Anche l’ANCI sostiene l’iniziativa dell’Ora della Terra di sabato 24 marzo

Il Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Antonio Decaro, ha scritto a tutti i sindaci dei Comuni Capoluogo di Regione e Provincia per sollecitarli ad aderire all’Ora della Terra 2018.

Caro Sindaco, come saprai, sabato 24 marzo si svolgerà Earth Hour- l’Ora della Terra, importante iniziativa internazionale promossa dal WWF, quale momento di mobilitazione rispetto ai cambiamenti climatici, sostenuta e patrocinata da diversi anni  dall’ANCI. Quella sera tra le 20:30 e le 21:30 le luci di tutto il mondo si spegneranno per un’ora, per testimoniare l’attenzione e l’impegno di cittadini e istituzioni verso la sfida della riduzione delle emissioni climalteranti. Sono sempre più numerosi i Comuni già  impegnati  in questo ambito e il 24 marzo potrà essere un’occasione per dare visibilità all’impegno dei territori e delle comunità locali che già si stanno muovendo in questa direzione.

Il Presidente Decaro conclude così:

Ti chiederei di segnalare alla segreteria operativa dell’iniziativa – alla mail p.ranieri@wwf.it – entro il 19 marzo le iniziative che il Tuo Comune sta programmando per quella data, ma anche eventuali ulteriori attività in campo energetico ambientale che riterrai utile valorizzare. Sarà quindi cura del WWF contattare la Tua struttura per tutti i dettagli del caso. Successivamente, in occasione della notte di Earth Hour, insieme al WWF, lanceremo un comunicato stampa per promuovere ulteriormente gli impegni dei Comuni.

Tutti i cittadini possono partecipare spegnendo per un’ora le luci e gli elettrodomestici presenti nelle abitazioni.

24 marzo 2018, ritorna l’Ora della Terra

Sabato 24 marzo si spegneranno le luci per un’ora dalle 20.30 alle 21.30 attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche.

La partecipazione all’iniziativa si fonda sulla semplicità ma nello stesso tempo sulla significatività di un gesto: spegnere la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando in tal modo ad un’iniziativa di forte valenza simbolica, un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti nella sfida globale al cambiamento climatico che nessuno può pensare di vincere da solo.

 

Quest’anno il WWF chiede alle persone, alle istituzioni, alle collettività e alle imprese di “connettersi” tra loro e agire per salvare il Pianeta, vedendo le connessioni tra i grandi problemi ambientali, dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità, e la nostra vita, il nostro benessere, la nostra salute, il nostro futuro. Lo slogan 2018 è infatti “Connect2earth”.

 

 

Tutti i cittadini possono partecipare spegnendo per un’ora le luci e gli elettrodomestici presenti nelle abitazioni.

Il WWF Litorale laziale-Gruppo Litorale pontino ha invitato tutti i sindaci dei comuni della provincia di Latina a spegnere una strada, un monumento, un edificio come gesto simbolico ma altamente significativo per ricordare ai cittadini i rischi cui il Pianeta sta andando incontro con il cambiamento climatico in corso.

Nello stesso invito il WWF ha chiesto anche di realizzare iniziative concrete e stabili nella direzione della sostenibilità ambientale.

Prima adesione pervenuta è quella del comune di Terracina che sabato 24 marzo spegnerà per un’ora il monumento simbolo della città, il Tempio di Giove Anxur.

Oggi a Roma il Forum Salviamo il Paesaggio presenta una proposta di legge per la tutela del suolo e del paesaggio italiano

Stamani  nella sede dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Paolo Berdini, Domenico Finiguerra, Paolo Maddalena, Manlio Lilli, Alessandro Mortarino, Michele Munafò, Riccardo Picciafuoco, Federico Sandrone e (in video) Luca Mercalli e Paolo Pileri presentano la proposta di legge elaborata da un gruppo di esperti per conto del Forum Salviamo il paesaggio.

Ecco il testo della proposta di legge.

