Il WWF Litorale Pontino presenta la Campagna STOP AI CRIMINI DI NATURA

banner_adozioni_1_7928STOP AI CRIMINI DI NATURA DA CHE PARTE STAI?
Sabato 20 e Domenica 21 dicembre
UN PUNTO DI INCONTRO DEL WWF A TERRACINA
Campagna di sensibilizzazione STOP AI CRIMINI DI NATURA
C’è un “mercato nero mondiale” che uccide elefanti, rinoceronti, tigri, tartarughe e aumenta il dramma della povertà in Africa, Asia e Sud America.

Avorio & Kalashnikov: anche gruppi armati e terroristici finanziati dal traffico illegale di specie selvatiche.
E’ assalto alla fauna anche in Italia: aumentano le minacce per orsi, lupi, piccoli e grandi uccelli migratori tra cui rapaci.

Il WWF chiede di sostenere le centinaia di Ranger del WWF attivi nei ‘fronti aperti’ d’Italia e del mondo e di firmare la Petizione online per ottenere in Italia sanzioni più severe per chi uccide specie selvatiche terrestri e marine http://www.wwf.it/criminidinatura
Elefanti, rinoceronti, tigri, oranghi, uccelli migratori, lupi e orsi e cetacei: specie simbolo e non solo, in Italia e nel mondo di nuovo a rischio estinzione. Un vero e proprio assedio su scala industriale che impoverisce la natura e le comunità locali e denunciato dal WWF il 4 ottobre scorso, alla vigilia della festa dedicata al Santo universalmente riconosciuto anche come ‘protettore’ degli animali, San Francesco d’Assisi. Allarme rosso anche per le tigri: oltre 1.400 gli esemplari uccisi dal 2000 al 2012 secondo le stime dei sequestri effettuati nei paesi range, almeno 2 a settimana.

Per questo il WWF – dichiara Andrea Filpa Delegato regionale per il Lazio – ha lanciato in Italia dal 4 ottobre scorso la grande Campagna ‘Stop ai crimini di natura – Da che parte stai?’ promossa in collaborazione con il suo Network TRAFFIC. A Natale il WWF ha rivolto particolare attenzione ai cuccioli degli animali uccisi illegalmente; ai piccoli di tigre, di elefante, di gorilla, lupo, orso ed altre specie a rischio. In Italia la petizione per introdurre nel nostro Codice Penale il delitto di uccisione di specie selvatica protetta – oggi punito con una semplice contravvenzione – ha raccolto finora circa 60 mila adesioni”.

NELLE GIORNATE DI SABATO 20 E DOMENICA 21 DICEMBRE per chi non lo avesse già fatto e per chi desideri incontrare il WWF più da vicino, si potrà concretizzare la propria adesione nel punto di incontro che il WWF organizza a Terracina: DALLE ORE 16,00 ALLE ORE 20 in Viale della Vittoria.
Sarà una bella occasione d’incontro nella quale ci si potrà iscrivere o rinnovare la propria iscrizione al WWF, adottare un cucciolo di specie a rischio e conoscere le numerose iniziative che il WWF ha in programma per il 2015.

Sono iniziative – conclude Filpa – che riguardano la tutela della biodiversità, le aree protette, la sostenibilità, la qualità di vita nelle città e la mobilità ciclabile, il risparmio energetico e il contrasto ai cambiamenti climatici, la riduzione degli inquinamenti, il blocco del consumo di suolo e delle opere dannose per l’ambiente; il Lazio ha bisogno del WWF Lazio, e il WWF Lazio ha bisogno delle idee, della creatività, delle competenze e dell’impegno di chi ha a cuore la tutela della biodiversità in Italia e nel mondo, contro ogni crimine di natura”.

IL WWF CHIEDE IL SOSTEGNO DI TUTTI:

UN INVITO AD AIUTARE le centinaia di Ranger, Guardie e volontari del WWF, attivi in Italia e
nel mondo, per dotarle di attrezzature tecnologiche, medicine, fuoristrada, gps, camera-traps,
binocoli, radiotrasmittenti e altri equipaggiamenti indispensabili a monitorare il territorio per
sorprendere bracconieri e trafficanti.
Sul sito http://www.wwf.it/criminidinatura chiunque può informarsi sul fenomeno e sostenere la campagna
del WWF con una donazione libera; DIFFONDERE a sua volta le informazioni e SOTTOSCRIVERE la PETIZIONE “Sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche”.
Per sostenere la Campagna è attivo anche il NUMERO VERDE 800.990099.

