Anche terracinesi tra i giovani paladini dell’ambiente premiati dal Presidente della Repubblica

dal sito del WWF Italia

“Siamo orgogliosi che tra gli “Alfieri della Repubblica” premiati dal Presidente Mattarella ci siano tanti giovani e giovanissimi che collaborano con il WWF”. Lo ha dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che aggiunge: “L’impegno delle nuove generazioni nella difesa della natura d’Italia accende una luce di speranza per il futuro”.

“Mi congratulo quindi con Francesco Barberini (video), che ad appena 10 anni è già un valente ornitologo che gira per le Oasi WWF per raccontare le specie che incontra, con Leonardo Filiaci, giovane dell’Istituto Agrario Cattaneo di Cecina (LI), animatore del “Branco del Cattaneo” e si è distinto durante la campagna #SOSLUPO con azioni antibracconaggio e di sensibilizzazione nei confronti degli allevatori; con Eleonora Cavagna animatrice del progetto di crowfounding, ideato insieme ai suoi compagni di classe della Scuola secondaria di primo grado di Mosso (Biella), per riqualificare l’isola di Budelli e per evitare che fosse ceduta a privati;

con Alessia De Stefano, Davide Festugato, Dalila Manzi, Pier Francesco Masci, Chiara Mignardi, Giorgia Rizzi, Antonio Ruggiero, Matteo Sala, Matteo Zicchieri, studenti del percorso di Alternanza Scuola Lavoro del Liceo Leonardo da Vinci di Terracina (LT) impegnato nella difesa del Parco della Rimembranza e delle aree naturali limitrofe. I nove studenti, durante gli incendi dell’agosto 2017 sono stati coinvolti dai volontari WWF Litorale Laziale che ha organizzato squadre di sorveglianza: le loro segnalazioni sono state preziose per sventare almeno altri tre incendi.

Infine Stefano Martinangeli, che a 14 anni svolge, da volontario, la sua attività di giovane naturalista appassionato, all’interno del Monumento naturale Palude di Torre Flavia”.

“Il riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica nei confronti dei giovani che hanno collaborato con il WWF è un’iniezione di energia: una spinta e far sì che la Community di WWF YOUng, l’Alternanza Scuola Lavoro, la collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, formino, coinvolgano e diano spazio sempre di più alle giovani generazioni per aiutare la nostra società a vincere le immense sfide ambientali che deve affrontare”, conclude Donatella Bianchi.

Nel 2017 il WWF ha coinvolto quasi 4.000 classi del primo ciclo di istruzione nei propri progetti educativi (100.000 studenti), ha accolto circa 3.000 classi nelle proprie Oasi (75.000) e circa 1.200 ragazzi in Alternanza Scuola Lavoro.

Bilancio lusinghiero del biennio 2016/17 di Agenda 21 di Terracina

In questi giorni è arrivato a conclusione un altro biennio dell’Agenda 21 di Terracina e il presidente ha comunicato al Comune il bilancio delle numerose iniziative realizzate dal Forum, molte delle quali, tra l’altro, hanno favorito la riconferma della Bandiera Blu.

Il Forum che conta 239 iscritti può vantare una notevole produttività che sinteticamente si evidenzia nei seguenti punti

  • sono stati realizzati n. 101 riunioni e incontri istituzionali
  • sono stati elaborati, presentati e consegnati al protocollo comunale, oltre che pubblicati sul sito web e sulla pagina Facebook di A21L, e inviati alla stampa, n. 57 documenti
  • a seguito delle richieste avanzate e delle proposte presentate, sono stati approvati n. 41 atti amministrativi (di cui n. 6 Deliberazioni di Consiglio Comunale, n. 26 Deliberazioni di Giunta Comunale e n. 9 Determinazioni Dirigenziali), mentre rimangono in attesa di essere avviati n. 11 atti amministrativi

I risultati sono venuti in seguito all’azione pressante preso l’Istituzione comunale nel rispetto dei riferimenti fondamentali dell’Agenda 21, relativi alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica e con riferimento agli indirizzi programmatici del mandato assembleare del Forum di A21L.

