Scoperto un insetticida nelle uova, non bastavano gli erbicidi a tavola

Lo scandalo scoppiato a livello mondiale con decine di Paesi coinvolti a partire dall’Europa costretti a distruggere milioni di uova e tonnellate di ovoprodotti destinati all’industria alimentare, ripropone in maniera seria e non più rinviabile la questione dei pesticidi (insetticidi e erbicidi).

Questo nuovo caso porta anche allo scoperto le scelte degli organi politici europei che non riescono a orientare la produzione dei beni alimentari senza far correre rischi alla salute dei cittadini; vedi il caso del glifosato, il potente erbicida, che nonostante l’oltre un milione di firme raccolte in tutta Europa per la sua eliminazione pare ne venga ancora autorizzata la distribuzione.

Questa volta il pesticida coinvolto è il fipronil e Wikipedia fornisce queste informazioni sui suoi effetti sull’uomo

Sintomi: i sintomi che si possono osservare nell’uomo a seguito di esposizione a forti dosi, singola o ripetuta, sono ipereccitabilità, irritabilità, tremori e, a uno stadio più grave, letargia e convulsioni. I sintomi sono reversibili, una volta terminata l’esposizione.

Certamente mangiare qualche uovo contaminato per un adulto sano non comporta rischi insopportabili, ma un bambino o una persona in età avanzata hanno una maggiore vulnerabilità e anche un piccola dose del contaminante può creare loro dei rischi.

Il ministero della Salute italiano ha dichiarato che il rischio per gli italiani è basso, pare sia stata sequestrata soltanto una partita di un ovoprodotto liquido utilizzato per lavorazioni successive su cui sono in corso accertamenti.

Il caso, comunque, conforta la nostra posizione che è quella che a tavola non ci si deve ammalare.

Via quindi tutti i pesticidi nella produzione degli alimenti!

 

Emergenza incendi, il WWF chiede l’intervento dell’esercito

Incendi: WWF, emergenza che richiede mobilitazione straordinaria.Se necessario far intervenire esercito.

Quella degli incendi è un’emergenza che richiede una mobilitazione straordinaria e rispetto alla quale, se necessario, bisogna far intervenire anche l’esercito.
La Sicilia e in particolare Messina continua a bruciare. Da quattro giorni le fiamme non hanno sosta e la parte nord della dorsale dei Monti Peloritani è praticamente distrutta. Le alte temperature e la continua azione dei piromani, che non accenna a diminuire rendono la situazione esplosiva.
In Campania, siamo di fronte ad un attacco alle aree protette. Dopo il Parco nazionale  del Cilento e il parco dei Monti Lattari ora le fiamme stanno divorando il Parco nazionale del Vesuvio dove si è arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. La situazione resta critica anche nel Lazio e in particolare nella provincia di Roma.
Il WWF chiede di attivare immediatamente un controllo capillare del territorio e che venga aggiornato subito il catasto degli incendi, previsto dalla legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi n. 353/2000.
Gli incendi mettono a rischio la vita di migliaia di cittadini e turisti oltre a quella degli animali che abitato i boschi e provocano danni enormi a cominciare dal costo per la collettività di migliaia di ettari di capitale naturale persi per sempre. Siamo in presenza di una situazione limite: per questo è necessario un intervento straordinario, a cominciare dal numero di uomini e mezzi sul campo che risulta insufficiente rispetto alla dimensione dell’emergenza.
Roma, 11 luglio 2017
 

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Lupo, Accordo tra WWF e allevatori virtuosi di DifesAttiva

L’OBIETTIVO È SOSTENERE GLI ALLEVATORI CHE SI IMPEGNANO NELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE DEI DANNI

Per favorire un equilibrio stabile tra lupi e zootecnia WWF Italia e DifesAttiva, un’associazione di allevatori virtuosi della Maremma toscana, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione. Le due associazioni che sono già impegnate localmente nel progetto LIFE Medwolf arrivato alle fasi finali hanno un obiettivo comune: quello di trovare soluzioni capaci di alleviare i problemi legate alla predazione da lupo puntando sulla prevenzione.

