L’Ora della Terra si avvicina, anche il comune di Sezze aderisce all’iniziativa

Contro i cambiamenti climatici ridurre il riscaldamento globale

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Il sindaco del comune di Sezze ha risposto all’invito del WWF Litorale Pontino aderendo all’Ora della Terra;  sabato 23 marzo terrà spente  le luci della Piazza del Duomo e della facciata della chiesa dalle ore 20.30 alle 21.30.

Ecco la lettera di adesione SezzeaWWF

L’Ora della terra si avvicina, Ponza batte sul tempo i comuni pontini aderendo immediatamente all’iniziativa del WWF

Contro i cambiamenti climatici ridurre il riscaldamento globale

Il WWF Litorale Pontino ha inviato una lettera a tutti i sindaci della provincia per chiedere l’adesione all’Ora della Terra 2013.

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Il primo a rispondere aderendo all’iniziativa è stato il comune di Ponza che il 23 marzo terrà spento il palazzo comunale dando così l’esempio ai propri cittadini per una riduzione dei consumi energetici.

Ecco la lettera inviata al WWF LP dal sindaco Pier Lombardo Vigorelli. Ponza

Governo, con l’ambiente tra le priorità l’Italia può cambiare

Tra le priorità del WWF una Roadmap per la decarbonizzazione; una normativa contro consumo del suolo e una legge per Governo territorio; una Strategia nazionale e regole più stringenti su bonifiche

 

74508_106978832706201_443820_nTra le 8 priorità del Partito Democratico che si candida al Governo del Paese sono stati finalmente inseriti esplicitamente i temi dell’economia verde e dello sviluppo sostenibile (punto 6): un segnale che forse in Italia sta cominciando a cambiare qualcosa”, commenta il WWF, che chiede però al PD di essere più esplicito e coraggioso, ricordando la necessità di un Green Deal (‘cambiamento/svolta verde’),  chiesta dalle maggiori Associazioni ambientaliste durante la campagna elettorale.

Il WWF ricorda che il Paese ha bisogno:

1. non solo di confermare gli incentivi sull’efficienza energetica degli edifici, ma di una Roadmap nazionale di Decarbonizzazione e per l’uso efficiente delle risorse nella produzione dell’energia elettrica, nei trasporti, nell’industria e nei servizi e di perseguire  l’Obiettivo del 100% Rinnovabili entro il 2050, procedendo alla chiusura progressiva delle centrali alimentate con combustibili fossili, e rinunciando a ogni piano di trivellazioni petrolifere off shore;

2. sicuramente di un programma di riqualificazione urbana, ma soprattutto di una nuova legge di Governo del territorio, che aggiorni la disciplina urbanistica ferma al 1942, e della definizione di una normativa sul consumo del suolo che usi la leva fiscale per disincentivare l’espansione edilizia e incentivare la riqualificazione del patrimonio esistente, oltre a segnali precisi sull’abbandono definitivo del Primo Programma sulle infrastrutture strategiche, divoratore di fondi pubblici e di risorse ambientali;

3. di definire una vera e propria Strategia nazionale per garantire l’avvio concreto degli interventi di bonifica attraverso un’azione coordinata con le Regioni, e di una messa in mora politico-istituzionale dei soggetti che ai termini di legge hanno l’obbligo di procedere ai ripristini ambientali ed alla messa in sicurezza dei siti contaminati.

23 marzo 2013, l’Ora della Terra, il WWF scrive ai sindaci pontini

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L’avvicinarsi del 23 marzo chiama tutti ad un ripensamento dei propri stili di vita, la parola d’ordine è ridurre i consumi energetici contro il riscaldamento globale. I sindaci sono chiamati a dare l’esempio con il tenere spento per un’ora dalle 20.30 alle 21.30 un monumento, una piazza, …in modo da invitare i cittadini a spegnere in parte o totalmente le luci nelle proprie abitazioni.

