L’ultimo collegato ambientale: un contributo alla sostenibilità, all’economia circolare e alla riduzione del consumo delle risorse naturali. Si poteva dare di più, però.

Il collegato ambientale alla legge di stabilità del 2014, diventato la legge n. 221 del 28 dicembre 2015, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2016.

Gli elementi presenti nella legge possono essere letti sul sito della Camera dei Deputati tramite questi link

downloadDalla lettura di questo decreto che contiene “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”emergono secondo Legambiente elementi positivi quali

 

  • il fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico e lo stanziamento di risorse per l’abbattimento degli edifici abusivi costruiti in zone a rischio;
  • l’istituzione della nuova ecotassa sulle discariche che premia i comuni più virtuosi;
  • il nuovo sistema per gli acquisti verdi fondato su criteri ambientali minimi;
  • il ritorno del vuoto a rendere;
  • l’introduzione delle compostiere di comunità;
  • la responsabilità del trasportatore in caso di sversamento in mare di sostanze pericolose;
  • l’istituzione del mobility manager scolastico e il finanziamento per gli spostamenti casa scuola e casa lavoro;
  • il divieto di immissione e foraggiamento di cinghiali su tutto il territorio nazionale.

Restano fuori purtroppo ancora il contrasto al consumo di suolo, la lotta alle agromafie e la semplificazione delle procedure di abbattimento degli ecomostri abusivi che continuano a deturpare la bellezza dell’Italia.

WWFL’analisi del WWF

Una norma guastafeste depotenzia la portata innovativa, che pure va riconosciuta, del collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014. Da un lato Governo e Parlamento giustamente riconoscono e individuano uno strumento importante per dare valore al capitale naturale inserendolo nel processo di programmazione economica nazionale, come richiesto dal WWF, per modificare la nostra impostazione economica per la quale la natura è invisibile; dall’altro però mettono a rischio il nostro patrimonio naturale smantellando un importante strumento a tutela della Rete Natura 2000, che comprende aree di grande valore ecologico protette nell’ambito dell’Unione Europea .

“Abbiamo atteso due anni che il Collegato ambientale diventasse legge avendo anche partecipato direttamente all’elaborazione degli articoli per istituire finalmente un Comitato Nazionale per il Capitale Naturale – commenta il WWF – ma siamo costretti a segnalare aspetti positivi e negativi, denunciando l’incoerenza di Governo e Parlamento.

Infatti, nel Collegato ci sono alcune norme importanti, che valutiamo positivamente, quali appunto quelle che forniscono strumenti innovativi per raggiungere l’obiettivo di un modello economico più sostenibile basato sull’uso razionale delle risorse, istituendo il Comitato nazionale per il capitale naturale che redigerà un rapporto annuale di valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sul patrimonio naturale del nostro Paese inserito nell’ambito della programmazione economica nazionale e il Catasto dei sussidi ambientalmente  favorevoli e sfavorevoli, nonché definiscono la delega al Governo per la valutazione economica dei Servizi eco sistemici, altri due temi fondamentali per avviare la nostra economia su percorsi più sostenibili. “

“Accanto a queste disposizioni condivisibili – aggiunge il WWF – è stata approvata anche una norma che scardina la Valutazione di Incidenza su progetti che vadano ad incidere sulla Rete Natura 2000 creata proprio per tutelare specie e habitat unici in Europa (2314 Siti di Importanza Comunitaria che consentono in Italia di tutelare 131 habitat, 89 specie di flora e 111 specie di fauna). Le autorità italiane dovrebbero sapere che è stata aperta dal 2014, su reclamo di WWF e LIPU, una istruttoria EU Pilot proprio sulla scorretta applicazione in Italia della Direttiva Habitat. Il WWF annuncia che chiederà all’Europa di aprire una procedura d’infrazione per violazione della normativa comunitaria, come già preannunciato al ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi e al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti il 19 novembre scorso in una lettera scritta da WWF e LIPU”.


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