso, anche in termini economici, piuttosto che intervenire a incendio già avviato. Siamo convinti che quando l’incendio si sviluppa la comunità ha già perso la sua battaglia di tutela e che è arrivato il momento di un cambio di paradigma nell’approccio al problema; non bisogna arrivare agli incendi.

L’incontro è avvenuto il 30 marzo 2022 e sono intervenute oltre alle associazioni richiedenti, di cui APS Le Colline di Santo Stefano per delega, tutte le Istituzioni invitate e convocate; per l’amministrazione, oltre alla Sindaca, Dott.ssa Roberta Tintari era presente l’Assessora all’Ambiente Dott.ssa Emanuela Zappone; hanno aderito confermando la propria disponibilità al dialogo, il Corpo dei Carabinieri Forestali, la Protezione Civile, il Parco dei Monti Ausoni, il Corpo della Polizia Municipale.

L’incontro ha preso avvio da un documento propositivo, in allegato, inviato contestualmente alla richiesta di convocazione del Tavolo; questo documento è scaturito dall’esperienza che le associazioni hanno maturato nei decenni di attività sul campo circa la prevenzione e lotta agli incendi. Il lascito più importante di questa esperienza consiste nella consapevolezza della necessità della collaborazione stretta tra i molti soggetti che, a vario titolo, sono competenti e operano sul territorio, comprese le associazioni ambientaliste, sportive e di cittadini residenti nelle aree interessate che vivono ogni anno giorni di preoccupazione se non di paura.

La riunione è stata aperta dalla Sindaca che ha ribadito la piena disponibilità dell’amministrazione a tutto quanto necessario per prevenire e combattere l’odioso fenomeno degli incendi, ed ha annunciato la messa in atto di alcuni provvedimenti confermati dall’assessora all’Ambiente.

Il Comandante dei Carabinieri Forestali ha sottolineato l’importanza dell’attenzione al fenomeno del pascolo abusivo sui terreni percorsi dal fuoco ed ha sollecitato l’amministrazione a collaborare nell’azione di convincimento degli allevatori tramite controlli e sanzioni nei confronti degli inadempienti.

Il Comandante della Polizia Municipale Locale auspica una formazione nelle scuole per sensibilizzare i giovani a partecipare alle attività di volontariato di controllo del territorio e chiede per questo la collaborazione del Parco degli Ausoni con le sue competenze e professionalità.

Dal canto suo il Direttore del Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, raccoglie l’invito e si dichiara anche disponibile per collaborare alla stesura del documento di mappatura dei terreni percorsi dal fuoco, documento fondamentale per le delibere di divieto di accensione dei fuochi, spesso causa di incendi causati involontariamente.

Le associazioni, oltre a proporre una serie di azioni nel documento presentato, si sono anche dichiarate disponibili alla collaborazione per il progetto di formazione e conoscenza del territorio che non deve essere rivolto solo ai giovani ma soprattutto a coloro che si attivano nelle varie fasi, dal controllo del territorio alla segnalazione dei principi di incendio e al supporto delle squadre di soccorso che potrebbero non conoscere il territorio perché arrivate da Comuni diversi da Terracina. L’incontro si è concluso con soddisfazione di tutti, soprattutto delle associazioni che l’avevano richiesto; tutti i presenti si sono impegnati ad attivarsi subito, ognuno per le proprie competenze, cercando di superare le tante difficoltà organizzative, di rivedersi presto con tutte quelle realtà che negli anni hanno dato la propria disponibilità e affrontare così con maggiore sicurezza la stagione calda che si avvicina.

Di seguito le nostre proposte presentate durante la riunione in oggetto, sollecitata con nostra richiesta prot. 10192 del 14/02/2022.

Azione di regolamentazione dell’uso del territorio

  1. Ordinanza sul divieto di fuochi (anticipare la sua pubblicazione a Marzo)
  2. Toponomastica strade collinari
  3. Manutenzione straordinaria e ordinaria delle strade, strade bianche e strade vicinali
  4. Installazione segnaletica verticale dei sentieri CAI
  5. Obbligo ai proprietari della pulizia dei fondi, altrimenti interviene direttamente il Comune
  6. Contrasto alla caccia di frodo
  7. Contrasto al pascolo abusivo
    1. Definizione e segnalazione delle aree assegnate
    1. Applicazione, con il sostegno del Comune, del pascolo per zone assegnate, con recinto mobile, pascolo che così fatto contribuisce a tenere puliti i terreni e quindi ad abbassare il rischio incendi.
    1. Sanzioni immediate ai trasgressori soprattutto sulle aree percorse dal fuoco
  8. Cartellonistica efficace sull’uso delle aree a scopo ricreativo
  9. Maggior controllo e sanzioni per i picnic in zone vietate, in particolare
    1. nei giorni festivi durante il periodo estivo
    1. il giorno di ferragosto
  10. Regolamentazione del taglio dei rami vicini ai fili elettrici
  11. Utilizzo di aree abbandonate all’uso privato (cava di Casaletti) come punto di coordinamento per mezzi e squadre
  12. Individuazione di aree attrezzate per la raccolta di acqua da utilizzare in caso d’incendio
  13. Sostegno ai privati dell’area collinare per la fornitura minima dell’acqua ad uso domestico

Azioni di formazione e informazione

  1. Conoscenza del territorio da parte degli operatori che intervengono, anche da chi segnala
  2. Telesorveglianza Utile alla individuazione precoce di incendi, abbandono di rifiuti, atti di vandalismo
    1. Ai margini della via Appia (Torre Gregoriana- loc. Acquasanta— Km 105-Km 106 in loc. Barchi— Km 108 cava Picozzi-Km 109 torre Epitaffio)
    1. all’inizio di ogni strada, provinciale-comunale che costituisca accesso alle aree boschive (salita per contrada la Ciana, Via di Piazza Palatina, Contrada Casaletti, strada x Contrada I Colli- S. Stefano, strada per Largo Montagna-Campo dei Monaci – Francolane).
  3. Coinvolgimento nella prevenzione delle categorie di allevatori e cacciatori che potrebbero beneficiare degli incendi
  4. Uso della chat tra istituzioni, volontari e operatori per le segnalazioni da utilizzare anche per incendi o fuochi in aree a rischio o in periodo di divieto (serre, depositi di materiale vario, giardini)
  5. Dialogo con i coltivatori per lo smaltimento delle ramaglie
  6. Sollecitare la Regione per approvazione del PGAF (piano di gestione e assestamento forestale)