 

Gentile Sindaco,

anche quest’anno si terrà Earth Hour,  il più grande evento globale che riunisce cittadini e comunità di tutto il Pianeta nella lotta ai cambiamenti climatici. L’iniziativa è caratterizzata dall’estrema semplicità del gesto (spegnere una luce, un edificio, un monumento o un’intera città) che simboleggia la volontà di sentirsi uniti in una sfida che nessuno può pensare di vincere da solo, ma in cui contano le azioni di ognuno. La preoccupazione per il riscaldamento globale e per il ritardo della politica e dei Governi nell’affrontarlo, aumenta,  ma insieme aumenta la consapevolezza che tutti possiamo (e dobbiamo) essere protagonisti delle soluzioni.

Questa iniziativa può rappresentare una vetrina importante per raccontare insieme al WWF a livello nazionale e internazionale l’impegno del Suo Comune nella lotta ai cambiamenti climatici e, nel contempo, unirsi a tante altre Amministrazioni in tutto il mondo, lanciando un segnale ai Governi e alle forze politiche nazionali che non hanno ancora impostato, né realizzato un’efficace azione di contrasto.

L’adesione del Suo Comune potrà avvenire attraverso lo spegnimento simbolico di un monumento/edificio della Sua  città il 23 Marzo dalle ore 20.30 alle ore 21.30 (ora italiana).

Il nostro auspicio è che il Suo Comune voglia rispondere all’appello del WWF  partecipando attivamente a quest’iniziativa.  A tal fine e per meglio valorizzare l’adesione all’evento, Le chiediamo di farci avere conferma scritta indirizzata a litoralepontino@wwf.it entro il 16/3/2013.

Ci auguriamo, inoltre, che l’adesione ad Earth Hour da parte di numerosi Comuni italiani, possa  essere l’occasione per favorire politiche e azioni volte alla riduzione dei numerosi fattori che continuano a contribuire in maniera sempre più rapida e negativa al “riscaldamento globale”.

Augurandoci di poter contare sull’adesione del Suo Comune, cogliamo l’occasione per inviarLe i nostri più cordiali saluti.

Terracina, 6 marzo 2013

Il presidente del WWF Litorale Pontino

Allegato: Comunicato stampa WWF Italia 20/2/2013 WWF_EH_CS lancio_SFIDAILMONDO

Elezioni 2013: dite qualcosa di ambientalista

18/2/2013 – Eco telegramma alla politica in sette punti di un cartello di 13 associazioni nazionali

 

ecotelegramma400Un ECO-telegramma alla politica che in questa campagna elettorale ha sostanzialmente taciuto su temi di enorme importanza per la vita degli italiani e per lo stesso sviluppo economico del Paese: ambiente, territorio, energia e nuova occupazione creata dalla green economy. Su questi temi le associazioni della società civile, così come gli imprenditori legati all’idea di innovazione verde, hanno tentato di chiamare a discutere e a dire la loro tutte le forze politiche, hanno elaborato ‘agende’ e ‘appunti’. Ma di fatto questi temi sono rimasti fuori dal main stream politico: i partiti hanno delegato ai settori di riferimento, si sono pronunciati a mezza bocca sulle richieste delle associazioni, mentre a far discutere sono stati come sempre gli schieramenti, le personalità, le alchimie pre e post elettorali. Oggi un cartello di 14 associazioni e aziende chiede ai partiti e ai candidati premier di “dire qualcosa di ambientalista” e manda un ECO-telegramma con 7 punti a tutte le forze politiche cui domanda un impegno nell’ultima settimana della campagna elettorale.

