La posizione del WWF Litorale Laziale sulla gestione dei rifiuti in Provincia di Latina

Il WWF Litorale Laziale da anni è attento al tema dei rifiuti. Lo ha fatto con importanti campagne di sensibilizzazione ma anche svolgendo un ruolo di consulente presso diversi comuni della Regione e della nostra Provincia.

Sempre attento alle vicende, soprattutto nella nostra provincia, legate alla gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, i suoi esperti hanno studiato i dati forniti da fonti ufficiali nazionali e internazionali elaborandoli e traendone le logiche valutazioni.

https://wwflaziogruppoattivolitoralepontino.com/2019/03/10/le-linee-strategiche-del-piano-rifiuti-della-regione-lazio-impongono-delle-riflessioni-sullintera-gestione-dei-rifiuti-urbani/

E quanto mai attuale ci sembra la lettera inviata alla Presidenza della Provincia pochi anni orsono.

https://wwflaziogruppoattivolitoralepontino.com/2017/06/23/sulla-gestione-dei-rifiuti-in-provincia-di-latina-il-wwf-scrive-alla-presidente-eleonora-della-penna/

Da allora poco è cambiato purtroppo e ci sembra che gli (errati e non scritti) indirizzi politici a livello provinciale, i mancati interventi su situazioni critiche pericolose per l’ambiente e per la salute, stiano avviando la nostra provincia e tempi ancor più difficili di quelli che stiamo vivendo.

Tuttavia il copione a cui tentano di farci abituare è quello di una pessima gestione dei rifiuti con interventi tampone sporadici e dannosi; la nostra provincia infatti raggiunge una percentuale di raccolta differenziata del 56,29% (fonte: Rapporto ISPRA-2020)

con valori estremamente bassi per la città più popolosa, Latina, 28,61%.

Ma il giudizio di pessima gestione dei rifiuti non deriva solo da questi scarni dati ma piuttosto da una valutazione generale di come questa incompetenza, nella migliore ipotesi di giudizio in tema di gestione dei rifiuti, abbia minato la qualità della vita dei cittadini in termini di degrado ambientale e rischi reali e purtroppo misurabili della salute delle persone; è ormai assodato infatti che vivere in prossimità, fino a 5 Km, da discariche o termovalorizzatori o impianti a biogas espone le popolazioni ad aumento di patologie gravi tra cui i tumori.

La storia in provincia delle discariche e degli impianti di trattamento dei rifiuti, innumerevoli e privati, ci fa capire come i vertici amministrativi degli enti pubblici continuino pervicacemente e colpevolmente a puntare sulle fasi finali del ciclo dei rifiuti, disattendendo completamente le

indicazioni di Europa e Regione. In queste indicazioni viene più volte richiamata l’attenzione ad evitare l’impatto ambientale in tutte le sue componenti.

L’attenzione va rivolta, al fine di evitare questo impatto, al tipo di impianti, alla quantità dei rifiuti che arrivano ai centri di smaltimento ma soprattutto alla qualità di questi.

Negli anni si è tollerata la nascita dei tanti impianti a biogas e biomasse diffusi sul territorio che vengono annoverati come impianti per la produzione di energia ma che vengono alimentati da materiale organico e quindi andrebbero valutati per il loro uso nel ciclo di smaltimento dei rifiuti, impianti che producono sostanze cancerogene e dannose per la salute e per l’ambiente. Va considerato a questo riguardo che tutti i residui delle lavorazioni agricole, abbondanti nella nostra provincia e avviati a questi impianti, sono gravati dalla presenza di pesticidi che vengono usati in quantità notevoli.

E il comune di Latina che fa?

Autorizza un nuovo e grande impianto a biogas a Latina Scalo. Ecco perché le azioni di questa provincia sono sempre state azioni che hanno adottato un rimedio peggiore del danno. 

Tornando ai due siti scelti, su cui i sindaci stanno prendendo tempo incontrando i cittadini riunitisi in comitati, ci vorremmo soffermare sulla naturalità o comunque sulle caratteristiche naturali che dovrebbe rendere inadatti gli stessi per lo stoccaggio di rifiuti. Per la valutazione tecnica attendiamo dei tecnici nominati dai sindaci di Sabaudia e Latina, e attendiamo di sapere i particolari del progetto e la qualità degli ingombranti destinati alle due zone. Quello in zona Plasmon ha già all’attivo le

difese di Sabaudia, per la prossimità del Parco, e dei comitati cittadini che hanno sottolineato la presenza di attività agricole e abitazioni nonché del passaggio, lungo tutta l’area di canali di raccolta afferenti a Rio Martino, canali che potrebbero veicolare il pericoloso percolato verso il mare. L’area è già abbastanza degradata ed infatti sede di diversi impianti di trattamento dei rifiuti, la Plasmon stessa ha ottenuto l’autorizzazione per la costruzione di un impianto a biogas. Si tratta di un’area

sottratta alla palude che rischia spesso, specie alla luce degli eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici, di subire allagamenti.

Per l’area nel comune di Fondi già la scelta di relegare l’Area industriale in località Pantanello è stata una decisione sciagurata. Si trattava, infatti, di una zona molto importante dal punto di vista ambientale, soprattutto per la biodiversità presente, ma allo stesso tempo, come tutte le zone umide, caratterizzata da delicati equilibri che la rendevano molto vulnerabile.

