Piano del traffico o della mobilità sostenibile?

Ancora una volta Agenda 21 Locale di Terracina è intervenuta per ribadire che la mobilità sostenibile è cosa diversa dal traffico e che approvare come ha fatto recentemente la giunta comunale un Piano Urbano del Traffico ci riporta indietro di anni.

Il Forum di Agenda 21 Locale del Comune di Terracina, in un documento molto articolato, ha ricostruito tutte le fasi amministrative di indirizzo, pianificatorie, programmatorie ed esecutive del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), che tra l’altro a differenza del Piano Urbano del Traffico contribuisce alla concessione della Bandiera Blu, concludendo con una richiesta al Sindaco, alla Giunta Comunale e al Consiglio Comunale:

1) Di non vanificare il lungo e fruttuoso lavoro compiuto sinora per poter consegnare alla città, attraverso il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, uno degli obiettivi fondamentali e strategici della politica ambientale del Comune di Terracina e uno degli strumenti di maggiore garanzia per affrontare la sfida del cambiamento climatico, per sostenere la qualità dell’ambiente e della salute dei cittadini, per favorire la coesione sociale, per promuovere l’economia verde e quella turistica e per assicurare il futuro dello sviluppo sostenibile del territorio comunale.
2) Di valutare in modo approfondito (in termini di effettiva sostenibilità dei costi ambientali, sociali ed economici portati da un sistema di trasporto ancora centrato sulla circolazione di autoveicoli inquinanti invece che sulle esigenze delle persone e della loro mobilità) l’opportunità di procedere alla definitiva approvazione dell’aggiornamento del Piano Urbano del Traffico, oppure di procedere, invece, come auspichiamo e riteniamo di dover suggerire, alla revoca del provvedimento adottato, nel rispetto dell’art. 22 della legge n. 340 del 24/11/2000, concernente il superamento dei Piani Urbani del Traffico/PUT in favore dei Piani Urbani della Mobilità/PUM, e con riferimento alla Direttiva del Parlamento Europeo dell’8/01/2010 per i paesi membri, recepita dal Comitato delle Regioni Italiane, per l’adozione, da parte delle autorità locali, dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile.
3) Di avviare immediatamente l’iter tecnico-amministrativo per la redazione e l’adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Terracina, nel rispetto di quanto approvato con la Deliberazione di Giunta Comunale n. 94, del 22/04/2014; con le Deliberazioni di Consiglio Comunale n. 144/XXIII, del 9/12/2014 e di Giunta Comunale n. 321, del 11/12/2014; con la Deliberazione di Consiglio Comunale n. 4, del 24/01/2017; ed infine con la Deliberazione di Consiglio Comunale n. 18, del 31/03/2017.

Ecco l’intero documento del Forum di Agenda 21 di Terracina come appare sul sito comunale

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Un quinto dell’Italia a rischio desertificazione. Bollino rosso anche nelle Oasi WWF

17 GIUGNO GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

DESERTIFICAZIONE E CAMBIAMENTI CLIMATICI FENOMENI INTERCONNESSI RISPETTO AI QUALI È URGENTE UN’AZIONE COORDINATA. ANCHE LE OASI DEL WWF A RISCHIO PER LA SICCITÀ

La siccità che sta attanagliando numerosi bacini idrici italiani rende necessaria e urgente una reazione operativa perché ormai i grandi cambiamenti globali scatenati dalla nostra continua pressione, non solo sono accelerati, ma sono sempre più interconnessi. È ormai evidente l’intreccio degli effetti del cambiamento climatico con quelli del fenomeno della desertificazione, rispetto ai quali è urgente un’azione coordinata. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici predisposto da numerosi autorevoli specialisti coordinati dal Ministero dell’Ambiente ed in via di approvazione definitiva non potrà non andare in questa direzione.