“Il suolo è da intendersi come lo strato superficiale della Terra, la pelle viva del pianeta Terra.
Una pellicola fragile. Nel suolo vivono miliardi di creature viventi, un quarto della biodiversità di tutto il pianeta. Il suolo è una risorsa finita non rinnovabile e per questo preziosa almeno al pari dell’acqua, dell’aria e del sole.

Secondo l’ISPRA il consumo di suolo in Italia non conosce soste e continua, sistematicamente e ininterrottamente, a ricoprire aree naturali e agricole con asfalto e cemento, fabbricati residenziali e produttivi, centri commerciali, servizi e strade.
Il suolo consumato è passato dal 2,7% degli anni ’50 al 7,6% stimato per il 2016. In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai oltre 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio: una superficie pari all’Emilia Romagna.”

ISPRA evidenzia inoltre, i costi generati dal consumo di suolo in termini di perdita di servizi ecosistemici (l’approvvigionamento di acqua, cibo e materiali, la regolazione dei cicli naturali, la capacità di resistenza a eventi estremi e variazioni climatiche, il sequestro del carbonio e i servizi culturali e ricreativi), solitamente non contabilizzati.

Per queste ragioni il contrasto al consumo di suolo dovrebbe essere considerato una priorità e diventare una delle massime urgenze dell’agenda parlamentare, ma la “Politica” fino ad oggi non è stata neppure in grado di approvare al Senato una “timida” legge per contenere il consumo di suolo agricolo.

Per questi motivi il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio (più noto come Forum Salviamo il Paesaggio) – Rete civica nazionale cui aderiscono attualmente oltre 1.000 organizzazioni e molte migliaia di cittadini a livello individuale – ha ritenuto indispensabile elaborare un proprio originale testo normativo, in conformità con i dettami costituzionali, volto a mettere fine al consumo di suolo e non limitarlo al suo semplice “contenimento”, da proporre come riferimento per iniziative parlamentari tese a dotare il nostro Paese di una chiara, inequivocabile, costruttiva normativa a tutela dei suoli ancora liberi, compresi quelli all’interno dell’area urbanizzata, utile a risolvere anche i problemi dell’enorme patrimonio edilizio inutilizzato ed in stato di abbandono. (dal sito del Forum Salviamo il paesaggio)

Fermiamo il consumo del suolo a Terracina e in tutta la provincia di Latina!

Campagna elettorale del WWF per portare l’ambiente nell’attualità politica

La Campagna apartitica del WWF

il WWF ha deciso di intervenire nel dibattito politico attraverso una provocazione: una vera e propria campagna elettorale per portare l’ambiente nell’attualità politica. È, infatti, evidente a tutti anche in questa campagna elettorale che le tematiche ambientali, i mattoni del nostro futuro prossimo, non rientrano tra le priorità della politica.

Mettiamo l’ambiente al centro della politica

Cambiamenti climatici, sostenibilità, inquinamento e capitale naturale: il nostro programma elettorale, dalla parte del Pianeta.

Parlare di ambiente significa parlare di futuro.

Vogliamo riportare la tutela dell’ambiente al centro del dibattito politico. 

Vogliamo che il mare, i parchi, le energie rinnovabili, le specie simbolo del nostro Paese diventino una priorità per tutta la classe politica. 

Vogliamo continuare a difendere la natura, per dare ai nostri figli un Paese e un Pianeta migliori. 

LE NOSTRE RICHIESTE

 

Anche terracinesi tra i giovani paladini dell’ambiente premiati dal Presidente della Repubblica

dal sito del WWF Italia

“Siamo orgogliosi che tra gli “Alfieri della Repubblica” premiati dal Presidente Mattarella ci siano tanti giovani e giovanissimi che collaborano con il WWF”. Lo ha dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “L’impegno delle nuove generazioni nella difesa della natura d’Italia accende una luce di speranza per il futuro”.