 In questo ambito territoriale erano presenti, e lo sono ancora, ben 4 sorgenti (Vetere, Fontana della Volpe, del Lauro, Setteacque), punti di risorgiva, un laghetto e ben tre corsi d’acqua (canale Rezzola, Vetere e Pedemontano). La zona presentava una vegetazione ricca di specie vegetali ripariali e igrofile e ospitava decine di specie animali abituali frequentatori di zone umide. Si è iniziato con la deturpazione delle sorgenti con l’impianto in rilevato di enormi e orribili tubi da parte del Consorzio di bonifica, poi è stato costruito qualche capannone industriale, sono state allargate le strade e ne sono state costruite delle altre, sono stati cementati grandissimi piazzali e installati gli impianti di illuminazione. Insomma: tutto ciò che è giusto fare in un’area industriale degna di questo nome, non certo in un sito di grande rilevanza naturalistica. La zona è stata arricchita, nel tempo, da un grande impianto per la raccolta di rifiuti inerti di origine edile e da un deposito e centro di smistamento e stoccaggio di tutti i rifiuti raccolti nella città, con il rischio che le acque di origine piovana, di dilavamento o di percolazione possano raggiungere i canali limitrofi.

In definitiva, l’ambito territoriale di Pantanello è un sito, dal punto di vista ambientale, del tutto compromesso, anche se non mancano, qua e là, residuali sprazzi di una naturalità ormai in disarmo, soprattutto nella parte ad est del canale Pedemontano in direzione della Sorgente di Vetere.

Ad un paio di km di distanza da Pantanello vi è l’ex discarica di Quarto Iannotta, una vera bomba ecologica, in cui i rifiuti indifferenziati sono stati accumulati per anni in un terreno permeabile e in cui la falda acquifera è molto superficiale e i percolati hanno continuato ad inquinare le acque che, quando non confluiscono nei canali che alimentano il Lago di Fondi, vengono utilizzate nei terreni circostanti, per irrigare le coltivazioni o abbeverare il bestiame.

Interessante è ciò che avviene nella maggior parte dei corsi d’acqua che si originano non lontano dal centro abitato e che, dopo poche decine di metri, diventano delle fogne a cielo aperto, come i torrenti che nascono dalle sorgenti di Settecannelle e di Capodacqua. Nei pressi di questi fiumiciattoli

sembra che vengano stoccati a terra, e senza alcuna protezione, rifiuti speciali, che puntualmente indirizzano il pericoloso percolato nelle acque correnti sottostanti.

In merito alla Direttiva Consiglio UE relativa allo smaltimento in discarica, l’Unione europea prevede severe prescrizioni tecniche per le discariche, al fine di prevenire e ridurre, per quanto possibile, le ripercussioni negative sull’ambiente, in particolare sulle acque superficiali e freatiche, sul suolo, sull’atmosfera e sulla salute umana.

Si punta l’attenzione sui rifiuti biodegradabili, o meglio, compostabili.

Ma soprattutto, come intervento prioritario, alla RIDUZIONE TOTALE DEI RIFIUTI, azione che necessita di politiche ambientali efficaci e rispettose delle comunità e dell’ambiente in cui queste vivono e della loro salute.

Quindi noi non ne facciamo una questione di NIMBY, in questo caso la nostra attenzione e preoccupazione è su tutta la provincia, regione e oltre.

Meno che meno ci si può dire, come spesso fanno gli amministratori incapaci che non si degnano neanche di rispondere ad una nostra richiesta di incontro o ad una semplice lettera: ma voi dove eravate?

La questione è che in provincia di Latina la gestione dei rifiuti è ancora quasi all’anno zero e che le poche cittadine che realizzano una discreta attività in questo campo, e sono quelle che hanno contribuito a quel modesto 56,29 %, subiscono lo stesso danno di tutti gli altri.

Le discariche sono previste come ultima ratio per la gestione dei rifiuti quindi il passo che si accinge a fare l’amministrazione provinciale di Latina ci sembra anacronistico e dannoso.

Il problema della discarica di Borgo Montello è gravissimo e fa specie che le amministrazioni siano arrivate a questa conclusione solo ora, ma spalmare su tutta la provincia questa piaga ci lascia davvero senza parole. Spiace dover dire che di nuovo assistiamo al fallimento della politica che non ha come obiettivo il benessere dei cittadini, possiamo solo augurarci che si rifletta bene sui passi da

fare adottando strategie ormai collaudate da esperienze di successo in tutta Italia che associate alla premialità, e alla tariffa puntuale, porterebbero a risultati eccellenti in pochissimo tempo.

Pubblicità

Ai candidati alla carica di sindaco della Città di Terracina

Il WWF Litorale Pontino, gruppo attivo del più vasto Litorale Laziale, come d’abitudine, ad ogni tornata elettorale per le amministrative, rivolge ai candidati al ruolo di sindaco l’invito a porre attenzione su alcune tematiche che attengono all’ambiente, alla sua tutela e salvaguardia e alle implicazioni che queste azioni possono avere con la vita dei cittadini del Comune che si apprestano a guidare.

Abbiamo sempre organizzato incontri in cui la nostra associazione ha evidenziato i vari temi che ci stanno a cuore e ogni candidato ha dato delle risposte o quanto meno ha preso atto delle nostre istanze.

Questa volta, dopo aver preso visione dei programmi in larga parte prevedibili, visto il nostro interesse continuo per i suddetti temi, vuoi perché la campagna impone ritmi e impegni quotidiani, vuoi per le restrizioni dovute all’emergenza Covid, abbiamo preferito questa forma.

In questo modo i candidati e i loro sostenitori possono avere un promemoria di quello che l’associazione più radicata in città considera prioritario per una visione veramente “sostenibile” del vivere in comunità. Ecco forse la differenza è proprio quella, l’attività della nostra associazione è sempre finalizzata al bene di tutti i cittadini, al Bene Comune, e questo documento è più un promemoria per i cittadini che per i politici con i quali ci confrontiamo quasi quotidianamente.

Non abbiamo mai inteso sostituirci alle Istituzioni ma ci siamo sempre adoperati perché esse agissero al meglio nei confronti dell’ambiente.