Oggi circa un quinto del territorio nazionale italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. Secondo gli scenari del cambiamento climatico realizzati dagli specialisti per il nostro paese (in particolare il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici CMCC), entro fine secolo le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni, soprattutto nei periodi estivi ed è evidente che le problematiche climatiche e quelle relative alla desertificazione saranno sempre di più intrecciate. Si sta già verificando un incremento della temperatura senza precedenti con un calo delle precipitazioni annuali, con estati più secche, ed inverni più umidi, in particolare, nelle regioni settentrionali. Su un territorio complesso e fragile come quello italiano, questi fenomeni portano ad una sostanziale variazione della frequenza e delle entità di frane, alluvioni e magre dei fiumi, con effetti importanti per l’assetto territoriale e i regimi idrici.

Secondo i dati disponibili più recenti in Italia, abbiamo una quantità di risorse idriche rinnovabili corrispondente a circa 116 miliardi di metri cubi mentre i volumi di acqua effettivamente utilizzabili sono stimati attorno ai 52 miliardi di metri cubi. Complessivamente utilizziamo oltre il 30% delle risorse rinnovabili d’acqua disponibili nel nostro paese che sono ben superiori alla soglia del 20% indicata dall’obiettivo europeo (Europa efficiente nell’impiego delle risorse): per questo, l’Italia è indicato dall’OCSE come paese soggetto a stress idrico medio-alto che, inoltre, presenta una forte disomogeneità rispetto alla distribuzione delle risorse idriche e al loro fabbisogno. Dai dati ISTAT sulle diverse tipologie di utilizzo della risorsa idrica, risulta che il prelievo dell’acqua potabile è in aumento (del 6,6% rispetto all’inizio della serie storica di 13 anni) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (il consumo medio giornaliero per abitante giunge a 228 litri).

Il cambiamento climatico interagisce con il ciclo idrico tramite diversi elementi che costituiscono dei forzanti provocati dall’incremento delle temperature come, ad esempio, l’umidità atmosferica, l’evapotraspirazione, la quantità, la distribuzione e la forma delle precipitazioni e la fusione dei ghiacciai. Oggi l’estensione dei ghiacciai in Italia, come risulta dai dati del Comitato Glaciologico Nazionale, copre una superficie di 368 kmq e, rispetto alle rilevazioni condotte nel periodo 1959-1962 tale superficie risulta ridotta del 30% (159 kmq).

I cambiamenti climatici agiscono in maniera significativa come aggravanti delle vulnerabilità dei settori che esigono l’utilizzo dell’acqua, dalla disponibilità di acqua potabile, all’agricoltura e al settore energetico. Gli impatti del cambiamento climatico sono sempre più forti sia sugli ecosistemi ed i processi ecologici, sia sui singoli organismi, sulla struttura e dinamica delle popolazioni, sulla distribuzione e migrazione delle specie, sulla produttività degli ecosistemi, costituendo una crescente minaccia per la biodiversità del nostro paese. L’Italia sta quindi subendo impatti crescenti dovuti all’accelerazione dei cambiamenti climatici globali che avranno conseguenze sempre più negative sugli ecosistemi, sulla nostra società ed economia, rispetto ai quali non solo è necessario ma urgente intervenire.

Bollino rosso anche per le Oasi WWF. La siccità sta colpendo anche le Oasi e da tempo: i livelli delle acque delle aree umide stanno calando e ci sono aree già secche. Le falde si sono abbassate in più luoghi. La vegetazione di alcune aree gestite dal WWF è già in stress idrico avanzato. Si stanno comunque monitorando le condizioni per prevenire incendi o danni alla fauna. Alcuni esempi:

Riserva naturale di Ripa Bianca (Marche) Pochissima acqua nel fiume. Livello falda/lago molto basso.

Riserva naturale di Valle Averto (Veneto). Attualmente la situazione è di allerta. In caso di scarsità d’acqua, potrebbero esserci seri problemi di anossia nei canali interni con la conseguente moria di pesce all’interno dell’oasi

Oasi di Macchiagrande (Lazio) Situazione è molto critica; le specie vegetali nella lecceta – soprattutto gli allori – evidenziano stress idrico e termico notevole; le pozze temporanee non si sono mai riempite, a testimonianza che la falda è molto bassa. Stagno con livelli d’acqua al minimo. 

