L’aeroporto a Latina, l’ultima aggressione al territorio pontino

COMUNICATO STAMPA

UN AEROPORTO INUTILE E DANNOSO NELLA PROVINCIA DI LATINA

Di nuovo si parla di aeroporto e di trasporto aereo, un sistema che più di tutti i sistemi di mobilità inquina pesantemente l’ambiente; inquinamento acustico, elettromagnetico e da polveri sottili, dannoso per uomini e animali, causa di malattie e di diminuzione della biodiversità.

È oltremodo grave che, in presenza di SIC, un parco nazionale, zone ZPS e di studi sulle possibili ricadute ambientali e sanitarie realizzati da enti e associazioni nazionali e internazionali di spessore scientifico inequivocabile, vengano prese in considerazione queste proposte da inserire in un territorio ricco di aree naturalistiche di pregio e con una vocazione turistica forte costruita sull’offerta ai visitatori anche stranieri di ambienti unici al mondo per la bellezza e lo stato di naturalità e di un’agricoltura in espansione che guarda con sempre maggiore interesse alla pratica di coltivazioni senza l’uso di additivi non naturali e quindi di qualità.

A questa vocazione invece Comuni e Regione rispondono con opere invasive, dannose, inquinanti e inutili, come un aeroporto e, non dimentichiamolo, una nuova autostrada (Roma – Latina).

Inquinante per l’entità delle emissioni nocive generate dal trasporto aereo, l’anidride carbonica prodotta dal trasporto aereo passerà dai 572 milioni di tonnellate annue del 2000 a un valore tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi di tonnellate nel 2025 (per ogni tonnellata di carburante combusto si producono circa 3,16 tonnellate di CO2).

Invasiva perché occuperà un’area al centro di una zona densamente popolata ma contemporaneamente ricca di aziende agricole e zootecniche nonché di emergenze storiche.

Dannosa perché non solo ne soffrirebbe l’economia che da anni è radicata sul territorio ma ci sarebbero gravi danni alla salute delle popolazioni delle zone limitrofe (progetto SERA, lo studio “Valutazione del rischio ambientale nel comune di Ciampino in relazione all’inquinamento atmosferico” realizzato dalla professoressa Giovanna Jona Lasinio e dalla dr.ssa Sara Zuzzi dall’Università La Sapienza di Roma e dal dr. Mario Santoro dell’Università di Tor Vergata di Roma, citato nel Rapporto dell’ISDE nazionale e di Latina); anche gli ecosistemi sarebbero pesantemente danneggiati dallo stesso tipo di inquinamento.

Inutile perché ci sono già altri due aerostazioni a meno di 100 Km e le merci e/o i turisti una volta sbarcati sarebbero costretti ad altro trasporto su gomma per raggiungere le mete finali e quindi il bilancio dell’inquinamento derivante dall’uso di combustibili fossili si aggraverebbe ancora di più.

È proprio di questi giorni la nota con cui il WWF sollecita l’Italia ad ascoltare il monito dell’Unione Europea riguardo alle azioni di tutela della salute pubblica, in particolare rispetto alle emissioni di polveri sottili; la UE sottolinea infatti che l’Italia è il Paese europeo più colpito e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 (particolato) abbia provocato oltre 66 mila morti.

Il monito dell’Europa arriva in un momento in cui in tutti i Paesi e all’interno di conferenze internazionali come COP 22 si dibatte sulla necessità di combattere l’incombente pericolo dei cambiamenti climatici. Le conseguenze di questo fenomeno che il nostro Pianeta sta subendo colpisce in maniera diversa ma ugualmente grave tutti Paesi del mondo, nei Paesi più poveri con la desertificazione e le conseguenti ecomigrazioni, nei più ricchi soprattuttocon la carenza di acqua per gli allevamenti e l’agricoltura.

Sempre le conferenze internazionali poi auspicano che prenda respiro e faccia passi avanti con concreti atti formali il PATTO DEI SINDACI PER IL CLIMA E L’ENERGIA per realizzare strategie locali atte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

In questo contesto di preoccupazione planetaria quindi stride quanto invece progettato dai nostri amministratori locali e regionali, miopi tanto da non vedere il degrado a cui andrebbe incontro il nostro territorio e sordi alle continue sollecitazioni a migliorare e potenziare, una volta per tutte la linea ferroviaria. Incentivare l’uso del treno, unico sistema di trasporto rispettoso dell’ambiente e delle persone e quindi sostenibile, resta un obbligo come dimostrano le vicissitudini della linea Terracina-Fossanova e i problemi che in questi mesi hanno dovuto affrontare tutti i pendolari pontini.

Auspichiamo che questa miopia non colpisca anche i cittadini che dovrebbero riflettere e capire chi trae vantaggio da questo scempio. Non sviluppo e nuovi posti di lavoro ma regresso e perdita di occupazione in molti settori economici della provincia.