Nel corso del biennio sono stati promossi e richiesti:

  1. Il rinnovo dell’indirizzo di Politica Ambientale e del Piano di Azione Ambientale, nell’ambito del processo di Agenda 21 Locale, sulla base dei principali e aggiornati indicatori di sostenibilità.
  2. L’adozione e l’attuazione di appositi strumenti di piano (il Piano di Azione del Ciclo delle Acque, il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, il Piano Generale del verde urbano e territoriale, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, il Piano PRAEET per la telefonia mobile, ecc.).
  3. La realizzazione di specifici interventi di sostenibilità (la valorizzazione e la gestione del SIC marino e dell’Area Marina Protetta, la valorizzazione e gestione delle acque superficiali – Progetto Rewetland, la valorizzazione e sviluppo degli obiettivi connessi al riconoscimento della Bandiera Blu, la valorizzazione e gestione delle grandi aree protette, la valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, ecc.).
  4. Iniziative di educazione e di informazione ambientale (la “Giornata Mondiale dell’Acqua”, la “Giornata Mondiale della Terra”, la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”, la “Giornata Nazionale degli Alberi”, la “Settimana Unesco per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile”, la “Settimana Europea per la Mobilità Sostenibile”, ecc.)
  5. Interventi di sostenibilità sociale (iniziative per contrastare lo spreco alimentare e per la lotta alla povertà, misure di sostegno per le fasce più deboli della popolazione e per l’integrazione degli stranieri residenti, oltre che per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati, ecc.).
  6. Interventi di sostenibilità economica (il “Bilancio Partecipativo”, il “Bilancio di Sostenibilità”, il “Bilancio del consumo di suolo”, la “Tariffa Puntuale” per il ciclo dei rifuti, ecc.).
  7. Nuovi diritti di cittadinanza e di partecipazione (il Regolamento per l’istituzione degli “Ausiliari Ambientali”, il nuovo disciplinare per il “Tavolo Permanente per il Turismo e la Cultura”, la “Carta dei Servizi” per la gestione del ciclo dei rifiuti, il Regolamento per l’assegnazione degli “Orti Urbani” e “Orti Sociali”, il Regolamento per il “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, ecc.).

Quel particolare sport che chiamano caccia

Oggi sull’inserto il Gambero Verde del Manifesto è uscito un articolo di Dante Caserta, vice presidente uscente del WWF Italia, dal titolo L’unico sport che uccide le persone.

<Conoscete uno “sport” che nel giro di meno di 4 mesi provoca 25 morti e 58 feriti? È la caccia, sempre che sia plausibile considerarla uno sport. Sono i dati emersi a fine dicembre dal primo, provvisorio, “bollettino di guerra” redatto dall’Associazione “Vittime della caccia” per la stagione venatoria 2017/18 (il dossier completo uscirà ai primi di febbraio).

E non sono solo i cacciatori ad essere colpiti, ma anche escursionisti, agricoltori, cercatori di funghi, ecc.: da settembre a dicembre 2017 sono morte 9 persone del tutto estranee all’attività venatoria. Sono numeri impressionanti e quasi sicuramente per difetto poiché, non esistendo dati ufficiali, le informazioni vengono ricavate e verificate da testate giornalistiche.

Non si tratta di fatalità, come spesso si legge sui giornali locali, ma di incidenti tutt’altro che inevitabili, spesso causati da violazioni della legge quadro nazionale e delle leggi regionali di settore, come ha sottolineato il WWF Italia in una lettera inviata al Ministro dell’Interno, Marco Minniti. I comportamenti più pericolosi alla base di questa escalation (nella stagione 2016/17 i morti erano stati 16) sono il mancato rispetto delle distanze minime da strade e abitazioni, la tendenza a sparare senza inquadrare bene il “bersaglio”, la cattiva abitudine di accompagnare le battute di caccia con abbondanti “colazioni” con vino e altri alcolici.

