Dichiarazione di Malta MedFish4Ever ultima opportunità per salvare la pesca del Mediterraneo

Alla fine della conferenza ministeriale sulla pesca nel Mediterraneo a Malta, il WWF ha espresso pieno sostegno alla Dichiarazione di Malta MedFish4Ever  sul futuro della pesca nel Mediterraneo, firmata oggi dai ministri della pesca della regione.

La Dichiarazione Malta MedFish4Ever è un piano strategico ambizioso per trasformare il settore della pesca del Mediterraneo e garantire la sostenibilità e la disponibilità degli stock ittici a lungo termine sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili. Questo settore è estremamente importante per il Mediterraneo, che impiega oltre 250.000 persone (il 55% sono pescatori artigianali) direttamente, oltre al lavoro fornito da mercati del pesce, produzione, distribuzione e altri settori connessi con la pesca nel Mediterraneo. La strategia definita nella presente Dichiarazione integra con forza gli aspetti socio-economici e una migliore gestione in mare.

Gli stock ittici del Mediterraneo non possono più essere sostenuti da parole e buone intenzioni. Abbiamo bisogno di azioni concrete, visibili lungo le coste, in mare e a livello di governance. La Dichiarazione di Malta è l’ultima occasione per salvare gli stock ittici del Mediterraneo e garantire i mezzi di sussistenza a lungo termine per le generazioni future”, ha detto Giuseppe Di Carlo, Direttore della Mediterranean Marine Initiative del WWF.

Il WWF ha lavorato per oltre 15 anni allo sviluppo e supporto di soluzioni per superare lo stato terribile degli stock ittici del Mediterraneo e per promuovere una nuova e più efficace governance per la pesca. Il WWF ha mostrato che il processo partecipativo – in cui il settore della pesca, l’amministrazione, la scienza e le ONG hanno pari dignità – è la chiave per fermare il declino degli stock ittici, gestire lo sforzo di pesca in modo più efficace e migliorare la selettività in mare.

L’unione delle forze ha dimostrato di essere lo strumento più efficace. Attraverso la cogestione stiamo vedendo risultati che superano le nostre speranze. D’ora in avanti ci aspettiamo di vedere azioni concrete a seguito degli accordi presi in questa dichiarazione, che possano via via consegnarci un Mediterraneo sano e produttivo. A tal fine il WWF offre un supporto completo alla Commissione Europea, ai paesi del Mediterraneo e alla CGPM per plasmare insieme un futuro migliore per la pesca nel Mediterraneo”, ha aggiunto Giuseppe Di Carlo.

Roma, 30 marzo 2017
 
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Glifosato, le associazioni scrivono al ministro Martina

europarlamento_eu_flags_ep__strasbourg_fotofrank_paul_wwf_canon_377345 Associazioni scrivono al Ministro Martina in vista del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura UE fissato per il 6 marzo.

Ecco la lettera

 

Parte lunedì prossimo la discussione sulla revisione della PAC – la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, per decidere se ben più di un terzo delle spese comunitarie deve andare a favore di un’agricoltura pulita in grado di produrre cibo sano, ambiente, lavoro nell’interesse di tutti i cittadini o a finanziare l’inquinamento, lo spopolamento delle campagne e l’impoverimento della qualità dei cibi. Dopo la recente decisione della regione Toscana di allinearsi alla Calabria, eliminando il glifosato dai disciplinari dell’agricoltura integrata finanziati con il PSR, e il successo che in tutta Europa sta raccogliendo l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) per raccogliere 1 milione di firme contro il glifosato – 45 Associazioni (riunite in Italia nella Coalizione #StopGlifosato), chiedono al Ministro Martina, in vista del Consiglio dei Ministri europei dell’agricoltura del 6 marzo, che l’Italia assuma una posizione chiara e si schieri nettamente a favore di una modifica dell’intera PAC.