 

 

A presentare in una conferenza stampa questa sfida alla politica è un gruppo consistente di organizzazioni che operano in ambiti diversi:  assieme a LAST MINUTE MARKET, l’associazione contro lo spreco che ha promosso l’ECO-telegramma, ci sono le associazioni ambientaliste che hanno elaborato nelle scorse settimane l’”Agenda ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese” (CLUB ALPINO ITALIANO, FONDO AMBENTE ITALIANO, FEDERAZIONE PRO NATURA, GREENPEACE, LEGAMBIENTE, TOURING CLUB e WWF); SLOWFOOD che ha lanciato gli “Appunti per le politiche alimentari”; LIBERA E GRUPPO ABELE di Don Ciotti che hanno raccolto 120 mila firme di cittadini per la petizione contro la corruzione “Riparte il futuro”; associazioni e imprenditori di grande peso nel campo dell’economia sostenibile: APER (che raccoglie centinaia di aziende  e ha elaborato un documento con “26 Azioni per lo sviluppo delle rinnovabili”), ALCE NERO (la cooperativa di agricoltori e apicoltori che rappresenta uno dei più affermati marchi del biologico italiano) e EATALY (una delle eccellenze del made in Italy nel campo dell’alimentazione di qualità).

“Ai candidati premier, ai leader di partito, crisi ambientale si aggrava assieme a quella economica stop Politica si occupa solo di alleanze stop Prossima settimana di campagna elettorale è ultima occasione per dire quello che farete per ambiente e green economy stop  Ed ecco su quali priorità  stop”, scrivono in forma telegrafica gli organizzatori alle segreterie di partito proponendo sette punti di capitale importanza su cui si dovrebbe appuntare l’attenzione nelle ultime battute della campagna elettorale.
  1.  la battaglia contro la corruzione che sottrae enormi risorse materiali e morali al paese,
  2. l’ obiettivo 100%  rinnovabili,
  3. mobilità sostenibile,
  4. conservazione della biodiversità e delle aree protette,
  5. valorizzazione dell’agricoltura biologica e a basso impatto ambientale,
  6. recupero del patrimonio edilizio invece che consumo di suolo,
  7. lotta agli sprechi, oltre all’ampliamento della raccolta differenziata e al riciclo dei rifiuti.

 Si tratta – sottolineano gli organizzatori nel testo dell’eco-telegramma – di “impegni chiari contro lo spreco di ambiente, territorio energia e futuro da prendere già nel primo anno di governo”. Primi interventi che un nuovo esecutivo dovrebbe avviare in fretta, che partono dal patrimonio di idee e proposte che sono state avanzate nelle varie agende elettorali 

 

Elezioni 2013: l’ambiente non è entrato nei programmi elettorali

Sette importanti associazioni propongono un’Agenda per la Ri/conversione ecologica del Belpaese

sostenibilita terra e frecceIl nuovo modello economico basato su un’economia verde e rigenerativa deve costituire il fulcro dell’agenda del futuro Governo e Parlamento, valorizzando gli elementi di forza (parchi, biodiversità, patrimonio culturale, sistema della qualità), garantendo la sicurezza e l’efficienza dell’approvvigionamento energetico e favorendo l’internalizzazione dei costi ambientali per evitare che le minacce ambientali mettano a rischio anche gli asset di forza del Paese. E’ indispensabile che finalmente si costruisca anche in Italia un Patto che sia basato su un nuovo paradigma che consideri come inscindibili la dimensione ecologica e quella economica e sociale dello sviluppo.

Per fare in modo che questa impostazione assuma centralità nel dibattito elettorale che trascura i temi ambientali, sette tra le più importanti associazioni ambientaliste (CAI, FAI, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente,Touring Club Italiano, WWF) hanno condotto un’analisi dei programmi  delle agende dei vari partiti e coalizioni individuando 6 gravi carenze e hanno redatto un proprio documento“Elezioni nazionali 2013: Agenda ambientalista per la Ri-Conversione ecologica del Belpaese”, in cui vengono presentate 80 proposte su 12 filoni principali per la riconversione.

Le Associazioni ambientaliste hanno compiuto una lettura approfondita dei Programmi e delle Agende delle varie coalizioni e partiti in lizza nelle Elezioni 2013 accorgendosi che in nessuno di questi c’è la consapevolezza della centralità della sfida che si pone al nostro Paese, anche nel contesto dei problemi globali, né delle azioni innovative necessarie per perseguire l’obiettivo.