“Mi congratulo quindi con Francesco Barberini (video), che ad appena 10 anni è già un valente ornitologo che gira per le Oasi WWF per raccontare le specie che incontra, con Leonardo Filiaci, giovane dell’Istituto Agrario Cattaneo di Cecina (LI), animatore del “Branco del Cattaneo” e si è distinto durante la campagna #SOSLUPO con azioni antibracconaggio e di sensibilizzazione nei confronti degli allevatori; con Eleonora Cavagna animatrice del progetto di crowfounding, ideato insieme ai suoi compagni di classe della Scuola secondaria di primo grado di Mosso (Biella), per riqualificare l’isola di Budelli e per evitare che fosse ceduta a privati;

con Alessia De Stefano, Davide Festugato, Dalila Manzi, Pier Francesco Masci, Chiara Mignardi, Giorgia Rizzi, Antonio Ruggiero, Matteo Sala, Matteo Zicchieri, studenti del percorso di Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Leonardo da Vinci di Terracina (LT) impegnato nella difesa del Parco della Rimembranza e delle aree naturali limitrofe. I nove studenti, durante gli incendi dell’agosto 2017 sono stati coinvolti dai volontari WWF Litorale Laziale che ha organizzato squadre di sorveglianza: le loro segnalazioni sono state preziose per sventare almeno altri tre incendi.

Infine Stefano Martinangeli, che a 14 anni svolge, da volontario, la sua attività di giovane naturalista appassionato, all’interno del Monumento naturale Palude di Torre Flavia”.

“Il riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica nei confronti dei giovani che hanno collaborato con il WWF è un’iniezione di energia: una spinta e far sì che la Community di WWF YOUng, l’Alternanza Scuola Lavoro, la collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, formino, coinvolgano e diano spazio sempre di più alle giovani generazioni per aiutare la nostra società a vincere le immense sfide ambientali che deve affrontare”, conclude Donatella Bianchi.

Nel 2017 il WWF ha coinvolto quasi 4.000 classi del primo ciclo di istruzione nei propri progetti educativi (100.000 studenti), ha accolto circa 3.000 classi nelle proprie Oasi (75.000) e circa 1.200 ragazzi in Alternanza Scuola Lavoro.

Politica Agricola Comune, le proposte della coalizione ‘Cambiamo agricoltura’

 

“Riformare in modo radicale la Politica agricola comune per una maggiore sostenibilità verso la natura, la salute e la biodiversità e una maggiore equità sociale ed economica”. E’ il messaggio centrale lanciato dalle associazioni della Coalizione “Cambiamoagricoltura” (Legambiente, Lipu, WWF, Fai, Aiab, Federbio, Pronatura, Isde e Associazione per l’agricoltura biodinamica) al convegno Metropoli Agricole che si è svolto all’Università degli Studi di Milano e organizzato da Fondazione Cariplo, Università degli Studi di Milano, Lipu-BirdLife Italia e altri enti  in collaborazione con le altre associazioni di Cambiamo agricoltura.

Mentre alla Fiera di Verona si celebrava il vecchio modello della Pac che tanti danni ha causato alla salute dei cittadini e all’ambiente, le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica lanciavano le loro proposte:

  • profonda revisione dei pagamenti diretti che incentivano in modo iniquo e distorto la produzione,
  • una riforma radicale delle politiche in modo da premiare gli agricoltori che nello svolgere la loro attività partecipano attivamente al mantenimento delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio,
  • un forte ridimensionamento nell’uso di pesticidi e prodotti chimici di sintesi,
  • una politica di educazione alimentare e un cibo di qualità.

Cifre impressionanti sono emerse in merito all’impatto del settore agricolo sull’ambiente e la salute, come per esempio le emissioni in atmosfera di ammoniaca, il principale precursore delle polveri sottili secondarie, pari a 100mila tonnellate all’anno nella sola Pianura padana, che si sommano a quelle di metano e ossidi d’azoto; l’altissima densità di allevamenti di regioni come la Lombardia (2,75 unità di bestiame per ettaro rispetto a una media italiana di 0,77); il calo del 42,4%, in pianura, degli uccelli tipici dell’ambiente agricolo negli ultimi 15 anni.