La Politica Agricola Comune della UE, infatti, nonostante utilizzi circa il 38% del bilancio comunitario, pari a oltre 55 miliardi di Euro all’anno, ha clamorosamente fallito la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi che affliggono il settore agricolo, l’agroecosistema e la società rurale. Le promesse di realizzare una politica equa e verde, con una necessaria semplificazione burocratica, fatte dall’ultima riforma non sono state mantenute. E’ ormai chiaro che l’attuale politica è inadeguata ad affrontare i problemi delle aziende agricole e non contribuirà a risolvere la crisi ambientale globale.

Per Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle Associazioni, “E’ possibile agire subito con scelte concrete per una riforma radicale della PAC, perché i primi dati sull’attuazione del periodo di programmazione 2014 – 2020 confermano che questo strumento finanziario dell’Unione Europea è iniquo ed insostenibile”.

I dati presentati recentemente nell’ambito della Rete Rurale Nazionale dimostrano infatti che la PAC attuale, attraverso i Piani di Sviluppo Rurale, assegna a pratiche agricole che consentono l’uso della chimica di sintesi come l’agricoltura integrata e quella conservativa 2,4 miliardi di euro, contro gli 1,7 miliardi destinati all’agricoltura biologica e biodinamica, due pratiche agronomiche che non utilizzano sostanze chimiche di sintesi, ben il 30% in meno.

Sabato 25 febbraio-Giornata Mondiale delle Zone umide

Sabato 25 febbraio il Parco Nazionale del Circeo celebra la Giornata Mondiale delle Zone umide con un importante convegno che si terrà a Sabaudia nell’Auditorium Centro visitatori del Parco in via Carlo Alberto, 188.

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Per conoscere il mondo delle zone umide, dai laghi agli stagni, dagli animali e piante all’uomo il Parco ha predisposto un calendario di visite guidate gratuite con prenotazione.

SOSLUPO: MOBILITAZIONE DAL 21 FEBBRAIO AL 23 FEBBRAIO NUOVE AZIONI WWF

lupo1Giovedì 23 febbraio torna in Conferenza Stato – Regioni l’approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia, dopo il rinvio ottenuto il 2 febbraio u.s. grazie alla nostra mobilitazione con il Twitterstorm.

 11 Presidenti di Regione hanno dichiarato pubblicamente che non voteranno un Piano che introduce la possibilità di applicazione della deroga alle norme di tutela della specie nel nostro paese consentendo la possibilità di realizzare abbattimenti legali.

 Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sembra intenzionato però a mantenere nel Piano la previsione degli abbattimenti legali e non abbiamo la certezza che in Conferenza Stato – Regioni prevalgano i contrari a questo provvedimento.

 Il WWF Italia considera gli abbattimenti legali inutili e dannosi ed ha richiesto dopo il rinvio del 2 febbraio l’approvazione del Piano, utile e necessario, con lo stralcio del paragrafo III.7 cancellando così l’ipotesi degli abbattimenti legali.

 Abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera ai Presidenti delle Regioni ed al Ministro Gian Luca Galletti con la richiesta di rinvio in sede tecnica del piano per lo stralcio dell’ipotesi degli abbattimenti legali, garanzie sulle risorse finanziarie per l’attuazione delle altre 21 misure del Piano e l’attivazione immediata di un “osservatorio nazionale” per monitorare la sua attuazione.

PER FERMARE GLI ABBATTIMENTI LEGALI SERVE ANCORA IL VOSTRO AIUTO, nei prossimi giorni dobbiamo ancora una volta far sentire la nostra voce e quella dei tanti cittadini italiani contrari a questo provvedimento.

DOBBIAMO ESSERE ANCORA PIU’ NUMEROSI E DETERMINATI per far arrivare ai Presidenti delle Regioni la nostra richiesta di cancellazione della parte del Piano che introduce la possibilità di tornare a sparare al lupo, dopo 46 anni di tutela integrale. Abbiamo per questo pensato ad una duplice azione sul Web:

–       un Mailbomber con invio da martedì 21 febbraio a giovedì 23 febbraio di e-mail ai Presidenti ed Assessori all’Ambiente delle Regioni, al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per rinforzare le richieste del WWF Italia;

–       un Twitter Storm da concentrare giovedì 23 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 14.00 e sempre rivolto al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ed ai propri Presidenti delle diverse Regioni per rilanciare in Conferenza Stato – Regioni il nostro ultimo appello per un NO abbattimenti legali del lupo.Mercoledi’ 22 febbraio e’ prevista presso la sede del WWF Italia la conferenza stampa per rilanciare le nostre richieste alla Conferenza Stato – Regioni e per il lancio del Twitterstorm.

