Malagrotta: il WWF Lazio scrive a Zingaretti e al sindaco di Roma Marino

236999 La discarica di Malagrotta (archivio)

 
Presidente Zingaretti, Sindaco Marino, non si impegnino soldi pubblici confondendo il “capping” con una bonifica.

 

 

 

 

                “Onorevole Presidente Zingaretti, Onorevole Sindaco di Roma Capitale Marino, non vorremmo che il nodo cruciale dell’emergenza romana in tema di rifiuti si riducesse ad un banale gioco forza tra imprenditore e Amministrazione – dichiara Vanessa Ranieri Presidente WWF Lazio – Da anni le richieste da parte di chi gestisce la discarica più grande d’Europa ruotano attorno al progetto cd di “capping”, cioè di copertura degli oltre quarant’anni di smaltimento dei rifiuti, con degli alberi. Negli anni anche le somme richieste dal privato hanno subito variazioni e ad oggi sembrerebbero ridimensionate a soli, si fa per dire, cento milioni di euro, che ad avviso della parte privata dovrebbero essere corrisposti dalla collettività.

             Tutto ciò per rendere, parrebbe di capire, più piacevole il paesaggio, che oggi, invece, ci ricorda quotidianamente la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati di Roma, Fiumicino e la Città del Vaticano, nonchè dei fanghi da depurazione, di circa mezzo secolo.
In realtà l’impegno di spesa potrebbe essere giustificato laddove avvenisse, e qualora fosse possibile, un ripristino ambientale nel senso dell’eliminazione o riduzione degli effetti negativi per l’ambiente, (inteso come complesso di aria, suolo e acqua), nonché per la salvaguardia della salute umana.

           Il motivo, invece, per cui si chiederebbe allo Stato di intervenire con così tanti soldi, ci sembra di capire sia finalizzato alla realizzazione di un cd “sandwich” multistrato, sembrerebbe realizzato con ciò che avanza dalla separazione dei materiali nel cassonetto stradale negli impianti di TMB, dai residui della combustione dell’inceneritore e da inerti cd “igienizzati”, all’estremità del quale posizionare un po’ di alberi ed una bella targa “la fortuna di Roma” così come anticipato più volte pubblicamente.In tutta questa complessa ma anche paradossale vicenda, ciò che ci appare ancora più incredibile risiede verosimilmente nel fatto che l’area sarà comunque in attività ancora per lunghi anni, ricevendo negli impianti di TMB il famigerato cassonetto stradale, essenziale per la progettazione e la realizzazione del materiale che dovrà comporre gli strati.Ecco, quindi, il venir meno dell’interesse ad aprire siti che possano ospitare esclusivamente la frazione umida per il compostaggio, ed ecco l’impossibilità di far decollare la raccolta differenziata spinta, nemica assoluta del cassonetto.

 

La Regione Lazio e Roma Capitale a nostro avviso dovrebbero, da oggi, offrire un futuro migliore alle prossime generazioni per questo vi invitiamo a ripensare le scelte fin qui elaborate ed ad invertire la rotta sulla gestione del ciclo dei rifiuti che sia finalmente sostenibile.

           Infatti, se dovessimo guardare indietro alle esperienze di centro sinistra e di centro destra che si sono succedute sul tema dei rifiuti la drammatica evidenza è che non vi sia mai stata soluzione di continuità.”
Roma, 21 settembre 2013

Informazioni stampa: Cesare Budoni – 349 6040937

Tra le pieghe del nuovo appalto di gestione dei rifiuti di Terracina

Occhio all’IGENIO!

Nell’offerta della ditta vincitrice dell’appalto di gestione dei rifiuti a Terracina c’è la proposta di utilizzare in alternativa alla raccolta porta a porta un sistema di cassonetti mobili chiamato IGENIO.

Si tratta di un insieme di cassonetti che vengono lasciati per un certo numero di ore in una piazza o in una strada permettendo ai cittadini di conferirvi i rifiuti differenziati nelle ore che fanno loro più comodo.

igenio-orfanotrofio-300x225Sulla rete si vedono immagini e appaiono post sui blog che evidenziano i limiti di questo sistema.

http://www.lextra.info/public/web/?p=16142

Cosa cambia rispetto alla situazione attuale? Cassonetti affiancati e pur simpaticamente colorati sono, come quelli da sostituire, altrettanto incontrollati e origini di minidiscariche.

