PARCHI: PATRIMONIO DEL PAESE

Mercoledi’ 20 giugno dalle ore 9.00 alle 13.30

il WWF, insieme ad altre Associazioni, organizza presso la Camera dei Deputati, Sala delle Colonne di Palazzo Marini (Via Poli, 19 – Roma) l’incontro

PARCHI: PATRIMONIO DEL PAESE

Per il rilancio delle Aree Naturali Protette

e della Legge 394

con l’obiettivo di contrastare la riforma della Legge quadro sulle aree naturali protette in discussione al Senato e rilanciare il ruolo dei parchi per la conservazione della biodiversita’.

Stiamo vivendo un momento molto delicato per i parchi italiani, tra taglio dei finanziamenti, riduzione delle piante organiche e la prospettiva di una modifica della Legge quadro 394 che rischia di peggiorare ulteriormente la situazione.

Siete invitati a partecipare e a dare la massima diffusione all’iniziativa inoltrando il programma alla Vs. lista di contatti.

Programma incontro 20 GIUGNO_Parchi patrimonio del paese

Verso Rio+20 (3)

Cibo, acqua e energia per tutti. Per sempre.

Eliminare i sussidi perversi:
In questo momento di crisi globale, eliminare tutti i sussidi che impattano negativamente sull’ambiente è vitale, a cominciare da quelli che promuovono l’uso di combustibili fossili e quelli all’agricoltura e alla pesca non sostenibili. Questo processo deve prevedere fasi di avanzamento e di rendicontazione annuali, e la completa eliminazione di questi sussidi dannosi entro il 2020. E’ necessario assumere misure adeguate per compensare gli impatti sociali negativi.
Necessità di una nuova governance ambientale:
Per aiutare la promozione dello sviluppo sostenibile e l’ottenimento di un adeguato ambito di riferimento per la sua governance, è fondamentale coordinare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio indicati nel 2000 con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che dovrebbero essere indicati a Rio, in un quadro di sviluppo delle nostre società dopo il 2015 (data di scadenza di molti degli indicatori degli Obiettivi del Millennio). Un autorevole Consiglio per lo Sviluppo Sostenibile, in sede ONU, potrebbe garantire che gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile siano promossi e i risultati raggiunti siano monitorati e valutati.
 CORNICI ISTITUZIONALI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

– Integrazione dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile: il WWF supporta la creazione di un Consiglio per lo Sviluppo Sostenibile per coordinare, consolidare, far progredire e assicurare l’integrazione, attraverso più settori, dello sviluppo sostenibile ai più alti livelli del decision-making.
– Rafforzare la governance ambientale promuovendo l’UNEP a agenzia specializzata, con il mandato di supportare e garantire il rispetto di tutti gli accordi ambientali multilaterali.
– Integrare meglio i criteri di sviluppo sostenibile nelle istituzioni finanziarie internazionali esistenti, per promuovere investimenti davvero sostenibili
Per seguire Rio+20 

Verso Rio+20 (2)

Cibo, acqua e energia per tutti. Per sempre.

Questa è la sfida del WWF lanciata nell’anno di Rio+20, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile in programma a Rio de Janeiro a vent’anni dall’analoga Conferenza del 1992 che ha lanciato per la prima volta a livello mondiale il concetto di sviluppo sostenibile.

La Conferenza di Rio+20 sullo Sviluppo sostenibile presenta ai leader del pianeta un’opportunità straordinaria per arrivare a una nuova visione, condivisa a livello internazionale, che accolga l’equità sociale e la sostenibilità economica e ambientale nel nostro modello di sviluppo. Il WWF esorta le parti a cogliere questa occasione attraverso i seguenti principi fondamentali.