Il WWF Litorale Pontino è ancora qui

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Il WWF Italia ha attraversato negli ultimi decenni diversi momenti di ristrutturazione con tutti i traumi conseguenti di adattamento al livello locale e anche oggi ci troviamo in un simile passaggio. Ci sono difficoltà ma come nel passato potremo superarle con spirito di collaborazione tra tutti i livelli istituzionali. La notizia apparsa ieri su un quotidiano online non proviene dagli organi dell’associazione ma da voci raccolte all’esterno. Ecco la smentita con le firme del presidente del WWF Litorale Pontino e del Delegato regionale del WWf Lazio.

 

 

 

 

Il WWF Litorale Pontino non è a rischio di estinzione.

La Struttura Territoriale Locale “WWF Litorale Pontino” ed il WWF Lazio, in merito all’articolo comparso sul sito “H24Notizie” on line, vuole rassicurare soci e simpatizzanti: l’ombrello del “Panda” non si chiude, ed in particolare non si chiude sul “WWF Litorale Pontino” che in 30 anni ha portato avanti, e continua tutt’ora, ad affrontare importanti battaglie per l’ambiente con il sostegno, la fiducia e la collaborazione di tutto il WWF. Le notizie riportate sono frutto di informazioni fornite da persone evidentemente poco a conoscenza dei fatti e che comunque non rappresentano il WWF.

E’ vero che nella struttura del WWF sia in corso un processo di riorganizzazione, ma si tratta di un processo che ha l’obiettivo di integrare maggiormente tutte le dimensioni in cui il WWF opera – ed è la sua forza da tutti riconosciuta – ovvero quella internazionale, nazionale, regionale e locale. “Pensare globalmente ed agire localmente” non è per il WWF un semplice slogan, ma uno stile di lavoro che ne ha fatto la più importante organizzazione ambientalista a livello mondiale.

Presidente del WWF Litorale Pontino   Domenico Carafa

Delegato regionale WWF Lazio            Andrea Filpa

Presentato l’esposto sulla lottizzazione di Punta Cetarola nel comune di Itri

 

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CONGIUNTOtris

In questi giorni le Associazioni WWF, LIPU, ITALIA NOSTRA, FAI, ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA per la NATURA hanno presentato un esposto alla Regione Lazio, al Comune di Itri e al Corpo Forestale dello Stato a salvaguardia dell’area posta su Punta Cetarola sulla quale grava un progetto di lottizzazione edificatoria.

Ecco l’esposto Punta Cetarola

Cetarola1E’ necessario arrestare il consumo di suolo che sta colpendo in maniera indiscriminata il territorio esponendolo al degrado e al dissesto idrogeologico e che lo priva del fascino che la natura incontaminata conserva.

 

WWF parte civile nel processo sulla mala gestione dei rifiuti nel Lazio

Il WWF Italia è stata l’unica associazione nazionale ammessa come parte civile al processo sulla  gestione dei rifiuti nel Lazio per reati previsti e presunti di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti frode e truffa, secondo quanto deciso nella scorsa udienza del 23 giugno dal Tribunale di Roma della I sezione Collegiale.
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“Un’importante prima vittoria che vede riconoscere al WWF, unica associazione ambientalista nazionale ammessa, l’attività svolta negli ultimi venti anni sul tema dei rifiuti, in particolare nella Regione Lazio.” dichiara l’Avv.Vanessa Ranieri che assiste l’associazione nel giudizio  “Nonostante la complessità legata ai capi d’imputazione e ai tanti testimoni eccellenti che verranno sentiti sono certa che l’ammissione del WWF contribuirà a far emergere tutte le responsabilità e a dare sostegno al Pubblico Ministero a cui vanno tutti i nostri apprezzamenti per aver condotto indagini delicate e lunghe con grande senso di responsabilità e preparazione.”