Tra martedì 21 febbraio e giovedì 23 febbraio inviare una o più email ai Presidenti ed Assessori all’Ambiente delle Regioni (VEDI INDIRIZZI SOTTO INDICATI), al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, con il seguente testo:

“Chiedo, insieme al WWF Italia, l’approvazione del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia nella riunione della Conferenza Stato – Regioni di giovedì 23 febbraio, con lo stralcio del paragrafo III.7 che consente gli abbattimenti legali della specie, la certezza delle risorse finanziarie per l’attuazione delle 21 azioni del Piano e l’immediata istituzione della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione del Piano”

(ECCO DI SEGUITO L’ELENCO DEGLI INDIRIZZI EMAIL A CUI INVIARE LE VOSTRE COMUNICAZIONI, CON IL DETTAGLIO DEI PRESIDENTI ED ASSESSORI REGIONALI o Regione):

Paolo Gentiloni, Presidente Consiglio dei Ministri; Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare; Stefano Bonaccini, Conferenza delle Regioni; Presidente della Conferenza delle Regioni: gentiloni@governo.it; segreteria.ministro@minambiente.it; conferenza@regioni.it; segreteriapresidente@regione.emilia-romagna.it

Toscana Presidente Enrico ROSSI; Assessore Federica FRATONI; Assessore Marco REMASCHI

enrico.rossi@regione.toscana.it;federica.frantoni@regione.toscana.it;

marco.remaschi@regione.toscana.it;

Marche Presidente Luca CERISCIOLI; Vice Presidente Anna CASINI; Assessore Angelo SCIAPICHETTI luca.ceriscioli@regione.marche.it;fabio.sturani@regione.marche.it; eliana.maiolini@regione.marche.it;anna.casini@regione.marche.it; adonella.andreucci@regione.marche.it;angelo.sciapichetti@regione.marche.it; mteresa.paglialunga@regione.marche.it

Umbria Presidente Catiuscia MARINI; Assessore Fernanda CECCHINI

presidente@regione.umbria.it; fernanda.cecchini@regione.umbria.it

Valle d’Aosta Presidente Augusto ROLLANDIN; Assessore Luca BIANCHI; Assessore Renzo TESTOLIN presidenza@regione.vda.it; a-ambiente@regione.vda.it; ass-agricoltura@regione.vda.it

Veneto Presidente: Luca ZAIA; Assessore: Gianpaolo E. BOTTACIN; Assessore: Giuseppe PAN presidenza@regione.veneto.it;assessore.bottacin@regione.veneto.it; assessore.pan@regione.veneto.it;

Abruzzo Presidente: Luciano D’ALFONSO; Vice Presidente e Assessore: Giovanni LOLLI; Assessore :Silvio PAOLUCCI; Assessore :Dino PEPE luciano.dalfonso@regione.abruzzo.it;giovanni.lolli@regione.abruzzo.it; silvio.paolucci@regione.abruzzo.it;dino.pepe@regione.abruzzo.it

Calabria Presidente: Gerardo Mario OLIVERIO; Delega Tutela dell’ambiente: Antonietta RIZZO; mario.oliverio@regione.calabria.it; antonella.rizzo@regione.calabria.it;

Lazio Presidente: Nicola ZINGARETTI; Assessore Mauro BUSCHINI; Assessore Carlo HAUSMANN segreteria.presidente@regione.lazio.it;assessore.buschini@regione.lazio.it; assessoratoagricoltura@regione.lazio.it;

TESTI PER TWITTER:

#Soslupo il lupo non si uccide. @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini Stop ad un piano che permette di abbattere i lupi @WWFitalia (+ EVENTUALE PROFILO TW PRESIDENTE REGIONE)

Il lupo si tutela, non si uccide. Via gli abbattimenti dal piano lupo. @WWFitalia #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