Dai programmi elettorali per le Elezioni 2013 le associazioni ambientaliste rilevano che:

1. non assume centralità la grave crisi provocata dai cambiamenti climatici che impone scelte radicali di azzeramento delle emissioni in tutti settori e nel modello produttivo, nonché nelle strategie di adattamento;

2. non emerge una consapevolezza sui servizi ecosistemici garantiti dalla tutela della biodiversità;

3. non ci si pone con urgenza la questione degli indirizzi della nuova politica industriale e della riconversione post-industriale;

4.non si affronta il problema di come calcolare e valutare la ricchezza della nazione attraverso la declinazione di nuovi indicatori di benessere che superino il PIL;

5. non si fa cenno a come si pensi di intervenire per adeguare il corpus dei diritti e dei delitti ambientali;

6. non ci si sofferma sulla cronica e ormai patologica inadeguatezza della governance ambientale, dipendente in buona parte dalla progressiva liquidazione del Ministero dell’ambiente avvenuta negli ultimi 5 anni. Si aggiunga che anche per settori che fanno parte del patrimonio consolidato della nostra economia, dell’offerta data dal nostro Sistema Paese  – beni culturali, turismo e agricoltura – nei programmi non si aprono nuove frontiere, né si assume la necessità di interventi coordinati e complessivi di rilancio..

Nel documento proposto dalle associazioni ambientaliste vengono forniti invece i dati essenziali per inquadrare la situazione attuale e illustrare proposte dettagliate su 12 argomenti chiave per il futuro sostenibile del Paese:

New “Green Deal”: la speranza per il futuro dell’Italia;

Biodiversità: ricchezza della nazione;

Il patrimonio costituito dai beni culturali;

Domanda di mobilità e infrastrutture;

Salute e ambiente nelle scelte industriali;

Consumo di suolo e Governo del territorio;

Difesa del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici;

Contenuti verdi della filiera agroalimentare;

Turismo: sostenere le vocazioni del territorio;

Governare l’ambiente;

Diritto all’ambiente: tutela costituzionale e penale;

Andare oltre il PIL: nuovi  indicatori di sostenibilità.

Nel descrivere le 80 proposte per la Ri/Conversione ecologica del Paese, le associazioni ambientaliste fanno riferimento a dati precisi e hanno individuato 28 priorità, tra le quali si segnalano:

