Per anni amministratori pubblici hanno negato la realtà: la malavita organizzata è tra noi.

Vi è stata una delega totale e inammissibile nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine a occuparsi esse sole del problema della mafia…

Questa frase di Paolo Borsellino è stata la cornice entro la quale si è articolato tutto il convegno “Le mani della camorra e della mafia nel Basso Lazio”,  organizzato dall’associazione “Antonino Caponnetto” e svoltosi oggi nell’aula magna dell’ITC “A.Bianchini” di Terracina.

In un sala colma di cittadini provenienti da diversi centri del Lazio sono state ascoltate le esperienze scolastiche dei figli dei camorristi di Scampia, la testimonianza del fratello di una vittima di camorra, gli interventi di giornaliste sul territorio dei casalesi, i consigli del presidente della Commissione per la trasparenza del comune di Sorrento, le difficoltà e i successi delle forze di Polizia della provincia di Latina, l’appello alla Guardia di Finanza ad uno sforzo ulteriore per aggredire il fenomeno seguendo i  movimenti di denaro in terra pontina ma soprattutto un elenco di casi concreti di inflitrazioni camorristiche nel nostro territorio.

 

L’intervento che ha concluso il convegno, quello del Procuratore aggiunto della DDA di Napoli, Federico Cafiero de Raho, ha confermato quanto già circolava tra i cittadini, la malavita organizzata è presente da decenni  nella nostra provincia nella quale ha investito denari proveniente da attività illecite; finora con manovre di accerchiamento delle attività economiche ma sono iniziate, con le macchine bruciate e le minacce a polizia e magistrati, le azioni “militari”.

Le attività economiche, con il favore di politici compiacenti (qualcuno li ha definiti collusi), permettono ai nuovi gestori di condizionare il voto di larga parte dei cittadini.

Il Procuratore ha fatto appello alla dignità dei cittadini;  senza fare gli eroi ma con buon senso civico collaborino con le forze dell’ordine e con la magistratura e nei momenti elettorali scelgano gli amministratori tra persone irreprensibili.

Nel dibattito con il pubblico è emersa, ovviamente, tutta la sfiducia nei confronti dei politici (in sala non era presente alcun amministratore del comune di Terracina) ma non è mancata una nota di rammarico derivante dalle lungaggini dei process da cui spesso le vittime di malefatte camorristiche e/o mafiose  non escono indenni.

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