In quei sacchetti occorrerà metterci le mani per separare i materiali? Allora, l’IGENIO non garantisce una buona differenziazione a meno che non venga presidiato da un operatore.

Che fare dell’area di via Morelle? Una proposta rivolta alla Giunta e al Consiglio comunale di Terracina da parte di ASCOM, Sestante e WWF LP

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Recuperiamo l’area di via Morelle con un impianto di compostaggio di qualità

A seguito dell’incontro avvenuto in Comune tra l’amministrazione e le associazioni WWF Litorale Pontino, Ascom e Sestante lo scorso 23 agosto 2013, relativamente alla questione dell’utilizzo dell’area di Morelle, le suddette associazioni hanno elaborato un documento di indirizzo che l’amministrazione comunale dovrebbe sottoporre al Consiglio Comunale perché possa esprimersi attraverso un’apposita delibera circa l’uso dell’area di via delle Morelle per la realizzazione di un impianto di selezione dei rifiuti e compostaggio. deliberamorelle1

La scelta di tale tipo di impianto rispetta diversi parametri di qualità circa il ciclo di trattamento dei rifiuti e ognuna delle motivazioni che si possono elencare è di per sé importante e fondamentale.

Si sottrae alla totalità dei rifiuti circa il 40% che non solo non va in discarica ma praticamente, a costo 0, viene trattata direttamente nel territorio di Terracina; si riduce in maniera drastica le quantità di rifiuti da pretrattare; si possono inoltre accogliere anche le frazioni umide degli altri comuni del territorio, questa volta a pagamento, e questo porterebbe denaro nelle casse del comune; si raggiungerebbero facilmente percentuali elevate di differenziata evitando quanto meno le sanzioni per il mancato raggiungimento delle quote previste dall’Europa; ultimo, ma non certamente per importanza, si avrebbe una “semichiusura” del ciclo dei rifiuti in provincia con risparmio di CO2 emessa in atmosfera per il trasporto e altre sostanze velenose che normalmente vengono rilasciate dalle discariche. Un bilancio quindi, decisamente positivo per la salute, l’ambiente e l’economia della città.

La raccolta differenziata dei rifiuti fa bene all’economia

Balle di contenitori metallici

dal blog di Danilo Ballanti “Sotto la terra il treno”

Il Paese ha bisogno di rilanciare la raccolta differenziata.

Il raddoppio della raccolta differenziata può determinare un effetto complessivo sull’economia per effetto delle interdipendenze settoriali per 30 miliardi di euro, garantendo una robusta crescita del PIL del 2%.

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http://sotto-terra-il-treno.blogspot.it/2013/08/la-raccolta-differenziata-crea-sviluppo.html

La gara d’appalto per la gestione dei rifiuti di Terracina si è conclusa, dobbiamo una risposta ai circa quattromila cittadini che hanno sottoscritto la petizione per l’annullamento dell’appalto: abbiamo stampato un volantino

La gara d’appalto per la gestione dei rifiuti di Terracina si è conclusa. 

Dobbiamo essere contenti?

  • TANTI I VANTAGGI ECONOMICI PER LA DITTA CHE HA VINTO E NESSUNO PER I CITTADINI
  • LA TASSA PAGATA DAI CITTADINI CRESCERA’ SEMPRE DI  PIU’ NONOSTANTE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

 

Giovedì 11 luglio 2013 il sindaco Nicola Procaccini ha dato la notizia dell’assegnazione dell’appalto nella gara per la gestione dei rifiuti a Terracina. La ditta che è risultata vincente è la stessa che sta svolgendo il servizio in città da un anno e mezzo, la Servizi Industriali s.r.l.

Vengono subito alla memoria i tanti articoli apparsi sulla stampa locale in cui venivano presentati i contrasti con i lavoratori per questioni sindacali o le lamentele dei cittadini che parlavano di una città sporca. Ma tant’è, la gara ha altri parametri e questi sono stati favorevoli all’azienda in questione.

Non entriamo nel merito, quindi, di tale scelta ma cerchiamo di capire se la città ne trarrà vantaggi in termini economici e di igiene complessiva.