Comportamenti del genere, riscontrati anche dalle guardie volontarie WWF nell’attività di vigilanza venatoria, sono ancora più pericolose in alcune tipologie di caccia. La cosiddetta “braccata” al cinghiale, ad esempio, è una pratica complessa che richiederebbe perizia e ottima conoscenza dell’habitat circostante, e che diventa molto rischiosa se si svolge in zone frequentate da “civili”.

A questi comportamenti negativi vanno poi aggiunte l’elevata età media dei possessori di licenza di caccia, i cui riflessi sono fortemente ridotti, e la possibilità per un cacciatore alla prima licenza (18 anni) di utilizzare un numero illimitato di fucili da caccia, anche a lunga gittata. E non va trascurato come con fucili da caccia regolarmente registrati vengano spesso commessi omicidi (ad esempio, per litigi in famiglia o con vicini): è lecito chiedersi come vengano condotte le verifiche psicologiche sui cacciatori prima di autorizzarli a detenere armi estremamente pericolose.

Il WWF Italia ha così proposto alcune misure preventive per evitare che il numero di vittime innocenti continui ad aumentare.

  • Incrementare l’attività di vigilanza, effettuare maggiori controlli sulle licenze di caccia e rendere più severi gli esami per la licenza di caccia,
  • limitare l’uso di armi a canna rigata in grado di sparare a chilometri di distanza senza poter prevedere cosa si colpirà,
  • introdurre il divieto di caccia nei giorni festivi nelle aree frequentate da sportivi ed escursionisti: la maggior parte delle giornate di caccia si svolgono il sabato e la domenica, durante i quali i cacciatori sottraggono tranquillità e serenità a famiglie e amanti della natura,
  • agevolare la nomina di nuove guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale, favorendone le attività, oggi ostacolate e caricate di un gravame burocratico eccessivo non adatto ad un’attività di volontariato svolta a favore della collettività.>

Dal Comune di Terracina non rispondono a lettere e istanze, nemmeno ad un accesso agli atti sugli incendi boschivi

Quest’estate il fuoco ha fatto strage sui nostri monti favorito anche dall’approssimazione organizzativa della compagine comunale (basta notare la data di emissione dell’ordinanza sindacale sulla prevenzione degli incendi e pulizia dei fondi incolti, 21 agosto 2017 ).

Mappa degli incendi costruita  accostando due tavole elaborate da Carmine Di Capua. I colori indicano gli incendi dal 2004 al 2012, il giallo mostra la situazione drammatica del 2017. La linea rossa segna i confini del Parco regionale dei Monti Ausoni.

Alle strette ci siamo attivati per salvare dopo un primo tentativo sventato dai vigili la collina simbolo della città. Con un gruppo di studenti del liceo, alcuni cittadini e nostri volontari abbiamo vigilato sulla Fossata e la pineta sul sentiero che porta a Monte Sant’Angelo con copertura dalle undici alle sedici di tutti i giorni dal 20 agosto al 10 settembre.

Terminata con le prime piogge la sorveglianza e sollecitati da cittadini che avevano notato negli anni scorsi animali al pascolo su terreni percorsi dal fuoco abbiamo voluto verificare se nel recente passato abbiamo ottemperato a tutte le norme previste in questi casi: mappatura delle aree bruciate, ordinanze di divieto di pascolo, di caccia e di edificazione sulle stesse e di cambiamento di destinazione.

Così, l’11 settembre 2017 abbiamo scritto al Settore Ambiente del Comune, al Comando della polizia locale e per conoscenza al Sindaco del Comune di Terracina.

  Nella richiesta di accesso agli atti la nostra Associazione si dichiarava interessata alla consultazione delle planimetrie di rilievo dei soprassuoli percorsi dal fuoco degli anni 2012-2016 con relativo atto di invio alla Regione Lazio e copia delle ordinanze di divieto di caccia, pascolo e costruzione di edifici per 10 anni su tali aree rilevate nonché eventuale deliberazione di approvazione di divieto di cambio d’uso per 15 anni delle zone suddette.