LA GREEN ECONOMY NEL CONTESTO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE E DELLA LOTTA ALLA POVERTÀ
  •  Gestire in maniera sostenibile il capitale naturale: Assicurarsi che le strategie di sviluppo nazionale prendano pienamente in considerazione lo stato degli asset e degli ecosistemi naturali e il loro ruolo nel sostenere il benessere e l’economia umana; investire attivamente nella loro conservazione e rafforzamento per evitare una crisi globale devastante e irreversibile.
  • Andare oltre il PIL: Sviluppare nuovi standard e indicatori per misurare la performance ambientale oltre il PIL e utilizzarli, insieme agli indici di sviluppo umano, per fornire una lettura più accurata dello stato delle nostre economie e per stimolare la conservazione dell’ambiente naturale e uno sviluppo più equo.
  •  Considerazione dei costi ambientali: Definire regole secondo cui tutti i costi ambientali della produzione e del consumo sono integrati in nuovi modelli, per affrontare le cause e non solo i sintomi della perdita ambientale.
  •  Schemi di certificazione trasparenti: Espandere, supportare e standardizzare gli schemi di certificazione, basati sulla migliore conoscenza scientifica disponibile e che coinvolgano più stakeholder, per andare verso consumi e produzioni sostenibili.
  •  Stabilire un veicolo di investimento per facilitare la transizione e l’implementazione di economie verdi attraverso il finanziamento di tecnologie innovative, la cooperazione tecnologica, e programmi di aggiornamento in particolare attraverso una finanza innovativa.

Tonno rosso: inizia male la stagione di pesca nel Mediterraneo

1/6/2012 – Avvistate una ventina di navi illegali al largo di Italia e Spagna

Mentre in Italia vengono sequestrate dalla Capitaneria di Porto, a cui va il plauso del WWF Italia, 40 tonnellate di tonno rosso pescato illegalmente e pronto per essere spedito all’estero,  il  WWF rivela che due grandi flotte  non mediterranee sono state avvistate nel corso delle ultime due settimane in alcune delle più importanti zone di pesca del tonno rosso del Mediterraneo. 
Queste imbarcazioni  potrebbero operare in violazione delle norme internazionali  per la pesca e conservazione dello stock di tonno rosso.
La consistente presenza di pescherecci stranieri nel Mediterraneo, facilitati da una evidente diminuzione dei controllo da parte delle nazioni coinvolte in questo tipo di pesca, ricorda la situazione osservata nei primi anni novanta.

“Quello che abbiamo scoperto da segnali  radioemessi  dai pescherecci mediterranei è come la storia si ripeta”, ha detto Marco Costantini responsabile Mare del WWF Italia “Dopo alcuni anni di controlli più severi, sembra che si stia tornando alla situazione che abbiamo avuto più di un decennio fa, quando la pressione della pesca era salita a un picco che minacciava il collasso della popolazione”.

Una prima flotta avvistata si riferisce ad un minimo di 13 navi cinesi, e prende il nome “YU YUAN FU”. La seconda flotta comprende un minimo di otto navi battenti bandiera sconosciuta. Nessuna di queste navi è autorizzata alla pesca del tonno rosso.
La flotta  FU YU YUAN ha attraversato il Mediterraneo da Suez a Gibilterra, prima di lasciare la regione il 26 maggio. Dopo il passaggio attraverso il Canale di Sicilia, i segnali radio sono stati spenti per più di due giorni. In risposta alle richieste di chiarimenti le autorità cinesi hanno dichiarato che la flotta si sta dirigendo verso la Mauritania.
La  seconda flotta, di bandiera sconosciuta, è stata più volte rilevata nel Mediterraneo occidentale, anche all’interno della zona di protezione spagnola della pesca nel Mare delle Baleari, una delle zone principali di pesca del tonno rosso. La maggior parte delle navi di questa flotta sono state  localizzate al largo della costa occidentale dell’Algeria, vicino al mare di Alboran.

Il WWF ha riportato immediatamente queste informazioni al segretariato dell’ICCAT  (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) e alla Commissione Europea, esortando le autorità nazionali competenti per la pesca ad effettuare ispezioni a bordo delle navi, al fine di escludere ogni legittimo sospetto sulla pesca illegale del tonno rosso.