Aspettiamo, infine, con fiducia una politica che sappia adottare strategie innovative di sviluppo davvero sostenibile a tutto vantaggio dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Per approfondire COMUNICATO CESALPINO ARTICOLO LITTA TRAFFICO AEREO

Smog: WWF, chi ignora i richiami europei mette a rischio la salute dei cittadini italiani

INQUINAMENTO ARIA/PM10: ITALIA PAESE PIU’ COLPITO NELLA UE

Siamo al paradosso: l’Unione Europea è costretta a ricordare ad amministratori locali e regionali, nonché al governo italiano che l’inquinamento dell’aria da polveri sottili (PM10) sta provocando enormi impatti sulla salute dei cittadini italiani: la UE  sottolinea che l’Italia è il Paese più colpito nella UE e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 abbia provocato oltre 66 mila morti.

Per il WWF la salvaguardia della salute dei cittadini italiani dovrebbe essere la prima preoccupazione di governi nazionali, regionali e locali, mentre mancano ancora serie politiche di sistema per affrontarne e abbatterne le cause, dal traffico all’energia e al riscaldamento.
È necessario un provvedimento quadro che assegni target e compiti alle singole amministrazioni: un provvedimento concepito, da subito, in modo integrato con le politiche di decarbonizzazione che presentano un ventaglio di soluzioni che portano validi co-benefici anche per l’inquinamento (dall’uso delle fonti pulite e rinnovabili, alla elettrificazione dei trasporti, all’efficienza energetica negli edifici che diminuisce drasticamente le necessità di riscaldamento, ecc).
È sempre più urgente un Piano trasporti e ambienteche affronti in modo organico la riorganizzazione e il ripensamento della mobilità, urbana e non, delle persone e delle merci, affrontando contestualmente il problema dell’inquinamento dell’aria e la necessità di decarbonizzare il settore. Vanno anche previsti obblighi e sanzioni adeguate per chi si ostina a usare combustibili e sistemi inquinanti. 
Di grande importanza, inoltre, la decisione che verrà assunta dalla Commissione che deve approvare gli standard e imporre l’uso delle migliori tecniche disponibili per limitare l’inquinamento dei grandi impianti di combustione: vedremo se l’Italia starà dalla parte della salute.
Ufficio Stampa WWF Italia

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Cel. 340 9899147 – 329 8315725

All’Agenda 21 locale di Terracina tocca non solo richiamare l’Amministrazione comunale al rispetto degli impegni presi ma addirittura correggerne gli errori nelle delibere

Riportiamo integralmente il testo apparso sul sito di Agenda 21

“Ponte ciclo pedonale. proposta di corretta riapprovazione dell’atto amministrativo

Il Forum di Agenda 21 Locale del Comune di Terracina svolge, nell’ambito della propria funzione regolamentare, un’azione di monitoraggio dei procedimenti amministrativi, a riguardo delle proposte avanzate, al fine di segnalare le eventuali criticità e suggerire i possibili interventi correttivi.

L’Amministrazione Comunale, con Deliberazione di G.C. n. 94, del 27/12/2016, ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per i lavori di realizzazione del ponte ciclo-pedonale previsto sul lato sud-est dell’attuale Ponte dell’Ospedale, per un importo complessivo di € 321.366,30. In tale atto amministrativo, tuttavia, mentre nella parte declaratoria si fa esplicito e motivato riferimento all’oggetto dell’intervento, cioè ai “Lavori di realizzazione ponte ciclo-pedonale Ponte Ospedale. Approvazione progetto di fattibilità tecnica ed economica”, nella parte dispositiva, invece, e per lo stesso importo, si fa riferimento ad un altro e diverso intervento, deliberando “di approvare il progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dell’asse viario di Via Badino”.

Si tratta chiaramente di un errore, il quale, tuttavia, rende inattuabile l’atto amministrativo. Pertanto, si è chiesto all’Amministrazione Comunale di procedere all’urgente e necessaria revoca della Deliberazione, alla sua nuova e corretta redazione ed alla sua conseguente approvazione.

Abbiamo ricordato, nel contempo, il quadro di Mobilità Urbana Sostenibile entro cui si inserisce la realizzazione del suddetto ponte ciclo-pedonale. Il Forum di Agenda 21 Locale, infatti, propose, sulla base di quanto previsto dal Piano Urbanistico “C/2” e dal Piano di Azione Ambientale, con riferimento specifico alla viabilità ciclabile, la realizzazione di una pista ciclabile sul Lungomare Circe, da integrare sia con la pista ciclabile di Via Lungo Linea e dell’area archeologica portuale (realizzata nel 2008, ma non completata lungo il fiume Mortacino), sia con la pista ciclabile di Via Pantani da Basso (realizzata sempre nel 2008, ma non completata fino al mare). Tale proposta era finalizzata alla realizzazione di un anello ciclabile, in quanto infrastruttura di mobilità sostenibile per una più ampia rete ciclabile, che consentisse ai cittadini a ai turisti di transitare liberamente su corsie riservate, riunendo così le zone periferiche e il centro della città in un itinerario sicuro, funzionale e di notevole valore ambientale, naturalistico, turistico e sociale, capace dunque di migliorare la salute e il benessere delle persone e di riqualificare la mobilità urbana.