Un esempio virtuoso per la costruzione di un corretto paradigma agroecologico viene invece dall’agricoltura biologica e biodinamica dove l’ aumento di imprenditori agricoli e l’incremento delle vendite è stato pari al 20%, con forte presenza di giovani nelle vesti di nuovi imprenditori.

Le opportunità di lavoro che offre un diverso modello di agricoltura sono notevoli – afferma Maria Grazia Mammuccini, di Federbio, associazione membro della Coalizione Cambiamo agricoltura– così come i benefici per l’ambiente e la salute dei consumatori. Serve inoltre un fondo dedicato alla biodiversità dato il grave stato di crisi della stessa”.

“Siamo aperti anche per il futuro a un confronto con gli altri stakeholders per trovare punti in comune – conclude Claudio Celada, di Lipu-BirdLife Italia in nome della coalizione – e lavorare insieme per un cambiamento serio di un modello che si è dimostrato insostenibile e dannoso a livello sociale, economico e ambientale”. (dal sito del WWF Italia)

Caccia, si chiude la stagione: bilancio WWF negativo

Il bilancio della stagione venatoria che si è chiusa ieri è segnato da molti fatti negativi e rari segnali positivi per la tutela della fauna selvatica e il rispetto della legalità. La situazione climatica, i drammatici incendi della scorsa estate, l’aumento dei morti per caccia, l’incremento del bracconaggio anche su specie protette, i provvedimenti delle Regioni sempre a vantaggio dei cacciatori e contro la tutela di animali, natura e normative europee hanno aggravato la situazione, disegnando un quadro fortemente negativo per l’attività venatoria italiana.

Anche quest’anno le guardie volontarie del WWF hanno dato il proprio contributo con migliaia di chilometri percorsi e centinaia di ore spese per assicurare la legalità e controllare il territorio in collaborazione con le forze dell’ordine ed in particolare con L’Arma dei Carabinieri con cui, dopo l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, il WWF ha siglato un’importante accordo per la prevenzione e repressione dei reati ambientali e per l’informazione ed educazione ambientale. Proprio ai Carabinieri-Forestali per le attività in difesa dell’ambiente, della legalità e degli animali selvatici va un grande grazie da parte dell’associazione.

Morti per la caccia. Anche questa stagione venatoria è stata caratterizzata da numerosi e gravi incidenti di caccia. A novembre 2017, il WWF ha sentito l’esigenza di richiamare l’attenzione del Ministro dell’Interno evidenziando come in meno di due mesi si erano già registrate 44 vittime a causa dei cacciatori. Una situazione che a fine dicembre si era ulteriormente aggravata con ben 25 morti e 58 feriti.

Bracconaggio. E proprio sul bracconaggio si sono registrate le notizie peggiori: uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia. Questi alcuni dei casi più eclatanti seguiti dal WWF nel 2017: un lupo decapitato vicino Pesaro, due uccisi e esposti sulla strada a Radicofani, uno ucciso e lasciato come trofeo a una fermata del bus vicino Rimini. il ferimento di una rarissima aquila reale in un Parco regionale vicino Fabriano, di una aquila del Bonelli in Sicilia e di un falco pescatore vicino Todi, l’uccisione di un cervo sardo, specie particolarmente protetta, furti di piccoli o di uova di uccelli rapaci in tutto il Meridione (in Sicilia in particolare), numerosi casi di caccia illegale a Trento. Tutti reati rispetto ai quali, grazie al sostegno volontario di decine di avvocati, il WWF ha presentato denunce e esposti, costituendosi come parte civile nei procedimenti penali. (dal sito del WWF Italia)

Qui da noi ci aspettavamo una pausa nella caccia dopo la devastazione delle colline dovute agli incendi estivi, ma non è stato così; anzi, oltre agli animali al pascolo sul bruciato si è avuto notizia di cacciatori di frodo presi sul fatto dai carabinieri forestali ai quali vanno i ringraziamenti del Gruppo pontino del WWF Litorale laziale.

