“I manufatti in cemento-amianto (eternit), tubazioni o lastre comunemente chiamati con il nome dell’azienda di Casale Monferrato che li produceva, non solo non si sono rivelati di vita eterna come il nome indicava ma anche causa di gravi problemi per la salute dei lavoratori e per l’ambiente. La pericolosità dei prodotti in cemento-amianto è dovuta alla possibile liberazione di fibre di amianto che normalmente sono legate alla malta cementizia. E’ ormai dimostrato che anche bassissime esposizioni a polveri di amianto possono indurre un ben preciso tumore polmonare (il mesotelioma pleurico). Per evitare inutili allarmismi si precisa che i maggiori pericoli di esposizione avvengono nella manipolazione dei manufatti dove per rotture, abrasioni e urti viene meno la funzione del legante.
Per questi motivi le coperture o altri manufatti in buone condizioni possono rimanere al loro posto e nel solo caso di manutenzioni o rimozioni necessitano attenzioni particolari per la tutela dell’ambiente e dei lavoratori.
Al momento non vi è obbligo di rimozione, devono però essere mantenuti in buono stato di conservazione.
Non è consentita il commercio, la vendita e neanche il riutilizzo delle parti rimosse.
I materiali rimossi sono considerati rifiuto pertanto devono essere conferiti in discarica autorizzata. (Non sono lecite altre tecniche di smaltimento quali interramento, rilevati stradali, incenerimento, etc. )”.
In ogni paese l’uso dell’amianto deve essere sanzionato, come è avvenuto in Italia.
La ricerca sulla prevenzione e la cura delle malattie correlate all’esposizione all’amianto deve avere la più elevata priorità.
La bonifica deve essere attuata in modo efficace e sicuro con fondi e conoscenze tecniche adeguate. Tutte le vittime di malattie causate dall’amianto, per cause lavorative, ambientali, domestiche o di altro genere, hanno il diritto di essere indennizzate.