Con abbattimenti non si fa prevenzione. Sì a indennizzi, no a uccisioni lupo @WWFitalia #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

(Tutela lupo + indennizzi agricoltori) = prevenzione. Uccisione legale lupo = inciviltà. #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

Per la nostra Regione

NICOLA ZINGARETTI Lazio @nzingaretti

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Piano Lupo: WWF scrive a ministero Ambiente e Regioni

APPROVARE IL PIANO STRALCIANDO PARAGRAFO CHE PREVEDE ABBATTIMENTI LEGALI

“Il Piano lupo ritorni nei prossimi giorni in discussione in sede tecnica, con un confronto aperto a tutte le parti interessate, partendo però da un punto fermo, l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo per la gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche”. Lo scrive la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi in una lettera in cui il WWF chiede al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, ai presidenti e agli assessori regionali competenti una rapida approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia con lo stralcio del paragrafo III.7 in cui è prevista la possibilità di abbattimenti legali.

La lettera al Ministero e alle Regioni è accompagnata da un documento in cui l’Associazione spiega, nel dettaglio, le motivazioni della propria opposizione all’ipotesi di abbattimenti legali. In particolare il WWF sottolinea che per l’oggettiva carenza di dati attendibili sullo status della popolazione della specie (in particolare per la sottopopolazione appenninica), sull’incidenza della mortalità dovuta al bracconaggio, sulla reale entità e localizzazione dei danni alla zootecnia e la carente applicazione delle soluzioni e tecniche per la loro prevenzione in molte regioni, non sussistano le condizioni per l’applicazione di deroghe.

Oggi è possibile un accordo per lo stralcio del paragrafo III.7, come auspicato anche dalla maggioranza dei Presidenti delle Regioni: 11 su 20 hanno, infatti, pubblicamente dichiarato la loro posizione contraria ad un Piano che contempli anche la possibile autorizzazione agli abbattimenti legali.

Per il WWF è vitale che l’accordo della Conferenza Stato-Regioni indichi anche le fonti per il finanziamento dell’attuazione del Piano di gestione del Lupo: infatti, per evitare che le azioni previste restino prive di copertura e, quindi, sostanzialmente inapplicate, i costi non possono essere a carico solo delle Regioni. Per l’Associazione esiste il rischio che, una volta approvato, il Piano possa rimanere sostanzialmente non attuato, come già accaduto con la precedente versione del 2002. Per questo è importante prevedere l’immediata attivazione, da parte della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 del Piano, per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle azioni previste, con il coinvolgimento di tutte le parti sociali ed economiche interessate e non solo dei soggetti istituzionali competenti.

Il Piano dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, per la lotta al bracconaggio, per il contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane-lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia.

Nei giorni che ci separano dalla riunione della Conferenza Stato-Regioni chiamata ad approvare il documento (informazioni attendibili parlano del 23 febbraio) è possibile trovare un accordo per arrivare ad un Piano che, in tutti i suoi aspetti, riconosca il valore del lupo come componente del capitale naturale della Nazione, senza trascurare il valore che le attività del settore zootecnico hanno per l’economia rurale del nostro Paese.

Il WWF auspica la ripresa del confronto in sede tecnica e politica, tra Ministero dell’Ambiente e Regioni, ma è pronto alla mobilitazione insieme ai tantissimi cittadini che lo scorso 2 febbraio hanno fatto sentire, forte e chiara, la propria voce in difesa del lupo.

Sul sito web del WWF il testo integrale del Piano sulla gestione del lupo in Italia predisposto dal Ministero dell’Ambiente.

Leggi la lettera del WWF al ministro dell’Ambiente e alle Regioni

Roma, 15 febbraio 2017
 

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Lupo ucciso: WWF, Lupo ‘Claudio’ ennesima vittima del bracconaggio

GRAVE PERDITA: COLPITO LUPO DOTATO DI RADIOCOLLARE CHE STAVA FORNENDO IMPORTANTI ELEMENTI A STUDIO SPECIE

L’uccisione del lupo “Claudio”, ucciso nelle Marche, non solo dimostra come ormai i bracconieri siano senza freni ma rappresenta una perdita enorme sia per la specie che per la scienza. Quello, ucciso, infatti, è un esemplare che, dopo essere stato vittima di un incidente in provincia di Teramo, era stato curato e dotato di radiocollare nell’ambito del Progetto Life MircoLupo che vede la partecipazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: tramite il radiocollare il lupo è stato seguito per mesi fornendo importanti informazioni sulle sue abitudini, sui suoi spostamenti, sulle sue interazioni con il branco.

