Un’estate da dimenticare quella del 2017

L’avvicinarsi della bella stagione impone alla Regione Lazio, al Comune e alla Guardia Costiera in base alle leggi ed alle normative vigenti, ognuno per la propria responsabilità e ruolo, ma in modo concorde, di garantire i diritti dei cittadini di poter utilizzare e godere di beni ambientali pubblici quale sono il mare, il sole e la spiaggia e di poter vivere in un ambiente pulito, libero, non rumoroso, protetti e sorvegliati, difesi da tutte le forme di abuso e costrizione.

Si cominci subito con il notificare inequivocabilmente agli operatori del settore i limiti delle loro concessioni, le modalità di gestione, i rapporti da tenere con gli utenti e le  norme di prevenzione e repressione degli abusi, anticipando loro che saranno organizzati un valido sistema di sorveglianza  e repressione ed un ufficio o un recapito a cui gli utenti in caso di trasgressione si possano rivolgere con sicurezza.

Queste misure sono necessarie per evitare quanto è successo negli anni scorsi.

I disagi di questi week end primaverili sono il campanello d’allarme di quanto si riproporrà tra qualche settimana; tutti hanno potuto vedere il traffico caotico, i parcheggi selvatici, il lungomare affollato, i rifiuti sparsi anche sulle panchine.

Vogliamo qui ricordare i molti disagi della scorsa stagione balneare per i soliti problemi  e anche le molte proteste da parte degli utenti e dei cittadini terracinesi che si sono visti negare per buona parte del lungomare orientale l’accesso al mare. I gestori dei vari stabilimenti che hanno occupato quasi per intero detta area, si sentivano in diritto di negare a tutti il passaggio anche sulle discese preesistenti, pubbliche, quelle di cemento e quelle ultime di ferro e legno, ed anche sulle discese facilitate per le  carrozzelle , bambini, handicappati ecc.  Addirittura, in qualche caso queste strutture pubbliche sono state inglobate nelle strutture degli stabilimenti o chioschi e poco o niente si è potuto ottenere dai gestori che hanno mantenuto un comportamento che rasentava l’arroganza e la maleducazione.

Le autorità locali in merito hanno fatto molto poco, mentre gli stessi stabilimenti, diventati ormai ristoranti – pizzerie, si trasformavano di sera in discoteche, sale da ballo o locali da eventi, producendo confusione, ingorghi e soprattutto rumore impossibile sino a notte fonda.

Si dirà che ciò aiuta l’economia di Terracina e molti vivono di questo, ma negli ultimi anni  la cosa è diventata parossistica, volgare e rumorosa. Oltre ad accentuare la stagionalità dell’economia cittadina non si notano i vantaggi dei cittadini, anzi lievitano gli svantaggi: le spiagge libere sono sempre meno e più lottizzate mentre ai padroni della spiaggia e della battigia ogni anno viene concesso sempre di più. Tutto in silenzio in modo che ci sia sempre un dato di fatto di cui rendersi conto e che non si può risolvere sul momento, lasciando la soluzione al prossimo anno. Intanto, come si dice, passato settembre tutto ritorna come prima e tutto si dimentica.

In questo contesto “Terracina Bandiera blu”, una cosa positiva e che fa onore, va difesa e valorizzata e non utilizzata per farsi scudo sulla validità di un sistema spesso ipocrita basato solo sull’apparenza . Basta ricordare che tra i 32 parametri che la FEE (Foundation for Environmental Education)  analizza per la concessione del riconoscimento  c’è proprio l’accessibilità alle spiagge per tutti.

Per meritare e mantenere il titolo bisogna invece lavorare al contrario realizzando una città sostenibile per tutti i cittadini e per tutto l’anno e non per una sola stagione. Prima o poi qualcuno verrà a verificare.

Iniziare una nuova stagione adottando un piano di mobilità con parcheggi decentrati e le precauzioni che abbiamo indicato sarà il miglior viatico per confermare Terracina come una località balneare, moderna, equilibrata, sostenibile.

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