La Giornata delle Oasi e il profilo fragile dell’Italia

I 9 ‘VOLTI’ DEL PROFILO FRAGILE DELL’ITALIA

Sono 9 le tipologie di paesaggi costieri in Italia che, nell’ambito dell’Ecoregione Mediterraneo Centrale, fanno da ponte tra il continente africano e l’Europa per fauna e flora, di cui molti esemplari sono stati protetti grazie alle Oasi WWF.

1. ‘Paesaggio lagunare’ (lagune costiere dell’Alto Adriatico e Laguna di Venezia).
2. ‘Paesaggio ligure, al primo posto tra le regioni italiane per ricchezza di flora.
3. ‘Paesaggio pontino’, completamente pianeggiante con una fascia dunale costiera (bosco planiziale del Parco Nazionale del Circeo, uno dei lembi rimasti delle antiche selve costiere). 
4.‘Paesaggio litorale tirrenico’: fascia litorale del versante occidentale della Penisola (Maremma, Lazio, Campania, Basilicata e Calabria), caratterizzato da sistemi dunali e stagni costieri che si alternano a coste alte e rocciose, promontori e baie, dall’Argentario al Circeo. 
5. ‘Paesaggio costiero adriatico’, paesaggio collinare recente con assenza di coste alte e insenature, fatta eccezione del Conero.
6. ‘Paesaggio garganico’, esteso tavolato calcareo che si sviluppa a quote tra i 600 e 800 m s.l.m. e degrada con ripide scarpate.
7. Paesaggio delle Murge e Salento: tavolato calcareo che costituisce la Puglia.
8. Paesaggio delle coste siciliane e piccole isole, caratterizzato da specie che sopportano temperature elevate e periodi di aridità.
9. Paesaggio sardo litorale, per lo più a falesia, ma non mancano esempi di dune costiere imponenti (Dune di Piscinas).

L’intero dossier del WWF Italia

DOSSIER COSTE        IL ‘PROFILO’ FRAGILE DELL’ITALIA

è scaricabile qui.

Domenica 20 maggio nella Giornata delle Oasi i visitatori del parco della Rimembranza di Terracina troveranno nasturzi e fiori di acanto.

La Giornata delle Oasi di domenica 20 maggio fa riflettere anche sull’erosione costiera

Così si sgretola la silhouette d’Italia

Negli ultimi anni l’erosione costiera si è ‘mangiata’ oltre il 42% dei litorali italiani (CNR-2006), un fenomeno in atto anche a livello globale che secondo le stime riguarda fino all’80% delle spiagge del mondo e che in Italia travolge oltre 1600 km di costa (per la maggior parte tra le spiagge adatte alla balneabilità), con picchi allarmanti in alcune regioni. In Molise, che ha appena 35 km di costa, il 91% del litorale sabbioso è stato divorato dal mare, che ha risparmiato appena 2 chilometri di spiaggia.

In Puglia è in erosione il 65% delle coste balneabili (pari al 22% dell’intero sistema costiero), in Abruzzo il 61%, nel Lazio ben 117 chilometri ovvero il 20% della costa regionale e il 54% di quelle balneabili, nelle Marche 78 km di costa, in Calabria 300 km (43%) e in Liguria il 33%. I valori più bassi in Emilia Romagna (25%), Veneto (18%),  e Friuli (13%).

Tra le cause dell’erosione costiera, il prelievo di ghiaie e materiali inerti dal letto dei fiumi, veri e propri nastri trasportatori di sedimenti che, in una situazione di equilibrio, fanno rinascere ‘naturalmente’ le spiagge;  l’incremento di porti e porticcioli,  aumentati tra il 2007 e il 2011 di oltre il 7,6% (Osservatorio nautico nazionale 2012); la concentrazione di stabilimenti balneari, che, oltre a livello infrastrutturale, contribuiscono a danni anche più impattanti sull’ambiente a causa degli interventi di pulizia meccanica degli arenili che disgregano la compattezza della sabbia esponendola maggiormente al vento ed mare, interrompono la progressione delle dune, determinano una variazione delle pendenze e la rimozione delle foglie di posidonia spiaggiata, ‘barriera’ naturale contro l’azione erosiva del mare.