Non vogliamo neanche suggerire strategie e fonti di finanziamento che sicuramente sono note a chi si propone di guidare una città che necessita di attenzione non solo per gestire il patrimonio naturale ma per far sì che un ambiente sano generi benessere psico-fisico nei cittadini che vivono in quel territorio.

Di seguito i punti che noi riteniamo degni di azione e attenzione:

  • MOBILITÀ:
    • Una rete ciclabile per vivere la nostra città (scuole, mercato, chiese, ospedale, parchi) non solo fare una passeggiata sul lungomare. Se proprio si vuole accelerare le procedure si possono riprendere tutte le proposte del WWF, confluite poi nelle proposte di Agenda 21, chieste dall’amministrazione e consegnate da Giovanni Iudicone. Quello che invece chiediamo è che non si mandi avanti il mega progetto, 2 milioni di euro da sperperare per una pista a picco sul mare ma che presenta notevoli criticità come l’impatto paesaggistico, idrogeologico, ambientale e soprattutto un rapporto costi beneficio (pochi turisti dei campeggi che vogliono arrivare in città) decisamente sbilanciato e non vantaggioso per la città.
    •  ZTL e aree pedonali specie nelle aree di maggior pregio naturalistico e storico della nostra città, parte di viale della Vittoria e piazzale Moro, come in molte città in altri paesi che hanno un lungomare meraviglioso come il nostro. Il centro storico alto, strade e piazze in prossimità di scuole. Tutto questo necessita di una revisione di tutta la mobilità, non basta chiudere una strada come a volte è stato fatto, ma va prevista una intermodalità con mezzi elettrici o biciclette elettriche (bike sharing). La sostanza è: chi si deve muovere in città deve PREFERIRE lasciare l’auto a casa. Una mobilità sostenibile si concretizza anche nelle problematiche banali di tutti i giorni e basta stare 10 minuti davanti ad una qualsiasi scuola del nostro comune per rendersi conto dell’inquinamento provocato e della congestione che penalizza chi invece va a scuola in bicicletta o a piedi. Non dovrebbe essere complicato adottare e realizzare il PUMS!
    • Non smetteremo mai di chiedere il ripristino della FERROVIA è una battaglia iniziata da Giovanni Iudicone insieme al Comitato Pendolari che noi non vogliamo abbandonare; chiamatelo treno, chiamatelo metropolitana leggera, il concetto è che il treno, o metropolitana, fanno risparmiare tanta CO2 e altri inquinanti immessi in atmosfera; è un mezzo “socialmente sostenibile” perché tutti possono viaggiare evitando avventure da Terzo Mondo. 8 anni sono troppi, difficile credere alle promesse. Il treno è per noi l’icona della sostenibilità e della mobilità sostenibile.
    • Revisione quindi di tutta la mobilità urbana ed extraurbana che ripetiamo, al momento attuale, è assolutamente fuori controllo con conseguente inquinamento ma soprattutto di invivibilità della nostra città.
  • RIFIUTI
    • Introdurre finalmente la tariffa puntuale che già di per sé è un sistema di premialità per i cittadini fermo restando che dovrebbero essere trovate, e ci sono, forme di incentivo per i cittadini che li convincano che differenziare conviene anche economicamente.
    • Plastica: l’amministrazione uscente ha gestito in modo assolutamente inadatto il problema della plastica come fonte di grave inquinamento del Pianeta. Tra gli ultimi, il nostro comune ha visto una timida delibera “plastic free” che all’inizio della stagione estiva è stata addirittura ritirata. Ora, grazie a loro, sempre la vecchia amministrazione, nell’ambiente, e in particolare in mare, sono andati dispersi quintali di plastica. Contiamo molto sulla futura amministrazione.
    • Amianto: il percorso iniziato nel 2015 per dotare la nostra città di un regolamento per eliminare il rischio derivante dalla presenza nell’ambiente di rifiuti di amianto si è bloccato sul nascere, nulla di tutto quanto previsto nel regolamento è stato realizzato. In questi anni l’amianto ha continuato a fare danni e morti e chi dovrebbe tutelare la nostra salute probabilmente ignora anche questo regolamento. Speriamo nella nuova amministrazione.
    • No agli impianti a biogas o biomasse, il termine bio inganna ma si tratta di impianti che, attraverso una combustione e relativa immissione di cattivi odori e fumi tossici, smaltiscono in maniera insostenibile la frazione umida dei rifiuti urbani. Sì agli impianti di compostaggio di qualità
    • Roghi tossici: Spesso i rifiuti vengono bruciati nottetempo, soprattutto plastiche. Tutta la zona Nord – Ovest della città è interessata da questo fenomeno; l’aria è irrespirabile e questi fumi contenenti diossina, metalli pesanti, PCB ed altre sostanze estremamente velenose con potere cancerogeno e di interferenti endocrini entrano nelle matrici ambientali, acqua, aria, suolo avvelenando il cibo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, noi e i nostri figli. L’amministrazione uscente pur consapevole non ha messo in campo il proprio sistema di controllo, la polizia municipale, né tanto meno ha cercato la collaborazione di altre forze come i Carabinieri Forestali.
    • Inseriamo qui un altro tipo di inquinamento, quello da onde elettromagnetiche. Sappiamo che il Comune di Terracina si è dotato di PRAEET e relativo regolamento ma non è sufficiente, così come per l’amianto, avere un regolamento, è necessario vigilare e soprattutto aggiornare il piano; vigilare sulle richieste delle società di telefonia, delle modifiche alle antenne già esistenti, avere sempre la situazione sotto controllo e affidarsi a tecnici non di parte. Ancora purtroppo non è stato dimostrato il danno organico, ma per la tutela dei cittadini, quello che deve guidarvi è il Principio di Precauzione.
  • AREE VERDI:
    •  Nonostante l’amministrazione uscente abbia dichiarato lo “stato di emergenza climatica e ambientale”, con tutti i relativi impegni presi per rispondere a questa emergenza e “Terracina città sostenibile”, la sostenibilità ambientale nella nostra città si è andata sempre più affievolendo. Abbiamo grandi aree verdi extraurbane e aree verdi urbane di grande pregio non solo naturalistico ma anche storico e archeologico tristemente ridotte di molto; le prime oltre ad essere abbandonate alla caccia spesso di frodo e al pascolo abusivo sul bruciato sono, da sempre ma soprattutto dal 2017, vittime di incendi devastanti. Non può essere sufficiente controllare il territorio, anche se siamo grati alle associazioni di volontariato, ma deve essere condotta un’azione precisa di mappatura delle aree percorse dal fuoco, delibere e divieti; severi controlli per poter sanzionare i contravventori e impedire loro di trarre vantaggio dagli incendi. È necessario capire che il patrimonio boschivo è l’elemento fondante della sostenibilità ambientale, della biodiversità e del contrasto ai cambiamenti climatici. Il patrimonio del verde, in città ad esempio, mitiga il calore delle estati che si susseguono sempre più calde con riflessi negativi sulla salute dei cittadini. Sono state proposte linee guida per un “Piano Generale del Verde Pubblico A Terracina” già nel 2010 e poi ancora nel 2018 un “Piano