Riserva naturale degli Orti-Bottagone (Toscana). Il Bottagone è ai livelli di acqua dei primi di luglio, tempo un mese e sarà prosciugato. Orti ha una parte con acqua che entra dal Cosimo, la parte più a sud è quasi del tutto in secca. Stiamo intervenendo manualmente sul fosso principale di arrivo per ricreare un minimo di ripristino del livello dell’acqua.

Monumento naturale Pian Sant’Angelo (Lazio) Stress idrico elevato del sottobosco, comprese le specie più mediterranee; bacche e frutti (prugnolo, rosa canina…) secche prima di arrivare a maturazione. Le poche pozze di fango sono secche, la forra resiste solo per l’apporto di unA sorgente che però è un rivolo.

Nell’Oasi di Persano (Campania) la situazione è critica da metà maggio, con il livello del lago  un metro e mezzo sotto il livello massimo.

Oasi di Alviano (Umbria). Evidente stress idrico per le piante del bosco, ma la situazione in palude è ancora accettabile.

Riserva naturale Lago di Burano (Toscana). Livello del lago molto basso

Riserva naturale Laguna di Orbetello (Toscana). Pozze interne d’acqua dolce prosciugate. Piante con stress idrico.

LA CONVENZIONE. La Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione nei paesi che soffrono la siccità, particolarmente in Africa (UNCCD), è stata aperta alle firme dei Paesi il 17 giugno 1994 a Parigi, ed è entrata in vigore a dicembre 1996. Il tema della desertificazione di molte aree del mondo e il preoccupante livello di crescita del fenomeno aveva condotto il ben noto Earth Summit, la Conferenza ONU sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro tenutasi nel 1992, oltre ad aprire alla firma dei Paesi le due Convenzioni sul cambiamento climatico e sulla biodiversità, ad attivare un Comitato Intergovernativo di negoziazione per giungere all’elaborazione di un’apposita convenzione sulla desertificazione che fu conclusa e presentata alla firma dei Paesi, due anni dopo, nel 1994.

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Smog: WWF, chi ignora i richiami europei mette a rischio la salute dei cittadini italiani

INQUINAMENTO ARIA/PM10: ITALIA PAESE PIU’ COLPITO NELLA UE

Siamo al paradosso: l’Unione Europea è costretta a ricordare ad amministratori locali e regionali, nonché al governo italiano che l’inquinamento dell’aria da polveri sottili (PM10) sta provocando enormi impatti sulla salute dei cittadini italiani: la UE  sottolinea che l’Italia è il Paese più colpito nella UE e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 abbia provocato oltre 66 mila morti.

Per il WWF la salvaguardia della salute dei cittadini italiani dovrebbe essere la prima preoccupazione di governi nazionali, regionali e locali, mentre mancano ancora serie politiche di sistema per affrontarne e abbatterne le cause, dal traffico all’energia e al riscaldamento.
È necessario un provvedimento quadro che assegni target e compiti alle singole amministrazioni: un provvedimento concepito, da subito, in modo integrato con le politiche di decarbonizzazione che presentano un ventaglio di soluzioni che portano validi co-benefici anche per l’inquinamento (dall’uso delle fonti pulite e rinnovabili, alla elettrificazione dei trasporti, all’efficienza energetica negli edifici che diminuisce drasticamente le necessità di riscaldamento, ecc).
È sempre più urgente un Piano trasporti e ambienteche affronti in modo organico la riorganizzazione e il ripensamento della mobilità, urbana e non, delle persone e delle merci, affrontando contestualmente il problema dell’inquinamento dell’aria e la necessità di decarbonizzare il settore. Vanno anche previsti obblighi e sanzioni adeguate per chi si ostina a usare combustibili e sistemi inquinanti. 
Di grande importanza, inoltre, la decisione che verrà assunta dalla Commissione che deve approvare gli standard e imporre l’uso delle migliori tecniche disponibili per limitare l’inquinamento dei grandi impianti di combustione: vedremo se l’Italia starà dalla parte della salute.
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G7 Energia: WWF, Bene fermezza di tutti i paesi (meno USA) su impegni per accordo Parigi e clima

Il WWF Italia esprime apprezzamento per l’atteggiamento assunto dalla Presidenza italiana del G7 Energia e dagli altri 5 paesi che, non potendo citare l’Accordo di Parigi e la decarbonizzazione nella dichiarazione finale, hanno mantenuto fermo il loro impegno per il clima, non sottoscrivendo un comunicato congiunto purchessia.

