Dopo l’Italia del Riciclo pubblicato anche il Rapporto Nazionale del Riutilizzo

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L’Occhio del Riciclone ha reso pubblico il terzo Rapporto Nazionale del Riutilizzo 2012

Il riutilizzo è uno dei passi essenziali per una gestione corretta dei rifiuti e nello stesso tempo uno dei cardini di una società avviata sulla strada di una certa sobrietà nei consumi per risparmiare risorse per le future generazioni.

Un capitolo del Rapporto

“I NUMERI DEL RIUSO

Non esistono ancora dati quantitativi che abbiano la rilevanza statistica per essere proiettati su una scala nazionale, però dal 2004 a oggi Occhio del Riciclone ha potuto esaminare i flussi merceologici di 22 centri di raccolta di 21 comuni del centro e del nord Italia. In alcuni di essi é stato possibile testare strumenti di valutazione del peso e del volume delle merci riusabili. In tutti i casi osservati alle merci riusabili é stato attribuito un valore al dettaglio, e per ogni località é stato stimato il potenziale commerciale di un impianto di preparazione al riutilizzo.

La stima del peso si fonda sulla rilevazione del peso di un paniere di beni rappresentativo di ciascuna delle 32 sottocategorie merceologiche adottate da Occhio del Riciclone, mentre il sistema di stima del volume si fonda sull’attribuzione diretta oggetto per oggetto di 5 differenti classi di ingombro, e in base all’osservazione di campioni statisticamente rilevanti. Il valore al dettaglio delle merci é stato misurato sui prezzi della piazza locale ed é stato attribuito a ogni singolo oggetto osservato, considerando nel computo finale esclusivamente le merci riusabili il cui valore di mercato giustifica le operazioni di selezione, igienizzazione, stoccaggio, eventuale riparazione e distribuzione all’ingrosso (con l’eccezione di alcune frazioni specifiche per le quali si é reputato preferibile ipotizzare la vendita al dettaglio).

I Comuni di Anguillara e Ciampino (Provincia di Roma) hanno rispettivamente 16.000 e 36.000 residenti e dispongono di un centro di raccolta ciascuno. Il loro potenziale di riutilizzo é pari al 46% e al 56% dei conferimenti e a 230.000 euro e 367.000 euro di valore al dettaglio (rilevazioni del 2007).

Nei sei centri di raccolta della città di Roma (“isole ecologiche”) le elaborazioni mostrano un potenziale di riutilizzo pari al 63% dei conferimenti, ovvero a 5.104 tonnellate e 13 milioni e mezzo di euro di valore al dettaglio (rilevazioni del 2005). Roma ha 2.700.000 residenti.

I due centri di raccolta monitorati a Udine, città di circa 100.000 abitanti, hanno mostrato un potenziale annuo di riutilizzo pari al 53,5 % dei conferimenti, ovvero a 638 tonnellate e circa un milione e mezzo di valore al dettaglio (rilevazioni del 2010).

I 5 centri di raccolta del Circondario Empolese Valdelsa, i cui 11 Comuni totalizzano circa 170.000 abitanti, mostrano un potenziale di riutilizzo pari a 878 tonnellate, 22.541 metri cubi e 1.658.000 euro di valore al dettaglio (rilevazioni del 2011).

I 7 centri di raccolta gestiti dalla Cooperativa Insieme nella Provincia di Vicenza (che totalizza circa 680.000 abitanti ma dispone di un numero maggiore di centri di raccolta comunali) hanno un potenziale di riutilizzo pari a 1.730 tonnellate, 32.000 metri cubi e 2.800.000 euro di valore al dettaglio; il 42% di questo potenziale é espresso dalla sola Ricicleria Ovest di Vicenza (rilevazioni del 2011). Se nessuno dei beni riusabili conferiti nelle riciclerie di Insieme fosse riutilizzato (ma in realtà la Cooperativa riesce a riusarne una quantità considerevole), questa frazione impiegherebbe solo 15 anni a riempire, senza compattazione, l’ampliamento di 500.000 metri cubi previsto per la discarica locale di Grumolo delle Abbadesse (meno del suo tempo di ammortamento fiscale). Il volume annuale dei beni riusabili in buono e medio stato conferiti nelle riciclerie gestite dalla Cooperativa Insieme é pari al volume di quattro piscine olimpioniche della profondità di 6 metri.