16640896_10154477187057869_7760669550970616723_nIl WWF chiede che i responsabili di questo crimine di natura siano individuati al più presto e puniti. Purtroppo i precedenti non fanno ben sperare. Gli atti di bracconaggio restano, purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, impuniti e anche quando vengono individuati i colpevoli le pene sono ridicole. Per questa ragione il WWF ha predisposto una proposta di legge per l’inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta: proposta che è diventato il disegno di legge n. 1812 che, però, giace ancora in qualche cassetto della Camera dei Deputati.

Non è la prima volta che lupi dotati di radiocollare vengono uccisi illegalmente, nel mese di novembre 2014 su 9 lupi radiocollarati nel Parco Nazionale della Maiella, 5 sono stati vittime di lacci o veleno e 2 investiti. La percentuale di lupi colpiti dal bracconaggio, sarebbe quindi del 55%; se si considerano quelli morti per cause antropiche la percentuale sale al 77%. Mentre nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini dal 2013 al 2016 su 3 lupi dotati di radiocollare satellitare 2 sono stati rinvenuti morti per bracconaggio dopo pochi mesi dall’avvio del monitoraggio, con percentuali della mortalità per cause antropiche simili a quelle della Maiella. I dati del monitoraggio svolto nei Sibillini, nell’area dove è stato rinvenuto anche questo ultimo esemplare ucciso, indicano nel 2016 un numero di lupi nel territorio dell’area protetta compreso tra 35 e 43. La mortalità per cause antropiche è piuttosto alta, tra il 2103 e il 2016, sono stati ritrovati 12 lupi morti, di cui 3 per avvelenamento, 5 investiti da autoveicoli, 2 per bracconaggio, 1 per rogna e 1 per cause ignote. E in questi due esempi siamo all’interno di aree naturali protette che dovrebbero essere i territori dove il lupo è maggiormente protetto.

Anche per questo è necessario stralciare qualsiasi ipotesi di abbattimento legale dei lupi dal Piano di gestione del Lupo presentato dal Ministero dell’Ambiente. I tantissimi cittadini italiani che hanno aderito alla campagna #soslupo del WWF Italia hanno chiesto di tutelare il lupo e non certo di consentirne gli abbattimenti legali. Ogni anno in Italia si stima muoiono circa 300 lupi per colpa della caccia illegale, di trappole, bocconi avvelenati e incidenti stradali, ma il numero è probabilmente sottostimato perché sfuggono tutti i lupi uccisi illegalmente nell’omerta generale.


Roma, 09 febbraio 2017
 

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Nuovo Piano Lupo: se dovesse essere approvato, sarebbe come tornare indietro di quarant’anni!

È dalla metà di gennaio che nella Conferenza Stato-Regione sono ricominciate le discussioni circa l‘approvazione del nuovo Piano di Conservazione e gestione del Lupo in Italia.

Un Piano palesemente inefficace e dannoso per tutte le parti coinvolte: per i pastori e per gli allevatori, perché incapace di risolvere i loro problemi, ed eccessivamente dannoso per il lupo, specie simbolo del nostro Paese.

Nell’ultima versione del Piano, infatti, si prevede la possibilità da parte delle Regioni di applicare la deroga alla tutela della specie.