 

Quel particolare sport che chiamano caccia

Oggi sull’inserto il Gambero Verde del Manifesto è uscito un articolo di Dante Caserta, vice presidente uscente del WWF Italia, dal titolo L’unico sport che uccide le persone.

<Conoscete uno “sport” che nel giro di meno di 4 mesi provoca 25 morti e 58 feriti? È la caccia, sempre che sia plausibile considerarla uno sport. Sono i dati emersi a fine dicembre dal primo, provvisorio, “bollettino di guerra” redatto dall’Associazione “Vittime della caccia” per la stagione venatoria 2017/18 (il dossier completo uscirà ai primi di febbraio).

E non sono solo i cacciatori ad essere colpiti, ma anche escursionisti, agricoltori, cercatori di funghi, ecc.: da settembre a dicembre 2017 sono morte 9 persone del tutto estranee all’attività venatoria. Sono numeri impressionanti e quasi sicuramente per difetto poiché, non esistendo dati ufficiali, le informazioni vengono ricavate e verificate da testate giornalistiche.

Non si tratta di fatalità, come spesso si legge sui giornali locali, ma di incidenti tutt’altro che inevitabili, spesso causati da violazioni della legge quadro nazionale e delle leggi regionali di settore, come ha sottolineato il WWF Italia in una lettera inviata al Ministro dell’Interno, Marco Minniti. I comportamenti più pericolosi alla base di questa escalation (nella stagione 2016/17 i morti erano stati 16) sono il mancato rispetto delle distanze minime da strade e abitazioni, la tendenza a sparare senza inquadrare bene il “bersaglio”, la cattiva abitudine di accompagnare le battute di caccia con abbondanti “colazioni” con vino e altri alcolici.

Comportamenti del genere, riscontrati anche dalle guardie volontarie WWF nell’attività di vigilanza venatoria, sono ancora più pericolose in alcune tipologie di caccia. La cosiddetta “braccata” al cinghiale, ad esempio, è una pratica complessa che richiederebbe perizia e ottima conoscenza dell’habitat circostante, e che diventa molto rischiosa se si svolge in zone frequentate da “civili”.

A questi comportamenti negativi vanno poi aggiunte l’elevata età media dei possessori di licenza di caccia, i cui riflessi sono fortemente ridotti, e la possibilità per un cacciatore alla prima licenza (18 anni) di utilizzare un numero illimitato di fucili da caccia, anche a lunga gittata. E non va trascurato come con fucili da caccia regolarmente registrati vengano spesso commessi omicidi (ad esempio, per litigi in famiglia o con vicini): è lecito chiedersi come vengano condotte le verifiche psicologiche sui cacciatori prima di autorizzarli a detenere armi estremamente pericolose.

Il WWF Italia ha così proposto alcune misure preventive per evitare che il numero di vittime innocenti continui ad aumentare.

  • Incrementare l’attività di vigilanza, effettuare maggiori controlli sulle licenze di caccia e rendere più severi gli esami per la licenza di caccia,
  • limitare l’uso di armi a canna rigata in grado di sparare a chilometri di distanza senza poter prevedere cosa si colpirà,
  • introdurre il divieto di caccia nei giorni festivi nelle aree frequentate da sportivi ed escursionisti: la maggior parte delle giornate di caccia si svolgono il sabato e la domenica, durante i quali i cacciatori sottraggono tranquillità e serenità a famiglie e amanti della natura,
  • agevolare la nomina di nuove guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale, favorendone le attività, oggi ostacolate e caricate di un gravame burocratico eccessivo non adatto ad un’attività di volontariato svolta a favore della collettività.>