Nei termini dei trenta giorni previsti dalle norme che disciplinano la trasparenza, il 6 ottobre l’ing.Sperlonga del Settore Ambiente risponde a tutti in questo modo In riscontro alla nota ns protocollo n.45175/I del 11/09/2017, giustamente inviata anche al Comandante di Polizia Locale, inerente la richiesta di accesso agli atti della documentazione relativa agli incendi boschivi si comunica che lo scrivente Settore non è in possesso della documentazione richiesta.

Il comandante dei vigili urbani, dott. Michele Orlando, detentore dei materiali ai quali avevamo chiesto l’accesso, non risponde nei termini di legge nemmeno dietro l’assist fattogli dal Settore Ambiente.

Abbiamo così fatto una lunga anticamera per sollecitare un incontro e soltanto dopo numerosi tentativi il comandante ci riceve con i tempi ormai saltati per un eventuale nostro ricorso ad un livello superiore di giurisdizione.

Nell’incontro il dott. Orlando, glissando sulla osservazione della mancata risposta alla nostra richiesta di accesso agli atti, vi accenna vagamente con una “esortazione” a non pensare a quanto fatto o non fatto in passato ma a quello che si può fare in futuro per la prevenzione degli incendi. L’incontro si è poi concluso con una ancor più vaga promessa di un incontro a breve; non prima della fine di novembre, aveva detto. Siamo ancora in attesa della convocazione.

Questo comportamento da tiraemolla non depone a favore della trasparenza operativa e fa nascere nei cittadini dubbi sulla correttezza amministrativa del Comune, che addirittura in questo caso ha probabilmente messo in opera quanto richiesto dalle norme.

Sicuramente, però, non ha mai attivato il controllo del territorio, almeno stando alle segnalazioni di animali che già adesso, come nel passato, girano sui terreni bruciati durante questa estate.

 

Antenne, avanti un’altra, anzi due!

In questi giorni a Terracina si riprende a parlare di antenne e di ripetitori in una situazione di stallo totale in merito al Piano delle emissioni; due impianti addirittura, uno in Viale Europa, bloccato l’anno scorso dalla Commissaria, e l’altro, nuovo, in via Bernini.

In merito possiamo riprodurre integralmente quanto scritto negli scorsi anni sulla diffusione dell’inquinamento elettromagnetico in città.

In particolare, a maggio 2016, in occasione dell’autorizzazione dell’antenna in Viale Europa, scrivevamo

“A Terracina si continua ad autorizzare l’installazione di antenne in assenza di un piano aggiornato delle emissioni facendo correre rischi ai cittadini inconsapevoli.”

E di seguito

trascurando l’osservazione che il Piano delle emissioni (P.R.A.E.E.T.) non è mai stato aggiornato dal 2009 né per la misura del flusso radiativo locale né per gli aspetti tecnologici, come si possono autorizzare installazioni di due antenne in una stessa area? E, pare, addirittura ignorando la destinazione a verde pubblico prevista dal Piano Regolatore? Un’area destinata a verde pubblico viene frequentata assiduamente  da bambini che vi amano giocare, da mamme con piccoli e da anziani pensionati.

Non siamo contrari  alla diffusione delle tecnologie destinate alla comunicazione quando queste siano al servizio dei cittadini senza creare loro disagi di qualsiasi natura, per questo chiediamo il blocco di tutte le autorizzazioni in attesa dell’aggiornamento scientificamente realizzato del P.R.A.E.E.T.

I danni che le radiazioni possono produrre non sono dovuti soltanto ai loro effetti termici ma soprattutto agli effetti biologici; esistono ormai numerosi studi scientifici sull’interazione delle onde elettromagnetiche con la materia vivente. Sono considerazioni tratte da documenti prodotti da medici, fisici, ricercatori e avvalorate dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

E’ l’impegno che viene chiesto alla prossima amministrazione comunale.”

 

L’AMMINISTRAZIONE NEL FRATTEMPO E’ STATA ELETTA MA LA SITUAZIONE NON E’ CAMBIATA!

