Il WWF e quattro candidati a sindaco di Terracina, un incontro positivo

Giovedì 19 maggio si è tenuto l’incontro richiesto dal Gruppo LP del WWF Litorale laziale a tutti i candidati a sindaco del comune di Terracina per conoscere le loro posizioni sulle questioni ambientali di maggior rilevanza. Hanno accettato l’invito e per questo sono stati ringraziati Alessandro Di Tommaso, Fabrizio Ferraiuolo, Agostino Pernarella e Nicola Procaccini.

 

L’incontro inizialmente previsto nel parco della Rimembranza è stato spostato  per le condizioni meteo non favorevoli nella sala parrocchiale della Cattedrale.

 

 

 

Dopo l’introduzione di Franca Maragoni, presidente della O.A. WWF Litorale laziale, Patrizia Parisella, coordinatrice del Gruppo Litorale pontino, ha moderato gli interventi dei quattro candidati.

Fissato un tempo massimo entro cui articolare le risposte gli argomenti sottoposti alla discussione sono stati

1) Rifiuti, 2) Mobilità, 3)Parco della Rimembranza e Convento di S.Francesco, 4) Territorio, 5) Ciclo delle acque e mare, 6) Antenne, 7) Amianto.

Alla fine degli interventi sui diversi temi le due rappresentanti del WWF hanno illustrato di volta in volta la posizione dell’associazione, concordando o contrastando quelle espresse dai quattro candidati.

 

 

 

In estrema sintesi queste sono le posizioni emerse sui diversi temi

 

TABELLA

 

 

Ieri la Camera dei deputati ha approvato una legge ancora troppo debole per contrastare il consumo di suolo!

 

Le Associazioni FAI, Legambiente, Slow Food, Touring Club Italiano e WWF  : “Ora ci aspettiamo che il Senato renda il testo più incisivo, eliminando le troppe deroghe”

 

 

“Il contenimento del consumo del suolo è una priorità nazionale che necessita di norme chiare e strumenti efficaci e il testo approvato oggi alla Camera in prima lettura deve essere modificato al Senato in modo da consolidare quello che deve costituire un passo in avanti per chiudere definitivamente nel nostro Paese l’epoca dei piani urbanistici sovradimensionati, degli abusi edilizi e dei successivi condoni (sono stati 3 negli ultimi 40 anni, 1985, 1995  e 2003)e della sub-urbanizzazione che fa scempio del territorio”. Per questo FAI, Legambiente, slow Food e Touring Club italiano e WWF chiedono al  Senato di non perdere altro tempo e aprire subito il confronto su un testo che contiene anche norme innovative, ma ancora molti punti contraddittori e pericolosi.
Le associazioni chiedono a Governo e Parlamento un’assunzione di responsabilità nel portare a termine l’iter parlamentare della legge, migliorandone le parti più contraddittorie, macchinose e incoerenti. L’ISPRA (l’istituto dipendente funzionalmente dal Ministero dell’Ambiente a cui il legislatore nel Ddl, affida giustamente il monitoraggio della situazione), il quale attesta nel suo Rapporto 2015 come in termini assoluti il consumo di suolo in Italia abbia già intaccato ormai circa 21.000 chilometri quadrati del nostro territorio, con un valore di suolo consumato pro-capite che passa dai 167 metri quadrati del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 metri quadrati nel 2013.

Tra gli aspetti positivi e innovativi del disegno di legge approvato oggi le associazioni ricordano: il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d’uso per le superfici agricole che hanno beneficiato di aiuti dall’unione europea; l’introduzione di un censimento degli edifici e delle aree dismesse, non utilizzate o abbandonate, come precondizione per approvare qualsiasi nuovo consumo di suolo;  la definizione di obiettivi di contenimento del suolo e di rigenerazione urbana, fino ad oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento. Un Ddl che, ricordano le associazioni, ha come finalità principale quella di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi eco sistemici, in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici (art. 1, c. 1 del ddl).