Certo, la revisione delle politiche energetiche da parte dell’Amministrazione USA rischia di rendere più difficili gli impegni comuni, ma l’atteggiamento degli altri 6 Paesi del G7 e della Commissione UE conferma che i ministri dell’Energia comprendono bene che l’energia del futuro non può non tener conto del cambiamento climatico e della necessità di tagliare le emissioni di CO2 e degli altri gas serra, assumendoli come assi portanti.

Il G7 non è una sede multilaterale di decisione e quindi investe l’autorevolezza di governi nel condividere le indicazioni sulle prospettive: per questa ragione accettare un compromesso al ribasso avrebbe avuto implicazioni molto pesanti nel percorso per affrontare l’emergenza climatica.

Lascia ben sperare il fatto che, dopo che l’amministrazione Trump ha firmato ordini esecutivi per ritirare la regolamentazione in materia di gas serra, ben 17 Stati USA (guidati da quello di New York) hanno formato una coalizione per ribadire l’obbligo di applicare la legislazione per far fronte al cambiamento climatico. Il WWF si augura che ben presto tutti i Paesi riconoscano la gravità della minaccia climatica e le opportunità offerte dalla energia e dall’economia a carbonio zero.

Roma, 10 aprile 2017
 
Wwf Italia
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L’Ora della Terra 2017 nei comuni di BASSIANO, CASTELFORTE, FORMIA, GAETA, ITRI, SEZZE e TERRACINA

Sabato 25 marzo dalle ore 20.30 alle ore 21.30 si realizzerà il grande evento globale dedicato alla sfida contro i cambiamenti climatici.

In ogni parte del mondo si spegneranno monumenti, palazzi, strade, piazze.

In provincia di Latina hanno aderito i comuni di

BASSIANO  Spegnimento del tratto di Viale dei Martiri, tratto della strada che corrisponde con i plessi scolastici del Comune di Bassiano.

CASTELFORTE  Saranno spente le luci della piazza antistante il Palazzo Comunale

FORMIA  Spegnimento dell’illuminazione pubblica di Piazza Aldo Moro

ITRI  Spegnimento del Palazzo comunale

SEZZE   Spegnimento della facciata della Cattedrale di Santa Maria

TERRACINA  Spegnimento del monumento simbolo della città, il tempio di Giove Anxur

Anche le associazioni si sono attivate

A Terracina il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha organizzato l’iniziativa “Aspettando l’Ora della Terra”

Alle ore 17 proiezione ad ingresso libero del film Before the Flood nell’aula magna del Liceo “Da Vinci”
Alle ore 20.30, al momento dello spegnimento del tempio di Giove deciso dal Comune, cena a lume di candela (prenotarsi al 0773 733680).

A Gaeta l’associazione Atargatis ha aderito all’iniziativa mondiale del WWF organizzando una fiaccolata notturna a Monte Orlando, Gaeta (nel Parco Riviera d’Ulisse) dalle ore 20.30 alle ore 21.30, seguita dalla visione delle volta celeste mediante telescopio grazie agli amici di “Astri e Natura”.

Aspettando l’Ora della Terra, a Terracina proiezione pubblica del film di Leonardo Di Caprio “Before the Flood”

Aspettando l’Ora della Terra

Il 25 Marzo 2017 torna Earth Hour – l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità di tutto il Pianeta per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF Internazionale che quest’anno compie 11 anni.

Le luci si spegneranno per un’ora anche quest’anno: dalle ore 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche. La partecipazione all’iniziativa si fonda sulla semplicità ma nello stesso tempo la significatività di un gesto: spegnere la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando ad un’iniziativa di forte valenza simbolica, un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti in una sfida globale.

 Anche Terracina parteciperà a questo evento mondiale spegnendo per un’ora le luci del Tempio di Giove.

 In attesa dell’Ora della Terra in città si mobiliteranno alcuni studenti del Liceo “Da Vinci” che nell’alternanza Scuola/Lavoro hanno scelto il gruppo Eventi nazionali e internazionali.