 

Eppure rendevamo noto che “secondo l’ISDE-Medici per l’ambiente  l’elettrosmog è sicuramente uno dei principali problemi del nostro tempo e del mondo moderno in cui viviamo, fatto di wi-fi liberi e illimitati. Proprio per questo è facile accusare dei malesseri dovuti all’inquinamento da elettrosmog.

L’Istituto Superiore di Sanità nella pagina Salute e campi elettromagnetici del sito pur non accettando una causalità stretta tra radiazioni e effetti sanitari suggerisce l’adozione di un principio di precauzione.”

 

SENZA UN PIANO AGGIORNATO DELLE EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE CONTINUIAMO A CHIEDERE IL BLOCCO DI TUTTE LE AUTORIZZAZIONI.

La destinazione a parcheggio dell’ex-centro sportivo presente nel molo di Terracina non è condivisa da tanti cittadini

Dopo la pubblicazione della nostra proposta sull’utilizzo dell’area del molo abbiamo ricevuto questa lettera che riproduciamo integralmente; essa rappresenta chiaramente i sentimenti e il buon senso di tanti concittadini.

“Area del molo alcune considerazioni.

Se si osserva dall’alto (tempio, panoramica ecc,) la zona del porto di Terracina, appare, soprattutto in alcune ore assolate, con un enorme riverbero, dovuto al gran numero di auto ed altri  automezzi che sono parcheggiati e lo spettacolo di un parcheggio affollato non è sicuramente affascinante e mal si integra con i luoghi che hanno altre valenze e destinazioni.

Si osserva che oltre lo specchio d’acqua del porto, le darsene ed il canale, le zone libere  sono poche. Dal piazzale di Pisco Montano alla darsena, alla zona del porto e all’area di sosta sino a  Viale Europa e il lungomare è tutto un gran parcheggio. Un parcheggio cosi grande presuppone un numero di autoveicoli molto grande che transita o si ferma continuamente per tutta la giornata. Impressiona inoltre in alcuni periodi o nel fine settimana  il gran numero di Camper parcheggiati nell’area della darsena.

I cittadini che naturalmente accedono alla zona, per cultura, tradizione, abitudine, per sport, ricreazione, per svago, ecc. sono tanti e tutti considerano la zona una parte importante di  Terracina, il genio del luogo, come Pisco Montano, il monte Giove e la Città vecchia.

Tutti nella zona voglio starci, fare, partecipare, vedere il mare, le barche, le navi, farsi una passeggiata, correre, andare in bicicletta, portare i bambini, godere del  benessere, sostare e prendere un caffè, chiacchierare in pace in un luogo unico ed importante, cosi come è; affidandolo ai privati, vorrà dire che la magia del luogo, la fruibilità, la disponibilità, la tranquillità andrà sempre più ad essere compromessa, le aree del molo utilizzate per svago giochi od altro saranno non più disponibili per i cittadini, né per usi migliori di quelli attuali, ma diventeranno un ulteriore parcheggio che attirerà altre auto, asfalterà il tutto e diventerà ulteriormente una fonte di traffico e di inquinamento, impedendo il godimento e la tranquillità dei cittadini.

Si dice: il parcheggio sarà funzionale al porto, ma nella zona esiste già una enorme disponibilità di posti auto. I posti non bastano se si attireranno altre auto, nella zona entro poco tempo neanche quelli realizzati basteranno e non si risolverà il problema.

Il comune non potrà attingere a nuove risorse. Anche le vaste concessioni di occupazione dell’arenile, che hanno di fatto impedito ai cittadini l’accesso al mare ed il godimento di vaste zone del lungomare, non hanno risolto i problemi economici della città, ma hanno ostacolato la fruibilità di un bene pubblico da parte dei cittadini creando difficoltà e malcontento.

Il percorso per essere credibile dovrebbe essere inverso, semplicemente allontanare le auto ed i camper e rafforzare i servizi. Al porto dovrebbero accedere soprattutto i mezzi pubblici e consentire il passaggio delle auto ma non la sosta, salvo che negli spazi concessi.

I camper dovrebbero essere allontanati o realizzare una modesta zona di sosta a pagamento. Al porto potrebbe arrivare un servizio pubblico frequente ed affidabile.