É doveroso segnalare anche la ricerca compiuta dalla società SCS a Ivrea. L’analisi compiuta a Ivrea, citata da Guido Viale nel libro “La Civiltà del Riuso” (Laterza, 2010) non può fornire percentuali di effettiva riusabilità né stime di valore, ma si riferisce a un campione di oggetti frutto di un tempo di osservazione molto ampio. Gli oggetti riusabili catalogati dalla SCS nel corso di un anno di osservazione presso 6 ecocentri sono 10.150. “La categoria generale che compare con maggior frequenza è quella dei Raee (3.544 conferimenti), seguita da oggetti di legno, prevalentemente mobili (2.808), da altri ingombranti, soprattutto imbottiture (2.052), e da oggetti genericamente in ferro (1.207).

Ma le merci riusabili presenti nel flusso dei Rifiuti Urbani non sono solo quelle conferite nei centri di raccolta. La maggior parte degli oggetti di piccole e medie dimensioni é infatti conferito presso i cassonetti stradali o nel contenitore del secco indifferenziato dove vige il sistema porta a porta; dove c’é il porta a porta, naturalmente, si registra un incremento dei conferimenti nei centri di raccolta degli oggetti di medie dimensioni o grandi dimensioni rispetto ai sistemi di raccolta stradale dove spesso vengono posizionati impropriamente al lato dei cassonetti o al loro interno. In un accurato lavoro di rilevazione compiuto nel 2008 con i rovistatori di cassonetto della città di Roma, Occhio del Riciclone ha potuto dimostrare l’esistenza, nei cassonetti della Capitale, di almeno 33 milioni di oggetti ogni anno del valore di almeno un euro ciascuno.

La rilevazione fatta sui centri di raccolta e i cassonetti stradali di Roma indica che la frazione riusabile, in termini di peso, ammonta a non meno del 3% del totale dei rifiuti urbani includendo gli assimilati, e ben si adatta alle stime compiute in altri paesi europei secondo le quali il potenziale di riuso dei rifiuti urbani si assesterebbe tra il 5% e il 10% della produzione totale a seconda dei regimi di assimilazione, e che la produzione domestica annuale di riutilizzabile di un individuo europeo medio si aggiri attorno ai 52 kg.

Facendo una proiezione di massima su scala nazionale del valore al dettaglio minimo delle merci riusabili conferite nei Rifiuti Urbani della città di Roma, risulta che in Italia le merci riusabili conferite tra rifiuti hanno un valore non inferiore al miliardo di euro.

……….

Spostando l’attenzione dalle merci riusabili conferite tra i rifiuti a quelle che attualmente già vengono distribuite dal settore dell’usato italiano, occorre innanzitutto prendere atto che ancora non esistono dati esaurienti e complessivi. Secondo le stime compiute dal Comitato Scientifico della Rete ONU il settore dell’usato italiano conta almeno 50.000 operatori e 80.000 persone impiegate. Tale stima é in apparente contraddizione con i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, che per il 2011 registra 3405 imprese dell’usato senza però considerare alcuni segmenti e in particolare l’ambulantato che, in termini di impiego, rappresenta la parte preponderante del settore. Gli ambulanti dell’usato regolari sono omologati a tabelle merceologiche più generali, mentre quelli irregolari e gli hobbisti sono al di fuori di qualsiasi registro.

Il settore dell’usato evita il conferimento in discarica di ingentissimi volumi di potenziali rifiuti: farne una stima è alquanto problematico, per la scarsità di dati disponibili.

Una stima informale tra i principali attori del settore, fatta all’interno della Rete Onu, concorda che si può parlare di almeno due milioni di metri cubi annui di merci sottratte al conferimento tra i rifiuti e di almeno due miliardi di euro di vendite finali.

Se il settore dell’usato scomparisse da un giorno all’altro le discariche italiane riceverebbero uno tsunami di rifiuti aggiuntivo rispetto ai già molto alti volumi di indifferenziato che già devono sopportare.”

L’intero rapporto si trova qui.

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