5 dicembre, Giornata mondiale del suolo

LE AREE METROPOLITANE DIVORANO IL TERRITORIO
IN 50 ANNI URBANIZZAZIONE +300%,
180 MILA NUOVI EDIFICI IN ULTIMI 10 ANNI
Nelle 14 aree metropolitane italiane la percentuale della superficie urbanizzata dagli anni 50 ad oggi è più che triplicata (si è passati dal 3% di territorio urbanizzato al 10%) e in città come Milano e Napoli si è andati, nello stesso periodo ben oltre, passando dal 10 al 40% del proprio territorio urbanizzato. In poco più di 50 anni, nelle 14 aree metropolitane italiane sono stati convertiti ad usi urbani circa 3500 kmq di suolo, un’area di poco superiore all’intero territorio della Val D’Aosta.
Alla vigilia della giornata mondiale del suolo del 5 dicembre il WWF ha pubblicato, grazie alle elaborazioni del gruppo di ricerca dell’Università dell’Aquila che da anni collabora con l’associazione, un report originale ed inedito sulle 14 aree metropolitane, enti che coprono 50mila kmq e che interessano circa 1300 comuni (16% del totale), dove risiedono 21 milioni di abitanti, pari al 40% della popolazione italiana.
Questa crescita impetuosa è dovuta, ricorda il WWF, ad un incremento demografico che si è concentrato nel territorio dei comuni delle aree metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia) facendo registrare dal 1951 al 2001 un aumento di ben 12 milioni di persone (circa 2,5 milioni di abitanti in più ogni 10 anni), mentre nel decennio dal 2001 al 2011 l’energia del fenomeno è diminuita con solo 600mila nuovi abitanti.
Ecco il dossier
“Un’altra legislatura volge al termine ed ancora l’Italia non ha una legge per limitare il consumo del suolo. È ormai evidente che gli appelli per approvare un provvedimento fermo da mesi al Senato sono caduti nel vuoto. Non solo il 10% del nostro territorio è già occupato da insediamenti urbani o infrastrutture ma quotidianamente s’impoverisce la qualità del nostro patrimonio naturale, dei nostri paesaggi. Come evidenzia il lavoro del gruppo di ricerca dell’Università dell’Aquila la polverizzazione delle edificazioni in aree vastissime (sprinkling) ha portato alla frammentazione, alla “insularizzazione” degli habitat naturali più preziosi del nostro Paese: nella fascia chilometrica in immediata adiacenza ai Siti di Interesse Comunitari (SIC), dal 1950 al 2000, l’urbanizzazione è salita da 84mila ettari a 300 mila ettari, con un aumento medio del 260%”. Dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che conclude: “Se consideriamo che il consumo del suolo in Italia viaggia al ritmo di 30 ettari al giorno (ISPRA 2017) non possiamo non evidenziare come l’inerzia del Parlamento sul disegno di legge sul consumo del suolo (fermo da 553 giorni) ha già provocato la perdita di altri 17mila ettari circa. Non resta quindi che appellarsi ai Comuni che da subito potrebbero diventare gli attori di una rivoluzione nella pianificazione urbanistica”.
I ricercatori dell’Università dell’Aquila, coordinati dal professor Bernardino Romano, membro del comitato scientifico del WWF, evidenziano come si sia passati dal 1950 ad oggi da una densità abitativa di 305 ab/kmq agli attuali 426 ab/kmq valori questi sempre superiori alle medie nazionali del periodo (157 ab/km nel 1951 e 197 ab/km su scala nazionale). Va sottolineato come nelle aree metropolitane di Napoli e Milano l’indice di densità abitativa raggiunge valori di 10 volte superiori al valore medio nazionale.
Come rilevato da ISTAT e ricordato dal WWF, tra il 1946 e il 2000 sono stati costruiti in queste aree oltre 2.000.000 di edifici ad uso residenziale, pari a 37mila edifici ogni anno, corrispondenti a 100 edifici al giorno. I dati degli ultimi 10 anni (2001-2011) mostrano come l’energia di tale fenomeno sia diminuita (180.000 nuovi edifici contro i 400.000 mediamente realizzati per ogni decennio precedente) ma comunque non del tutto esaurita. Gran parte di questi nuovi involucri edilizi sono concentrati nelle aree metropolitana di Roma (circa 35.000) e di Torino (circa 21.000).
Ci sono poi alcune situazioni peculiari che il gruppo di ricerca che collabora col WWF ritiene che sia bene evidenziare nel rapporto tra edificazione e variazione demografica: ad esempio nel territorio della città metropolitana di Messina a fronte di un aumento di circa 200 abitanti (2001-2011) sono stati realizzati nello stesso periodo oltre 8.300 nuovi edifici, quasi 37 per ogni nuovo abitante mentre nella città metropolitana di Napoli ben tre nuovi edifici sono sorti per ogni abitante perso, Cagliari invece ne ha realizzati 2 per ogni nuovo abitante.
L’analisi dell’indice di non occupazione delle abitazioni (numero di abitazioni vuote rispetto al totale delle abitazioni calcolato su base comunale) denota un valore medio molto basso pari al 16% (la metà dell’omologo valore rilevato in Appennino). Il valore più basso si registra nell’area metropolitana di Milano (solo il 6% delle abitazioni risulta essere non occupato) mentre i valori più elevati sono stati riscontrati nei territori delle città metropolitane di Reggio Calabria, Palermo e Messina.