 

Nel pomeriggio alle ore 17 nell’aula magna del Liceo verrà proiettato il docu/film “BEFORE THE FLOOD”, in italiano “PUNTO DI NON RITORNO“, di Leonardo Di Caprio in collaborazione con il National Geographic (2016).

 

 “Punto di non ritorno” ha come unico protagonista lo stesso Leonardo Di Caprio, che in un viaggio durato due anni in giro per il mondo, intervista scienziati e politici per capire gli effetti che il cambiamento climatico ha avuto e sta avendo sulle nostre vite.

Di Caprio durante il suo discorso di ringraziamento dopo la vittoria dell’Oscar come migliore attore nel 2016 per Revenant disse:

“Penso alla vergogna che proveremo, quando i nostri figli e i nostri nipoti capiranno che noi avevamo la possibilità di fermare questo scempio, ma che semplicemente non c’era la volontà politica di farlo.” 

TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI ALLA PROIEZIONE DEL FILM CHE AVRA’ INGRESSO LIBERO

In serata, al momento dello spegnimento del nostro monumento simbolo è possibile partecipare ad una cena a lume di candela presso l’Albergo Neapolis di via Lombardia ad un costo contenuto se ci si prenota.

 

 

 

 

 

 

25 MARZO – ORA DELLA TERRA WWF: “UN’ORA DI BUIO PER ACCENDERE IL NOSTRO FUTURO” – da Sezze e Terracina le prime adesioni dei comuni pontini

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E’ iniziato il conto alla rovescia per l’evento globale sul clima

E’ iniziato ufficialmente il conto alla rovescia per il più grande evento globale dedicato alla sfida contro i cambiamenti climatici –  Earth Hour / Ora della Terra del WWF – che quest’anno celebra i 10 anni dalla sua prima edizione del 2007 svoltasi a Sidney. L’invito è quello di spegnere simbolicamente per un’ora, dalle 20.30 di ciascun paese,  le luci in casa, in ufficio, al ristorante magari cenando a lume di candela: l’effetto di questa grande mobilitazione globale che unirà di nuovo centinaia di  milioni di persone, sarà una grande ola di buio che per 24 ore farà il giro della Terra. Nel 2016 ben 178 paesi parteciparono spegnendo le principali icone mondiali come l’Opera House di Sydney, il Cristo Redentore a Rio de Janeiro, la Torre Eiffel, il Ponte sul Bosforo.

Partecipare ad Earth Hour vuol dire anche informare e sensibilizzare sui cambiamenti climatici, sfruttando la forza dei social network. Dalla piattaforma sarà possibile donare il proprio profilo facebook e contribuire a diffondere i messaggi del WWF contro i cambiamenti climatici. Qui maggiori informazioni sull’iniziativa e su come partecipare.

Il cambiamento climatico ha tanti volti e impatti diversi in ogni angolo del pianeta, ma la realtà è uguale per tutti: il momento per cambiare il clima che cambia è oraha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia  –Earth Hour negli anni ha dimostrato che centinaia di milioni di persone in tutto il mondo comprendono quanto la sfida del clima sia centrale per il Pianeta, per il benessere umano e la sopravvivenza di specie animali e vegetali. Il 25 marzo questo grande movimento globale per il clima fatto di  singole  persone, comunità e organizzazioni,  farà sentire la propria voce per chiedere di accelerare gli impegni verso una rapida decarbonizzazione delle nostre economie, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, secondo l’impegno assunto con l’Accordo di Parigi”. 

Il video/spot di lancio dell’evento prodotto dal WWF richiama proprio quel potenziale di ‘cambiamento’ che è nelle mani di ciascuno di noi : il brano che accompagna le immagini, “Heroes (we could be) “ in stile progressive house, è cantato dalla svedese Tove Lo ed è  realizzato dal dj e producer svedese Alesso come remake del celebre “Heroes” scritto nel ’77 da David Bowie e Brian Eno.  Nel video anche la storia in immagini dell’evento mondiale che negli anni, dal primo spegnimento a Sidney,  è cresciuto in tutto il mondo fino a coinvolgere 178 paesi.