“Il lavoro che DifesAttiva sta facendo in Maremma è encomiabile e assolutamente in linea con la mission del WWF: costruire un mondo in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura. Perciò, grazie ai fondi raccolti con la campagna #SOSlupo, cominceremo con il contribuire concretamente alle spese di mantenimento degli efficaci cani da guardiania che DifesAttiva mette a disposizione degli allevatori, come i famosi cani bianchi usati da secoli in Abruzzo e in Maremma, sostenendo l’acquisto di cibo e di medicinali veterinari”dichiara Marco Galaverni, responsabile specie ed habitat di WWF Italia.

Il mantenimento dei cani, infatti, non viene oggi finanziato da programmi europei o regionali di sostegno al settore zootecnico e per gli allevamenti con numerosi capi ne consegue un aggravio notevole di costi.
Si comincerà dalla provincia di Grosseto non solo perché qui la presenza del lupo produce effetti economici e sociali maggiori che altrove, ma anche perché, grazie al progetto LIFE Medwolf, è nata una realtà come DifesAttiva che risponde intelligentemente sia al problema delle predazioni che alla necessità di valorizzare la pastorizia locale (La prevenzione è qualità, recita infatti lo slogan dell’associazione). In seguito il WWF metterà in campo altre iniziative concrete in tutta Italia per contrastare il bracconaggio, sostenere gli allevatori e diffondere un’informazione corretta su una specie fondamentale per i nostri ecosistemi.
“Noi ci impegniamo con passione e costanza a proteggere il nostro bestiame con strumenti di prevenzione legali: i nostri cani da guardiania sono i nostri alleati in campo e i ricoveri notturni sono la nostra gestione del bestiame in momenti di maggiore vulnerabilità”dice Francesca Barzagli, giovane allevatrice di ovini e Presidente dell’Associazione DifesAttiva“Che sia lupo, volpe o altri predatori, noi non vogliamo il danno. È una continua lotta, e nessuno premia le aziende che con costanza cercano di riequilibrare una situazione a volte veramente difficile. Noi crediamo che realizzare una sinergia di intenti e una rete tra imprese agricole zootecniche sia un primo passo, ma la possibilità di condividere anche con altre associazioni i nostri sforzi e il nostro impegno ci fa capire che non siamo più soli – conclude la giovane allevatrice –Per questo ringraziamo il WWF per questa collaborazione. Rimaniamo sempre in attesa, però, delle Istituzioni dello Stato che invece ci hanno abbandonato di fronte ai numerosi problemi dell’allevamento”
Il WWF continua la sua battaglia in difesa del lupo, una specie simbolo per l’Italia: gli abbattimenti non sono né accettabili né efficaci per ridurre i danni da predazione, che invece vanno affrontati e risolti, come dimostrano i progetti in corso, sviluppando efficaci mix di soluzioni di prevenzione e difesa studiate per ogni azienda e, ove necessario, ricorrendo ad indennizzi congrui e tempestivi. Il WWF torna a chiedere con forza l’approvazione del Piano di Conservazione e Gestione del lupo in Italia (fermo da mesi), stralciando il paragrafo sugli abbattimenti, così come sostenuto anche dalla quasi totalità delle Regioni.

Roma, 7 luglio 2017
 

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Un quinto dell’Italia a rischio desertificazione. Bollino rosso anche nelle Oasi WWF

17 GIUGNO GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

DESERTIFICAZIONE E CAMBIAMENTI CLIMATICI FENOMENI INTERCONNESSI RISPETTO AI QUALI È URGENTE UN’AZIONE COORDINATA. ANCHE LE OASI DEL WWF A RISCHIO PER LA SICCITÀ

La siccità che sta attanagliando numerosi bacini idrici italiani rende necessaria e urgente una reazione operativa perché ormai i grandi cambiamenti globali scatenati dalla nostra continua pressione, non solo sono accelerati, ma sono sempre più interconnessi. È ormai evidente l’intreccio degli effetti del cambiamento climatico con quelli del fenomeno della desertificazione, rispetto ai quali è urgente un’azione coordinata. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici predisposto da numerosi autorevoli specialisti coordinati dal Ministero dell’Ambiente ed in via di approvazione definitiva non potrà non andare in questa direzione.