Generale e Regolamento delle aree verdi urbane e periurbane della città e del territorio comunale secondo il principio di sostenibilità e di gestione ecosistemica”. È evidente che non ci si debba inventare niente. La prossima amministrazione avrà vita facile a far tornare Terracina agli standard europei in termini di superficie di verde per abitante e di bellezza. Basta contrastare gli incendi e sostituire gli alberi abbattuti dalle calamità o dall’uomo, controllare il taglio nelle proprietà private, assicurarsi il lavoro di potatori, e non capitozzatori, e la consulenza di esperti per dare lunga vita al nostro verde. I nostri parchi urbani inoltre possono sicuramente diventare parchi letterari, per la sostenibilità culturale della città ed arricchire l’offerta turistica. Piccola nota che ci tocca da vicino come WWF: avevamo chiesto alla amministrazione uscente di includere nel parco della Rimembranza l’area inferiore del convento di San Francesco, area di pregio naturalistico e storico-archeologico abbandonata ai vandali, per poterla curare e completare così la bellezza di quel gioiello di biodiversità che è il Parco della Rimembranza. Stiamo aspettando un famoso lunedì, che non è mai arrivato, in cui l’assessore competente avrebbe depositato tutta la documentazione fornitagli per l’approvazione.
    • Parlare dell’ambiente naturale extraurbano ci dà la possibilità di citare la “Via Francigena del Sud” e “il cammino della Via Appia”. Il WWF Litorale Pontino è sempre stato parte integrante del “Gruppo dei 12”, la storica associazione che ha tracciato i sentieri e fatto conoscere questo cammino straordinario. Siamo fortemente motivati a portare avanti questo progetto perché i cammini sono il nuovo turismo che avanza, un turismo ad impatto zero. È per questo che, quando il 2016 è stato dichiarato “anno dei cammini” e sono partiti numerosi progetti con relativi finanziamenti, per la promozione di questi cammini, la nostra associazione ha spinto e affiancato l’amministrazione perché prendesse parte a tutti i protocolli. Grazie a questa collaborazione il tratto di Terracina è entrato di diritto nella via Francigena del Sud, che ricordiamo non è una via come l’Appia e quindi andava deciso e segnalato. Ma come tanti progetti anche questo è rimasto sulla carta. Un percorso viene vissuto se i camminatori possono poi trovare alberghi, ostelli, B&B dove sostare a prezzi accessibili e Terracina non offre, specie in estate, soluzioni simili. Quello che forse è sfuggito è che i camminatori, moltissimi stranieri, una volta visitati luoghi incantati come Terracina durante il cammino, ci tornano con le famiglie per forme di turismo più vantaggiose per la città. Ecco, catturate il camminatore e attirerete centinaia di turisti.
    • Orti urbani: partiti con tanto entusiasmo si sono persi nel nulla. Peccato, avrebbero permesso di curare le tante aree abbandonate con vegetazione incolta ricettacolo di spazzatura specie sotto forma di plastica.
  • AGRICOLTURA
    • Finalmente si inizia a sentire da più parti che il territorio di Terracina è a vocazione agricola, peccato che questa consapevolezza sia arrivata quando la nostra identità, il nostro vanto maggiore, la produzione di Moscato, era ormai ridotta a pochi piccoli appezzamenti di appassionati. La Valle dei Santi, areale d’elezione di questa coltivazione, e tutta l’area agricola di Terracina, è stata trasformata in un mare di serre dove si coltivano produzioni richieste dal mercato, il tutto accompagnato da largo uso e consumo di pesticidi e acqua, con una riduzione della biodiversità preoccupante. È utile ricordare che, in queste zone, parlare di biodiversità significa anche parlare di difesa dal dissesto idrogeologico, fenomeno che invece guadagna sempre più spazio e fa sempre più danni (ricordiamoci l’alluvione che fece crollare la Pontina). La PAC europea privilegia le multinazionali dei pesticidi e degli OGM, ma noi localmente possiamo fare molto. Iniziare con la redazione di un regolamento comunale dell’uso dei pesticidi; queste sostanze sono molto pericolose se ingerite ma lo sono ancor di più se inalate direttamente durante il trattamento delle colture. L’amministrazione uscente ha mostrato attenzione (pensavamo) al problema istituendo un tavolo al quale erano ammesse le associazioni ambientaliste e comitati di cittadini; purtroppo, come spesso accade è stata un’azione di facciata probabilmente per interessi particolari della una parte politica. La politica dovrebbe curare i beni comuni nell’interesse dei cittadini, ma fino ad ora sono tanti i cittadini che si ammalano perché vivono in prossimità dei campi e consumano prodotti trattati con pesticidi e non controllati. Anche in questo caso andrebbe rivista la politica agricola locale e il necessario passo conseguente sarebbe l’istituzione dei distretti agricoli biologici o biodistretti insieme ad altri comuni, come già avvenuto in provincia di Latina o in altre realtà (il distretto di Montalbano è uno dei più famosi) che dopo la transizione hanno visto uno sviluppo economico interessante di pari passo con l’aumento del livello della qualità.
  • MARE E COSTA
    • il mare e la costa hanno bisogno di attenzioni non solo per migliorare l’offerta turistica ma anche per la difesa dell’entroterra e dell’economia legata appunto al mare, nonché per tutelare la salute dei cittadini. Mentre 40 anni fa l’offerta era naturale e semplicemente non abbiamo saputo farne tesoro, oggi il mantenimento e la tutela della costa sono necessari, in termini di conoscenza, per conservare questo patrimonio e difenderlo da inquinamento ed erosione. Poco consola la Bandiera Blu o addirittura la Bandiera Verde di spiaggia per i bambini, perché osservazioni anche solo puntuali ci mostrano un litorale inquinato da microplastiche e scarichi fognari  abusivi con un mare spesso sporco per il rilascio di vere e proprie raccolte di spazzatura che non vengono dalle navi di passaggio, che idiozia si è raccontata per anni! occorre controllare gli allacci alla fogna soprattutto per le periferie nord e sud della città, abitazioni, esercizi commerciali, campeggi; gli scarichi abusivi di reflui industriali, molitura e altro, ben identificabili; scarichi delle barche ormeggiate in porti e canali, scarichi fognari non trattati da depuratori che arrivano dall’entroterra. Va controllato poi il sistema di smaltimento di rifiuti e scarichi degli stabilimenti balneari. Sappiamo che esiste una differenza tra inquinamento e sporcizia ma la presenza di microplastiche rappresentano una fonte di vero e proprio inquinamento per le sostanze che questi frammenti rilasciano nello stomaco o addirittura nella carne del pesce.
    • Va tutelata, per quanto possibile, il residuo di duna che in alcuni punti della nostra costa ha mostrato una progressione confortante. La duna è quella che difendere dall’erosione costiera meglio di qualsiasi barriera soffolta. Vi invitiamo a perseguire nel progetto Mare Nostrum, nell’ampiamento dell’area marina protetta e nella istituzione del parco marino così come indicato nei documenti di Agenda 21 Locale di Terracina.