 Innanzitutto, l’azienda ha offerto un ribasso d’asta del 10,36%, come afferma il sindaco, e questo conferma quanto ripetutamente detto dalle nostre associazioni che l’appalto aveva una base d’asta eccessivamente alta.

L’azienda pare sia stata molto generosa nei confronti della città; infatti, non si è limitata ad offrire un ribasso eccezionale ma ha prospettato nella relazione tecnica servizi e target di raccolta differenziata superiori rispetto alle stesse condizioni imposte dal capitolato.

Per i primi ha ampliato tra l’altro il numero dei passaggi nella raccolta di diverse tipologie di rifiuti e ha proposto per le zone centrali l’uso dell’IGENIO, cioè un sistema di cassonetti mobili.

Per gli obiettivi di raccolta differenziata ha superato lo stesso sindaco che nel comunicato parla del 65%; infatti, l’azienda propone già a partire dal secondo anno il 70% che manterrà fino al termine del contratto. Ciò significa che di fatto verranno intercettate (e  totalmente) tutte le frazioni presenti nei rifiuti terracinesi.

Potrà l’azienda tener fede ai propri impegni? Rischia il fallimento con queste offerte super?

 Facciamo qualche conto. Intanto il dato di partenza più importante da conoscere per fare un’offerta nella gestione dei rifiuti è la produzione annua totale. Nel capitolato c’era la tabella completa della produzione dei rifiuti a Terracina nel 2011 e quella incompleta del 2012 perché si limitava ai primi sette mesi. Nel 2011 la produzione non superava le 30.000 tonnellate, come in tutti gli anni precedenti, mentre nel 2012 dai dati dei primi sette mesi, durante i quali il servizio veniva svolto dalla stessa azienda vincitrice della gara, si poteva prevedere un totale annuo molto più alto. L’azienda ha scelto di basare la sua offerta su quest’ultimo ritenendolo più attendibile rispetto ai dati del 2011 recuperati dai conteggi di una società ormai in fallimento(così spiega la sua scelta) e stabilisce che la produzione dei rifiuti a Terracina è di 34.000 tonnellate.

 Sviluppando anno per anno la durata dell’appalto e conteggiando con le percentuali di r.d. presenti nell’offerta le quantità di rifiuti che non saranno conferite in discarica grazie alla differenziazione operata dai cittadini, l’azienda farà sua nel corso del contratto la somma di oltre 13 milioni ai quali vanno aggiunti i ricavi della vendita del differenziato e tolti i costi del conferimento dell’organico in un impianto di compostaggio. Questa somma poteva essere almeno in parte restituita ai cittadini sotto forma di sgravio della tassa sul servizio che è invece destinata a crescere per effetto delle rivalutazioni ISTAT.

 PERCHE’ IL SINDACO, LA GIUNTA COMUNALE E LA MAGGIORANZA NON HANNO FERMATO QUESTO APPALTO?

Terracina 26 luglio 2013

Ascom Confcommercio, Il Sestante, WWF Litorale Pontino

volanappalto

La gara d’appalto per la nuova gestione dei rifiuti di Terracina? Non si tocca!

Viale Europa (4)

 

Oggi il sindaco, Nicola Procaccini, alla presenza di quattro assessori “civici” e dell’ingegnere comunale responsabile del settore ha incontrato i rappresentanti del WWF LP, del Sestante, dell’ASCOM e di Agenda 21  per rispondere alle osservazioni in merito alla gara d’appalto per la gestione del servizio di igiene urbana.

 

 

 

Dalla discussione serrata protrattasi per tre ore si possono trarre alcune argomentazioni utilizzate dal sindaco e/o dall’ingegnere:

  • il contratto di sei anni servirà a preparare la cittadinanza ad effettuare diligentemente la raccolta differenziata anche con l’uso di sanzioni;
  • i successivi sei anni, con la popolazione ormai edotta, saranno caratterizzati da una fase premiante;
  • la costanza dei costi annui eviterà i ricorrenti adeguamenti dei PEF;
  • la ditta inizierà a lavorare in perdita e non è quantificabile l’entità dei suoi profitti;
  • i risparmi realizzati con la riduzione del conferimento in discarica serviranno ad ammortizzare gli investimenti dell’azienda vincitrice della gara e a garantirle un profitto;
  • la base d’asta è alta ma non eccessivamente;
  • il risarcimento alle ditte partecipanti in caso di annullamento della gara non è stato quantificato;
  • ……
  • ……

Come tutti possono notare si tratta di osservazioni a giustificazione di una scelta fatta da tempo e di una genericità unica.