Pertanto, alla luce delle relative decisioni amministrative e delle relative Deliberazioni riguardanti gli interventi di mobilità urbana sostenibile, abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di integrare la nuova Deliberazione per il ponte ciclo-pedonale previsto a sud-est del Ponte dell’Ospedale, con approvazione congiunta delle altre e connesse opere previste.”

Sabato 25 marzo torna l’Ora della Terra, una ola di buio girerà intorno al Pianeta

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Il 25 Marzo 2017 torna Earth Hour – l’Ora della Terra, la più grande mobilitazione globale dei cittadini e delle comunità di tutto il Pianeta per la lotta al cambiamento climatico, promossa dal WWF Internazionale che quest’anno compie 11 anni.      VIDEO
Le luci si spegneranno per un’ora anche quest’anno: dalle ore 20.30 alle 21.30, attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche. La partecipazione all’iniziativa si fonda sulla semplicità ma nello stesso tempo la significatività di un gesto: spegnere la luce di una casa, di un edificio, di un monumento, l’illuminazione di una strada o di una particolare area di una città per un’ora, partecipando ad un’iniziativa di forte valenza simbolica, un’occasione per rendere esplicita la volontà di sentirsi uniti in una sfida globale.

Gli eventi legati al cambiamento climatico diventano sempre più evidenti e preoccupanti, ma siamo in tempo per evitare che sconvolga gli ecosistemi, le specie e la vita di milioni di persone e delle future generazioni: bisogna azzerare le emissioni di gas serra e scegliere le tecnologie del futuro, quelle rinnovabili ed efficienti. In tal senso Earth Hour è un invito a unirsi per “moltiplicare le energie”.

Nel 2017, l’evento assume ancor maggiore significato dopo che, con la Conferenza ONU sul clima, COP 22, che si è tenuta a Marrakech il 19 novembre scorso, 196 paesi hanno deciso di dare gambe all’Accordo di Parigi, chiedendo ai Governi nazionali e locali, agli investitori e agli imprenditori privati di accelerare la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. Occorre porsi obiettivi davvero ambiziosi per la drastica riduzione, da subito, delle emissioni di CO2: questa è la condizione venga vinta la sfida posta dall’Accordo di Parigi (già ratificato da 122 Paesi e in vigore in tempi record), rimanere entro 1,5%° C di aumento medio della temperatura globale rispetto all’era preindustriale.

Partecipando all’Ora della Terra, le Istituzioni possono cogliere l’occasione per dichiarare quali siano le azioni che hanno compiuto e intendono compiere nella propria realtà per affrontare la crisi climatica e quindi per: azzerare le emissioni di anidride carbonica; diminuire drasticamente l’uso di combustibili fossili; adottare nuove strategie basate su risparmio, efficienza ed energie rinnovabili, mobilità sostenibile.

Anche i singoli cittadini possono dare un contributo all’iniziativa spegnendo per un’ora tutti gli apparecchi energivori (tv, riscaldamento, illuminazione,…).

Il comune di Terracina recepisce (e non realizza) i documenti di Agenda 21 (1)

L’Agenda 21 propone, l’amministrazione accetta e talvolta ripone i documenti nel cassetto.

Da quando esiste in città questo organo di partecipazione democratica molti cittadini, variamente interessati, iscrittisi al Forum hanno elaborato documenti su tematiche contenute nel Piano di Azione Ambientale di Terracina approvato in Consiglio Comunale il 26/10/2007.

Molti documenti sono stati approvati e realizzati mentre alcuni, proprio quelli che caratterizzano la sostenibilità ambientale secondo le indicazioni contenute nella Carta di Aalborg delle Città Europee Sostenibili, sono stati recepiti ma non attivati.

Esaminiamo uno per uno i documenti che non trovano applicazione partendo da quello che dovrebbe garantire una migliore vivibilità della città regolando la mobilità delle persone.

Il 22 aprile del 2014 la Giunta comunale approva con delibera n.94 il Piano urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e Piano Quadro della Ciclabilità che, successivamente, il 15 dicembre dello stesso anno, viene deliberato in Consiglio comunale (del.n.322).