Oggi circa un quinto del territorio nazionale italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. Secondo gli scenari del cambiamento climatico realizzati dagli specialisti per il nostro paese (in particolare il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici CMCC), entro fine secolo le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni, soprattutto nei periodi estivi ed è evidente che le problematiche climatiche e quelle relative alla desertificazione saranno sempre di più intrecciate. Si sta già verificando un incremento della temperatura senza precedenti con un calo delle precipitazioni annuali, con estati più secche, ed inverni più umidi, in particolare, nelle regioni settentrionali. Su un territorio complesso e fragile come quello italiano, questi fenomeni portano ad una sostanziale variazione della frequenza e delle entità di frane, alluvioni e magre dei fiumi, con effetti importanti per l’assetto territoriale e i regimi idrici.

Secondo i dati disponibili più recenti in Italia, abbiamo una quantità di risorse idriche rinnovabili corrispondente a circa 116 miliardi di metri cubi mentre i volumi di acqua effettivamente utilizzabili sono stimati attorno ai 52 miliardi di metri cubi. Complessivamente utilizziamo oltre il 30% delle risorse rinnovabili d’acqua disponibili nel nostro paese che sono ben superiori alla soglia del 20% indicata dall’obiettivo europeo (Europa efficiente nell’impiego delle risorse): per questo, l’Italia è indicato dall’OCSE come paese soggetto a stress idrico medio-alto che, inoltre, presenta una forte disomogeneità rispetto alla distribuzione delle risorse idriche e al loro fabbisogno. Dai dati ISTAT sulle diverse tipologie di utilizzo della risorsa idrica, risulta che il prelievo dell’acqua potabile è in aumento (del 6,6% rispetto all’inizio della serie storica di 13 anni) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (il consumo medio giornaliero per abitante giunge a 228 litri).

Il cambiamento climatico interagisce con il ciclo idrico tramite diversi elementi che costituiscono dei forzanti provocati dall’incremento delle temperature come, ad esempio, l’umidità atmosferica, l’evapotraspirazione, la quantità, la distribuzione e la forma delle precipitazioni e la fusione dei ghiacciai. Oggi l’estensione dei ghiacciai in Italia, come risulta dai dati del Comitato Glaciologico Nazionale, copre una superficie di 368 kmq e, rispetto alle rilevazioni condotte nel periodo 1959-1962 tale superficie risulta ridotta del 30% (159 kmq).

I cambiamenti climatici agiscono in maniera significativa come aggravanti delle vulnerabilità dei settori che esigono l’utilizzo dell’acqua, dalla disponibilità di acqua potabile, all’agricoltura e al settore energetico. Gli impatti del cambiamento climatico sono sempre più forti sia sugli ecosistemi ed i processi ecologici, sia sui singoli organismi, sulla struttura e dinamica delle popolazioni, sulla distribuzione e migrazione delle specie, sulla produttività degli ecosistemi, costituendo una crescente minaccia per la biodiversità del nostro paese. L’Italia sta quindi subendo impatti crescenti dovuti all’accelerazione dei cambiamenti climatici globali che avranno conseguenze sempre più negative sugli ecosistemi, sulla nostra società ed economia, rispetto ai quali non solo è necessario ma urgente intervenire.

Bollino rosso anche per le Oasi WWF. La siccità sta colpendo anche le Oasi e da tempo: i livelli delle acque delle aree umide stanno calando e ci sono aree già secche. Le falde si sono abbassate in più luoghi. La vegetazione di alcune aree gestite dal WWF è già in stress idrico avanzato. Si stanno comunque monitorando le condizioni per prevenire incendi o danni alla fauna. Alcuni esempi:

Riserva naturale di Ripa Bianca (Marche) Pochissima acqua nel fiume. Livello falda/lago molto basso.

Riserva naturale di Valle Averto (Veneto). Attualmente la situazione è di allerta. In caso di scarsità d’acqua, potrebbero esserci seri problemi di anossia nei canali interni con la conseguente moria di pesce all’interno dell’oasi

Oasi di Macchiagrande (Lazio) Situazione è molto critica; le specie vegetali nella lecceta – soprattutto gli allori – evidenziano stress idrico e termico notevole; le pozze temporanee non si sono mai riempite, a testimonianza che la falda è molto bassa. Stagno con livelli d’acqua al minimo. 