 l’esigenza di redigere una Roadmap nazionale di Decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per i settori di produzione dell’energia elettrica, dei trasporti, dell’industria e dei servizi che sostengano  la Green Economy (nel 2012 il 40% delle assunzioni complessive, pari a 241 mila addetti, di tutte le imprese italiane nell’industria  e nei servizi, sono state in aziende che investono in tecnologie green);
• fissare l’Obiettivo del 100% Rinnovabili procedendo alla chiusura progressiva delle centrali alimentate con combustibili fossili, non costruendo nuove centrali a carbone ed olio combustibile e rinunciando a ogni piano di trivellazioni petrolifere off shore;
 integrare la Strategia nazionale sulla biodiversità (l’Italia è il Paese europeo più ricco di biodiversità) approvata nell’ottobre 2010 con la programmazione nei diversi settori economici;
• garantire fondi sufficienti al funzionamento dei parchi terrestri e delle aree marine protette e organizzare la Terza conferenza nazionale delle aree protette;
• procedere ad una Programmazione integrata dei beni e delle attività culturali (l’Italia, con  47 siti inclusi nella Lista dei patrimoni dell’umanità vanta il primato mondiale UNESCO), sollecitando la piena collaborazione tra Stato e Regioni prevista dal Titolo V della Costituzione;
• definire un Piano nazionale della mobilità che superi il Primo Programna delle infrastrutture strategiche (lievitato in maniera incontrollata tra il 2001 e il 2012 dai 125,8 miliardi di euro ai circa 375 miliardi di euro attuali) e abbia come priorità l’intervento organico nelle aree urbane, il riequilibrio modale dalla strada alla ferrovia in particolare per le merci e la riduzione delle emissioni di gas serra;
• redigere una Strategia nazionale per gli interventi di bonifica prioritariamente nei 57 Siti di Bonifica Nazionali – SIN sui 2.687 esistenti in Italia, perché offrono anche una opportunità di lavoro, di sviluppo della ricerca scientifica  e di reindustrializzazione.
• elaborare una nuova legge di Governo del territorio, che aggiorni la disciplina urbanistica ferma al 1942  e pervenire ad una normativa sul consumo del suolo (nei prossimi 20 anni si rischia una riconversione urbana delle aree libere in Italia di 75 ettari al giorno) che consenta, anche attraverso meccanismi fiscali, di disincentivare lo sviluppo disordinato fuori delle aree già edificate e di pregio paesaggistico;
 definire un Piano pluriennale di adattamento ai cambiamenti climatici, che prevede, secondo il Ministero dell’ambiente,  uno stanziamento complessivo in 20 anni di 41 miliari di euro, e rilanciare i Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) per contrastare il rischio alluvioni e frane/smottamenti (il rischio idrogeologico riguarda l’82%, 6.633, Comuni italiani;
• utilizzare il 50% dei finanziamenti europei della politica Agricola Comune destinate allo sviluppo rurale per misure ambientali, puntando anche a raddoppiare entro il 2018 la Superficie Agricola Utilizzata (che ammonta a circa 13 milioni di ettari che costituiscono il 40% del territorio italiano)  per l’agricoltura biologica e, nel frattempo, ridurre l’impatto dei prodotti chimici quali i pesticidi e impedire la coltivazione di OGM;
• varare un Piano della Qualità per il settore turistico (che nel 2011 a livello internazionale ha prodotto 31 miliardi di euro di entrate, con un saldo commerciale positivo di 10 miliardi di euro), analogo a quello redatto in Francia e in Spagna, che valorizzi i beni culturali e ambientali,
• interrompere i tagli al Bilancio del ministero dell’ambiente, ultimo tra i dicasteri con portafoglio, portando il bilancio dagli attuali 450 milioni di euro (nel 2009 il bilancio del Ministero ammontava a 1,2 miliardi di euro) ad almeno700 milioni di euro per garantire in particolare gli interventi per la difesa del suolo;
 introdurre tra i principi fondamentali della Costituzione la tutela dell’ambiente e garantire un’adeguate tutela penale dell’ambiente con l’individuazione di specifiche fattispecie delittuose, tra cui il disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, finalizzata ai crimini ambientali;
• andare oltre al PIL avviando un processo istituzionale che porti all’utilizzo ufficiale dei nuovi Indicatori di progresso e di benessere elaborati nel 2012 da ISTAT e CNEL.

Le Associazioni ambientaliste hanno chiesto incontri a tutte le parti politiche in causa e documenteranno su un “Diario elettorale”, pubblicato sui propri Siti WEB, che sono frequentati da milioni di persone, il successo dell’iniziativa e le risposte sui punti salienti delle singole proposte.

 

Sull’inquinamento atmosferico si muove l’INAIL

Inquinamento, l’impegno della ricerca Inail per l’anno europeo dell’aria

(dal sito INAIL)

ucm_070686INAIL – Inquinamento, ricerca Inail – in Europa muoiono 420mila persone
Le polveri sottili hanno effetti nocivi sulla salute delle persone esposte, colpendo soprattutto gli apparati respiratorio e cardiovascolare. Il progetto Expah mira a identificare l’esposizione della popolazione agli idrocarburi policiclici aromatici, contenuti nel materiale particolato in aree altamente urbanizzate, per valutarne l’impatto sulla salute umana. Le polveri sottili, infatti, possono avere effetti nocivi sulla salute delle persone esposte, colpendo soprattutto gli apparati respiratorio e cardiovascolare