Il parco della Rimembranza di Terracina si prepara a ricevere i visitatori della Giornata delle Oasi WWF.

Il profilo fragile dello Stivale

Dalla costiera amalfitana alla spiagge di Budelli, dalle lagune costiere alle saline, dalle dune del Circeo a Portofino, dalle falesie del Gargano ai lungomari dell’Adriatico fino al “letterario” sentiero Rilke a strapiombo lungo la baia di Sistiana vicino Trieste, dedicato al poeta austriaco: il profilo della nostra penisola è parte integrante dell’immaginario collettivo mondiale.

Questi ambienti di passaggio fra terra emersa e mare hanno condizioni ambientali difficili come i forti venti salmastri, l’aridità e la salinità delle falde sottostanti fino alla mancanza di humus: questo però ha consentito a centinaia di organismi di adattarsi rendendo così le nostre coste ambienti ricchi di biodiversità ma al tempo stesso tra i più minacciati insieme alle zone umide.

Un video girato nella riserva di Punta Penne a Vasto dal WWF Abruzzo dell’uccello Fratino che nidifica sulle spiagge ne è una prova inconfutabile.

Le spiagge naturali sono rifugio per centinaia di specie dagli uccelli alle tartarughe marine, cordoni sabbiosi fioriti di gigli di mare e santoline che proteggono dalla forza dei venti e della salsedine la macchia e i boschi retrostanti. La ricchezza delle coste è unop degli elementi di qualità dell’Ecoregione Mediterranea, una delle aree prioritarie globali indicate dal WWF.

Il nostro è però un profilo diffusamente deturpato e estremamente fragile, un bene pubblico di primaria importanza sia per la biodiversità che custodisce che per la ricchezza culturale/paesaggistica che rappresenta.

Le coste sono anche quel confine sensibile agli effetti dei fenomeni legati ai mutamenti climatici, come l’intensificarsi delle mareggiate e l’innalzamento dei mari. Ma se in buono stato, come le spiagge ancora ricche di dune sabbiose  integre, possono costituire bastioni naturali capaci di contrastare questi effetti.

La loro difesa, dunque, è prioritaria e riguarda tutti.

Luca Argentero testimonial della Giornata delle Oasi WWF 2012

I pochi chilometri di coste italiane che sono sopravvissuti alla mano dell’uomo conservano fragili ecosistemi di dune, spiagge, delta fluviali e boschi costieri popolati da migliaia di specie animali e vegetali, come fenicotteri, fratini, volpi, anfibi e tartarughe marine – ha detto Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia – Ma senza una quotidiana azione di tutela questi preziosi ritagli di natura rischiano di soccombere a un utilizzo sempre più sconsiderato del territorio e del mare. Memori della grande mobilitazione che l’anno scorso ci ha consentito di salvare due nuovi boschi, ci appelliamo alla generosità degli italiani e al loro amore per il mare e la natura, per coinvolgerli in un nuovo ambizioso progetto di tutela che con l’aiuto di tutti potrà dare nuova vita a tre bellissime aree tra terra e mare, vitali, protette e aperte alla fruizione di tutti.

Anche quest’anno testimonial della campagna è Luca Argentero che ha voluto confermare il suo impegno accanto al WWF girando un suggestivo spot ambientato in riva al mare. E fra gli altri aiuteranno a diffondere l’iniziativa anche Fiorello, Neri Marcorè, Massimiliano Rosolino e Francesco Facchinetti che hanno prestato la loro immagine al progetto.