Probabilmente riceverete gli stessi suggerimenti da altre fonti; ne siamo contenti perché vuol dire che la nostra preoccupazione per le questioni ambientali è condivisa da altri cittadini.

Inoltre, se tutte queste tematiche sono presenti nei vostri programmi ne siamo ancor più felici perché abbiamo speranza che le nostre istanze saranno accolte.

Auguriamo buon lavoro a chi governerà la città nei prossimi anni e ai nostri concittadini di assistere e partecipare alla rinascita di Terracina, davvero città sostenibile.

Cambiamento climatico: drammatiche conferme. La speranza per un futuro migliore la danno i giovani, anche a Terracina, manifestando oggi 27 settembre per chiedere ai politici di mettere in atto tempestivi interventi che possano portare a una drastica inversione di tendenza del cambiamento climatico.

Un miliardo di persone minacciate dagli effetti del cambiamento climatico

Nessuna parte del mondo verrà risparmiata dagli effetti del cambiamento climatico con il surriscaldamento degli oceani e la fusione delle calotte polari e dei ghiacciai, che potrebbero provocare un rapido innalzamento del livello del mare che, a sua volta, potrebbe colpire un miliardo di persone entro il 2050.

L’accelerazione dei cambiamenti che si verificheranno negli oceani e nella criosfera (ghiaccio marino e terrestre, ai poli e sulle montagne) è una delle conseguenze più drammatiche della crisi climatica. Il nuovo rapporto speciale dell’IPCC, il panel scientifico  sul clima dell’ONU, mostra che questi effetti continueranno e saranno irreversibili anche quando e se il clima si stabilizzerà. Per esempio, alcune specie polari la cui sopravvivenza dipende dalla presenza del ghiaccio marino, come trichechi e pinguini, sono fortemente minacciate perché il loro habitat sta scomparendo.

Tuttavia, è possibile riuscire a contenere i rischi peggiori, ma solo riducendo drasticamente le emissioni, fattore sul quale i ritardi dell’inazione accumulati sin qui si fanno pienamente sentire. La drastica riduzione delle emissioni darà alle persone e alla natura più tempo per adattarsi. Quando gli ecosistemi sono protetti e ripristinati, possono continuare a garantire i mezzi di sostentamento e il benessere umano, contribuendo anche a mitigare le conseguenze climatiche.

Questo rapporto viene pubblicato dopo il Summit sul clima che si è tenuto lunedì scorso a New York e dove i paesi maggiormente responsabili delle emissioni nel mondo non sono riusciti a rispondere all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite che chiedeva di presentare piani più ambiziosi e concreti per ridurre ulteriormente le loro emissioni di CO2.

Stephen Cornelius, Capo della Delegazione WWF all’IPCC, ha dichiarato: “Non si può giocare d’azzardo con la vita delle persone. La politica non può contraddire la scienza. La posta in gioco è talmente alta che i leader mondiali devono agire ora per garantire un futuro al pianeta e investire in tagli rapidi e profondi alle emissioni di gas serra per contenere il riscaldamento globale entro 1,5° C, incrementando nel contempo in maniera significativa i finanziamenti per la resilienza e l’adattamento”.