Riserva naturale degli Orti-Bottagone (Toscana). Il Bottagone è ai livelli di acqua dei primi di luglio, tempo un mese e sarà prosciugato. Orti ha una parte con acqua che entra dal Cosimo, la parte più a sud è quasi del tutto in secca. Stiamo intervenendo manualmente sul fosso principale di arrivo per ricreare un minimo di ripristino del livello dell’acqua.

Monumento naturale Pian Sant’Angelo (Lazio) Stress idrico elevato del sottobosco, comprese le specie più mediterranee; bacche e frutti (prugnolo, rosa canina…) secche prima di arrivare a maturazione. Le poche pozze di fango sono secche, la forra resiste solo per l’apporto di unA sorgente che però è un rivolo.

Nell’Oasi di Persano (Campania) la situazione è critica da metà maggio, con il livello del lago  un metro e mezzo sotto il livello massimo.

Oasi di Alviano (Umbria). Evidente stress idrico per le piante del bosco, ma la situazione in palude è ancora accettabile.

Riserva naturale Lago di Burano (Toscana). Livello del lago molto basso

Riserva naturale Laguna di Orbetello (Toscana). Pozze interne d’acqua dolce prosciugate. Piante con stress idrico.

LA CONVENZIONE. La Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione nei paesi che soffrono la siccità, particolarmente in Africa (UNCCD), è stata aperta alle firme dei Paesi il 17 giugno 1994 a Parigi, ed è entrata in vigore a dicembre 1996. Il tema della desertificazione di molte aree del mondo e il preoccupante livello di crescita del fenomeno aveva condotto il ben noto Earth Summit, la Conferenza ONU sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro tenutasi nel 1992, oltre ad aprire alla firma dei Paesi le due Convenzioni sul cambiamento climatico e sulla biodiversità, ad attivare un Comitato Intergovernativo di negoziazione per giungere all’elaborazione di un’apposita convenzione sulla desertificazione che fu conclusa e presentata alla firma dei Paesi, due anni dopo, nel 1994.

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22 aprile 2017, Giornata Mondiale della Terra; a Terracina da quest’anno sarà dedicata a Emilio Selvaggi

La Giornata mondiale della Terra venne proclamata dal Segretario generale dell’ONU U Thant il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Nel corso degli anni è diventata un avvenimento educativo ed informativo e l’occasione per valutare le questioni più importanti che riguardano il nostro pianeta come l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le estinzioni di migliaia di piante e specie animali, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili (carbone, petrolio, gas naturali). E’ anche l’occasione per sollecitare soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo come il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi e la protezione delle specie minacciate.

Il WWF Litorale laziale-Gruppo Pontino accogliendo la proposta dell’Agenda 21 Locale di Terracina di dedicare la Giornata della Terra a Emilio Selvaggi ritiene di riservargli questa giornata anche per gli anni futuri.

Non una strada, una piazza, una sala la cui attribuzione non entra nelle competenze di un’associazione ma una Giornata, il 22 aprile di ogni anno, servirà a ricordare ai cittadini la figura e l’opera di Emilio Selvaggi, una persona che ha dato alla città molto di più di quanto abbia preso.

La sua opera non resta soltanto nel restauro della Rimembranza ma nella formazione e nella crescita della coscienza ecologica di molti cittadini, noi compresi.

Sabato 22 aprile il parco della Rimembranza sarà aperto dalle ore 9 alle ore 19.

Ecco il programma:

Ore 10 Ricordo di Emilio e a seguire visita guidata storico-archeologica e naturalistica a cura dell’Archeoclub e del WWF

Ore 16  Visita guidata storico-archeologica e naturalistica a cura dell’Archeoclub e del WWF

Vista l’apertura ininterrotta del parco sarà possibile anche fare un picnic al suo interno.

Dichiarazione di Malta MedFish4Ever ultima opportunità per salvare la pesca del Mediterraneo

Alla fine della conferenza ministeriale sulla pesca nel Mediterraneo a Malta, il WWF ha espresso pieno sostegno alla Dichiarazione di Malta MedFish4Ever  sul futuro della pesca nel Mediterraneo, firmata oggi dai ministri della pesca della regione.