 
Tutta l’attività sia di interlocuzione istituzionale sia di carattere giudiziario  dagli anni 2002 – 2012 è stata raccolta in un dossier depositato agli atti del processo che riepiloga l’imponente mole di lavoro svolto dal WWF sul tema

Nel dossier WWF Lazio del 2012  le proposte  per uscire fuori dall’emergenza laziale sui rifiuti,  

Dagli anni novanta sino ai giorni nostri il WWF ha dato attenzione estrema alla gestione dei rifiuti laziali cercando di intervenire complessivamente sul sistema criticato in tutte le sedi amministrative, politiche, giudiziarie, sia sulle vicende di Colleferro come su quelle di Malagrotta o più recentemente sul commissariamento per l’individuazione dei siti alternativi a quest’ultima, su Albano.
Sono state investite risorse professionali  ed economiche dei soci a favore della collettività, promuovendo ricorsi ai Tribunali Amministrativi, costituendo il WWF nei processi penali, garantendo le presenze presso le conferenze dei servizi, le commissioni, presentando osservazioni alle valutazioni d’impatto ambientale e alla valutazione ambientale strategica sullo stesso piano di gestione dei rifiuti.
E questo impegno ci è stato riconosciuto dalle stesse forze dell’ordine nell’ambito delle intercettazioni  che riportano «Meno male che c’è il Wwf» come scrivono i carabinieri nelle annotazioni allegate al processo

La prossima udienza è prevista il 18 luglio.

Si avvicina l’Ora della Terra, Aprilia e Terracina i primi comuni pontini a dichiarare la propria adesione

EH14_banner_300_250 Il 29 marzo dalle ore 20.30 alle ore 21.30 ci sarà l’Ora della Terra,  la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità di tutto il Pianeta per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF Internazionale.

 

Il WWF Litorale Pontino ha invitato tutti i Comuni della provincia di Latina ad aderire spegnendo un monumento importante della città e promuovendo iniziative sul risparmio energetico.

Cominciano ad arrivare le adesioni.

piazzaRomaAPRILIAIl comune di Aprilia la sera del 29 marzo  spegnerà l’illuminazione pubblica di Piazza Roma (Piazza principale della città e sede del municipio). Inoltre il comune sta provvedendo all’acquisto di oltre 200 lampade a LED. Nella settimana 24-28 marzo, insieme agli alunni della scuola primaria di Vallelata,  procederà alla sostituzione degli attuali impianti energivori della stessa scuola con le nuove lampade a LED acquistate.

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Il comune di Terracina spegnerà il monumento simbolo della città, il tempio di Monte Sant’Angelo.

Il sindaco ha chiesto alla società che gestisce l’illuminazione del monumento di rispettare l’Ora della Terra. TerracinaOradellaTerra2014

Contro i cambiamenti climatici, appuntamento a Roma il 28 febbraio 2014 in Piazza Montecitorio

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Europa rispondi!

 

L’emergenza climatica è una drammatica realtà. Ci stiamo avventurando verso un surriscaldamento del pianeta di oltre 4°C con scenari apocalittici, come evidenzia il nuovo rapporto dell’IPCC – il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU -, se non interverremo rapidamente. Gli scienziati dell’IPCC avvertono che non è più possibile continuare su questa strada.

La Commissione europea sembra però non voler ascoltare questo grido di allarme. Il libro bianco “Clima-Energia 2030” appena adottato dalla Commissione mostra una preoccupante timidezza e prudenza in controtendenza con gli stessi impegni già assunti dall’Europa di contribuire a contenere il riscaldamento globale sotto la soglia critica dei 2°C. Il prossimo 20-21 marzo il Consiglio europeo si riunirà per decidere sui target europei al 2030 in materia di clima ed energia e per questo vogliamo far sentire forte la voce dei cittadini.

 Noi chiediamo 

che l’Unione Europea confermi il suo ruolo da leader nella lotta ai cambiamenti climatici.

Gli obiettivi comunitari al 2030 proposti dalla Commissione nel libro bianco – 40% di riduzione delle emissioni interne di CO2 e aumento non vincolante per gli Stati membri al 27% per le rinnovabili  – purtroppo non consentono all’Europa di mettere in campo una forte e coerente azione di contrasto ai cambiamenti climatici in grado di invertire la rotta e contribuire ad un accordo globale ambizioso e giusto.

L’Unione Europea potrà svolgere un ruolo decisivo nella trattativa internazionale che porterà alla Conferenza delle Nazioni Unite di Parigi nel 2015, solo se avrà definito obiettivi ambiziosi di riduzione dei gas-serra e di spinta verso una economia low-carbon attraverso target legalmente vincolanti che spingano anche lo sviluppo delle fonti rinnovabili e gli interventi di efficienza energetica a livello nazionale.

che l’Italia  si impegni per un Europa leader nella sfida di una economia e una società low-carbon.