La fusione senza precedenti delle calotte glaciali e dei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide è ora la causa principale dell’innalzamento del livello del mare globale, e avrà un impatto su centinaia di milioni di persone. I quattro milioni di persone che vivono nell’Artico si trovano  davanti alla scomparsa delle loro fonti alimentari e lottano per impedire alle loro case di scivolare nell’oceano. La sopravvivenza delle regioni polari, dei loro popoli e delle loro specie dipende dalla nostra velocità ad agire.

Entro il 2050, con l’innalzamento del livello del mare e lo spostamento degli stock ittici a causa del riscaldamento dell’oceano e la loro costante riduzione, un miliardo di persone che vivono in zone costiere più basse saranno a rischio. Questo potrebbe portare a una migrazione su larga scala, poiché le persone fuggono dalle inondazioni e seguono i mezzi di sostentamento da cui dipendono. Ecosistemi costieri come mangrovie e saline possono essere parte della soluzione, in quanto proteggono dalle intemperie e dall’erosione costiera, rimuovendo il carbonio dall’aria.

Lo scioglimento dei ghiacciai montani del mondo influenzerà l’accesso delle persone all’acqua, ma avrà anche conseguenze sulla produzione di cibo, di energia e sulle attività economiche lungo interi sistemi fluviali, oltre a condannare molte specie all’estinzione. Ridurre in modo massiccio le emissioni di carbonioper limitare la perdita di ghiacciai e contemporaneamente concentrarsi sull’adattamento, proteggerà i mezzi di sussistenza per centinaia di milioni di persone e favorirà lo sviluppo sostenibile nelle regioni montane e nelle altre aree lungo il corso dei fiumi, fino al mare.
(Dal sito del WWF Italia)

Firma la petizione

Chiedi che i crimini contro la Natura siano riconosciuti come crimini contro l’umanità >>

  1. Temperature dal 1880 al 2019: i venti anni più caldi mai registrati sono negli ultimi 22 anni, i quattro anni più caldi sono 2015-2018   (guarda qui)

2. Per ciascuna località quando c’è stata la temperatura più calda (giallo a questa data/rosso in questo mese/ scuro da quando si è iniziato a tenere archivi (secondo grafico)

3. Non stiamo riuscendo a rispettare gli obiettivi  per affrontare il cambiamento climatico “ se sommiamo tutte le promesse  di tagliare le emissioni fatte dalle nazioni che hanno firmato l’Accordo di Parigi, il mondo si scalderebbe di più di 3°C entro la fine di questo secolo”.

4. I più grandi emettitori sono Cina e Stati Uniti, insieme sono responsabili di più del 40% delle emissioni

5. Le aree urbane sono particolarmente sotto minaccia. Quasi tutte (95%) delle città che dovranno affrontare rischi climatici estremi si trovano in Africa o Asia

6. Estensione minima del ghiaccio marino artico dal 1980 al 2018

7. Tutti possiamo fare qualcosa per aiutare:

l’IPCC dice che dobbiamo: comprare meno carne, latte, formaggi e burro/dobbiamo mangiare cibi locali di stagione/buttare via meno/guidare automobili elettriche ma camminare o usare bici per distanze brevi/usare treni e autobus invece degli aerei/ fare videoconferenze invece che viaggi di affari/stendere il bucato invece che asciugatrice/coibentare le abitazioni/per ogni prodotto che consumiamo cercare quello a minor impatto per CO2. Secondo studi recenti il singolo modo più efficace per ridurre il proprio impatto ambientale è di modificare la propria DIETA IN MODO DA MANGIARE MENO CARNE

A questo proposito viene citato un articolo pubblicato su Science secondo il quale ci sono  grandi variazioni per l’impatto ambientale di uno stesso cibo:

ad esempio manzo allevato su terreni deforestati produce 12 volte più emissioni di gas serra rispetto al bestiame allevato su pascoli naturali. Altro punto molto importante: questo studio dimostra che la carne con gli impatti ambientali più bassi tuttavia produce sempre più emissioni di gas serra  in confronto a  verdure e cereali coltivati nei modi meno utili dal punto di vista ambientale. Infine secondo lo studio noi dobbiamo modificare le nostre diete, ma sarà molto importante anche cambiare le pratiche in agricoltura.

Antenne come funghi a Terracina, ne sta arrivando un’altra

L’inquinamento elettromagnetico viene studiato da tempo e se ne conoscono gli effetti termici e biologici sulle cellule. Pur non essendoci unanimità nella comunità scientifica sui rischi gravi a carico della popolazione tuttavia “gli effetti biologici non oncologici (sull’uomo e sugli animali) e oncologici (sugli animali) sono universalmente riconosciuti “(Wikipedia).

Il principio di precauzione dovrebbe ispirare le azioni di amministratori e il comportamento dei cittadini.

A Terracina le antenne sono numerose, eccone alcune

Ora si parla di introdurne un’altra e il WWF Litorale laziale stamani ha emesso un comunicato stampa che si riproduce qui integralmente.

CONSIDERAZIONI DEL WWF LITORALE LAZIALE SULLA ISTALLAZIONE  DI NUOVE ANTENNE DI TELEFONIA MOBILE

Nel territorio del Comune di Terracina da anni stiamo assistendo a continue, improvvise e incontrollate istallazioni di antenne di telefonia mobile.

La necessità di un collegamento sempre più efficace e veloce e la smania di essere sempre più competitivi sollecitano gli operatori del settore a cercare di coprire quante più aree possibili.

Il nostro riferimento è alla richiesta di autorizzazione per l’istallazione di una Stazione Radio Base per rete di telefonia mobile di ILIAD Italia S.p.A.

Da anni la popolazione giustamente preoccupata si chiede cosa può succedere vista l’assenza di una amministrazione attenta e sollecita che si sia munita di strumenti regolativi e piani che prevedano nei particolari tutti gli aspetti di queste attività.