Per tentare di scongiurare gli abbattimenti legali e sostenere la nostra richiesta di rinvio in sede tecnica del Piano abbiamo pensato di far sentire la nostra voce e quella dei tanti cittadini italiani contrari a questo provvedimento con  un Twitter Storm da concentrare

lupo1GIOVEDI’ 2 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 12.00 e rivolto al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ed ai propri Presidenti delle diverse Regioni per rafforzare il nostro ultimo appello già inviato con lettera venerdì 27 gennaio u.s. lettera-presidenti-regioni-piano-lupo

#soslupo il lupo non si uccide. @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini stop al piano che permette di abbattere i lupi @WWFitalia  

OPPURE

 Ogni anno muoiono 300 lupi. @glgalletti @PaoloGentiloni @sbonaccini  Stop al piano che ne prevede uccisione legale #soslupo @WWFitalia  

e subito dopo per rinforzare il messaggio twittare al presidente della Regione Lazio all’indirizzo  Lazio @nzingaretti

ATTENZIONE: chi non avesse la possibilità d’inviare un Tweet può comunque inviare una email con una delle frasi sopra indicate ai seguenti indirizzi:

gentiloni@governo.it

segreteria.ministro@minambiente.it

segreteriapresidente@regione.emilia-romagna.it

presidente@regione.lazio.it

Rispettare l’orario 11/12 e comunque non superare l’inizio della Conferenza Stato-Regioni previsto per le ore 15.

Grazie, il Lupo Vi ringrazia.

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Piano Lupo: Da Bologna l’appello dei giovani WWF al premier Gentiloni

“PRESIDENTE, IL FUTURO DELLA CONVIVENZA TRA LUPI E ALLEVATORI È NELLE SUE MANI. GLI ABBATTIMENTI SONO UN ERRORE CHE SA DI PASSATO: IL SUO GOVERNO È ANCORA IN TEMPO PER MODIFICARE IL PIANO”

Da Bologna dove, nella simbolica location della stazione Dynamo, tempio della mobilità sostenibile, è stata ufficialmente lanciata la Community WWF YOUng, della quale fanno parte giovani attivisti e ricercatori di tutta Italia, è partito un appello indirizzato al premier Paolo Gentiloni al quale i giovani del WWF chiedono di intervenire affinché nel Piano Lupo sia scongiurato il rischio di abbattimenti.

“Le chiediamo, signor Presidente, di non riportarci indietro di quarant’anni, al tempo del ‘lupo cattivo’ delle favole”, si legge nella richiesta indirizzata a Palazzo Chigi. “Studi internazionali dimostrano che l’uccisione di singoli esemplari, destruttura i branchi d’origine, come accade nei numerosi casi di bracconaggio e può spingere gli altri lupi ad aumentare le predazioni sugli animali domestici. L’unica strada è quella della prevenzione dei danni, praticabile grazie ai fondi già disponibili dei Piani Sviluppo Rurale, per aiutare concretamente gli allevatori e rendere i metodi di allevamento compatibili con la presenza spontanea del lupo”.

“Le esperienze di altri paesi europei come Spagna e Francia, hanno dimostrato come il prelievo dei lupi non abbia affatto diminuito i conflitti ma, al contrario, aumentato il bracconaggio. Perché in Italia vogliamo percorrere strade che già altrove si sono dimostrate fallimentari?”, concludono i giovani del WWF YOUng che chiedono al premier Gentiloni di intervenire per modificare il Piano Lupo.

“Mi auguro che il presidente Gentiloni raccolga questo appello, e intervenga. Dopo anni di battaglie e il grande successo di reintroduzione della specie oggi si pensa di legalizzarne l’uccisione. I giovani del WWF Italia, come primo atto della nuova Community, hanno voluto dire la loro su un tema di grande attualità e delicatezza, e lo hanno fatto con la competenza e la passione che li contraddistingue, a dimostrazione di come le nuove generazioni vogliano mettersi in gioco e contribuire alle scelte politiche e strategiche in difesa della natura e dell’ambiente”. Ha dichiarato la presidente del WWF Donatella Bianchi da Bologna dove, insieme al vicepresidente Dante Caserta e al consigliere nazionale Paolo Anselmi, ha partecipato al lancio della Community.