La Dichiarazione Malta MedFish4Ever è un piano strategico ambizioso per trasformare il settore della pesca del Mediterraneo e garantire la sostenibilità e la disponibilità degli stock ittici a lungo termine sulla base dei migliori pareri scientifici disponibili. Questo settore è estremamente importante per il Mediterraneo, che impiega oltre 250.000 persone (il 55% sono pescatori artigianali) direttamente, oltre al lavoro fornito da mercati del pesce, produzione, distribuzione e altri settori connessi con la pesca nel Mediterraneo. La strategia definita nella presente Dichiarazione integra con forza gli aspetti socio-economici e una migliore gestione in mare.

Gli stock ittici del Mediterraneo non possono più essere sostenuti da parole e buone intenzioni. Abbiamo bisogno di azioni concrete, visibili lungo le coste, in mare e a livello di governance. La Dichiarazione di Malta è l’ultima occasione per salvare gli stock ittici del Mediterraneo e garantire i mezzi di sussistenza a lungo termine per le generazioni future”, ha detto Giuseppe Di Carlo, Direttore della Mediterranean Marine Initiative del WWF.

Il WWF ha lavorato per oltre 15 anni allo sviluppo e supporto di soluzioni per superare lo stato terribile degli stock ittici del Mediterraneo e per promuovere una nuova e più efficace governance per la pesca. Il WWF ha mostrato che il processo partecipativo – in cui il settore della pesca, l’amministrazione, la scienza e le ONG hanno pari dignità – è la chiave per fermare il declino degli stock ittici, gestire lo sforzo di pesca in modo più efficace e migliorare la selettività in mare.

L’unione delle forze ha dimostrato di essere lo strumento più efficace. Attraverso la cogestione stiamo vedendo risultati che superano le nostre speranze. D’ora in avanti ci aspettiamo di vedere azioni concrete a seguito degli accordi presi in questa dichiarazione, che possano via via consegnarci un Mediterraneo sano e produttivo. A tal fine il WWF offre un supporto completo alla Commissione Europea, ai paesi del Mediterraneo e alla CGPM per plasmare insieme un futuro migliore per la pesca nel Mediterraneo”, ha aggiunto Giuseppe Di Carlo.

Roma, 30 marzo 2017
 
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Sabato 25 febbraio-Giornata Mondiale delle Zone umide

Sabato 25 febbraio il Parco Nazionale del Circeo celebra la Giornata Mondiale delle Zone umide con un importante convegno che si terrà a Sabaudia nell’Auditorium Centro visitatori del Parco in via Carlo Alberto, 188.

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Per conoscere il mondo delle zone umide, dai laghi agli stagni, dagli animali e piante all’uomo il Parco ha predisposto un calendario di visite guidate gratuite con prenotazione.

SOSLUPO: MOBILITAZIONE DAL 21 FEBBRAIO AL 23 FEBBRAIO NUOVE AZIONI WWF

lupo1Giovedì 23 febbraio torna in Conferenza Stato – Regioni l’approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia, dopo il rinvio ottenuto il 2 febbraio u.s. grazie alla nostra mobilitazione con il Twitterstorm.

 11 Presidenti di Regione hanno dichiarato pubblicamente che non voteranno un Piano che introduce la possibilità di applicazione della deroga alle norme di tutela della specie nel nostro paese consentendo la possibilità di realizzare abbattimenti legali.

 Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sembra intenzionato però a mantenere nel Piano la previsione degli abbattimenti legali e non abbiamo la certezza che in Conferenza Stato – Regioni prevalgano i contrari a questo provvedimento.

 Il WWF Italia considera gli abbattimenti legali inutili e dannosi ed ha richiesto dopo il rinvio del 2 febbraio l’approvazione del Piano, utile e necessario, con lo stralcio del paragrafo III.7 cancellando così l’ipotesi degli abbattimenti legali.

 Abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera ai Presidenti delle Regioni ed al Ministro Gian Luca Galletti con la richiesta di rinvio in sede tecnica del piano per lo stralcio dell’ipotesi degli abbattimenti legali, garanzie sulle risorse finanziarie per l’attuazione delle altre 21 misure del Piano e l’attivazione immediata di un “osservatorio nazionale” per monitorare la sua attuazione.