CAOS CLIMATICO

Il 2016 si e’ chiuso come l’anno piu’ caldo da quando esistono le registrazioni scientifiche e dai rilievi e’ risultato che per il 2016 abbiamo un’anomalia rispetto al periodo preindustriale pari a + 1,3 °c. Per l’Artico, come riportato nell’Arctic Report Card della NOAA statunitense, l’incremento e’ stato di * 2°c. Inoltre la concentrazione di CO2nella composizione chimica dell’atmosfera ha raggiunto le 400 parti per milione (ppm) e in questi primi mesi del 2017 i rilievi dimostrano che questo dato e’ stato gia’ sorpassato, mentre in epoca pre industriale la concentrazione era di 280 ppm e i 400 ppm costituiscono un livello che gli scienziati ritengono non sia mai stato toccato negli ultimi 23 milioni di anni.  Il recente studio coordinato da Fabrizio Antonioli dell’ENEA sull’innalzamento del Mar Mediterraneo negli ultimi 1000 anni stima nei prossimi 100 anni un’accelerazione netta dell’innalzamento che, ad esempio, nel nord adriatico potrebbe giungere a valori compresi tra 90 e 140 centimetri.  Tra il 2016 e il 2017 si sono registrate molte anomalie e temperature record: in Australia, per esempio, si è appena conclusa un’estate “arrabbiata” caratterizzata da ondate di calore, incendi e alluvioni, con temperature record in alcune aree vicine ai 50°C.

LE VITTIME DEL CLIMA

Il caos climatico indotto dall’intervento umano  purtroppo già colpisce sia molte comunità umane, a cominciare da quelle più fragili e più povere e che abitano sulle isole o lungo le coste, sia molte specie animali come orsi, pinguini, numerose altre specie di mammiferi e uccelli e di anfibi, colpendo inoltre tantissime altre specie sia di animali invertebrati (dagli insetti ai molluschi) che di piante”.

Secondo le ultime analisi sono migliaia le specie del pianeta che risentono degli impatti negativi del cambiamento climatico. Guardando in particolare le sole specie inserite nella Lista Rossa di specie a rischio, un recente studio ha denunciato a rischio ‘climatico’ quasi la metà dei mammiferi e circa un quarto degli uccelli: in una  precedente analisi le percentuali erano molto più basse, rispettivamente il 7% e il 4%. Per questo l’edizione 2017 di Earth Hour – Ora della Terra in Italia sarà dedicata con particolare attenzione alle specie ‘simbolo’, a partire dall’orso polare destinato ad estinguersi molto rapidamente se non ci affretteremo ad azzerare le emissioni di CO2 e sostenere la specie con specifici interventi  di tutela, come quelli attivati dal WWF.

L’EVENTO IN ITALIA

Quest’anno in Italia tra i monumenti simbolo coinvolti, si spegneranno a Roma la basilica di San Pietro, il Colosseo  e il Museo MAXXI ‘firmato’ dall’archistar Zaha Hadid, scomparsa lo scorso anno. E proprio l’area esterna del primo Museo nazionale dedicato alle arti contemporanee diventerà per un giorno la piazza di “Aspettando Earth Hour” con laboratori per bambini, giochi ed eventi di intrattenimento in attesa del conto alla rovescia finale.

Tra le altre adesioni che stanno via via arrivando, quella sera luci spente anche a Firenze il Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e la Torre di Arnolfo, la Cupola del Duomo, la Statua del David (a Piazzale Michelangelo), la Basilica di Santa Croce, e l’Abbazia San Miniato al Monte; a Torino la Mole Antonelliana, il Duomo, la Basilica di Superga, Palazzo Civico, Chiesa della Gran Madre di Dio, la Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini; e poi  l’Arena di Verona, la Scalinata del Pincio a Bologna, Piazza del Ferrarese a Bari, il Palazzo delle Aquile, Piazza Pretoria, la facciata del teatro Politeama a Palermo…in Molise ben 76 Comuni hanno già dato la loro adesione.