Tra gli aspetti critici, secondo le associazioni, il disegno di legge approvato oggi garantisce troppi spazi a deroghe che rischiano di rendere meno incisiva la tutela della risorsa del suolo: si considerino ad esempio i commi aggiuntivi introdotti all’articolo 1 in cui vengono descritte le finalità della legge (comma 3) o tutte le eccezioni ormai datate (vista la riforma del Codice Appalti) riservate alle opere strategiche; restano ancora critiche le definizioni di “consumo di suolo”, “superficie agricola naturale e seminaturale” e di “area urbanizzata”, mentre ancora poco chiari sono i principi e i criteri su cui improntare la delega sulla “rigenerazione delle aree urbanizzate degradate” (art. 5 del ddl) e la norma sui “compendi agricoli neorurali” (art. 6 del ddl); infine, molto preoccupante è la norma transitoria di applicazione della legge, in cui addirittura vengono fatti salvi i piani urbanistici attuativi per i quali i soggetti interessati abbiano anche solo presentato istanza prima dell’entrata in vigore della legge (art. 11 del ddl).
Dotare il Paese di una norma innovativa ed efficace sul consumo di suolo è indispensabile – ribadiscono le associazioni –  che si ripromettono, dopo l’approvazione alla Camera, di incalzare i senatori perché questo accada.

 

(dal sito del WWF Italia)

Consumo suolo: da FAI, Legambiente, Slow Food e WWF appello a relatori e Governo in vista voto domani

Comunicato stampa

“DITE NO A EMENDAMENTO CHE FAVORISCE CORSA A CONSUMO SUOLO”

“Dite di no a quell’emendamento, si rischia la corsa al consumo di suolo”. FAI, Legambiente, Slow Food e WWF hanno inviato una lettera questa mattina in cui lanciano un appello ai Relatori Chiara Braga (Commissione Ambiente) e  Massimo Fiorio (Commissione Agricoltura) del disegno di legge in discussione in prima lettura in Aula alla Camera dei Deputati sul consumo del suolo” (ddl n. 2039-902-948-1176-1909-A) e alla sottosegretaria all’Ambiente Sandra Velo, che per il Governo sta seguendo l’approvazione del testo, perché ritirino l’assenso dato all’emendamento 11.9 al testo del ddl in questione esprimendo invece il loro orientamento negativo alla modifica richiesta su cui l’Aula di Montecitorio è previsto che voti domani.

Le associazioni chiedono ai relatori e al governo un chiaro segnale di ripensamento entro martedì 10 maggio, quando  si avrà la discussione e il voto nell’Aula di Montecitorio dell’articolo 11 del disegno di legge, che smentisca il via libero dato all’emendamento 11.9 (presentato dagli onorevoli Massa e altri) con cui si intende – modificando il testo approvato dalle Commissioni unificate Ambiente e Agricoltura dell’articolo 11, comma 1 del ddl – far salvi i piani urbanistici attuativiper i quali i soggetti interessati abbiano presentato istanza per approvazione prima dell’entrata in vigore della presente legge.

Le associazioni ricordano che, nel tempo, la disposizione contenuta all’art. 11, c. 1 del ddl sul consumo del suolo (ex art. 9 nel testo originario presentato dal Governo alla Camera) faceva salvi nel periodo transitorio solo i procedimenti in corso relativi ai titoli abilitativi presentati da privati prima dell’entrata in vigore della legge; quindi sono intervenute modifiche successive in Commissione che volevano estendere la sanatoria ai piani attuativi approvati e, poi, a quelli anche solo adottati (testo arrivato in Aula), mentre, ora, si vuole appunto fare addirittura salvi i piani attuativi per i quali sia stata presentata anche una semplice istanza.

Le  Associazioni fanno notare, come l’apertura nel periodo transitorio anche alle sole istanze presentate sui piani attuativi sia totalmente ingiustificato posto che: a) il ddl consumo del suolo contiene già molti, troppi strumenti di trasformazione del territorio (quali ad esempio la delega sulla “rigenerazione della aree urbanizzate degradate” e la norma sui “compendi agricoli neorurali”); che rischiamo anche di favorire ulteriore consumo di suolo; b) il percorso per approvare il decreto governativo per contenere il consumo di suoloè articolato (un anno e mezzo) e inclusivo (visto ampio coinvolgimento degli enti territoriali), c) il ddl ha come finalità principale, appunto, l’effettivo contenimento del consumo del suolo.

Per questi motivi nella loro lettera inviata stamane, le associazioni chiedono ai Relatori e al Governo di esprimere il proprio orientamento negativo sull’emendamento 11.9 al testo in discussione in Aula a Montecitorio.

Roma, 9 maggio 2016

Ufficio Stampa WWF Italia

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L’ultimo collegato ambientale: un contributo alla sostenibilità, all’economia circolare e alla riduzione del consumo delle risorse naturali. Si poteva dare di più, però.