Il ruolo del Governo italiano sarà fondamentale per raggiungere un accordo europeo più ambizioso di quello proposto dalla Commissione sugli obiettivi al 2030, sia nella discussione nel Consiglio europeo del prossimo 20-21 marzo che durante il semestre di presidenza italiana che si apre a Luglio. Per la lotta ai cambiamenti climatici e per spingere una innovazione dell’economia europea che aiuti i cittadini e l’ambiente è indispensabile alzare l’obiettivo di riduzione dei gas serra e prevedere dei target vincolanti più ambiziosi per l’efficienza energetica e per il contributo delle rinnovabili che siano vincolanti anche per i Paesi membri. Noi chiediamo al Governo italiano di battersi per questi obiettivi.

 

Appuntamento: Roma, 28 febbraio 2014, Piazza Montecitorio, ore 11:30

Promosso da LEGAMBIENTE, WWF, GREENPEACE, KYOTO CLUB, COORDINAMENTO FREE, SI ALLE ENERGIE RINNOVABILI NO AL NUCLEARE, ASSORINNOVABILI

Il WWF Lazio denuncia l’ultimo colpo di coda del gestore di Malagrotta

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RIFIUTI:

in Regione approda a sorpresa il nuovo progetto di “capping”.

Si fermino i progetti, approvato e proposto!

“Come sospettavamo ormai da mesi, avevamo la sensazione che vi fosse una sostanziale diversità tra il progetto di capping previsto per la chiusura di Malagrotta approvato nel 2008 e ciò di cui parlavano le amministrazioni – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio

Come ormai tradizione, proprio negli ultimi giorni che solitamente danno l’addio all’anno vecchio, il gruppo E Giovi è sempre stato molto attivo con le innumerevoli società ad esso riconducibili: ricordiamo le istanze di valutazione d’impatto ambientale proposte dal COEMA per l’inceneritore di Albano del 27.12.2007, nonché negli stessi giorni il deposito dell’istanza di VIA per l’impianto di pirolisi a Civitavecchia. Anche questa volta a sorpresa è approdato negli uffici regionali un nuovo progetto di ‘capping’ proposto dal gestore di Malagrotta, in sostituzione di quello già approvato: un vero e proprio colpo di coda avvenuto nell’ultimo giorno dell’anno appena salutato! Da anni le richieste da parte di chi gestisce la discarica più grande d’Europa ruotano attorno al progetto cd di ‘capping’, cioè di copertura degli oltre quarant’anni di smaltimento dei rifiuti, con degli alberi. Negli anni anche le somme richieste dal privato hanno subito variazioni e ad oggi sembrerebbero ridimensionate a soli, si fa per dire, cento milioni di euro, che ad avviso della parte privata dovrebbero essere corrisposti dalla collettività.

La Giunta Regionale ha già impegnato dieci milioni di euro! Tutto ciò per rendere, parrebbe di capire, più piacevole il paesaggio, che oggi, invece, ci ricorda quotidianamente la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati di Roma, Ciampino, Fiumicino e la Città del Vaticano, nonché dei fanghi da depurazione, di circa mezzo secolo.

In realtà l’impegno di spesa potrebbe essere giustificato laddove avvenisse, e qualora fosse possibile, un ripristino ambientale nel senso dell’eliminazione o riduzione degli effetti negativi per l’ambiente, (inteso come complesso di aria, suolo e acqua), nonché per la salvaguardia della salute umana.

Il motivo, invece, per cui si chiederebbe all’Amministrazione di intervenire con così tanti soldi, ci sembra di capire sia finalizzato alla realizzazione di un cd ‘sandwich’ multistrato, sembrerebbe realizzato con ciò che avanza dalla separazione dei materiali nel cassonetto stradale negli impianti di TMB, dai residui della combustione dell’inceneritore e da inerti cd ‘igienizzati’, all’estremità del quale posizionare un po’ di alberi.

Nel nuovo progetto c’è anche la novità del ‘biostabilizzato’. D’altra parte essendo venuta meno la possibilità di formare uno strato con i residui della combustione dell’inceneritore, tale carenza è stata prontamente ripensata dal gestore con strati di FOS unita a terreno vegetale ed offerta come proposta in sostituzione di quella approvata. Per la chiusura della discarica, infatti, sono offerte ben due opzioni sulle attività all’interno del progetto di cd capping, presentato, che vedrebbero livellare il sito attraverso l’utilizzo della ‘fos’, cioè quella frazione organica che avanza dalla separazione della spazzatura, che non può essere bruciata e che, una volta resa palabile, sarebbe di difficile collocazione, assieme eventualmente agli inerti igienizzati, prodotti proprio all’interno dell’area di Malagrotta.