 Anche in Provincia di Latina si mobilitano le amministrazioni per partecipare all’evento: i primi Comuni ad aderire sono SEZZE e TERRACINA, che il 25 marzo spegneranno per un’ora la facciata della cattedrale di Santa Maria, il primo, e il tempio di Giove , il secondo. 

Earth Hour ha già ricevuto il Patrocinio della Camera e del Senato . Tra gli eventi previsti nelle città italiane, feste in piazza, incontri a tema e anche cene sostenibili e solidali a lume di candela, grazie alla rinnovata partnership con Altromercato, la maggiore organizzazione di Commercio Equo e Solidale in Italia, nell’ambito della campagna sociale “Insieme creiamo #unaltrovivere”

Partner sportivo di Earth Hour 2017 è la Virtus Roma basket, squadra che milita nel campionato di A2. La Virtus, tra le prime società sportive a dotarsi di un codice etico, ha sposato da anni una linea giovane e attenta alle esigenze del cambiamento e alla sensibilizzazione verso le campagne sociali. Società e giocatori hanno aderito con entusiasmo: questi ultimi saranno protagonisti di una simpatica clip (“La partita più importante”) che verrà lanciata nei prossimi giorni.

Anche quest’anno partecipano ad Earth Hour rappresentanti del settore privato, con diverse attività ed iniziative di sensibilizzazione.  Wind Tre promuove l’iniziativa sui propri canali di comunicazione web e social, coinvolgendo anche i propri  clienti nel sostegno all’iniziativa. Tra le Aziende Partner del WWF Italia aderiscono all’evento Auchan e Simply, Eurojersey, Gruppo Gianasso – I Provenzali, Mutti, Save the Duck, Sofidel, UniCredit e Unilever Italia, attraverso spegnimenti simbolici e attività di sensibilizzazione e promozione della mobilitazione WWF sui loro canali di comunicazione.

 

Roma, 10 marzo 2017

 

Ufficio Stampa WWF Italia

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Sabato 25 marzo torna l’Ora della Terra, una ola di buio girerà intorno al Pianeta

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Il 25 Marzo 2017 torna Earth Hour – l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità di tutto il Pianeta per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF Internazionale che quest’anno compie 11 anni.      VIDEO
Le luci si spegneranno per un’ora anche quest’anno: dalle ore 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche. La partecipazione all’iniziativa si fonda sulla semplicità ma nello stesso tempo la significatività di un gesto: spegnere la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando ad un’iniziativa di forte valenza simbolica, un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti in una sfida globale.

Gli eventi legati al cambiamento climatico diventano sempre più evidenti e preoccupanti, ma siamo in tempo per evitare che sconvolga gli ecosistemi, le specie e la vita di milioni di persone e delle future generazioni: bisogna azzerare le emissioni di gas serra e scegliere le tecnologie del futuro, quelle rinnovabili ed efficienti. In tal senso Earth Hour è un invito a unirsi per “moltiplicare le energie”.

Nel 2017, l’evento assume ancor maggiore significato dopo che, con la Conferenza ONU sul clima, COP 22, che si è tenuta a Marrakech il 19 novembre scorso, 196 paesi hanno deciso di dare gambe all’Accordo di Parigi, chiedendo ai Governi nazionali e locali, agli investitori e agli imprenditori privati di accelerare la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. Occorre porsi obiettivi davvero ambiziosi per la drastica riduzione, da subito, delle emissioni di CO2: questa è la condizione venga vinta la sfida posta dall’Accordo di Parigi (già ratificato da 122 Paesi e in vigore in tempi record), rimanere entro 1,5%° C di aumento medio della temperatura globale rispetto all’era preindustriale.

Partecipando all’Ora della Terra, le Istituzioni possono cogliere l’occasione per dichiarare quali siano le azioni che hanno compiuto e intendono compiere nella propria realtà per affrontare la crisi climatica e quindi per: azzerare le emissioni di anidride carbonica; diminuire drasticamente l’uso di combustibili fossili; adottare nuove strategie basate su risparmio, efficienza ed energie rinnovabili, mobilità sostenibile.

Anche i singoli cittadini possono dare un contributo all’iniziativa spegnendo per un’ora tutti gli apparecchi energivori (tv, riscaldamento, illuminazione,…).