Il collegato ambientale alla legge di stabilità del 2014, diventato la legge n. 221 del 28 dicembre 2015, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2016.

Gli elementi presenti nella legge possono essere letti sul sito della Camera dei Deputati tramite questi link

downloadDalla lettura di questo decreto che contiene “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”emergono secondo Legambiente elementi positivi quali

 

  • il fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico e lo stanziamento di risorse per l’abbattimento degli edifici abusivi costruiti in zone a rischio;
  • l’istituzione della nuova ecotassa sulle discariche che premia i comuni più virtuosi;
  • il nuovo sistema per gli acquisti verdi fondato su criteri ambientali minimi;
  • il ritorno del vuoto a rendere;
  • l’introduzione delle compostiere di comunità;
  • la responsabilità del trasportatore in caso di sversamento in mare di sostanze pericolose;
  • l’istituzione del mobility manager scolastico e il finanziamento per gli spostamenti casa scuola e casa lavoro;
  • il divieto di immissione e foraggiamento di cinghiali su tutto il territorio nazionale.

Restano fuori purtroppo ancora il contrasto al consumo di suolo, la lotta alle agromafie e la semplificazione delle procedure di abbattimento degli ecomostri abusivi che continuano a deturpare la bellezza dell’Italia.

WWFL’analisi del WWF

Una norma guastafeste depotenzia la portata innovativa, che pure va riconosciuta, del collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014. Da un lato Governo e Parlamento giustamente riconoscono e individuano uno strumento importante per dare valore al capitale naturale inserendolo nel processo di programmazione economica nazionale, come richiesto dal WWF, per modificare la nostra impostazione economica per la quale la natura è invisibile; dall’altro però mettono a rischio il nostro patrimonio naturale smantellando un importante strumento a tutela della Rete Natura 2000, che comprende aree di grande valore ecologico protette nell’ambito dell’Unione Europea .

“Abbiamo atteso due anni che il Collegato ambientale diventasse legge avendo anche partecipato direttamente all’elaborazione degli articoli per istituire finalmente un Comitato Nazionale per il Capitale Naturale – commenta il WWF – ma siamo costretti a segnalare aspetti positivi e negativi, denunciando l’incoerenza di Governo e Parlamento.

Infatti, nel Collegato ci sono alcune norme importanti, che valutiamo positivamente, quali appunto quelle che forniscono strumenti innovativi per raggiungere l’obiettivo di un modello economico più sostenibile basato sull’uso razionale delle risorse, istituendo il Comitato nazionale per il capitale naturale che redigerà un rapporto annuale di valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sul patrimonio naturale del nostro Paese inserito nell’ambito della programmazione economica nazionale e il Catasto dei sussidi ambientalmente  favorevoli e sfavorevoli, nonché definiscono la delega al Governo per la valutazione economica dei Servizi eco sistemici, altri due temi fondamentali per avviare la nostra economia su percorsi più sostenibili. “

“Accanto a queste disposizioni condivisibili – aggiunge il WWF – è stata approvata anche una norma che scardina la Valutazione di Incidenza su progetti che vadano ad incidere sulla Rete Natura 2000 creata proprio per tutelare specie e habitat unici in Europa (2314 Siti di Importanza Comunitaria che consentono in Italia di tutelare 131 habitat, 89 specie di flora e 111 specie di fauna). Le autorità italiane dovrebbero sapere che è stata aperta dal 2014, su reclamo di WWF e LIPU, una istruttoria EU Pilot proprio sulla scorretta applicazione in Italia della Direttiva Habitat. Il WWF annuncia che chiederà all’Europa di aprire una procedura d’infrazione per violazione della normativa comunitaria, come già preannunciato al ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi e al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti il 19 novembre scorso in una lettera scritta da WWF e LIPU”.


L’Agenda 21 locale di Terracina ha compiuto dieci anni (3)-Appello ai candidati sindaci

 

Nove concittadini si stanno proponendo per amministrare la nostra città e sicuramente dietro di loro ce ne saranno alcune centinaia che faranno loro compagnia nelle liste elettorali e negli elenchi delle firme di presentazione.

Sicuramente questi nostri concittadini amano la città e si fanno avanti per migliorarne l’aspetto e i servizi impegnandosi a salvaguardare il patrimonio pubblico contro gli abusi di singoli o gruppi inclini a depredare il territorio e le sue risorse.