PER FERMARE GLI ABBATTIMENTI LEGALI SERVE ANCORA IL VOSTRO AIUTO, nei prossimi giorni dobbiamo ancora una volta far sentire la nostra voce e quella dei tanti cittadini italiani contrari a questo provvedimento.

DOBBIAMO ESSERE ANCORA PIU’ NUMEROSI E DETERMINATI per far arrivare ai Presidenti delle Regioni la nostra richiesta di cancellazione della parte del Piano che introduce la possibilità di tornare a sparare al lupo, dopo 46 anni di tutela integrale. Abbiamo per questo pensato ad una duplice azione sul Web:

–       un Mailbomber con invio da martedì 21 febbraio a giovedì 23 febbraio di e-mail ai Presidenti ed Assessori all’Ambiente delle Regioni, al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per rinforzare le richieste del WWF Italia;

–       un Twitter Storm da concentrare giovedì 23 febbraio dalle ore 11.00 alle ore 14.00 e sempre rivolto al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ed ai propri Presidenti delle diverse Regioni per rilanciare in Conferenza Stato – Regioni il nostro ultimo appello per un NO abbattimenti legali del lupo.Mercoledi’ 22 febbraio e’ prevista presso la sede del WWF Italia la conferenza stampa per rilanciare le nostre richieste alla Conferenza Stato – Regioni e per il lancio del Twitterstorm.

Tra martedì 21 febbraio e giovedì 23 febbraio inviare una o più email ai Presidenti ed Assessori all’Ambiente delle Regioni (VEDI INDIRIZZI SOTTO INDICATI), al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, con il seguente testo:

“Chiedo, insieme al WWF Italia, l’approvazione del Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia nella riunione della Conferenza Stato – Regioni di giovedì 23 febbraio, con lo stralcio del paragrafo III.7 che consente gli abbattimenti legali della specie, la certezza delle risorse finanziarie per l’attuazione delle 21 azioni del Piano e l’immediata istituzione della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione del Piano”

(ECCO DI SEGUITO L’ELENCO DEGLI INDIRIZZI EMAIL A CUI INVIARE LE VOSTRE COMUNICAZIONI, CON IL DETTAGLIO DEI PRESIDENTI ED ASSESSORI REGIONALI o Regione):

Paolo Gentiloni, Presidente Consiglio dei Ministri; Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare; Stefano Bonaccini, Conferenza delle Regioni; Presidente della Conferenza delle Regioni: gentiloni@governo.it; segreteria.ministro@minambiente.it; conferenza@regioni.it; segreteriapresidente@regione.emilia-romagna.it

Toscana Presidente Enrico ROSSI; Assessore Federica FRATONI; Assessore Marco REMASCHI

enrico.rossi@regione.toscana.it;federica.frantoni@regione.toscana.it;

marco.remaschi@regione.toscana.it;

Marche Presidente Luca CERISCIOLI; Vice Presidente Anna CASINI; Assessore Angelo SCIAPICHETTI luca.ceriscioli@regione.marche.it;fabio.sturani@regione.marche.it; eliana.maiolini@regione.marche.it;anna.casini@regione.marche.it; adonella.andreucci@regione.marche.it;angelo.sciapichetti@regione.marche.it; mteresa.paglialunga@regione.marche.it

Umbria Presidente Catiuscia MARINI; Assessore Fernanda CECCHINI

presidente@regione.umbria.it; fernanda.cecchini@regione.umbria.it

Valle d’Aosta Presidente Augusto ROLLANDIN; Assessore Luca BIANCHI; Assessore Renzo TESTOLIN presidenza@regione.vda.it; a-ambiente@regione.vda.it; ass-agricoltura@regione.vda.it

Veneto Presidente: Luca ZAIA; Assessore: Gianpaolo E. BOTTACIN; Assessore: Giuseppe PAN presidenza@regione.veneto.it;assessore.bottacin@regione.veneto.it; assessore.pan@regione.veneto.it;