Nell’occasione Agenda 21 scriveva

“Su proposta del Forum di Agenda 21 Locale il Comune di Terracina, con deliberazione di G.C. n. 94 del 22/04/2014, ha approvato l’avvio del procedimento per l’adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile/PUMS. Con tale atto viene ufficialmente sancito l’impegno a realizzare un processo di svolta e di rilevante portata culturale, ambientale, sociale ed economica. Un processo fondato sul definitivo superamento dei Piani Urbani del Traffico, centrati sulla viabilità degli autoveicoli, a favore invece dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, basati invece sulle diversificate esigenze di mobilità dei cittadini e sulla sostenibilità di sviluppo della città e del territorio. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Terracina è dunque lo strumento necessario per affrontare e governare, oggi, nell’ambito degli obiettivi strategici Nazionali ed Europei (fissati nel periodo 2014-2020), la migliore efficienza ed efficacia dei complessi servizi di mobilità richiesti dalla città contemporanea, per garantire la qualità della vita e dell’ambiente, per assicurare una più ampia possibilità sociale all’uso degli spazi urbani e per favorire una economia turistica ecocompatibile.”

Nel documento si ipotizzava tra l’altro una ciclabilità cittadina non più dedicata soltanto al tempo libero ma sviluppata in modo da permettere di raggiungere i servizi e i luoghi più frequentati in alternativa ai mezzi motorizzati.

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Con questi due Piani approvati si riorganizzava quanto realizzato episodicamente in precedenza: la pista lungo i fiumi Linea Pio e Mortacino (deliberata in Consiglio comunale nel 2004 e realizzata nel 2008), la pista ciclabile di Via Pantano da Basso (passata in Consiglio comunale nel 2005 e realizzata nel 2008) e la pista sul Lungomare Circe ( deliberata in Consiglio comunale nel 2014 e compiuta nel 2015).

Il Piano Quadro della Ciclabilità, poi, avrebbe favorito la realizzazione di un anello ciclabile urbano attraverso la diretta connessione tra la pista ciclabile realizzata lungo i fiumi Linea Pio e Mortacino e la pista ciclabile sul Lungomare Circe. L’anello, recepito e approvato dal Comune di Terracina nel 2011 ed inserito nel vigente Piano Urbano del Traffico ancora non è stato attuato.

Il comportamento di un’amministrazione comunale che accetta le proposte avanzate da cittadini, con le loro competenze e l’amore per la città, e poi non le concretizza non è esemplare.

Addirittura le ignora se in questa situazione il Comune invece di partecipare a bandi regionali per il completamento di opere pubbliche lasciate a metà ha preferito proporre la pista ciclopedonale fuori Porta Napoletana, ricevendo oltretutto un brusco diniego.

Il bando regionale in questione  è rivolto ai comuni costieri per finanziare opere di riqualificazione all’interno dei 300 metri dai limiti demaniali e nella nostra città la zona dello sviluppo della ciclabilità trovandosi  tra mare e fiumi vi ricade pienamente. Quindi, ragioni di opportunità e di saggia amministrazione avrebbero dovuto ispirare l’ente comunale a chiedere il finanziamento per impiantare il sistema ciclabile cittadino, d’altra parte già approvato nelle sedi competenti.

Un brutto esempio di gestione (in)sostenibile del territorio.

 

Il traffico aereo fonte di grave inquinamento, l’analisi dell’ISDE-Medici per l’Ambiente

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L’ISDE-Italia, l’associazione Medici per l’Ambiente, ha tenuto a Firenze il 29 ottobre scorso la Prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo.

 

Secondo l’ISDE, il traffico aereo è ascrivibile tra le più importanti fonti di inquinamento ambientale e danno alla salute e devono quindi essere predisposti interventi, azioni e politiche nazionali e internazionali che ne prevedano una rapida quanto concreta razionalizzazione e riduzione.

Durante i lavori sono emersi tutti i rischi derivanti da questa tipologia di mobilità.

1-L’inquinamento acustico, atmosferico ed elettromagnetico che ne deriva comporta un fattore di danno inconfutabile per la salute e l’ambiente.

Secondo la relazione del 2015 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente- EEA(http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/molti-cittadini-europei-sono-ancora) l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa e riduce la durata di vita delle persone, contribuendo alla diffusione di gravi patologie quali malattie cardiache, problemi respiratori e cancro (si stima che nel 2011 l’inquinamento atmosferico sia stato responsabile di oltre 430 000 morti premature in Euro-pa).

2-Il trasporto aereo contribuisce da un minimo del 3% ad un massimo del 10%  all’effetto serra e all’inquinamento dell’aria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno sono circa 12,6 milioni le morti attribuibili all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, alle esposizioni chimiche, ai cambiamenti climatici e alle radiazioni ultraviolette ed è quindi urgente e necessaria una riduzione dell’esposizione a fonti di inquinamento insieme ad interventi di risanamento, bonifica e tutela dell’ambiente.

Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, ricadono sull’intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre più estese del pianeta e incrementano il fenomeno forzato delle migrazioni soprattutto dal continente africano ed asiatico, e secondo la tesi dei maggiori studiosi e delle più prestigiose istituzioni internazionali entro il 2050 si raggiungeranno tra i 200 e i 250 milioni di profughi per cause ambientali.

Ecco la Mozione conclusiva della I Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo approvata all’unanimità.

2016-11-29-mozione-i-giornata-nazionale-di-studio-sugli-effetti-sanitari-e-ambientali-del-trasporto-aereo

Mobilità sostenibile, necessitano le infrastrutture a sostegno dei servizi

Martedì 10 gennaio il comune di Terracina ha approvato una proposta progettuale (DGC-12-2017) dopo aver stipulato una convenzione con i comuni di Sabaudia, Pontinia, Priverno, San felice Circeo e Sonnino per partecipare al bando emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la realizzazione di progetti di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. La proposta progettuale è del comune di Terracina, comune capofila, e si inserisce tra le iniziative nazionali e comunitarie aventi come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dal settore dei trasporti.

I progetti presentati dai comuni, anche consorziati, con popolazione residente di oltre 100.000 abitanti sono finanziati dal Ministero fino ad un massimo del 60% e per un importo non superiore a 1.000.000 €.

Il progetto preparato da Terracina, proposto agli altri comuni e denominato “Share Fresh Air Project”, ha un importo complessivo di 685.005,80 € da ripartire tra i partecipanti.

In tutti i comuni coinvolti dal progetto si faranno iniziative di educazione stradale nelle scuole per l’infanzia per promuovere una gestione della mobilità rispettosa dell’ambiente e della sicurezza anche utilizzando servizi di piedibus. Questo è una sorta di autobus formato da una fila di bambini guidati da due adulti che partendo da un capolinea e effettuando fermate in punti strategici accompagnerà i piccoli fino alla scuola.

A Terracina si realizzeranno iniziative di mobilità condivisa quali il piedibus, car pooling, car sharing, bike sharing, bicibus, bike to work, scooter sharing.

I luoghi di maggiore frequentazione saranno collegati da minibus elettrici le cui stazioni principali di sosta saranno corredate da impianti di ricarica e integrate da postazioni del bike sharing. Quest’ultimo servizio potrà essere esteso anche agli altri comuni collegati al nostro attraverso la rete ciclabile e/o la rete ferroviaria.

 

 

Ad integrazione dei servizi di mobilità condivisa mediante mezzi meccanici o elettrici per i piccoli allievi delle scuole dell’infanzia verrà organizzato il piedibus, iniziativa utile per decongestionare il traffico nelle ore di punta.

L’iniziativa di introdurre tutti questi servizi per ridurre le emissioni climalteranti e migliorare la qualità della vita dei cittadini è lodevole ma nella situazione della nostra città rischia di naufragare. Nel progetto, infatti, viene menzionata una serie di servizi in nome della sostenibilità, ma questi devono essere inseriti nel contesto dell’intera città.

Intanto, i servizi proposti hanno bisogno di infrastrutture indispensabili, una rete stradale congrua innanzitutto.

Chiunque girando per Terracina potrà notare il dissesto del fondo stradale, la mancanza diffusa di marciapiedi (fonte di rischi per il piedibus), le difficoltà di passaggio da Viale Europa a Viale Circe per gli ostacoli presenti nelle traverse (mamme con carrozzine e persone con difficoltà motorie costrette ad effettuare slalom), l’allagamento di molti tratti stradali sotto la pioggia,…

Il bike sharing, il bicibus e il bike to work senza una rete di piste ciclabili sulle quali attivare tali servizi resteranno lettera morta con spreco di denaro prima di tutto e seri rischi per gli utenti se si attivassero.

Ricordiamo che Terracina vanta tutta una serie di delibere sulla mobilità sostenibile (utilizzate anche per ottenere la bandiera blu) e in particolare sulle piste ciclabili, solo in parte attuate e senza costituire rete.

Il sito dell’Agenda 21 le elenca con precisione:

  1. Piano Urbano della Mobilità sostenibile (Del.ni di C.C. n. 28/2003, n. 122/2007, e Del.ne di G.C. n. 94/2014)
  2. Pista ciclabile lungo i fiumi Linea Pio e Mortacino (Del.ne di G.C. n. 635/2004; la pista è stata compiuta nel 2008 e mai restaurata)
  3. Pista ciclabile di Via Pantani da Basso (Del.ne di C.C. n. 90/2005; la pista è stata compiuta nel 2008 e attualmente presenta alcune criticità)
  4. Pista ciclabile sul Lungomare Circe (Del.ne G.C. n. 169/2014, la pista è stata compiuta nel 2015 senza il convogliamento delle acque piovane)
  5. Anello ciclabile per connettere le due piste già realizzate inserito nel Piano Urbano del Traffico (Del.ne di G.C. n. 430/2011), ma ancora da attuare.
  6. “Piano Quadro della Ciclabilità” (Del.ne di G.C. n. 322/2014).