In tutta questa complessa ma anche paradossale vicenda, ciò che appare ancora più incredibile risiede verosimilmente nel fatto che l’area sarà comunque in attività ancora per lunghi anni, ricevendo negli impianti di TMB il famigerato cassonetto stradale, essenziale per la progettazione e la realizzazione del materiale che dovrà comporre gli strati del capping!

Altro che chiusura di Malagrotta! Ecco, quindi, il venir meno dell’interesse ad aprire siti che possano ospitare esclusivamente la frazione umida per il compostaggio, ed ecco l’impossibilità di far decollare la raccolta differenziata spinta, nemica assoluta del cassonetto.

Insomma a pensar male si potrebbe essere indotti a ritenere che la discarica di Malagrotta, più che a una chiusura con conseguente ripristino ambientale, si stia preparando a rimanere in vita più di prima ricevendo i propri rifiuti a spese della collettività, ma anche che l’approvazione ed il finanziamento del progetto di ‘capping’ sia l’oggetto di una transazione più che di un tentativo di risanamento della porzione estesa della Valle Galeria.

OCCORRE UNO STUDIO E LA CARATTERIZZAZIONE DEI SUOLI SECONDO LA LEGGE

Il Codice dell’Ambiente è molto chiaro sulla definizione di bonifica e su quello di ripristino ambientale, operazioni alle quali la legge attribuisce il significato di eliminazione delle sorgenti dell’inquinamento e comunque della riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti in armonia e con i principi e con le norme comunitarie, con particolare riferimento al principio del ‘chi inquina paga’. Ebbene non ci sembra che nel progetto di capping approvato, né in quello proposto nei giorni scorsi dallo stesso gestore emergano eliminazioni o riduzioni degli effetti negativi che possono generarsi nella vita di una discarica e nella sua gestione post mortem. Se le nostre sensazioni fossero fondate nessun impegno di spesa a carico della collettività dovrà essere impiegato per quel progetto.

download (1)“Noi crediamo che se accertata l’esistenza del danno ambientale il responsabile sia obbligato a risarcire la collettività, non ritenendo accettabile che ancora una volta avvenga il contrario – conclude Ranieri – Presidente Zingaretti, si faccia garante insieme al Sindaco Marino della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente, denunciando subito al Prefetto la possibilità che il territorio su cui insiste la discarica di Malagrotta sia stato colpito da un danno ambientale, chiedendo di partecipare al procedimento di adozione delle misure di precauzione, di prevenzione e di ripristino ambientale, obbligando così il Ministero ad intervenire ai sensi dell’art. 309 Codice dell’Ambiente.”

 

Roma, 24 gennaio 2014

Informazioni stampa: Cesare Budoni cell. 349-6040937

Nella giungla del malaffare dei rifiuti romani e laziali risalta il ruolo di controllo del WWF Lazio.

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Finalmente sta emergendo tutto il marcio della gestione dei rifiuti della nostra Regione prodotto dalla commistione tra pubblico e privato dove il pubblico ha perso il ruolo di controllore.

 

Sulla stampa cominciano ad apparire i testi delle intercettazioni telefoniche e da una di queste esce la voce della presidente del WWF Lazio che chiede a un funzionario pubblico di fare il proprio dovere.

Così viene riportato sul sito IL TEMPO.it

I CONTROLLI DEL WWF

L’unica «a sospettare che qualcosa non andasse nel rapporto tra pubblico privato, tra Spagnoli e Cerroni» era l’avvocato Vanessa Ranieri, presidente della sezione Wwf Lazio, la quale «aveva preteso di accedere agli atti della discarica e del gassificatore di Malagrotta». «Io devo verificare se ci sono dei reati oppure no… lei non è una ditta privata, mi scusi signor Spagnoli», dice la professionista. «Quello che mi preoccupa – aggiunge – lei continua da quando la conosco, continua a parlare in prima persona… ma si sta rendendo conto? Ma lei parla col solito soggetto privato, ma non si rende conto che è una anomalia questa?». «Meno male che c’è il Wwf» scrivono i carabinieri. Di fatti, la donna aggiunge al funzionario regionale che «io sto portando la battaglia legale in base al mandato che ho ricevuto».