Ci auguriamo che alla fine della campagna elettorale tutti i cittadini che si sono offerti per l’amministrazione e non saranno risultati eletti e quelli che semplicemente hanno sostenuto con la firma il proprio candidato sindaco restino in campo per avviare l’opera di tutela nella quale si erano impegnati avallando un programma elettorale.

Ci permettiamo di dire che nella loro azione non dovranno fare un grande sforzo di invenzione perché esiste ormai un percorso di sviluppo sostenibile costruito nei dieci anni di esistenza dell’Agenda 21 Locale che tocca i vari aspetti della vita della città.

Questo vale soprattutto per i nove candidati sindaci.

Qualcuno potrebbe non condividere il Piano di Azione  già passato in consiglio comunale ma eventuali scelte diverse non potranno non uniformarsi al concetto di sostenibilità ormai presente in tutte le direttive europee e leggi nazionali, compreso l’ultimo collegato ambientale del dicembre 2015.

E’ in gioco la vita delle nuove generazioni e non solo di quelle, se ci guardiamo intorno.

Il rapporto Brundtland elaborato per conto dell’ONU nel 1987 e da cui tutto è partito affermava « Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali ».

Una ricerca su Wikipedia fornisce questo grafico con la sottostante interpretazione

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“La sostenibilità, quindi, ruota attorno a tre componenti fondamentali:

  • Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione.
  • Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia.) equamente distribuite per classi e genere.
  • Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

L’area risultante dall’intersezione delle tre componenti, coincide idealmente con lo sviluppo sostenibile.

Le intersezioni intermedie, tra le componenti, dove vengono indicate le parole Vivibile, Equo, Realizzabile, si possono leggere come delle indicazioni di tipo operativo o di verifica.

Un modello di sviluppo sostenibile perciò deve contemplare una politica di tutela e salvaguardia delle risorse naturali che vanno gestite razionalmente contemperando l’esigenza di sviluppo socio-economico con quella di rispetto dell’ecosistema.”

Ci appelliamo, quindi, ai candidati sindaci chiedendo loro una dichiarazione pubblica di accettazione dei principi di sostenibilità e di condivisione dei documenti prodotti dal Forum di Agenda 21 Locale di Terracina.

Se useranno la cortesia di comunicarcelo ne faremo tesoro.

La gestione delle acque a Terracina presenta più di una falla

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Lo sgrigliatore di Badino e la grata posta all’imbocco del canale tombinato di Terracina presentano in questi giorni il solito spettacolo di rifiuti galleggianti lasciati lì talvolta per mesi. Certamente i rifiuti non cadono dal cielo, esiste ancora una categoria di cittadini, insensibili e refrattari a qualsiasi norma del vivere civile, che li abbandonano ovunque ma resta clamorosa l’inerzia degli enti preposti alla gestione delle acque interne. Questi ritardi negli interventi di bonifica sono oggi inaccettabili dopo l’istituzione da parte del Comune nel luglio 2013  del Tavolo delle acque.

In due riunioni tenutesi rispettivamente il 30 giugno 2015 in ambito Agenda 21 e il 12 agosto 2015 all’interno del Tavolo alcune Associazioni, tra queste il WWF, incontrarono gli organi Istituzionali del Governo della Città e in tutti e due gli incontri, ma soprattutto nel secondo, si parlò delle problematiche inerenti il ciclo delle acque.

Le associazioni partecipanti alle riunioni fecero presente che a fronte di alcuni importanti riconoscimenti quali la Bandiera Blu dalla FEE e le 2 vele da Legambiente e Touring Club, i corsi d’acqua sotterranei e superficiali presentavano ancora numerose criticità non risolte.

In particolare, nella seduta del 12 agosto, a dispetto dei riconoscimenti, si lamentavano ripetuti  episodi di inquinamento del mare e un’abbondante presenza di rifiuti nel canale Pio VI e Portatore. Sempre durante l’incontro del 12 agosto, convocato dal Tavolo Permanente sul Ciclo delle Acque (Deliberazione di G.C. n°290 del 1/7/2013)  venne ribadita la necessità di convocare e coordinare, da parte degli organi di Governo, le Istituzioni e gli organi tecnici di competenza sulla materia (Provincia di Latina, Consorzio di Bonifica di Latina, ARPA, Acqualatina) puntualmente assenti alle riunioni del tavolo istituzionale.