Le zone che attualmente sono in predicato di diventare parcheggio potrebbero essere utilizzate per altre cose migliori che non producono inquinamento, traffico, affollamento, offrendo così alla città altre possibilità,  non soltanto un luogo di sosta per le auto.”

Pino Forlenza

A Terracina nell’area del molo un Centro sulla cultura del mare dedicato a Emilio Selvaggi (2)

Un Centro sulla cultura del mare dedicato a Emilio Selvaggi 

Il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale si è inserito nella polemica sorta in città dopo la notizia della decisione dell’amministrazione comunale di costruire nell’ex-centro sportivo presente nell’area del molo un parcheggio. Prima il M5S e successivamente il PD si sono mobilitati per fermare l’iniziativa della maggioranza, il primo con un comitato che ha manifestato nelle strade e sulla rete, il secondo con la presentazione di una mozione che ha fatto propria la richiesta di molti professionisti locali di un concorso pubblico di idee per la destinazione dell’area.

Come già detto in precedenza, il WWF non intende sostituirsi a studi tecnici ma vuole fare una proposta di utilizzo nell’area, prossimo alla vocazione marinaresca della città dedicando la struttura al personaggio che ha lasciato segni anche tangibili nel patrimonio comunale oltre che nella formazione di tante persone, il prof. Emilio Selvaggi.

Non intendiamo imporre una scelta ma offrire una opzione nel caso l’amministrazione comunale aprisse alla città la possibilità di indicare il miglior utilizzo dell’area dell’ex-centro sportivo.

La nostra associazione propone di costruirvi un “Centro sulla Cultura del Mare” invitando tutti a riflettere sulle motivazioni che qui di seguito sinteticamente presentiamo.

Molte sono le motivazioni

  • Mancano strutture che siano allo stesso tempo divulgative sul mare (che potrebbe far parte della rete dei musei scientifici RESINA del Lazio) e sulla cultura del mare (antropologica e sociale oltre che storica),
  • Terracina offre molteplici chiavi di lettura della cultura del mare: le maestranze di pescatori venuti dal Golfo di Napoli nel ‘700 con Pio VI, le continue scorribande di pirati saraceni che impedivano la pesca al largo e la ricchezza in biodiversità delle Paludi Pontine che spingevano a pescare nelle acque interne, il sistema di torri costiere, il porto romano e i sistemi di allevamento ittico dei romani, la mitologia, le rotte dell’ossidiana, etc.,
  • Serve aumentare la qualità del turismo, sia con acquari (che non ci sono in zona) che con la divulgazione scientifica e la formazione,
  • I terracinesi anche quelli che non sono del Borgo Pio, sono cresciuti con il tempo scandito da alcuni rituali legati alla pesca, come l’uscita o il ritorno delle paranze, lo scaricare le cassette del pesce, l’asta e i gruppetti di pescatori in raccolta per riparare le reti da pesca (chi non si è mai soffermato ad osservare queste attività?)
  • La pesca sta morendo. E, seppure viene riconosciuta l’enorme importanza di un alimento fondamentale per la salute e la dieta mediterranea, la maggior parte dei consumatori non è in grado di riconoscere le insidie: pesce congelato proveniente dall’oceano indiano, specie aliene introdotte e spacciate per locali, tropicalizzazione del Mediterraneo…e, detto tra noi, (prima o poi si dimostrerà) il rischio che le microplastiche (stanno entrando) entrino nella catena alimentare e si sia costretti a non mangiare pesce di mare…
  • La posizione dell’area vicina ai traghetti, agli alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e al porto dei pescatori favorisce la possibilità di mettere in rete le isole pontine, il Parco Nazionale del Circeo, Sperlonga e oasi marine etc., per creare un circuito turistico del Mare,
  • Servono dati di corrente lungo la costa per monitorare costantemente e comprendere e far comprendere l’entità dell’erosione delle spiagge.