Roma, 4 dicembre 2017
 

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Ambiente: WWF, da Parlamento Europeo una mozione per agricoltura amica della biodiversità

Ieri il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che supporta l’Action Plan for nature, people and the economy e chiede che le future politiche agricole dell’Unione europea contribuiscano fortemente alla protezione della natura in Europa.

Sabien Leemans, Senior Policy Officer Biodiversità del WWF, ha dichiarato: “Siamo lieti di vedere che il Parlamento stia sostenendo l’Action Plan dell’UE per intensificare l’attuazione delle leggi europee sulla natura. E, cosa più importante, i deputati europei sottolineano che la lotta contro la perdita della biodiversità richiederà maggiore azione e volontà politica. Affrontare l’impatto di un’agricoltura non sostenibile nella prossima riforma della PAC e investire più fondi UE nella protezione della natura sarà cruciale”.

Mentre la Commissione dovrebbe presentare la sua comunicazione sulla PAC (la Riforma della politica agricola comune) il 29 novembre, il Parlamento europeo ha sottolineato il preoccupante declino delle specie e degli habitat associati all’agricoltura insostenibile e alla necessità che la prossima PAC promuova pratiche agricole sostenibili e fermi i sussidi nocivi per la natura d’Europa.

Il Parlamento ha inoltre sottolineato la necessità cruciale di aumentare il budget associato alla protezione della biodiversità nel prossimo bilancio dell’UE. Il WWF accoglie favorevolmente la richiesta di nuovi meccanismi finanziari per la conservazione della biodiversità e la gestione della Rete Natura 2000. Essi verranno inclusi nei fondi di sviluppo agricolo, rurale e di sviluppo regionale.
Il WWF sottolinea positivamente anche il sostegno del Parlamento alla strategia per fermare il declino degli impollinatori (come le api) e un impegno a realizzare una Rete Trans-Europea di infrastrutture verdi (TEN-G) per migliorare la connettività all’interno della rete Natura 2000.

Gli eurodeputati citano anche le sfide dovute al ritorno dei grandi carnivori in Europa. Per WWF il ritorno di specie come orsi e lupi dimostra che, investendo nella conservazione della natura e nella cooperazione tra i diversi soggetti interessati, si possono raggiungere risultati positivi. Possibili conflitti possono essere evitati con misure preventive per la protezione del bestiame e la messa in campo di un regime di indennizzi.

[1] Il piano d’azione dell’UE è stato adottato dalla Commissione nel mese di aprile

 

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