Nell’occasione si chiedeva un intervento puntuale e preciso, la prevenzione dell’inquinamento del mare e la bonifica dei  canali. Visto il ruolo che gli stessi organi sopracitati hanno, veniva chiesto di controllare e reprimere gli illeciti in materia, nonché di bonificare i bacini interessati dal degrado. Si sottolineava inoltre la necessità di assicurare una comunicazione costante ai cittadini sull’azione tecnico- amministrativa di tutela e gestione ambientale delle risorse idriche.

A tutt’oggi, purtroppo, assistiamo non solo all’assenza totale di interventi da parte degli organi tecnici deputati alla pulizia dei canali ma ad un silenzio e ad una mancanza di azioni, da parte degli organi Istituzionali della Città, atteggiamenti incomprensibili e inaccettabili secondo la nostra Associazione.

Ci preme infine sottolineare che, mentre i rifiuti grossolani rimangono a galleggiare addossati alle grate di chiusura del canale e dello sgrigliatore, le sostanze derivanti dalla loro degradazione disciolte in acqua arrivano fino al mare, con notevole estensione del degrado anche della costa.

Il consumo di suolo in Italia, l’Ispra conferma il fenomeno

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L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato il Rapporto “Il consumo di suolo in Italia-Edizione 2015” da cui si ricava la conferma che, seppur con un rallentamento, continua il ricoprimento del territorio con cemento e asfalto.

 

 

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I dati relativi all’Italia parlano di 17.511,27 kmq consumati pari al 5,83 % dell’intero territorio nazionale; nel Lazio abbiamo consumato 1.101 kmq pari al 6,4 % del territorio ragionale  e nella provincia di Latina abbiamo ricoperto 18.118 ha che corrispondono all’8,1 % del territorio provinciale. 

 

Dal RapportoInsieme con aria e acqua, il suolo è essenziale per l’esistenza delle specie presenti sul nostro pianeta; svolge la funzione di buffer, filtro e reagente consentendo la trasformazione dei soluti che vi passano e regolando i cicli nutrizionali indispensabili per la vegetazione; è coinvolto nel ciclo dell’acqua; funge da piattaforma e da supporto per i processi e gli elementi naturali e artificiali; contribuisce alla resilienza dei sistemi socio-ecologici; fornisce importanti materie prime e ha, inoltre, una funzione culturale e storica. Nonostante ciò è troppo spesso percepito solo come supporto alla produzione agricola e come base fisica sulla quale sviluppare le attività umane (Fumanti, 2009; ISPRA, 2013a). Un suolo in condizioni naturali, insieme all’intera biosfera, fornisce al genere umano i servizi ecosistemici necessari al proprio sostentamento (Blum, 2005; Commissione Europea, 2006; APAT, 2008; Haygarth e Ritz, 2009; Turbé et al., 2010): – servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc.); – servizi di regolazione (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione e dei nutrienti, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, etc.); – servizi di supporto (supporto fisico, decomposizione e mineralizzazione di materia organica, habitat delle specie, riserva genetica, conservazione della biodiversità, etc.); – servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, funzioni etiche e spirituali, paesaggio, patrimonio naturale, etc.).”

Ancora “La maggior parte, quindi, dei servizi resi dal suolo non coperto artificialmente ha un’utilità diretta e indiretta per l’uomo e appare cruciale, nell’ambito delle politiche di gestione e di pianificazione del territorio, valutare le ricadute delle diverse scelte di pianificazione territoriale e urbanistica, attraverso la stima dei costi e benefici associabili a diversi scenari di uso del suolo, e/o a politiche di tutela e indirizzi propri degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica. Per l’importanza che rivestono sotto il profilo socioeconomico e ambientale, tutte queste funzioni devono pertanto essere tutelate (Commissione Europea, 2006). Infatti, le scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali, le dinamiche insediative, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali globali possono originare gravi processi degradativi…..”

Le conclusioni

“I dati mostrano come la progressiva espansione delle infrastrutture e delle aree urbanizzate, in particolare di quelle a bassa densità, continua a causare un forte incremento delle superfici artificiali e dell’impermeabilizzazione del suolo. Il consumo di suolo cresce ancora in modo significativo, pur segnando un rallentamento negli ultimi anni. Tali dinamiche insediative non sono giustificate da analoghi aumenti di popolazione e di attività economiche. Il territorio e il paesaggio vengono quotidianamente invasi da nuovi quartieri, ville, seconde case, alberghi, capannoni industriali, magazzini, centri direzionali e commerciali, strade, autostrade, parcheggi, serre, cave e discariche, comportando la perdita di aree agricole e naturali ad alto valore ambientale, con un uso del suolo non sempre adeguatamente governato da strumenti di pianificazione del territorio e da politiche efficaci di gestione del patrimonio naturale.