Riteniamo la realizzazione di tali infrastrutture e la rivisitazione dell’intero tracciato viario della città con l’obiettivo di una sua ottimizzazione siano opere urgenti senza le quali i servizi previsti da questo progetto saranno vanificati.

 

 

Il coordinamento dei pendolari della linea ferroviaria Roma-Napoli scrive alle Istituzioni

COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI E COMITATI PENDOLARI

DELLA  LINEA ROMA-NAPOLI  (VIA FORMIA)

 Al Presidente della Regione Lazio

Nicola Zingaretti

Al Presidente della Regione Campania

Vincenzo De Luca

All’Assessore Politiche del Territorio e Mobilità della Regione Lazio

Michele Civita

 Al Presidente IV Commissione Trasporti della Regione Campania

Luca Cascane

Al Sindaci dei Comuni interessati

REGIONE LAZIO (MINTURNO, CASTELFORTE, S.COSMA, SPIGNO, FONDI, M.S.BIAGIO, LENOLA, CAMPODIMELE, SPERLONGA, TERRACINA, PRIVERNO, SEZZE, MAENZA, PONTINIA, ROCCASECCA DEI VOLSCI)

REGIONE CAMPANIA (BENEVENTO, CASERTA, CANCELLO e ARNONE, CAPUA, CARINOLA, FALCIANO, MONDRAGONE, SESSA AURUNCA, SPARANISE, VILLA LITERNO)

 

OGGETTO: Orario treni.Tavolo di confronto interregionale. Invito alla partecipazione.

SCRIVENTI

Sono scriventi della presente lettera i seguenti Comitati ed Associazioni della linea Roma­ Napoli: Sezze-Priverno-Terracina-Monte San Biagio-Fondi-Minturno- Comitati civici Sessa Aurunca- Comitato Falciano-Mondragone-Villa Literno-Associazione pendolari Sannio­ Terra di lavoro-Comitati pendolari Terra di Mezzo. Detti Comitati hanno costituito il Coordinamento dei Comitati della linea Roma-Napoli -a cui di seguito si fa riferimento- i cui referenti, sottoscrittori nelle veci di tutti i singoli comitati, sono indicati in calce alla presente.

LE  ASPETTATIVE  E LE CRITICITÀ  DEL NUOVO ORARIO

A un mese dall’entrata in vigore del nuovo assetto orario della linea Napoli-Roma, i comitati dei pendolari -questa volta nelle vesti del neo costituito Coordinamento- tornano a sollecitare l’attenzione delle autorità della Regione Lazio e Campania sulla situazione del trasporto regionale della linea.

Sottolineiamo, certi di trovare in questo piena consonanza con codeste istituzioni Regionali, l’importanza dei collegamenti ferroviari e in particolare di questa linea: si tratta di una linea molto frequentata, strategica per l’economia del Lazio meridionale e del nord della Campania, per la vitalità e la vivibilità dei nostri territori (dove è molto sentita la necessità di spostamento per motivi di lavoro), per il loro sviluppo turistico e culturale e per garantire alle nostre popolazioni pieno accesso a strutture essenziali come quelle sanitarie e universitarie.

La linea ferroviaria è in grado di garantire tutto questo solamente se i collegamenti sono frequenti, agevoli e pensati per connettere in modo capillare tutti i centri di questa regione densamente abitata.

Sono proprio queste condizioni che ci sembrano non essere soddisfatte dal nuovo assetto entrato  in vigore  I’11 dicembre 2016.

Le difficoltà create da tale assetto erano state previste dagli scriventi e fatte presenti nei tavoli di incontro istituzionali che però essendo stati indetti in una fase tardiva troppo prossima all’entrata in vigore dell’orario, non hanno reso possibile apportare i correttivi suggeriti, il che ha significato far applicare l’orario affidandosi unicamente allo bontà della sua progettazione.

Purtroppo già dai primi giorni di attivazione i limiti del sistema sono venuti allo scoperto creando problematiche di mobilità notevolmente superiori a quelle che eventualmente si potevano ravvedere nel vecchio orario. Ne sono da esempio le rotture di carico, la cancellazione dei collegamenti diretti con talune stazioni dove salgono o scendono tanti lavoratori (vedi Pomezia e Torricola), la riduzione del numero di collegamenti per molte stazioni intermedie della linea, cancellazioni di treni in alcuni orari nonostante fossero frequentati.

Paradossalmente  tutto  questo  accade  nonostante  le  Regioni -nella  buona  volontà  di favorire la mobilità su ferro- avessero investito più soldi in questo trasporto e si hanno più treni (come numero complessivo) circolanti sulla linea.