E il 20 maggio tutti invitati alla grande Festa delle Oasi WWF, gli oltre 100 paradisi di natura protetti dall’Associazione del Panda in tutta Italia, che saranno aperte gratuitamente al pubblico con iniziative speciali per tutte le età, insieme a 10 Riserve del Corpo Forestale dello Stato che quest’anno partecipa alla festa. Tutti i programmi nelle prossime settimane su www.wwf.it 

Giornata delle Oasi WWF 2012: i tre siti da proteggere

Nelle prossime tre settimane, il WWF racconterà lo stato dei nostri litorali attraverso approfondimenti, inchieste e iniziative speciali, e inviterà gli italiani a dare il proprio aiuto per realizzare il triplice obiettivo della Campagna 2012: Dare vita alla nuova Oasi WWF Scivu ad Arbus, in Sardegna, un vero paradiso di dune alte sabbiose e fitta macchia mediterranea, detta ‘parlante’ perché battuta dal vento di maestrale, dove si incontra il cervo sardo, ma anche minacce come il taglio dei ginepri secolari o il passaggio di fuoristrada. Bonificare la bellissima spiaggia che costeggia la Riserva naturale e Oasi WWF Le Cesine, nel Salento, in Puglia, dove i rifiuti portati dal mare e mai rimossi hanno creato strati di plastica con gravi danni alla vegetazione e agli animali. Riforestare e riqualificare le zone umide dell’Oasi WWF Golena di Panarella, in Veneto, un paradiso di biodiversità alle porte del Delta del Po, che d’inverno ospita fino a 130-140.000 uccelli e che per questo è meta ambita dai bracconieri. Tre aree che sono il simbolo delle tre tipologie di coste più importanti e allo stesso tempo più fragili: le dune, le zone umide e le foci dei fiumi, fondamentali sia per il loro valore di biodiversità e bellezza, sia per la nostra sicurezza perché rappresentano veri e propri cuscinetti, determinanti nel caso dell’innalzamento del mare conseguente ai cambiamenti climatici.

Mare e coste: salviamo il profilo fragile dell’Italia

 

Un profilo fragile lungo quasi 8.000 chilometri di litorali, ‘sommersi’ da un’ondata di pressioni e minacce – erosione costiera, degrado, cementificazione selvaggia, inquinamento da terra e dal mare. Un dossier fa il punto.
Un profilo fragile lungo quasi 8.000 chilometri di litorali, ‘sommersi’ da un’ondata di pressioni e minacce – erosione costiera, degrado, cementificazione selvaggia, inquinamento da terra e dal mare – che nell’ultimo secolo ha già travolto e fatto sparire per sempre l’80% delle dune, eroso il 42% dei litorali sabbiosi e compromesso più del 50% delle nostre coste, interessate e spesso deturpate da agglomerati urbani, strade, porti, industrie e stabilimenti balneari, che accolgono 638 comuni costieri e quasi 18 milioni di persone (30 milioni considerando la fascia dell’immediato entroterra, ovvero più della metà degli italiani), con una densità quasi doppia rispetto alla media nazionale (380 abitanti per kmq contro 200), tanto che oggi meno del 30% dei nostri litorali è rimasto allo stato naturale.
È la fotografia scattata dal nuovo dossier “Coste: Il profilo fragile dell’Italia” diffuso dal WWF, che quest’anno dedica alla tutela del mare e delle coste la Festa delle Oasi 2012 (il 20 maggio in tutta Italia).

E dopo il successo dell’edizione 2011 che ha permesso di salvare due nuovi boschi, il WWF lancia la nuova campagna “Un mare di oasi per te”, una ‘sfida blu’ che nelle prossime tre settimane chiede l’aiuto degli italiani per proteggere tre preziose aree costiere in Sardegna, Puglia e Veneto, e trasformare questi delicati ecosistemi al confine tra la terra e il mare in nuovi baluardi di natura protetta che tutti potranno conoscere e frequentare. Dal 29 aprile al 20 maggio tutti potranno partecipare a questa nuova mobilitazione per la natura italiana, inviando un sms o chiamando il 45503 oppure recandosi presso le filiali e gli sportelli automatici (ATM) Unicredit di tutta Italia (dal 14 al 27 maggio) 

Una campagna che nasce  “sotto il segno del fratino”, con le emozionanti immagini dei primi pulcini di questo piccolo e raro uccello che nidifica sulle spiagge, nati proprio in questi giorni lungo la costa di Martinsicuro (Teramo) in Abruzzo, un simbolo della meraviglia di natura che può vivere su un litorale in salute e rispettato.