Sabaudia: problemi nella raccolta differenziata dei rifiuti

La stampa locale sta mettendo in evidenza una serie di problemi sorti all’avvio della raccolta differenziata domiciliare, dai ritardi nella consegna dei kit al rifiuto da parte di alcuni cittadini di  passare alla nuova modalità di raccolta. Sembra un avvio che non promette nulla di buono.

La necessità di passare alla raccolta porta a porta è fuori discussione. I materiali da avviare a riciclo, infatti, hanno un valore economico tanto maggiore quanto minori sono le impurità presenti in essi; soltanto una raccolta differenziata domiciliare ben organizzata e monitorata può garantirlo.

L’organizzazione si fonda su una comunicazione capillare, senza la quale si va incontro ad un sicuro fallimento che non ci possiamo permettere, fatta attraverso assemblee pubbliche decentrate coinvolgenti anche il folto gruppo di stranieri presenti in città, manifesti, e radio  Tv e stampa locali.

I cittadini ai quali viene chiesto un cambio radicale di abitudini devono essere informati esaurientemente in anticipo e tutta l’esperienza deve essere seguita da un apposito “sportello della raccolta differenziata”almeno fino a regime, ma i comuni che da anni sono passati a questo sistema non hanno mai interrotto la comunicazione aperta all’avvio. Da solo un numero verde non basta.

Siamo certi che i cittadini, una volta messi in condizioni ottimali di operare, si faranno coinvolgere dalla nuova modalità di raccolta dei rifiuti urbani; è ormai diffusa tra loro una apprezzabile sensibilità su temi ambientali. Sono consapevoli che le risorse naturali utilizzate per la produzione degli oggetti non sono infinite e occorre conservarle per le generazioni future.

A tale scopo appare senza alternative una gestione dei rifiuti basata su Riduzione, Riuso e Riutilizzo cui faccia seguito una raccolta differenziata porta a porta che avvierà i materiali al Riciclo.

Per gli eventuali e pochi renitenti, dopo un mese di tolleranza (così è avvenuto in tanti comuni italiani) varrà l’Ordinanza del Sindaco n. 05/2012 che prevede sanzioni per gli inadempienti; in linea di principio occorre accettare che la raccolta differenziata porta a porta è assimilabile all’introduzione del semaforo, all’obbligo della cintura nella guida di auto e all’uso del casco per chi utilizza ciclomotori. Questi accorgimenti sono stati introdotti dalla società a tutela dei cittadini.

Le campane per la raccolta separata del vetro a Terracina potrebbero scomparire

“In sistemi di raccolta differenziata per materiale la migliore qualità della raccolta permette un più elevato recupero del rottame, con benefici in termini di risparmio di materie prime ed energia e di minori emissioni di CO2 nell’ambiente. Altri sistemi, come le raccolte multi materiali, non solo sono meno efficienti e  perciò più costose a fine ciclo ma possono comportare che un’alta frazione della raccolta si riveli fonte di rifiuti, perché il materiale è escluso per sempre dall’economia circolare“.

E’ quanto si afferma in uno studio pubblicato recentemente.

http://www.assovetro.it/pagina.php?art=42

Il decreto crescItalia privatizza i servizi distruggendo la bella realtà dei Comuni virtuosi

Dalla rete

http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/news/articolo/lstp/443973/

Ponte delle Alpi, il paese “riciclone” troppo bravo per il Crescitalia

Ponte nelle Alpi paese modello per i rifiuti. 
 Il Comune gestisce i rifiuti in proprio, ha portato all’89% la raccolta differenziata e ridotto
le tariffe con una propria società che ha bilanci in utile. Le nuove
regole del governo penalizzano questo modello.
 

 Duecentomila italiani hanno conosciuto Ponte delle Alpi (8500 abitanti) visitando la mostra “Stazione Futuro” alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. La mostra, allestita per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, celebrava questa cittadina veneta tra le realtà più innovative del paese, grazie alle straordinarie performance nella gestione dei rifiuti.Vincitore negli ultimi due anni del premio di Legambiente “Comune più riciclone d’Italia”, Ponte delle Alpi vanta una serie di record: raccolta differenziata porta a porta all’89% contro il 30% della media italiana, riduzione della produzione di rifiuti da discarica (quattro volte meno che in Italia) e delle tariffe per i cittadini (160 euro a famiglia contro 240 euro di media nazionale).