Pesca non sostenibile (eccessivo impatto sulle risorse ittiche), cambiamenti climatici (innalzamento del mare) e microplastiche nelle acque sono le tre emergenze maggiori per il futuro del rapporto tra città e mare. Va fatta informazione/formazione su questi temi perché i cittadini siano attori consapevoli di un cambiamento di stili di vita e di una inversione di tendenza,

  • Il Centro potrà diventare un polo di attrazione non solo per i turisti italiani e stranieri che frequentano Terracina e dintorni ma anche per le visite di istruzione delle scuole facilmente abbinabile alla visita al centro storico, al Tempio di Giove, al Monumento Naturale di Campo Soriano dando un impulso vitale all’offerta turistica, culturale e scientifica di Terracina.

Alcuni suggerimenti per la concezione della struttura:

  • Piccolo acquario delle specie locali (vedi http://www.acquariocalagonone.it/) con attenzione alle specie di interesse per la pesca e alla sostenibilità
  • attività didattiche e formazione degli operatori per un turismo di qualità (lo si potrebbe associare a qualche Master tenuto da Università, anche)
  • Annesso un piccolo laboratorio scientifico per l’acquario e per analisi dello stato dell’ecosistema.

 Centro di studi scientifici a beneficio delle scuole e dei visitatori.

  • Favorire l’interattività, per esempio con alcune sagome a grandezza naturale di Cetacei delle nostre coste, una barca da pesca in parte interrata che spiega tutte le sue parti e dove i ragazzi possano salire, un laboratorio su come si fanno le reti e i nodi marinari, una vasca tattile, una ricostruzione del porto antico e così via.

Un vero e proprio museo interattivo del mare.

  • La zona è particolarmente accessibile e quindi tutto il Centro potrà essere progettato con un occhio a non creare alcuna barriera fisica e culturale.

Cuore pulsante all’interno di una città accogliente e ospitale.

Centro di studi di alto livello

Sala concerti/convegni dove si possano ospitare eventi legati al tema del mare e altro.

Queste nostre idee potrebbero essere sviluppate dai tanti professionisti con competenza e passione, mentre all’amministrazione cittadina toccherebbe accedere a finanziamenti disponibili a livello regionale ed europeo per realizzare un’opera di tale respiro.

Ambiente: WWF, da Parlamento Europeo una mozione per agricoltura amica della biodiversità

Ieri il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che supporta l’Action Plan for nature, people and the economy e chiede che le future politiche agricole dell’Unione europea contribuiscano fortemente alla protezione della natura in Europa.

Sabien Leemans, Senior Policy Officer Biodiversità del WWF, ha dichiarato: “Siamo lieti di vedere che il Parlamento stia sostenendo l’Action Plan dell’UE per intensificare l’attuazione delle leggi europee sulla natura. E, cosa più importante, i deputati europei sottolineano che la lotta contro la perdita della biodiversità richiederà maggiore azione e volontà politica. Affrontare l’impatto di un’agricoltura non sostenibile nella prossima riforma della PAC e investire più fondi UE nella protezione della natura sarà cruciale”.

Mentre la Commissione dovrebbe presentare la sua comunicazione sulla PAC (la Riforma della politica agricola comune) il 29 novembre, il Parlamento europeo ha sottolineato il preoccupante declino delle specie e degli habitat associati all’agricoltura insostenibile e alla necessità che la prossima PAC promuova pratiche agricole sostenibili e fermi i sussidi nocivi per la natura d’Europa.

Il Parlamento ha inoltre sottolineato la necessità cruciale di aumentare il budget associato alla protezione della biodiversità nel prossimo bilancio dell’UE. Il WWF accoglie favorevolmente la richiesta di nuovi meccanismi finanziari per la conservazione della biodiversità e la gestione della Rete Natura 2000. Essi verranno inclusi nei fondi di sviluppo agricolo, rurale e di sviluppo regionale.
Il WWF sottolinea positivamente anche il sostegno del Parlamento alla strategia per fermare il declino degli impollinatori (come le api) e un impegno a realizzare una Rete Trans-Europea di infrastrutture verdi (TEN-G) per migliorare la connettività all’interno della rete Natura 2000.