Le persone che si preoccupano per l’inquinamento elettromagnetico si informano, studiano, magari seguono da anni la questione scoprendo ad esempio che fin dal 2008 il Comune con molta difficoltà ha avviato un processo per dotarsi di un Piano P.R.A.E.E.T., di un regolamento per l’istallazione di impianti di comunicazione elettroniche e di un registro per il monitoraggio e catasto SRB (rispettivamente Deliberazione di C.C. n°71/2009, Delibera di C.C. n°144 XVI del 2/10/2008  art.12 per il registro SRB) ma che fino al 2014 non c’è stata attuazione del regolamento e nel frattempo il Piano  P.R.A.E.E.T. è diventato obsoleto e bisognoso di una revisione. Insomma, l’immobilismo in questo ambito è il più totale.

Nel 2013, infatti, il Forum di Agenda 21 Locale, di cui il WWF fa parte, convocò gli assessori competenti e gli autori della redazione del Piano e manifestò la preoccupazione per questo stallo nelle procedure perché nel frattempo le istallazioni continuavano ad avvenire con il meccanismo del silenzio-assenso su aree di proprietà private.

Si è dovuto aspettare il 2014 con sollecitazioni sempre da parte delle associazioni e dei comitati di cittadini per vedere poi nel mese di giugno un consiglio comunale che delibera l’attivazione di una serie di strategie e procedimenti relativi alla modifica del P.R.A.E.E.T.  e del relativo Regolamento e altre iniziative.

A sostegno di questo, ma solo un anno dopo, nel 2015 il Comune, insieme alla società P.R.A.E.E.T. srl ha proposto oltre alla revisione del P.R.A.E.E.T. e del regolamento una serie di azioni, sette interventi in tutto, che prevedono la regolamentazione puntuale di tutti gli aspetti legati alla gestione del problema compresa l’informazione ai cittadini, le tariffe e il “mantenimento e gestione del piano”.

Dopo quella confortante dichiarazione di intenti tuttavia sulla questione è calato di nuovo il silenzio.

Ci sembra veramente assurdo continuare a chiedere cortesemente all’amministrazione di attivarsi in tal senso e non è più accettabile che essa intervenga puntualmente, a volte anche in modo tardivo o inefficace, solo perché sollecitata da associazioni e cittadini. 

Come cittadini vogliamo sentirci tutelati, la nostra salute e quella dei nostri figli non va barattata con nessuna esigenza commerciale. Per fortuna la ricerca scientifica va avanti e i nostri amministratori possono trovare conforto nella tanta letteratura scientifica in merito alla pericolosità, per la salute umana, dell’esposizione alle emissioni elettromagnetiche.

Chiediamo quindi che si completi l’iter proposto nell’ultimo documento e che questo sia finalmente un riferimento sicuro per i cittadini e per le aziende che intendono chiedere autorizzazioni nel nostro territorio comunale.

 

Anche Terracina partecipa alla Settimana europea della mobilità sostenibile 2018

Dal 16  al 22  settembre si svolge in tutta Europa la Settimana europea della mobilità sostenibile durante la quale si lasciano nei box o nei parcheggi le auto private per muoversi nelle città a piedi, in bici o con mezzi pubblici.

Terracina partecipa anche quest’anno all’iniziativa europea con il programma presente nella locandina

 

Il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha aderito alla manifestazione internazionale anche per sollecitare, in particolare, la costruzione in città dell’anello ciclabile senza il quale i monconi esistenti di corsie riservate alle bici non svolgono alcuna funzione di riduzione dell’uso degli inquinanti mezzi motorizzati. La stessa pista azzurra del lungomare sta diventando il luna park del divertimento e giustamente vi circolano bambini su tricicli, grandicelli su mezzi a quattro ruote, ragazzi sui pattini, giovani su skateboard a spinta o elettrici,…..

 

 

 

 

 

 

Il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha festeggiato gli studenti terracinesi premiati dal Presidente della Repubblica

Oggi pomeriggio nella sala dell’Hotel Palace di Terracina il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha incontrato gli studenti premiati dal Presidente Mattarella per la loro attività di vigilanza antincendi boschivi svolta durante la scorsa estate.

Dopo una breve introduzione da parte di responsabili dell’associazione, il saluto del presidente di Agenda21 Locale e il ricordo di Emilio Selvaggi espresso da Carlo Cappelli, ha preso la parola uno dei ragazzi premiati che ha voluto sottolineare il senso di famiglia con cui ha vissuto l’esperienza estiva della vigilanza insieme ai soci del WWF.

In sala erano presenti gli studenti e i loro famigliari, alcuni cittadini che avevano collaborato durante l’attività estiva e soci dell’associazione.

Finiti i discorsi l’incontro ha preso il tono della festa attorno al buffet organizzato dai soci del WWF.

Il WWF è grato alla Direzione dell’Hotel Palace per l’ospitalità e alla Pasticceria Somma per il consistente contributo dato al buffet.

Bilancio lusinghiero del biennio 2016/17 di Agenda 21 di Terracina

In questi giorni è arrivato a conclusione un altro biennio dell’Agenda 21 di Terracina e il presidente ha comunicato al Comune il bilancio delle numerose iniziative realizzate dal Forum, molte delle quali, tra l’altro, hanno favorito la riconferma della Bandiera Blu.

Il Forum che conta 239 iscritti può vantare una notevole produttività che sinteticamente si evidenzia nei seguenti punti

  • sono stati realizzati n. 101 riunioni e incontri istituzionali
  • sono stati elaborati, presentati e consegnati al protocollo comunale, oltre che pubblicati sul sito web e sulla pagina Facebook di A21L, e inviati alla stampa, n. 57 documenti
  • a seguito delle richieste avanzate e delle proposte presentate, sono stati approvati n. 41 atti amministrativi (di cui n. 6 Deliberazioni di Consiglio Comunale, n. 26 Deliberazioni di Giunta Comunale e n. 9 Determinazioni Dirigenziali), mentre rimangono in attesa di essere avviati n. 11 atti amministrativi

I risultati sono venuti in seguito all’azione pressante preso l’Istituzione comunale nel rispetto dei riferimenti fondamentali dell’Agenda 21, relativi alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica e con riferimento agli indirizzi programmatici del mandato assembleare del Forum di A21L.