I dati proposti mostrano la gravità della progressiva erosione della risorsa suolo a fini edificatori e infrastrutturali con la progressiva trasformazione di città compatte in insediamenti diffusi, caratterizzati da bassa densità abitativa e con pesanti ripercussioni sul paesaggio e sull’ambiente. Sono cambiamenti praticamente irreversibili nella gran parte dei casi, che incidono sulle funzioni del suolo e riguardano spesso terreni agricoli fertili. La diffusione urbana, inoltre, frammenta e causa il deterioramento del territorio anche laddove questo non venga direttamente investito da coperture artificiali, rendendo gli spazi interclusi difficilmente recuperabili.”

Dal sito di ISPRA è  possibile scaricare una carta nazionale del consumo di suolo ad altissima risoluzione (risoluzione 5 m).

 

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Il WWF non condivide l’abolizione della Forestale, a Terracina è in prima linea contro l’abusivismo

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Oggi il WWF Italia ha espresso il proprio dissenso sulla paventata soppressione del Corpo Forestale dello Stato con il seguente comunicato.

CORPO FORESTALE DELLO STATO

WWF: ACCORPAMENTO DELLA FORESTALE ALLA POLIZIA NON TAGLIA COSTI E NON AUMENTA EFFICIENZA

Il Corpo Forestale dello Stato non è solo un corpo di polizia cioè di repressione dei reati ambientali perché oltre a questa funzione opera nei campi della gestione delle aree naturali protette, della prevenzione anti incendio, dell’educazione ambientale e della ricerca scientifica, ricorda il WWF Italia presente oggi a Roma al sit-in in difesa della Forestale. L’ipotesi di accorpamento alla Polizia di Stato tramite legge delega non considera che a molte di queste funzioni sono poi strettamente legati i parchi nazionali che godono dei servizi del Corpo Forestale anche in relazione all’utilizzo dei beni demaniali che vengono gestiti dai parchi per conto del Ministero politiche agricole MIPAAF.

 Il rischio che si corre è che serviranno altre disposizioni normative per regolamentarle e che quindi nella migliore delle ipotesi questi servizi rimarranno quantomeno sospesi se non abbandonati.

Il provvedimento voluto dal Governo ha due obiettivi dichiarati, tagliare i costi e aumentare l’efficienza. I costi non verranno però ridotti ma rischiano anzi di aumentare: il WWF ha più volte ricordato che il CFS rappresenta il 3% di tutte le forze di polizia e il 90% del suo costo è per il personale. Il trasferimento dei servizi oggi della Forestale ad altra amministrazione aumenterà i costi, si perderà l’economia di scala oggi garantita.

 

Riguardo l’efficienza il primo obiettivo da porsi è quello di avere un vero e proprio corpo di Polizia ambientale unendo e coordinando le molte attività che vari enti fanno in questo settore. Oggi il primo obiettivo dunque sarebbe quello di non disperdere le polizie provinciali e unirle in una strategia nazionale. Secondo il WWF questa potrebbe coincidere con una riforma innovativa del CFS e con un suo rafforzamento, senza aumentarne i costi perché le polizie provinciali trasferite alle Regioni sarebbero sempre sul bilancio della Pubblica Amministrazione.

Nella campagna STOP SI CRIMINI DI NATURA lanciata lo scorso ottobre il WWF aveva già sollevato il problema mettendo un esplicito richiamo nella petizione online già sottoscritta da più di 55.000 persone per  ‘precise garanzie per il mantenimento e il rafforzamento del Corpo Forestale dello Stato’ http://criminidinatura.wwf.it/cosa-facciamo/petizione.php

 

Roma, 31 marzo 2015

Ufficio Stampa WWF Italia,  06 84497213/265 –  349 0514472, 02 83133233 – 329 8315718

 

Prevenire è meglio che curare; il WWF contro il consumo di suolo, una delle cause dei disastri alluvionali

 genova_11ottobre2014_fotoyoureporter_16420Intervento di Gaetano Benedetto, Direttore politiche ambientali WWF Italia, durante la conferenza stampa sul tema consumo del suolo indetta  il 20 novembre a Montecitorio  dall’onorevole Catania per presentare il suo disegno di legge sul consumo di suolo.