 

Ogni anno in Europa almeno 420mila persone muoiono a causa dell’inquinamento. ”Una cifra semplicemente inaccettabile”, secondo il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potocnik. Applicando su vasta scala nella lotta contro l’inquinamento le tecnologie esistenti, però, l’Unione europea potrebbe salvare fino a 100mila vite ogni anno. Da qui la decisione di proclamare il 2013 anno europeo dell’aria e già a partire dai prossimi mesi sono attesi nuovi fondi per lo sviluppo di politiche internazionali a favore di misure di riduzione e abbassamento delle emissioni di inquinanti atmosferici, anidride carbonica e gas serra. L’Europa sta quindi cercando di definire obiettivi più ambiziosi per la qualità dell’aria in tutti i settori (trasporti, produzione di energia, agricoltura, gestione dei rifiuti…), coordinando diverse direttive.

Traffico, caldaie e industria le principali fonti di emissione. L’Inail, in collaborazione con l’Azienda sanitaria locale Roma E, il Cnr, la società Arianet e il National Institute for Health and Welfare (Thl) finlandese, sta conducendo il progetto di ricerca Expah, co-finanziato dalla Comunità europea attraverso lo schema di finanziamento Life+, con la finalità di supportare le politiche ambientali e la legislazione in questo campo. Gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), il più famoso dei quali è il benzo(a)pirene, ritenuto cancerogeno, sono sostanze chimiche presenti nelle polveri fini atmosferiche prodotte dalla combustione incompleta di materiale organico. Le principali fonti di emissione sono il traffico stradale, le caldaie del riscaldamento domestico e le emissioni industriali. Un convegno organizzato lo scorso 18 dicembre dai ricercatori Inail ha evidenziato l’importanza delle concentrazioni di polveri e di Ipa all’interno degli ambienti di vita e di lavoro, comparabili con quelle presenti nell’ambiente esterno per la loro capacità di penetrare nei luoghi chiusi.

 

Pessime decisioni della UE su agricoltura e ambiente

24/1/2013 – LIPU e WWF indignati per quanto deciso dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che cancella i benefici della Politica agricola per l’ambiente

4629407320_108a5960a8_m“Quella approvata dalla Commissione è una controriforma che rappresenta un grave danno  all’ambiente e ai cittadini contribuenti europei”. E’ il commento di LIPU e WWF al voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) dell’Unione europea.  La Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo (Comagri) ha completato oggi le votazioni sulla riforma della Pac, approvando una serie di proposte controverse che hanno praticamente cancellato i benefici che la Pac (che entrerà in vigore nel 2014) avrebbe potuto apportare all’ambiente.

 

“Quanto deciso ieri ed oggi – dichiarano LIPU e WWF – è in palese contrasto con la proposta originaria della Commissione Europea che, seppur timidamente, tentava di legittimare nuovamente, agli occhi dei contribuenti europei, il bilancio agricolo dell’UE (34% del bilancio complessivo) introducendo una maggiore condizionalità ambientale per i contributi concessi agli agricoltori. 

“Siamo sdegnati per le decisioni della Commissione agricoltura – proseguono LIPU e WWF – che su molti punti si è praticamente divisa a metà con numerosi emendamenti approvati per un solo voto di scarto. Le misure del “greening” della Pac sono state praticamente cancellate, ossia le misure in favore della biodiversità e per contrastare i cambiamenti climatici previste nel primo pilastro per i pagamenti diretti alle aziende agricole”. 

 

Con il suo voto la Comagri, vergognosamente condizionata dagli interessi a breve termine dell’agricoltura intensiva e dell’industria agro-alimentare, ha sprecato un’opportunità storica per sostenere un’agricoltura amica dell’ambiente. Ha quindi posto una grave ipoteca sul futuro dell’agricoltura, che dipende dal mantenimento delle risorse naturali. Questo è il risultato della preponderante presenza di deputati legati alle forti lobby dell’agricoltura industriale.