ISTITUZIONE DEL TAVOLO DI CONFRONTO INTERREGIONALE  DEL GIORNO  14 GENNAIO

Per trovare risoluzione ai problemi avanzati, lo scrivente Coordinamento invita le SS.LL. (o loro delegati) al tavolo di confronto che si terrà sabato 14 gennaio alle ore 10.30 a Minturno presso il liceo scientifico “Alberti” a cui, con la presente, sono invitati a partecipare i Sindaci delle amministrazioni locali, alcuni dei quali già coinvolti nelle dinamiche dei precedenti confronti, nonché i rappresentanti dei comitati costituenti il Coordinamento. Oltremodo importante si reputa, su Vostro invito, la presenza di Trenitalia (nelle rappresentanze delle due Direzioni di Lazio e Campania) e di RFI.

LE RICHIESTE DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI: RITORNO AL VECCHIO  ORARIO

Lo scrivente coordinamento ha provveduto, nel corso di una assemblea con tutti i comitati di cui alla presente nota, ad individuare delle proposte condivise per la risoluzione delle problematiche del trasporto sulla linea FL.7; tali proposte che saranno meglio illustrate in occasione nell’incontro del giorno 14, sono di seguito anticipate in sintesi, al fine di consentire alle SS.LL. di rendere più proficuo l’incontro su tal merito:

  1. Ritorno al  vecchio  orario  nei  tempi  tecnici  strettamente   necessari  allo  scopo (auspicabile entro febbraio 2017).

 

ASPETTATIVE

IL Coordinamento dei comitati valuta la qualità dei servizi pubblici e tra questi il trasporto pubblico locale come un importante indice per la vivibilità dei luoghi e un criterio sul quale si misura la civiltà nonché il progresso di una società; pertanto si auspica che le Regioni, avendo nella loro funzione la difesa e lo sviluppo in questo senso del territorio, apprezzino questo lavoro svolto e si rapportino con serenità e disponibilità con questa nascente organizzazione, anche in considerazione del fatto che questa azione costituisce concreto esempio di partecipazione democratica dei cittadini alle scelte amministrative su questione di immediato impatto per la collettività.

 

                           (seguono firme dei responsabili)

9 gennaio 2017

Coordinamento dei Comitati linea Roma-Napoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Orario treni. Tavolo diconfronto interregionale. Invito alla partecipazione”

 

 

 

 

 

 

 

 

Ridateci il vecchio orario ferroviario, appello dei pendolari della linea Roma-Napoli

COMUNICATO STAMPA DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI PENDOLARI DELLA LINEA ROMA-NAPOLI

NASCE IL COMITATO DI RAPPRESENTANZA INTERREGIONALE UNICO.

I disagi che ogni giorno il nuovo orario crea alla mobilità dei pendolari della linea Roma-Napoli non potevano essere più affrontati dai singoli comitati con una ottica di tutela entro i limiti regionali, per questo i comitati pendolari di Minturno, Monte San Biagio, Terracina, Priverno, Sezze Romano facenti parte della regione Lazio, e i comitati  di Sessa Aurunca (comitati civici e pendolari), Falciano-Mondragone-Villa Literno, Associazione pendolari Sannio-Terra di lavoro, Comitati pendolari Terra di Mezzo, appartenenti alla regione Campania, si sono riuniti della giornata di ieri a Minturno. Ne è nata una intesa di coordinamento e condivisione sulle scelte, imminenti e future, interessanti il trasporto sulla linea, con l’obiettivo di salvaguardare il diritto alla mobilità a tutte le decine di migliaia di pendolari che ogni giorno viaggiano sulla linea, evitando quella suddivisione del trasporto regionale per località/tipo di offerta, vero fallimento del modello proposto.

In sede di riunione è stato ribadito che la linea Roma-Napoli è vitale per l’economia del Lazio meridionale e della Campania, oltre che per la vitalità e la vivibilità dei territori, per il loro sviluppo turistico e culturale oltre che per garantire alle popolazioni pieno accesso a strutture essenziali come quelle sanitarie e universitarie.

La linea ferroviaria è però in grado di garantire tutto questo solamente se i collegamenti sono frequenti, agevoli e pensati per connettere in modo capillare tutti i centri di queste regioni densamente abitate.

Sono proprio queste condizioni che ci sembrano non essere soddisfatte dal nuovo assetto entrato in vigore l’11 dicembre 2016. Le difficoltà create dal nuovo modello orario furono previste dagli scriventi comitati e rappresentate nei tavoli istituzionali ma senza ascolto: oggi l’esperienza fatta nel corso di questo primo mese di applicazione dell’orario, dimostra che tali perplessità erano più che fondate.

RITORNO DEL VECCHIO ORARIO.
Sulla base di questi elementi, il coordinamento dei comitati all’unanimità,  ha RIBADITO quanto espresso in precedenti interlocuzioni con Regione Lazio e Trenitalia : l’unico modo per uscire da subito dalla situazione attuale  è ritornare al vecchio orario con l’obiettivo di realizzarlo entro e non oltre febbraio.