 

 


La velocità dei fenomeni calamitosi legati ai cambiamenti climatici è inversamente proporzionale a quella delle risposte che siamo in grado di porre in essere. E così accade che in Italia la rapidità e la frequenza dei disastri alluvionali è inversamente proporzionale alle decisioni che dovremmo assumere per fermare la cementificazione del territorio o intervenire almeno nelle aree di massimo rischio.
La vittima predestinata della cementificazione è la campagna, un habitat fondamentale per ‘arginare’ alcuni degli effetti disastrosi del cambiamento climatico. Le aree agricole sono, infatti, in grado di assorbire le acque meteoriche, sono capaci di garantire lo spazio necessario per l’espansione delle acque di piena nelle esondazioni dei fiumi, prima che queste travolgano le città o i nuclei abitati.  Invece, mentre i disastri si susseguono, si continua a costruire ovunque, non si chiudono le pianificazioni paesaggistiche che impongono i vincoli di inedificabilità e si derogano, sino a stravolgerli, i piani regolatori vigenti.

Per il WWF il Parlamento e il Governo in questo quadro dovrebbero mettere come priorità i lavori che riguardano il consumo del suolo e chiuderli con la stessa rapidità con cui sono stati chiusi altri provvedimenti.

Ma se da un lato servono certamente norme nuove, e quelle proposte dall’On. Catania sono fondamentali ed innovative, da un altro occorre applicare quelle vigenti ad iniziare da quelle del Codice dei Beni Culturali, le uniche che tramite i piani paesaggistici sono in grado di dare al territorio una programmazione di tutela sovraordinata rispetto ad ogni altro strumento di pianificazione territoriale ed urbanistica.

In questo quadro, il WWF chiede che almeno per le aree a rischio e per le fasce di rispetto dei corsi d’acqua (150 metri dalla sponda) e delle coste (300 metri dalla battigia), si stabilisca da subito una moratoria per ogni nuova costruzione fino a quando le regioni competenti non completino la pianificazione paesaggistica.

Siamo certi che in questo modo la pianificazioni si farebbero velocemente e si chiuderebbero, e con esse avremmo regole certe d’intervento che con i nuovi strumenti introdotti con le proposte dell’On. Catania porrebbero finalmente una decelerazione al consumo del suolo che in Italia, nonostante tutto, si continua quotidianamente a perpetrare”.  

Il video della conferenza stampa.

Sblocca-Italia o Rottama-Italia? Informiamoci!

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Dal sito di Altreconomia

Rottama Italia 

Sedici grandi “firme” prendono posizione sul decreto “Sblocca-Italia”, che -nel tentativo di “rilanciare” l’economia italiana- rischia di essere un pesante contributo alla devastazione del paesaggio, e un regalo alle lobby.
Un libro -corredato da 13 vignette dei più graffianti autori satirici italiani- disponibile gratuitamente in formato pdf, affinché -mentre il decreto viene discusso in Aula-, si apra il dibattito nel Paese e lo Sblocca-Italia (che in realtà è un “Rottama-Italia”) si possa fermare.

Un’operazione editoriale unica: un istant book gratuito nel quale 16 autorevoli firme smontano pezzo per pezzo il decreto Sblocca-Italia elaborato dal governo di Matteo Renzi (per leggerlo si può andare sul sito della Gazzetta Ufficiale).

Ellekappa, Altan, Tomaso Montanari, Pietro Raitano, Giannelli, Mauro Biani, Paolo Maddalena, Giovanni Losavio, Massimo Bray, Maramotti, Edoardo Salzano, Bucchi, Paolo Berdini, Vezio De Lucia, Riverso, Salvatore Settis, Beduschi, Vincino, Luca Martinelli, Anna Donati, Franzaroli, Maria Pia Guermandi, Vauro, Pietro Dommarco, Domenico Finiguerra, Giuliano, Anna Maria Bianchi, Antonello Caporale, Staino, Carlo Petrini: un elenco importante e inedito per ribadire i valori della tutela del territorio, della legalità e della visione di un futuro sostenibile.

È stato Sergio Staino a pensare per primo a questo libro. Tutti gli autori (dei testi e delle vignette) e l’editore hanno lavorato gratuitamente. Ecco il libro RottamaItalia