Nel corso del biennio sono stati promossi e richiesti:

  1. Il rinnovo dell’indirizzo di Politica Ambientale e del Piano di Azione Ambientale, nell’ambito del processo di Agenda 21 Locale, sulla base dei principali e aggiornati indicatori di sostenibilità.
  2. L’adozione e l’attuazione di appositi strumenti di piano (il Piano di Azione del Ciclo delle Acque, il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, il Piano Generale del verde urbano e territoriale, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, il Piano PRAEET per la telefonia mobile, ecc.).
  3. La realizzazione di specifici interventi di sostenibilità (la valorizzazione e la gestione del SIC marino e dell’Area Marina Protetta, la valorizzazione e gestione delle acque superficiali – Progetto Rewetland, la valorizzazione e sviluppo degli obiettivi connessi al riconoscimento della Bandiera Blu, la valorizzazione e gestione delle grandi aree protette, la valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, ecc.).
  4. Iniziative di educazione e di informazione ambientale (la “Giornata Mondiale dell’Acqua”, la “Giornata Mondiale della Terra”, la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, la “Giornata Nazionale degli Alberi”, la “Settimana Unesco per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile”, la “Settimana Europea per la Mobilità Sostenibile”, ecc.)
  5. Interventi di sostenibilità sociale (iniziative per contrastare lo spreco alimentare e per la lotta alla povertà, misure di sostegno per le fasce più deboli della popolazione e per l’integrazione degli stranieri residenti, oltre che per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, ecc.).
  6. Interventi di sostenibilità economica (il “Bilancio Partecipativo”, il “Bilancio di Sostenibilità”, il “Bilancio del consumo di suolo”, la “Tariffa Puntuale” per il ciclo dei rifuti, ecc.).
  7. Nuovi diritti di cittadinanza e di partecipazione (il Regolamento per l’istituzione degli “Ausiliari Ambientali”, il nuovo disciplinare per il “Tavolo Permanente per il Turismo e la Cultura”, la “Carta dei Servizi” per la gestione del ciclo dei rifiuti, il Regolamento per l’assegnazione degli “Orti Urbani” e “Orti Sociali”, il Regolamento per il “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, ecc.).

Una “Strada dei Parchi” a Terracina

Nella Settimana Europea della Mobilità Sostenibile che si sta svolgendo a Terracina è venuta una proposta interessante da parte di Agenda 21 Locale.

La proposta si aggiunge con il suo tocco di novità assoluta alle diverse iniziative in corso in città.

La Strada dei Parchi, una green way cittadina, congiungerebbe tutti i parchi di Terracina a partire dall’area archeologico-naturalistica di Monte Sant’Angelo per raggiungere la Fossata, la Rimembranza, i giardini di levante, il molo traianeo, la collinetta, la pinetina, villa Tomassini, l’area Ghezzi, il parco Oasi, Posterula.

Aspetti storici, archeologici  e naturalistici si fonderebbero in un tutt’uno davanti al camminatore cittadino.

Certamente, ora toccherà lavorarci per esporre una segnaletica adeguata, per proteggere il percorso dal traffico motorizzato e soprattutto per tenere aperti tutti i parchi.

L’ Agenda 21, alla quale si associa il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale, passa la proposta all’Amministrazione comunale; aspettiamo una decisione in merito.

Intanto, domani, giovedì 21 settembre, nella Settimana Europea della Mobilità Sostenibile sperimenteremo un tratto della Strada dei Parchi. L’appuntamento per i cittadini è alla Rimembranza alle ore 9; alle 12 è prevista la conclusione della passeggiata.

Ecco la Strada dei Parchigreen_way-la_via_verde

 

 

Camminare tra storia e natura, da piazza Municipio a piazza Palatina

Nell’ambito della Settimana europea della Mobilità Sostenibile oggi si è svolta a Terracina la passeggiata lungo l’Appia superiore e via Francigena del sud organizzata da Archeoclub e WWF Litorale laziale.

Si è partiti da piazza Municipio per raggiungere in una mattinata assolata ma fresca piazza Palatina.

Tappe significative sono state realizzate nel piazzale dell’ex-ospedale, tra i monconi delle torri della porta nord delle mura cittadine, davanti al murale dei pellegrini della via Francigena fatto realizzare recentemente dal WWF, al bivio verso piazza Palatina, in corrispondenza del diverticolo che congiunge il percorso dell’Appia alla casa dell’imperatore Galba fino ad arrivare nel semicerchio di piazza Palatina.

Oltre a Lavio Grossi che ha illustrato gli aspetti storico-archeologici del percorso e a Elisabeth Selvaggi e Franca Maragoni che hanno evidenziato la geologia e la vegetazione dei luoghi attraversati, quattro studenti che nell’alternanza scuola/lavoro hanno aderito al progetto del WWF sui cammini storici hanno fatto conoscere la storia della via Francigena.

Settimana europea della mobilità sostenibile 2017

La Settimana europea della mobilità sostenibile prevede delle iniziative dette Misure Permanenti di Mobilità Sostenibile e delle attività da svolgersi nel periodo. Le prime sono di competenza specifica dell’Ente comunale mentre le seconde sono proposte e organizzate dalle associazioni.

Quest’anno le Misure Permanenti previste sono le seguenti:
– ZTL e Isola Pedonale nel Centro Storico alto
– Elenco delle aree comunali destinate a stazioni di Byke Sharing

Le attività proposte dalle associazioni sono articolate in camminate e percorsi in bicicletta.

Questa la locandina