 

Secondo LIPU e WWF, “una delle decisioni più gravi, presa a maggioranza dai deputati della Comagri, è il doppio finanziamento degli agricoltori per le stesse misure ambientali pagate sia col primo che con il secondo pilastro della Pac“. In pratica gli agricoltori che ricevono pagamenti per la realizzazione di azioni agro-ambientali nell’ambito dello sviluppo rurale saranno automaticamente ammessi al pagamento del “greening” del primo pilastro ricevendo un premio aggiuntivo del 30% del contributo base (praticamente un doppio pagamento per la stessa azione). Una decisione che dovrà essere giustificata con molta attenzione, non solo perchè illegale ai sensi della Legge comunitaria, ma anche perché comporta una sottrazione di quasi tre miliardi di euro l’anno dai programmi ambientali, che già subiranno altri consistenti tagli nel bilancio comunitario. “E’ vergognoso – proseguono le due Associazioni – come in tempi di crisi i deputati europei abbiano votato per pagare due volte la stessa azione. Con il loro voto hanno contribuito ad aggravare il taglio dei finanziamenti per i beni pubblici e la tutela degli interessi generali dei cittadini europei ad esclusivo vantaggio degli interessi privati di breve termine del settore agricolo”.

Le decisioni della Comagri che hanno cancellato l’ambiente dalla riforma della PAC allontanando l’agricoltura europea da un’autentica sostenibilità ambientale, sono le seguenti:

  • Greening: sono cancellate le tre misure obbligatorie in favore del clima e biodiversità proposte dalla Commissione Ue (rotazione e diversificazione delle colture, protezione dei prati permanenti ed aree d’interesse ecologico) sostituite da un “menù” di misure stabilite dalle Amministrazioni nazionali e regionali che gli agricoltori potranno liberamente adottare. Qualsiasi sistema di certificazione permetterà di entrare nel greening. Il risultato sarà la realizzazione di misure non efficaci disperse sul territorio che consentono agli agricoltori di ottenere gli stessi finanziamenti senza aumentare l’impegno per la tutela dell’ambiente.

 

  • Sviluppo Rurale: oltre all’introduzione di sussidi illegali con il doppio pagamento agli agricoltori per le stesse misure, la Comagri ha confermato la proposta della Commissione UE per l’introduzione nel secondo pilastro della Pac di un costoso strumento per la stabilizzazione dei redditi e le assicurazioni contro le calamità naturali,  che finirà per impegnare la maggior parte dei finanziamenti destinati allo sviluppo rurale.

 

  • Aree di elevato valore naturale: la Comagri ha respinto la proposta d’introdurre specifici programmi per la gestione delle aree agricole di elevato valore naturale e per l’agricoltura biologica, pratiche che svolgono un ruolo cruciale nella fornitura di beni pubblici ambientali e sostegno all’economia rurale. La previsione di specifici programmi avrebbe assicurato maggiori finanziamenti a queste pratiche agricole più sostenibili per l’ambiente.

 

  • Condizionalità: poteri conservatori hanno causato l’indebolimento della condizionalità – uno dei principi base della Pac: per ricevere i sussidi bisogna rispettare la legge e seguire le buone pratiche – facendoci tornare indietro agli anni peggiori della Politica agricola.

“Il voto di oggi non è il punto di arrivo – dichiarano LIPU e WWF – e ci sarà presto l’opportunità per ribaltare queste pericolose decisione nel corso della votazione plenaria del Parlamento europeo all’inizio di marzo. Ci appelliamo alla responsabilità degli eurodeputati, in particolare quelli italiani, per cambiare quanto deciso oggi dal Comagri nel rispetto dei principi costituenti della Ue, nel rispetto dei diritti dei cittadini contribuenti, per assicurare un futuro a lungo termine sia agli agricoltori sia all’ambiente, dimostrando così – concludono LIPU e WWF – indipendenza da lobby agricole sempre meno lungimiranti e non interessate al bene comune”.