La posizione del WWF Litorale Pontino, che si è dichiarato comunque disposto a collaborare come sempre nel diffondere le pratiche virtuose nella gestione dei rifiuti, espressa durante la riunione si può sintetizzare in pochi punti:

  1. l’educazione della cittadinanza ad una corretta differenziazione dei rifiuti impegna non più di 4/5 mesi;
  2. i costi annui tenuti costanti mentre l’uso della discarica diminuisce disincentivano la raccolta differenziata, i cittadini non ne vedrebbero alcuna ricaduta economica;
  3. i risparmi di circa sei milioni per il ridotto conferimento in discarica durante la durata del contratto devono almeno in parte essere spalmati sull’utenza, anche in caso di un indennizzo da erogare alle ditte partecipanti  a causa dell’annullamento della gara;
  4. gara, quindi, da bloccare per una revisione dei conti a favore della cittadinanza che sarà impegnata ad effettuare una differenziazione dei rifiuti al 50% già a partire dal secondo anno.

Al termine dell’incontro si è registrata una chiusura netta da parte dell’Amministrazione comunale.

Annullamento in autotutela del bando rifiuti di Terracina? Oggi l’amministrazione comunale dirà la sua

Dopo mesi di discussioni, raccolte di firme, accessi agli atti per avere dati che dovrebbero essere pubblici, avvicendamenti di Giunte comunali oggi si avrà l’incontro, definito tecnico, tra l’amministrazione e le associazioni che hanno protocollato in Comune quasi quattromila firme per l’annullamento della gara di appalto per la gestione dei rifiuti: il WWF LP, il Sestante e l’ASCOM.

Il WWF Litorale Pontino  ha individuato nella mancata riduzione dei costi al crescere della raccolta differenziata un possibile motivo di annullamento della gara per sopraggiunta nuova valutazione dell’interesse collettivo. L’azione dell’associazione nasce dalla preoccupazione che la raccolta differenziata potrebbe abortire sul nascere se ai cittadini non derivassero benefici dai loro interventi sui rifiuti per raggiungere il 40% al primo anno, il 50% al secondo, il 60% al terzo e così via di differenziazione.

In sintesi, il primo anno i costi assommano a 8.140.000 + IVA, cioè simili a quelli del 2012, l’anno orribile della crescita oltre ogni misura e logica della quantità dei rifiuti prodotti, e che, riteniamo, abbiano comunque portato  profitti nelle casse dell’azienda che attualmente gestisce il servizio.  Analogamente riteniamo che dalla stessa somma trarrà profitti la nuova  società mentre opera secondo il capitolato. Se questo non fosse vero, cioè se l’azienda fosse costretta da subito a lavorare in perdita perchè al primo anno non è stata stabilita una somma più alta (da giustificare, però) per poi abbassarla anno dopo anno? Solo così i cittadini avrebbero potuto accettare i piccoli sacrifici del separare in casa i rifiuti; avrebbero, infatti, ottenuto in cambio una sgravio sulla bolletta.

Ritenendo la somma del primo anno sufficiente presentiamo una ulteriore simulazione

                       Quantità (tonnellate)

 

 

Racc. diff.(%)

40

50

60

65

65

Discarica

30.000

18.000

15.000

12.000

10.500

10.500

Compostaggio*

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

Recupero

10.000

11.000

12.000

11.500

9.500

*per il compostaggio viene avanzata l’ipotesi ottimistica di intercettare al sesto anno tutto l’organico

 

Costi (€)

 

Racc. diff.(%)

40

50

60

65

65

Discarica

8.140.000

-1.200.000

-1.500.000

-1.800.000

-1.950.000

-1.950.000

Compostaggio

+200.000

+400.000

+600.000

+800.000

+1.000.000

Recupero*

-300.000

-330.000

-360.000

-345.000

-285.000

Riduz. costi per RD

-1.300.000

-1.430.000

-1.560.000

-1.495.000

-1.235.000

TOTALE Costi

8.140.000**

6.840.000

6.710.000

6.580.000

6.645.000

6.905.000

*il recupero viene calcolato indicativamente con un corrispettivo CONAI minimo di 30 €/ton

**nel primo anno i costi sono quelli della gara (ci sono le spese dello start up della raccolta differenziata coperte comunque dalla riduzione del conferimento in discarica della raccolta stradale attuale)

Il totale dei sei anni è di 41.820.000 €

La base dell’asta è stata di 48.840.000 €

 

A Terracina la differenziata viene lasciata stagionare!