Gli eurodeputati citano anche le sfide dovute al ritorno dei grandi carnivori in Europa. Per WWF il ritorno di specie come orsi e lupi dimostra che, investendo nella conservazione della natura e nella cooperazione tra i diversi soggetti interessati, si possono raggiungere risultati positivi. Possibili conflitti possono essere evitati con misure preventive per la protezione del bestiame e la messa in campo di un regime di indennizzi.

[1] Il piano d’azione dell’UE è stato adottato dalla Commissione nel mese di aprile

 

Wwf Italia

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Ad un anno dalla scomparsa soci WWF e cittadini hanno ricordato Emilio Selvaggi

In un clima piovoso e freddo stamani alla Rimembranza è stato ricordato Emilio Selvaggi ad un anno dalla sua scomparsa.

Nonostante il tempo inclemente scuole e cittadini hanno voluto essere ugualmente presenti alla cerimonia voluta dai soci del WWF locale per lo scoprimento dell’opera che l’artista Raffaella Menichetti ha creato e donato all’associazione.

 

Ha aperto la breve cerimonia la presidente del WWF Litorale laziale, Franca Maragoni, che si è soffermata soprattutto sul lavoro di Emilio nel parco diventato, oltre che sede di importanti eventi culturali, uno scrigno di biodiversità in città per la cui conservazione l’impegno dei volontari non è sufficiente se l’amministrazione non garantisce interventi sistematici. Nello stesso tempo la presidente ha ricordato la proposta del WWF di dedicare a Emilio Selvaggi un centro sulla cultura del mare da insediare nell’area del molo, oggetto di una ipotesi da parte dell’amministrazione comunale di un megaparcheggio.

 

 

Subito dopo ha preso la parola il sindaco, Nicola Procaccini. Dopo aver ringraziato i volontari del WWF che stanno proseguendo il lavoro del prof. Selvaggi il sindaco ha annunciato  che favorirà un collegamento stretto con la scuola Elisabetta Fiorini attualmente in restauro anche per intensificare la frequentazione del parco della Rimembranza.

 

 

 

E’ stato lasciato a Namite, la nipotina di Emilio, il compito di tirar giù la bandiera del WWF che copriva il tondo su terracotta di Raffaella Menichetti.

L’artista ha illustrato l’opera motivando la sua creazione con l’inserimento in essa degli elementi che hanno caratterizzato la vita e l’opera di Emilio Selvaggi: il mare, la natura, la cultura, la narrazione.

A conclusione della cerimonia, protetti da una selva di ombrelli, i giovanissimi violinisti della scuola Montessori sotto la guida di Caterina Bono hanno offerto un omaggio musicale alla memoria di Emilio Selvaggi.

 

 

Il WWF aderisce alla manifestazione indetta da LIBERA e FNSI per la legalità e la libertà di stampa

Alla manifestazione indetta da Libera e Federazione Nazionale Stampa Italiana

per giovedì prossimo alle ore 17 a Ostia sarà presente anche il WWF

La gravità di quanto accaduto ad Ostia chiama ciascuno di noi a dare un segnale tangibile contro atti indegni, inaccettabili per una società civile, per la democrazia faticosamente raggiunta nel nostro Paese.

 

In un territorio nel quale è nota la presenza di attività criminali con pesanti risvolti non solo sociali ma anche ambientali – si pensi alla tremenda sequenza di incendi che hanno funestato la scorsa estate o agli abusi in aree protette –  è necessario manifestare con decisione il ripudio di atteggiamenti e comportamenti che in alcun modo e forma possano essere anche solo parzialmente giustificati.

 

Sul Litorale di Roma il WWF è da sempre impegnato nella difesa della legalità, nel contrastare illeciti o irregolarità che abbiano minacciato o rischiato di minacciare questo territorio o il mare che lo bagna.

 

Estendiamo a tutti l’invito lanciato dagli organizzatori a trovarci ad Ostia il 16 novembre per sostenere legalità e libertà di stampa.

 

Per aderire scrivere a:

organizzazione@libera.it