100% energia dal sole con l’1% di suolo globale

Man with solar panels, Leipzig, GermanyUn nuovo studio del WWF, presentato al World Future Energy Summit  a Dubai, dimostra che se anche tutta l’elettricità dovesse essere generata unicamente con il fotovoltaico questo occuperebbe, contrariamente a quanto si pensa, un ammontare insignificante della superficie totale del suolo.

 

Lo studio WWF “L’atlante del Fotovoltaico” (Solar PV Atlas),  redatto in collaborazione con tre aziende del settore fotovoltaico (First Solar, 3TIER e Fresh Generation)  dimostra attraverso sette casi – in sei Paesi e una regione: Indonesia, Madagascar, Messico, Marocco, Sud Africa, Turchia, e lo stato indiano del Madhya Pradesh – che basterebbe meno dell’1% della superficie globale del suolo per soddisfare il totale della domanda di energia elettrica prevista nel 2050, anche se si generasse elettricità esclusivamente tramite energia fotovoltaica.

Le regioni in questione rappresentano aree geografiche, caratteri demografici, ambienti naturali, economie e strutture politiche diverse. Ricevono livelli medi di insolazione diversi ma buoni, e tutti mostrano un  vasto potenziale per uno sviluppo diffuso del fotovoltaico, una realtà oggi ben consolidata e una tecnologia affidabile e disponibile in commercio.

La relazione mette in evidenza come la tecnologia fotovoltaica, se ben pianificata, non contrasta in alcun modo con gli obiettivi di conservazione, ribadendo come nessun paese debba essere costretto a scegliere tra risparmio energetico e paesaggio. Le centrali elettriche fotovoltaiche consentono il raggiungimento di notevoli benefici, tra cui un basso impatto ambientale e ritorni economici a breve termine, mentre la sostituzione della rete elettrica esistente con pannelli fotovoltaici comporterebbe una riduzione significativa delle emissioni di gas a effetto serra e di metalli pesanti, così come del consumo idrico.

Questo nuovo rapporto quindi sostiene ancor di più la richiesta del WWF di utilizzare esclusivamente energie rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico entro il 2050; una soluzione possibile anche con le tecnologie attuali, come dimostrato dal rapporto “100% Rinnovabili entro il 2050”. “Stiamo promuovendo attivamente investimenti e misure in tecnologie energetiche rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, perché è l’unico modo per assicurare un futuro al nostro pianeta – afferma Mariagrazia Midulla Responsabile Clima e Energia del WWF Italia – I cambiamenti climatici minacciano le persone e il mondo naturale, per questo è più importante che mai a lavorare per un rapido switch del paradigma energetico. Perché la tutela dell’ambiente e lo sviluppo delle fonti rinnovabili possono e devono svilupparsi in parallelo”.

“Al  Summit sulle Energie Rinnovabili l’Italia è rappresentata solo da aziende e associazioni industriali, mentre l’esigenza di porre l’efficienza energetica e le rinnovabili al centro del futuro sviluppo economico e industriale sembrano praticamente assenti dalle agende elettorali del nostro Paese – continua Mariagrazia Midulla del WWF Italia – Secondo il Presidente della Repubblica Francese, Francois Hollande, intervenuto a Dubai, servono le rinnovabili per evitare la catastrofe. Ma in Italia continuano a prevalere gli interessi degli idrocarburi e la mancanza di capacità di futuro. Il rapporto del WWF dimostra che la soluzione è a portata di mano, e non contrappone paesaggio, conservazione della Natura e rinnovabili. Gli assolati tetti delle nostre città, delle industrie e dei centri commerciali, oltre che le tante aree dimesse, non vedono una forte presenza di impianti solari, al contrario di quel che avviene in Paesi con meno insolazione. Potremmo ricominciare da lì”.