IMG_0618Le campane della raccolta del vetro, i cassonetti del multimateriale leggero (plastica+metallo) e quelli della carta non si svuotano da settimane, almeno in alcuni quartieri. I rifiuti tracimano abbondantemente dilagando nelle strade.

Lo spettacolo è indecoroso e dimostra ancora una volta l’inefficacia e l’inefficienza della raccolta stradale, in particolare a Terracina.

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Tale brutto spettacolo è sotto gli occhi di tutti lungo via Badino e via delle Arene fino al Palazzetto dello sport ma è facilmente intuibile che si presenti in tutta la città.

 

 

 

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Anche fuori della recinzione della scuola della decima traversa i contenitori di vetro sono stracolmi.

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Quel poco di differenziazione che la raccolta stradale consente viene annullato con il permanere sulla strada dei cassonetti pieni che diventano ricettacoli di ogni tipo di rifiuto, in particolare quello bianco riceve materiale estraneo che potrebbe rendere inutilizzabile la carta stessa.

Alla fine, quel poco di differenziata, che la raccolta stradale permette e che inviata a riciclo potrebbe dare un qualche ritorno economico, in gran parte prende la strada della discarica diventando ancora una volta un costo.

Era ora, finalmente abbiamo un Piano Amianto

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Il 21 marzo 2013 il Governo italiano ha approvato il Piano Nazionale Amianto che prevede l’obbligo del censimento dei materiali contenenti amianto, dell’individuazione dei siti per lo smaltimento e dell’accelerazione delle bonifiche.

 

 

Il Piano fissa le linee guida che dovranno seguire tutti gli Enti, locali e nazionali, per la tutela della salute e dell’ambiente e per la sicurezza sul posto di lavoro.

Ecco il Piano 18398_piano_amianto

Appare ovvio che l’applicazione del Piano ridurrebbe il rischio delle discariche abusive di eternit e dell’inquinamento dei terreni in cui si abbandona questo materiale con sicuri vantaggi per la salute di tutti.

 

 

Consultazioni per il nuovo Governo: c’è bisogno di una svolta verde

25marzo2013_delegazione ambientalista all'uscita dall'incontro con Bersani_fotoUmbertoBattaglia_400
La maggiori associazioni ambientaliste a Montecitorio per incontrare Bersani.
Il commento di Dante Caserta Presidente WWF Italia

Se, come detto dall’onorevole Bersani, il nuovo Governo deve definire un ‘Programma d’attacco’, per rilanciare il Paese si deve puntare decisamente sul Green Deal, su una Svolta per un’economia verde e rigenerativa che  deve costituire il fulcro dell’agenda del futuro Governo, valorizzando gli elementi di forza (parchi, biodiversità, patrimonio culturale, produzioni di qualità), garantendo una roadmap verso il 100% di energie rinnovabili, un programma di piccole e medie opere immediatamente cantierabili per il risanamento e la manutenzione del territorio e una ri-conversione ecologica  del nostro apparato produttivo che ricomprenda i costi ambientali per evitare che le minacce e i danni ambientali provocati dalle produzioni inquinanti ricadono sui cittadini e mettano a rischio anche gli asset di forza del Paese”, così commentano le maggiori associazioni ambientaliste CAI – Club Alpino Italiano, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, WWFche hanno avuto un incontro il 25 marzo  dalle 13.00 alle 14.00 a Montecitorio con l’onorevole Pierluigi Bersani, che ha ricevuto il mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Apprezziamo che per la prima volta nella storia repubblicana si chieda un incontro anche con le associazioni ambientaliste, riconoscendo loro un ruolo fondamentale nel contribuire con la tutela dell’ambiente, della biodiversità e dei beni culturali alla ricchezza della nazione”, aggiungono le maggiori associazioni ambientaliste, che hanno consegnato un sintetico documento su 10 temi