Record ottenuti in soli quattro anni. Nel 2007, infatti, la giunta decide di gestire i rifiuti in proprio, creando una società ad hoc, la Ponte Servizi Srl, per avviare la raccolta porta a porta. Ma senza sprechi: niente consiglio di amministrazione, dipendenti spostati da altri uffici comunali, costi ridotti all’osso, esperti senza casacche politiche nei ruoli chiave. Risultato: differenziata quadruplicata, riduzione dei rifiuti prodotti (-91%) e delle tariffe (-15%), bilanci in utile.

Oggi Ponte delle Alpi viene considerato un esempio da copiare non solo nell’Italia delle eterne emergenze rifiuti, ma anche in Europa. Nei giorni scorsi l’assessore all’ambiente Ezio Orzes è stato convocato a Bruxelles per illustrare le caratteristiche del “modello Ponte delle Alpi”, che l’Unione Europea vuole utilizzare per promuovere “pratiche virtuose” nella gestione dei rifiuti.

Sarebbe una bella storia italiana, se negli stessi giorni il decreto “CrescItalia” del governo Monti non contenesse una norma che seppellisce il “modello” tanto celebrato e studiato in Italia e all’estero. La norma obbliga i Comuni, anche quelli virtuosi (perfino quelli più virtuosi dei tedeschi!) a chiudere le proprie società di gestione e a bandire una gara per l’affidamento del servizio ai privati.

“Le regole sugli appalti premiano i soggetti che azzardano il massimo ribasso con logiche di dumping, servizi peggiori e manodopera mal pagata, salvo poi aprire contenzioni con gli enti locali e alzare i prezzi. Una follia”, spiega l’assessore Orzes, che insieme ad altre decine di comuni veneti, che gestiscono i rifiuti di 1,2 milioni di persone con ottimi risultati, ha scritto una lettera al premier Mario Monti proponendo un semplice emendamento: obbligo di affidamento all’esterno dei servizi pubblici per i Comuni spreconi e inefficienti, mentre chi ha una gestione efficiente (bilanci in utile, investimenti nel servizio, tariffe basse, rispetto dei parametri ambientali di eccellenza) può continuare a fare da solo. Cosa che peraltro fanno anche in Germania (il 35% dei lavoratori del settore sono in aziende pubbliche), Francia (12%), Svezia (35%).

Nel settore ambientale, la Germania ha 1336 società pubbliche, l’Italia solo 512. Ha senso chiudere le migliori?Sulla loro proposta i Comuni virtuosi hanno chiesto adesioni nel mondo politico e intellettuale. Non c’è molto tempo per evitare che Ponte delle Alpi si trasformi da “Stazione Futuro” a “Stazione Passato”.

Prove di raccolta differenziata in corso?

Una iniziativa estemporanea che ricalca l’operazione “piste ciclabili” di qualche anno fa.

All’epoca i cittadini furono messi di fronte ad un tracciato, realizzato non proprio secondo i canoni, fuori da ogni contesto e lontano da effettiva fruibilità. Venne detto che lo si poteva interpretare come il primo lotto di una rete futura. Sono passati gli anni, non è stato realizzato altro mentre il degrado avanza sotto l’incuria.

Oggi veniamo a sapere che è stata presentata un’ipotesi di raccolta differenziata porta a porta nel centro storico alto fuori da ogni progetto, almeno per quanto è arrivato all’opinione pubblica, e contemporaneamente in un’altra zona della città verranno disposti cassonetti accessibili tramite badge.

Appare come una sperimentazione fuori tempo massimo, quando è stato tutto già sperimentato altrove e duemila comuni ormai realizzano il porta a porta in cui l’unica tecnologia utilizzata è la manualità, l’uso delle mani dei cittadini nella separazione in casa dei materiali scartati e il conferimento agli operatori nei giorni calendarizzati.

Siamo consapevoli del tempo limitato riservato all’azienda cui è stato affidato il servizio per superare l’emergenza sorta dopo il fallimento della Terracina Ambiente. Non per questo, però, deve essergli consentito sperimentazioni che potrebbero generare confusione nei cittadini. Se vuole impegnarsi, pur a costo zero per la comunità, al di fuori degli obblighi minimi derivanti dall’ordinanza del Sindaco di gennaio 2012, realizzi in un’area più vasta il porta a porta, eviti contrariamente a quanto scritto in un pieghevole il multimateriale pesante togliendo il vetro da plastica e metalli e soprattutto salvi la carta raccogliendola a parte.

Per il futuro ci appelliamo al Sindaco affinché attivi prima possibile il tavolo tecnico in cui possano arrivare a sintesi le diverse competenze, per il momento saremo vigili sull’esecuzione di questa iniziativa.