“Molti di loro hanno alle spalle già anni di volontariato o importanti esperienze scientifiche, sono competenti e determinati, altri sono semplici soci o amanti della natura. Insieme, in questo spazio WWF YOUng, daranno vita ad un movimento per condividere esperienze, problemi e proposte in difesa del nostro, anzi del loro capitale naturale, per affermare stili di vita sostenibili, per far nascere un’economia realmente green e amica dell’ambiente”, continua la presidente del WWF che conclude: “WWF YOUng è una iniezione di nuove energie che serve all’ambientalismo e serve all’Italia che deve cominciare ad investire con iniziative e politiche mirate sui propri giovani”.

Cos’è WWF YOUng
WWF YOUng è la nuova rete che mette in contatto giovani tra i 18 e i 35 anni, provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno voglia di appassionarsi di natura e desiderano fare qualcosa per tutelare il nostro patrimonio naturale, insieme. Per tutti quelli che vogliono difendere il nostro Pianeta e per chi crede che solo lavorando insieme sia possibile proteggerlo. La Community sarà innanzitutto un canale virtuale di scambio di idee per identificare i problemi cruciali del nuovo millennio (quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e i traffici illeciti a danno della natura), ideare iniziative innovative, influenzare dal basso le politiche sui temi ambientali e di sviluppo sostenibile. WWF YOUng promuoverà anche progetti in collaborazione con il mondo universitario e della ricerca, favorendo l’incontro tra nuove energie e punti di vista diversi sul futuro del nostro pianeta.

Mobilitazione europea contro i pesticidi

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Il 2017 sarà un anno importante a livello europeo per il futuro dell’utilizzo dei pesticidi a base di glifosato; entro dicembre, infatti, il parlamento europeo dovrà esprimersi sull’autorizzazione al suo utilizzo.

 

Dal blog dell’oncologa pediatrica, Patrizia Gentilini

Il glifosate fu brevettato come erbicida dalla Monsanto Company nel 1974, multinazionale specializzata in biotecnologie agrarie, sementi e leader mondiale nella produzione di alimenti Ogm;  agisce bloccando  nutrienti minerali essenziali per la vita di piante, microorganismi e animali e, anche se era stato presentato come una sostanza rapidamente biodegradabile e non tossica, è invece ampiamente diffuso nell’ambiente insieme al suo metabolita Ampa. Il glifosate altera gli ecosistemi con cui entra in contatto e compromette la stabilità dei terreni, riduce  la biodiversità  e contribuisce in modo determinante al dissesto idrogeologico: la sempre più frequente franosità in coincidenza di eventi metereologici è anche conseguenza della carente azione di assorbimento da parte della cotica erbosa – distrutta dall’erbicida – e della lisciviazione del terreno. Glifosate ed Ampa sono le sostanze maggiormente presenti nelle acque italiane, come segnala il rapporto Ispra e purtroppo ricercate sistematicamente solo in Lombardia. Di recente anche in Toscana è stata ricercata questa sostanza su un centinaio di campioni di acque destinate al consumo umano ed è emerso che; “l’erbicida glifosate, per quanto ricercato in un numero limitato di campioni a causa della complessità del metodo di analisi, è stato rilevato in una percentuale elevata di analisi, anche superiori a 1 microgrammo/litro”.

Continua la Gentilini

Il glifosate si può ritrovare non solo in  alimenti e bevande di origine vegetale come la birra che arrivano sulla nostra tavola, ma anche in alimenti di origine animale. Il glifosate, infatti, è “strategico” perché coinvolto a livello mondiale anche nella produzione di organismi geneticamente modificati (Ogm): mais, soia colza – utilizzati ampiamente come mangimi per animali anche in Italia- sono stati resi resistenti all’erbicida che quindi può essere usato in dosi ancora più massicce. Il glifosate entra così nella catena alimentare, e si ritrova in concentrazioni elevate nelle urine sia degli animali così alimentati che delle persone che se ne nutrono.

Contro l’uso di questa sostanza pericolosa per l’ambiente e la salute sono nati in tutta Europa movimenti spontanei, alcuni dei quali si sono messi in rete per lanciare un’ ICE (iniziativa dei cittadini europei con raccolte di firme a livello europeo per ottenere un obiettivo legislativo a livello comunitario) per “vietare il glifosato, riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e fissare obiettivi di riduzione del loro uso vincolanti in tutta l’Ue” , nell’ottica di costruire un futuro libero dai pesticidi e più sostenibile.