Meglio tardi che mai, finalmente si sta togliendo il coperchio da una pentola maleodorante non solo perché colma di rifiuti

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WWF LAZIO

 ORA FORSE POTRA’ ESSERCI UNA SVOLTA A ROMA E NEL LAZIO

SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Lo avevamo detto che la logica del puparo non avrebbe pagato

 

Abbiamo appreso della notizia degli arresti disposti ed eseguiti questa mattina dalla procura capitolina relativamente alla gestione dei rifiuti nel Lazio e, di certo, non possiamo dire che non ce lo aspettassimo.

La nostra associazione è da anni costituita parte civile nei processi legati al ciclo dei rifiuti nella nostra Regione e la situazione per noi è stata sempre allarmante e allo stesso tempo disarmante.

Lo abbiamo gridato in ogni sede.

 

Se vi saranno i presupposti certamente saremo anche in questo processo al fianco della Procura, affinché vengano verificate le eventuali responsabilità e puniti i responsabili.

Aldilà delle vicende giudiziarie che faranno certamente il loro corso, oggi forse per la prima volta si ha la sensazione che finalmente possano esserci  i presupposti per poter spezzare quei meccanismi che da anni avevano legato gestori ed Amministrazioni, determinando una situazione ordinaria di emergenza costante a svantaggio della salute dei cittadini, oltre che un danno economico per le casse dell’erario.

 

L’inchiesta a nostro avviso dovrà proseguire anche sulle vicende della discarica di Viterbo, sul lodo milionario sottoscritto tra gestore appartenente allo stesso gruppo di quello di Malagrotta e pubblica Amministrazione, oltre che su ipotesi di reato legate ai disservizi della municipalizzata romana e non da ultimo nella mancata realizzazione dei siti di compostaggio comunale che l’amministrazione avrebbe dovuto assicurare soprattutto nella provincia di Roma.

 

Tutte queste vicende ci sembrano possano essere forse legate da un probabile filo conduttore che per anni ha tenuto “legata” la gestione dei rifiuti nel Lazio.

Oggi possiamo immaginare che, indipendentemente dagli esiti delle vicende processuali,  la nostra regione sia pronta ad iniziare una nuova epoca basata sul ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti.

 

 

Roma, 9 gennaio 2014

                                              

Informazioni stampa: Cesare Budoni cell. 349-6040937

 

 

RIFIUTI: Basta discariche nel Lazio! A Roma occorre trasformare almeno due TMB in impianti di compostaggio

236999 La discarica di Malagrotta (archivio)

 

A MALAGROTTA PIU’ CHE LE TARGHE OCCORRE UNO STUDIO E LA CARATTERIZZAZIONE DEI SUOLI SECONDO LA LEGGE

 

Dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio:

“Abbiamo letto con molto stupore le accorate parole affidate dal Presidente del CO.LA.RI. alle pagine del quotidiano la Repubblica attraverso un avviso a pagamento. Certo sarebbe interessante conoscere pubblicamente e con lo stesso mezzo il sentimento dei cittadini della Valle Galeria rispetto a ciò che ha rappresentato per loro coabitare per decenni con la discarica più grande d’Europa e più in generale dei cittadini romani e del Lazio sulla gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati e apporlo così su quella stessa stele di travertino che vorrebbe essere posta durante un open day per ricordare ma soprattutto per non far dimenticare ‘oggi ai romani, domani ai posteri e dopodomani ai marziani’ la percezione del sentimento collettivo più che quello del proprietario di cosa abbia significato quella discarica. Insistiamo affinché vengano disposti esami e analisi sulle caratteristiche dei suoli all’interno dell’invaso prima di qualsiasi operazione di chiusura.”

Impossibile procedere su Falcognana come la nuova Malagrotta

“Più che alle individuazioni dei siti per la realizzazione di una nuova discarica ci sembra di assistere alle estrazioni del lotto – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio – E’ aberrante ipotizzare per Falcognana che i codici CER, che permettono l’ammissione in discarica di alcuni rifiuti, siano di semplice trasformazione: il car fluff non contiene elementi organici, il rifiuto solido urbano si, ancor più se solamente ‘tritovagliato’. Il cambiamento della tipologia di rifiuto ammesso in discarica è una modifica sostanziale del progetto iniziale e quindi necessita di tutte le autorizzazioni ex novo ad iniziare dalla valutazione d’impatto ambientale ed aia. Insistiamo poi con forza per l’apertura immediata dei siti di compostaggio anche attraverso la trasformazione di almeno due linee di TMB.”

 

Roma, 30 settembre 2013

Informazioni stampa: Cesare Budoni