1.Energia e clima; 2. Trasporti e infrastrutture; 3. Consumo del Suolo, 4. Difesa del Suolo, 5. Bonifiche, 6, Biodiversità e aree protette, 7. Beni culturali e paesaggistici, 8. Turismo e ambiente, 9. Ministero dell’ambiente, 10. Diritti e delitti ambientali

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono, anche, di dare piena attuazione alla Strategia Nazionale della Biodiversità, approvata nell’ottobre 2010, che stenta a decollare e di fissare un termine entro il quale approvare la nuova generazione dei Piani paesaggistici, che si attendano dal gennaio 2010. Occorre che il Governo si occupi organicamente di Patrimonio culturale, della sua conservazione (tutela e cura), fruizione (turismo culturale) e ri-produzione di cultura.

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono più coraggio nella ri-conversione ecologica dell’economia: “Il presupposto della Green Economy è la decarbonizzazione dell’economia e non quella di creare un “settore verde. – commentano le maggiori associazioni ambientaliste e aggiungono: “In questo senso, le proposte a breve presentate nel Programma di Governo dell’on. Bersani, ampiamente condivisibili nello specifico, vanno inserite in un quadro nuovo che preveda la progressiva fuoriuscita dalle fonti fossili. E’ necessario rivedere in quest’ottica la “Strategia Energetica”da poco approvata dal governo uscente: eliminare progressivamente l’uso del carbone e dell’olio combustibile nel settore elettrico, fermare le trivelle a mare, garantire strumenti efficaci e snelli alle rinnovabili per uno scenario 2050 a zero emissioni di CO2. Anche nel settore delle grandi opere si chiede chiarezza: si deve definire un Piano nazionale per la mobilità che serva a dare risposta ai gravi problemi di congestione e di inquinamento delle nostre città, abbandonare il Primo programma delle infrastrutture strategiche, che costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un’ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese.” 

IL COMMENTO DEL WWF ITALIA

“Occorre riconoscere un ruolo istituzionale e risorse adeguate al Ministero dei Beni Culturali  e al Ministero dell’Ambiente che negli scorsi anni hanno avuto i bilanci falcidiati (quest’ultimo dicastero è passato da un bilancio annuale di 1,6 miliardi di euro nel 2008, ai 450 milioni di euro del 2013), riducendone la capacità di intervento e quindi  mettendo a rischio i beni ambientali, paesaggistici e culturali del nostro Paese”, commenta il presidente del WWF Italia, Dante Caserta, dopo l’incontro di questa mattina con l’onorevole Pierluigi Bersani, che ha avuto dal Presidente della Repubblica un mandato esplorativo per la formazione del nuovo Governo. “E’ la prima volta che le associazioni ambientaliste vengono ascoltate nel processo di consultazione per il nuovo Governo e questo è di certo un gesto di attenzione importante e significativa” – continua il presidente del WWF Italia che ha incontrato l’On. Bersani, insieme  con le rappresentanze delle maggiori associazioni ambientaliste (CAI – Club Alpino Italiano, FAI- Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace, Legambiente, Pro Natura e Touring Club Italiano) che hanno sottoscritto il documento sulle priorità ambientali sottoposto durante la campagna elettorale a tutte le forze politiche.

“Abbiamo scelto di orientare l’incontro su argomenti chiave e non sulle mille situazioni puntuali pur importanti che caratterizzano l’agenda ambientale del nostro Paese – continua Caserta -. Abbiamo quindi ribadito con forza che l’ambiente non può essere considerato come un ambito tematico bensì come una caratterizzazione trasversale a tutte le politiche, in particolare quelle economiche che possono trovare un rilancio nell’affermazione della Green economy, nelle misure di contrasto ai cambiamenti climatici e in quelle di gestione del territorio, oltre che nella tutela dello straordinario patrimonio artistico e naturale del nostro italiano”.

PUNTI PER UNA RI/CONVERSIONE ECOLOGICA DEL PAESE INCONTRO CON L’ON. PIERLUIGI BERSANI DEL 25 MARZO 2013 DocxilGoverno