Da molti anni ormai la tradizione dei fuochi di San Giuseppe si è trasformata da un’occasione di genuina socialità nei quartieri (le frasche da bruciare provenivano da saccheggi a volte selvaggi perpetrati dai ragazzi nei boschi vicini alla città o nei parchi pubblici) in un vero incenerimento all’aperto di rifiuti speciali pericolosi.
Basta girare per la città per vedere informi cumuli di resti di potature dei giardini mischiati con sacchi di plastica, elementi di vecchi mobili di legno trattato o addirittura rivestiti di formica, barattoli, ……
Il rischio è grande e questi fuochi andrebbero proibiti, sono ormai discariche, abusive o meno, che vengono incendiate.
Fermiamo questo grave inquinamento!
Non siamo i soli a dirlo. Nel Veneto esiste da sempre la tradizione dei “pan e vin”, feste popolari dell’Epifania che si svolgono attorno a grandi fuochi all’aperto. Quest’anno l’ARPA regionale ha emesso un comunicato sull’inquinamento prodotto dalla combustione di legna trattata arrivando a scrivere «Questi falò hanno un pericoloso effetto, tutt’altro che secondario».
«Durante i roghi si producono notevoli quantità di polveri sottili, le cui concentrazioni medie giornaliere raggiungono livelli eccezionali. In particolare, domenica 6 gennaio sono state misurate concentrazioni di Pm10 almeno 3 volte più alte del valore limite giornaliero (50 µg/m3) in tutti i capoluoghi di provincia di pianura».
«Si fa presente – continua il comunicato – che la combustione di materiali eterogenei all’aperto, che caratterizza queste manifestazioni, porta alla formazione di altre sostanze pericolose, quali i composti organici volatili e gli idrocarburi policiclici aromatici. Infatti quando le condizioni di combustione non sono controllate, la stessa efficienza della combustione è molto bassa e favorisce la liberazione di sostanze nocive e di polveri, che possono permanere anche per diversi giorni nella bassa atmosfera. Per questo motivo, sia a livello comunitario sia nazionale, è stata presa una chiara posizione contro l’accensione di fuochi all’aperto, siano essi legati a iniziative popolari o pratiche agricole. Nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, attualmente in fase di revisione e prossimamente in consultazione pubblica, si condivide tale posizione confermando forti restrizioni per le combustioni all’aperto».