Infatti, pur lodando il lavoro e gli investimenti messi in campo dalle rispettive regioni, nonché la volontà di dialogo con le rappresentanze dei pendolari mostrata in questi ultimi giorni, il tutto nel tentativo di risolvere le varie criticità emerse, è evidente che esse possono solamente tamponare talune situazioni ma non possono migliorare il collegamento generale della linea, che resta l’ obiettivo principale.

Il Coordinamento dei comitati ha altresì individuato alcuni piccole migliorie che si potrebbero apportare al vecchio orario già al momento della sua reintroduzione; nella considerazione che il vecchio orario aveva un costo di gestione inferiore, e che anche con le poche varianti suggerite, comunque rimarrebbe tale.

ISTITUZIONE DI UN TAVOLO ISTITUZIONALE DI CONFRONTO INTERREGIONALE.
È apparso evidente che per realizzare tutto ciò occorre realizzare un tavolo di confronto istituzionale tra i responsabili politici e tecnici delle due Regioni : le due Direzioni regionali di Trenitalia, RFI, le istituzioni locali già coinvolte nelle dinamiche del confronto, e il coordinamento dei comitati.
Per snellire le procedure organizzative a carico delle amministrazioni, il coordinamento dei comitati ha predisposto la convocazione alle dette organizzazioni per sabato 14 con luogo Minturno, punto di unione e non di confine del trasporto sulla linea.

ASPETTATIVE.
IL Coordinamento dei comitati valuta la qualità dei servizi pubblici e tra questi il trasporto pubblico locale, come un importante indice di vivibilità e un criterio sul quale si misura la civiltà e l’avanzamento di una società, per cui auspicano che le Regioni, avendo nella loro funzione, la difesa e lo sviluppo in questo senso del nostro territorio, apprezzino questo lavoro svolto e si rapportino con serenità e disponibilità con questa nascente organizzazione, anche in visione del valore di una democratica partecipazione delle popolazioni alle scelte su questioni di loro immediato interesse.


A Terracina i cittadini hanno un ulteriore motivo per non essere contenti, da 52 mesi non arriva più il treno in città.

Oggi a Fondi il Gruppo dei Dodici ha inaugurato il Centro Studi e Informazioni sulla via Francigena dedicando l’aula didattica a Emilio Selvaggi

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Il Gruppo dei Dodici ha aperto un Centro importantissimo per lo sviluppo della via Francigena lungo l’Appia, un cammino ormai giunto al suo decimo anno di frequentazione da parte di numerosi viandanti.

 

 

Il CENTRO, situato nel mezzo del percorso francigeno, è destinato a raccogliere largo interesse ed è aperto a tutti quelli che operano per lo sviluppo della Via. E’ situato a Fondi in via Cesare Augusto, n.10.

Secondo il Gruppo dei Dodici il “CENTRO STUDI E INFORMAZIONI” di FONDI dovrebbe

1) Essere in grado di dare tutte le informazioni relative alla Via Francigena tra Roma a Benevento. Il CENTRO raccoglierà informazioni di ogni tipo e da molte fonti riguardanti alloggi, percorsi, servizi disponibili (es. trasporto bagagli), informazioni per assistenza sanitaria, sicurezza, trasporti, indirizzi di enti e persone specifici delle località, informazioni varie (come cibo per celiaci), orari di trasporti, eventi lungo il percorso, informazioni turistiche varie, ecc.

2) Fungere da polo di attrazione di varie associazioni di camminatori. Se i loro programmi di cammini saranno disponibili, si potrà comunicarli a chi programma di venire nel nostro territorio, in modo che possa scegliere quello più conveniente.

3) Fornire un centro dove vengano chiarite le possibilità di supporto economico da parte delle Istituzioni, Comuni, Regioni, Europa. Si potranno invitare persone esperte a spiegare le possibilità, i bandi e le modalità di accesso ai finanziamenti.

4) Stimolare iniziative comuni sia con altre associazioni (facendole interagire fra loro) sia con altri Enti.

5) Stimolare iniziative culturali, come musica del pellegrinaggio, incontri letterari, racconti di pellegrini di passaggio, biblioteca di pubblicazioni specifiche, ecc.

6) Fornire un luogo d’incontro per operatori economici con iniziative di potenziale interesse del pellegrinaggio.

7) Creare opportunità di lavoro connesse con la Via Francigena.

8) Fornire alloggio occasionale a pellegrini in difficoltà.

Giusta decisione la dedica dell’aula didattica a Emilio Selvaggi, uno dei Dodici fin dall’inizio, e sostenitore del recupero delle tradizioni popolari.

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Momenti della cerimonia di apertura del Centro e della intitolazione dell’aula didattica a Emilio Selvaggi.