Il comune di Terracina recepisce (e non realizza) i documenti di Agenda 21 (2)

L’Agenda 21 propone, l’amministrazione accetta e talvolta ripone i documenti nel cassetto.

Da quando esiste in città questo organo di partecipazione democratica molti cittadini, variamente interessati, iscrittisi al Forum hanno elaborato documenti su tematiche contenute nel Piano di Azione Ambientale di Terracina approvato in Consiglio Comunale il 26/10/2007.

E’ la volta del verde urbano e periurbano sul quale l‘ente con saggia decisione ha deliberato ma ancora non se ne vedono le realizzazioni se si esclude l’episodio delle nuove piante di tamerici collocate sul lungomare.

In molte città si sta procedendo ad una loro rigenerazione con la natura e i politecnici producono studi sul tema come quello del Dipartimento di architettura e studi urbani di Milano che fornisce “Strumenti per la progettazione degli spazi pubblici tra mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici” che si può leggere qui  rigenerare_la_citta_con_la_natura

Era il 2014 quando la Giunta comunale con delibera n.217 del 17 settembre approvò una proposta del Forum di Agenda 21 con un “Atto di indirizzo per l’adozione del Piano e del Regolamento Comunale delle Aree Verdi Urbane e Peri-Urbane della città e del territorio, secondo il principio di sostenibilità e di gestione eco-sistemica, con avvio immediato dell’iter tecnico-amministrativo”. Ecco la delibera dgc-2014-0217-0

Sono evidenti l’importanza e la consistenza di tale delibera che avrebbe affrontato la questione del verde pubblico proprio nella logica della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici con un “Piano di Azione per la Tutela, la Valorizzazione, la Fruizione e lo Sviluppo del Verde pubblico.”

L’iter tecnico amministrativo, però, non è stato ancora avviato.

E non dimentichiamo la vicenda degli orti urbani che si è bloccata addirittura dopo l’assegnazione dei minilotti ai cittadini!

Il traffico aereo fonte di grave inquinamento, l’analisi dell’ISDE-Medici per l’Ambiente

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L’ISDE-Italia, l’associazione Medici per l’Ambiente, ha tenuto a Firenze il 29 ottobre scorso la Prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo.

 

Secondo l’ISDE, il traffico aereo è ascrivibile tra le più importanti fonti di inquinamento ambientale e danno alla salute e devono quindi essere predisposti interventi, azioni e politiche nazionali e internazionali che ne prevedano una rapida quanto concreta razionalizzazione e riduzione.

Durante i lavori sono emersi tutti i rischi derivanti da questa tipologia di mobilità.

1-L’inquinamento acustico, atmosferico ed elettromagnetico che ne deriva comporta un fattore di danno inconfutabile per la salute e l’ambiente.

Secondo la relazione del 2015 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente- EEA(http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora) l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa e riduce la durata di vita delle persone, contribuendo alla diffusione di gravi patologie quali malattie cardiache, problemi respiratori e cancro (si stima che nel 2011 l’inquinamento atmosferico sia stato responsabile di oltre 430 000 morti premature in Euro-pa).

2-Il trasporto aereo contribuisce da un minimo del 3% ad un massimo del 10%  all’effetto serra e all’inquinamento dell’aria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno sono circa 12,6 milioni le morti attribuibili all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, alle esposizioni chimiche, ai cambiamenti climatici e alle radiazioni ultraviolette ed è quindi urgente e necessaria una riduzione dell’esposizione a fonti di inquinamento insieme ad interventi di risanamento, bonifica e tutela dell’ambiente.

Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, ricadono sull’intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre più estese del pianeta e incrementano il fenomeno forzato delle migrazioni soprattutto dal continente africano ed asiatico, e secondo la tesi dei maggiori studiosi e delle più prestigiose istituzioni internazionali entro il 2050 si raggiungeranno tra i 200 e i 250 milioni di profughi per cause ambientali.

Ecco la Mozione conclusiva della I Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo approvata all’unanimità.

2016-11-29-mozione-i-giornata-nazionale-di-studio-sugli-effetti-sanitari-e-ambientali-del-trasporto-aereo