Abruzzo Presidente: Luciano D’ALFONSO; Vice Presidente e Assessore: Giovanni LOLLI; Assessore :Silvio PAOLUCCI; Assessore :Dino PEPE luciano.dalfonso@regione.abruzzo.it;giovanni.lolli@regione.abruzzo.it; silvio.paolucci@regione.abruzzo.it;dino.pepe@regione.abruzzo.it

Calabria Presidente: Gerardo Mario OLIVERIO; Delega Tutela dell’ambiente: Antonietta RIZZO; mario.oliverio@regione.calabria.it; antonella.rizzo@regione.calabria.it;

Lazio Presidente: Nicola ZINGARETTI; Assessore Mauro BUSCHINI; Assessore Carlo HAUSMANN segreteria.presidente@regione.lazio.it;assessore.buschini@regione.lazio.it; assessoratoagricoltura@regione.lazio.it;

TESTI PER TWITTER:

#Soslupo il lupo non si uccide. @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini Stop ad un piano che permette di abbattere i lupi @WWFitalia (+ EVENTUALE PROFILO TW PRESIDENTE REGIONE)

Il lupo si tutela, non si uccide. Via gli abbattimenti dal piano lupo. @WWFitalia #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

Con abbattimenti non si fa prevenzione. Sì a indennizzi, no a uccisioni lupo @WWFitalia #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

(Tutela lupo + indennizzi agricoltori) = prevenzione. Uccisione legale lupo = inciviltà. #soslupo @PaoloGentiloni @glgalletti @sbonaccini

Per la nostra Regione

NICOLA ZINGARETTI Lazio @nzingaretti

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Piano Lupo: WWF scrive a ministero Ambiente e Regioni

APPROVARE IL PIANO STRALCIANDO PARAGRAFO CHE PREVEDE ABBATTIMENTI LEGALI

“Il Piano lupo ritorni nei prossimi giorni in discussione in sede tecnica, con un confronto aperto a tutte le parti interessate, partendo però da un punto fermo, l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo per la gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche”. Lo scrive la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi in una lettera in cui il WWF chiede al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, ai presidenti e agli assessori regionali competenti una rapida approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia con lo stralcio del paragrafo III.7 in cui è prevista la possibilità di abbattimenti legali.

La lettera al Ministero e alle Regioni è accompagnata da un documento in cui l’Associazione spiega, nel dettaglio, le motivazioni della propria opposizione all’ipotesi di abbattimenti legali. In particolare il WWF sottolinea che per l’oggettiva carenza di dati attendibili sullo status della popolazione della specie (in particolare per la sottopopolazione appenninica), sull’incidenza della mortalità dovuta al bracconaggio, sulla reale entità e localizzazione dei danni alla zootecnia e la carente applicazione delle soluzioni e tecniche per la loro prevenzione in molte regioni, non sussistano le condizioni per l’applicazione di deroghe.

Oggi è possibile un accordo per lo stralcio del paragrafo III.7, come auspicato anche dalla maggioranza dei Presidenti delle Regioni: 11 su 20 hanno, infatti, pubblicamente dichiarato la loro posizione contraria ad un Piano che contempli anche la possibile autorizzazione agli abbattimenti legali.

Per il WWF è vitale che l’accordo della Conferenza Stato-Regioni indichi anche le fonti per il finanziamento dell’attuazione del Piano di gestione del Lupo: infatti, per evitare che le azioni previste restino prive di copertura e, quindi, sostanzialmente inapplicate, i costi non possono essere a carico solo delle Regioni. Per l’Associazione esiste il rischio che, una volta approvato, il Piano possa rimanere sostanzialmente non attuato, come già accaduto con la precedente versione del 2002. Per questo è importante prevedere l’immediata attivazione, da parte della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 del Piano, per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle azioni previste, con il coinvolgimento di tutte le parti sociali ed economiche interessate e non solo dei soggetti istituzionali competenti.

Il Piano dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, per la lotta al bracconaggio, per il contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane-lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia.

Nei giorni che ci separano dalla riunione della Conferenza Stato-Regioni chiamata ad approvare il documento (informazioni attendibili parlano del 23 febbraio) è possibile trovare un accordo per arrivare ad un Piano che, in tutti i suoi aspetti, riconosca il valore del lupo come componente del capitale naturale della Nazione, senza trascurare il valore che le attività del settore zootecnico hanno per l’economia rurale del nostro Paese.