Il 10 gennaio la Commissione europea ha dato il via libera a questa Iniziativa dei cittadini europei (Ice) che sarà registrata ufficialmente il 25 gennaio.
In almeno sette Paesi europei dovranno essere raccolte durante tutto il 2017 non meno di un milione di firme (principalmente online), e  in ITALIA  almeno 100.000 firme.

Se il risultato sarà raggiunto, la Commissione avrà tre mesi di tempo per accogliere o respingere la richiesta, motivando la sua decisione.

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6 dicembre 1991-6 dicembre 2016, 25 anni della Legge sui Parchi

PARCHI: WWF, OGGI ANNIVERSARIO PER I 25 ANNI DELLA LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE

“VENTICINQUE ANNI FA LA LEGGE SUI PARCHI NASCEVA GRAZIE AL CONSENSO DI UN PARLAMENTO UNITO PER IL BENE DELLA NATURA ITALIANA. NEL 2016, INVECE, UNA RIFORMA SCRITTA SENZA LA CONDIVISIONE DEL MONDO AMBIENTALISTA RISCHIA DI COMPROMETTERE IL FUTURO DEI PARCHI ITALIANI”.

La Legge Quadro sulle Aree protette, che proprio oggi compie i primi 25 anni, è stata una storia di grande successo per il nostro Paese. La Legge 394/91, infatti, nonostante non abbia mai visto la piena applicazione, non solo è servita a costruire un sistema integrato di aree protette nazionali e regionali ma ha segnato un momento di grande coscienza ambientale nelle istituzioni del nostro Paese che, proprio grazie a questa legge, ha potuto attuare politiche di conservazione della biodiversità fino ad allora impensabili. Un successo che si può leggere attraverso i numeri: 24 parchi nazionali, considerando anche quello del Golfo di Orosei e del Gennargentu (in realtà mai reso operativo), 134 parchi regionali, 27 aree marine protette, 2 parchi sommersi, 1 Santuario internazionale per la protezione dei mammiferi marini (frutto di un accordo internazionale tra Francia, Italia e Principato di Monaco) e 683 riserve tra statali e regionali e di altre tipologie (come ad esempio le oltre 100 oasi WWF). La legge sui Parchi non solo ha segnato una crescita culturale in un’Italia che fino a quel momento non si era posta il problema di come tutelare e preservare i propri tesori di natura che diventavano, finalmente, un tesoro di tutti gli italiani, un bene così importante da meritare la tutela dello Stato. Che oggi i parchi italiani vivano un momento di difficoltà è innegabile. Ma da questa crisi si esce dando più valore alla natura che costituisce la base del nostro benessere e del nostro sviluppo; la ricchezza della natura italiana costituisce infatti il nostro capitale naturale e deve essere al centro dell’economia nazionale. Inoltre dare valore alla natura significa dare centralità alla bellezza della nostra Italia che tutto il mondo ci invidia.
 
“Quello di oggi è un anniversario importante”. Dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “Venticinque anni fa la legge sui parchi nasceva grazie al consenso di un Parlamento unito per il bene della Natura italiana: nel 2016, invece, una riforma, scritta senza la condivisione del mondo ambientalista e senza tener conto di una sensibilità ormai radicata nell’opinione pubblica, rischia di compromettere il futuro dei Parchi italiani, di consentire speculazioni economiche e gestioni localistiche, di affidarne la rappresentanza e la gestione alla politica locale”.
“Ma l’aspetto più grave della modifica approvata dal Senato è quello dello Stato centrale che si ritira dai suoi compiti costituzionali, che delega agli enti locali scelte e strategie di interesse nazionale – conclude Donatella Bianchi –. Allora dovremmo smettere di chiamarli parchi nazionali o aree marine protette e rassegnarci al modello Stelvio: se la riforma dovesse proseguire il suo cammino com’è stata approvata al Senato allora in questo 25 anniversario della 394 ci sarebbe davvero ben poco da festeggiare. Il WWF sarà in prima linea per far sì che i parchi continuino ad essere un Tesoro Nazionale”.

Roma, 6 dicembre 2016
 

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