Il WWF auspica la ripresa del confronto in sede tecnica e politica, tra Ministero dell’Ambiente e Regioni, ma è pronto alla mobilitazione insieme ai tantissimi cittadini che lo scorso 2 febbraio hanno fatto sentire, forte e chiara, la propria voce in difesa del lupo.

Sul sito web del WWF il testo integrale del Piano sulla gestione del lupo in Italia predisposto dal Ministero dell’Ambiente.

Leggi la lettera del WWF al ministro dell’Ambiente e alle Regioni

Roma, 15 febbraio 2017
 

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Lupo ucciso: WWF, Lupo ‘Claudio’ ennesima vittima del bracconaggio

GRAVE PERDITA: COLPITO LUPO DOTATO DI RADIOCOLLARE CHE STAVA FORNENDO IMPORTANTI ELEMENTI A STUDIO SPECIE

L’uccisione del lupo “Claudio”, ucciso nelle Marche, non solo dimostra come ormai i bracconieri siano senza freni ma rappresenta una perdita enorme sia per la specie che per la scienza. Quello, ucciso, infatti, è un esemplare che, dopo essere stato vittima di un incidente in provincia di Teramo, era stato curato e dotato di radiocollare nell’ambito del Progetto Life MircoLupo che vede la partecipazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: tramite il radiocollare il lupo è stato seguito per mesi fornendo importanti informazioni sulle sue abitudini, sui suoi spostamenti, sulle sue interazioni con il branco.

16640896_10154477187057869_7760669550970616723_nIl WWF chiede che i responsabili di questo crimine di natura siano individuati al più presto e puniti. Purtroppo i precedenti non fanno ben sperare. Gli atti di bracconaggio restano, purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, impuniti e anche quando vengono individuati i colpevoli le pene sono ridicole. Per questa ragione il WWF ha predisposto una proposta di legge per l’inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta: proposta che è diventato il disegno di legge n. 1812 che, però, giace ancora in qualche cassetto della Camera dei Deputati.

Non è la prima volta che lupi dotati di radiocollare vengono uccisi illegalmente, nel mese di novembre 2014 su 9 lupi radiocollarati nel Parco Nazionale della Maiella, 5 sono stati vittime di lacci o veleno e 2 investiti. La percentuale di lupi colpiti dal bracconaggio, sarebbe quindi del 55%; se si considerano quelli morti per cause antropiche la percentuale sale al 77%. Mentre nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini dal 2013 al 2016 su 3 lupi dotati di radiocollare satellitare 2 sono stati rinvenuti morti per bracconaggio dopo pochi mesi dall’avvio del monitoraggio, con percentuali della mortalità per cause antropiche simili a quelle della Maiella. I dati del monitoraggio svolto nei Sibillini, nell’area dove è stato rinvenuto anche questo ultimo esemplare ucciso, indicano nel 2016 un numero di lupi nel territorio dell’area protetta compreso tra 35 e 43. La mortalità per cause antropiche è piuttosto alta, tra il 2103 e il 2016, sono stati ritrovati 12 lupi morti, di cui 3 per avvelenamento, 5 investiti da autoveicoli, 2 per bracconaggio, 1 per rogna e 1 per cause ignote. E in questi due esempi siamo all’interno di aree naturali protette che dovrebbero essere i territori dove il lupo è maggiormente protetto.

Anche per questo è necessario stralciare qualsiasi ipotesi di abbattimento legale dei lupi dal Piano di gestione del Lupo presentato dal Ministero dell’Ambiente. I tantissimi cittadini italiani che hanno aderito alla campagna #soslupo del WWF Italia hanno chiesto di tutelare il lupo e non certo di consentirne gli abbattimenti legali. Ogni anno in Italia si stima muoiono circa 300 lupi per colpa della caccia illegale, di trappole, bocconi avvelenati e incidenti stradali, ma il numero è probabilmente sottostimato perché sfuggono tutti i lupi uccisi illegalmente nell’omerta generale.


Roma, 09 febbraio 2017
 

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