La campana pasquale

Così si presentava nella settimana di Pasqua una delle tante campane destinate alla raccolta differenziata del vetro. Questo tracimare di bottiglie e vasi di vetro fuori dal contenitore è un segnale straordinario della ormai acquisita consapevolezza da parte della maggioranza dei cittadini di Terracina della necessità di recuperare materiali per reinserirli nel ciclo delle merci, favorendo così un risparmio di materie prime ed energia.

Si parla ancora in città dell’eliminazione di queste campane ormai “storiche” per passare alla raccolta multimateriale pesante con un unico cassonetto per plastica, metallo e vetro.

Detto che la raccolta stradale deve essere prima possibile sostituita con quella domiciliare (speriamo nella nuova gara di appalto), questo mischiare tutto per separare a valle ci preoccupa perché così si riduce la quantità di vetro destinata al riciclo.

E’ stato lo stesso Consorzio Recupero Vetro (COREVE) a farlo notare pochi giorni fa quando ha comunicato che è aumentata la quantità di vetro raccolto, ma è diminuita la qualità proprio a causa dei passaggi necessari a separare a valle della raccolta il vetro da plastica e metallo. Se ne perde il 16%.

Perché a Terracina si vuole eliminare la campana per la raccolta del vetro?

Intendiamo dare seguito all’impegno profuso dai cittadini nel separare i contenitori di vetro e raggiungere così buoni livelli di riciclo o stiamo seguendo un’altra strada?

Un’idea buona va copiata!

Il comune di Capannori (Lucca) ha scovato una legge del 2010 che consente alle scuole di raccogliere la carta per venderla all’azienda che svolge il servizio di raccolta differenziata. Il ricavato della vendita viene reinvestito in materiale didattico.

L’iniziativa “raccatta la carta”  sta coinvolgendo bambini e genitori che ogni giorno  raccolgono la carta. Così i giornali del papà, le riviste della mamma, i fogli da disegno strappati, le fotocopie venute male e gli imballaggi delle merende finiscono in appositi contenitori dopo essere stati pesati con una bilancia. Una volta a settimana, poi, gli operatori dell’azienda ritirano il materiale che viene venduto al consorzio Comieco. Il corrispettivo ricavato viene quindi dato alle scuole.

E’ una iniziativa dalla forte valenza educativa che va nella direzione del riciclo ma che a lungo andare può far cogliere l’enormità dei materiali che “rifiutiamo”, per cui si comincerà a riflettere sulla riduzione degli stessi.

Quale comune copierà per primo? In questo caso chi copia è bravo.

Quando la buona volontà non basta: il porta a porta nel centro storico di Terracina

Sta finendo la prima settimana di applicazione del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti urbani in una zona limitata di Terracina.

E’ troppo presto per dare un giudizio motivato, dobbiamo far crescere l’esperienza in corso.

Per evitare, però, una situazione irrecuperabile con sacchetti sparsi per terra e/o migrazione dei rifiuti da un quartiere all’altro occorre correggere in corso d’opera eventuali disfunzioni derivanti da una comunicazione affrettata, passaggi saltati degli operatori, ritardi nel ritiro dei materiali, orari non concordati con i cittadini, resistenza di alcuni di questi ad accettare il nuovo sistema….

I cassonetti stradali dovranno essere portati via prima possibile anche per convincere i renitenti che il sistema di raccolta dei rifiuti è veramente cambiato.

WWF: “LAZIO SOTTOSCACCO CON UN PIANO INADEGUATO E INVESTIMENTI COSTOSI SU DISCARICHE E INCENERITORI”

RIFIUTI

 

Nel Lazio l’ecotassa tra le più basse d’Europa, per un introito di 42 mln euro l’anno.  In discarica e negli inceneritori l’85% dei rifiuti prodotti, pari  2 mln e 800mila tonnellate annue

 

L’appello al Ministro Clini: parta dal caso Lazio per rivedere le politiche di gestione dei rifiuti nel nostro Paese, puntando su meccanismi di sostegno e disincentivazione fiscale ed economica

 

In coda: in 5 punti le proposte del WWF per uscire da un’emergenza voluta e il caso Napoli

 

Da almeno quindici anni nella Regione Lazio sembra non si possa avere altra scelta che quella di investire su impiantisca da combustione e realizzazione di discariche.

Un sistema che secondo la ricostruzione presentata oggi dal WWF, sulla base dei dati estratti da diverse fonti, si rivela significativamente costoso e con un risultato in termini di benefici ambientali ed economici addirittura dannoso.

Da un confronto con gli altri stati europei in Italia i disincentivi fiscali sullo smaltimento sono molto bassi e non riescono a disincentivare tale pratica. Anche per questi motivi si continuano a programmare nuovi impianti di trattamento termico e discariche. Per quanto riguarda il Lazio l’ammontare dell’ecotassa è ferma ai valori del 1997, ciò fa si che nella nostra regione vengano smaltiti circa l’85% dei rifiuti prodotti pari a 2 milioni e 800 mila di tonnellate annue .

Questo quadro è aggravato dal fatto che i cosiddetti impianti di termovalorizzazione beneficiano di appositi incentivi, mentre per quelli di riciclaggio non vi è alcuna previsione di sostegni finanziari diretti o indiretti.

Il WWF ritiene che il costo dell’ecotassa dovrebbe essere aumentato, al fine di disincentivare smaltimento ed incenerimento, vincolando inoltre  la destinazione dell’ammontare realizzato al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Solo così si riuscirà a invertire la rotta verso il recupero dei materiali, verso cioè la Società del riciclaggio a cui l’Europa ci chiama.

Sottrarre le incentivazioni per l’impiantisca da combustione, destinandoli alla raccolta differenziata darà modo di programmare la progressiva uscita dalla dipendenza delle discariche e degli inceneritori, contribuendo, inoltre, all’abbassamento dei costi del sistema in generale e soprattutto sulle tariffe applicate ai cittadini.

“A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, –– dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio – pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma,  si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso. Si aprano immediatamente i siti di compostaggio senza i quali è impensabile prevedere l’avvio di una serie puntuale raccolta differenziata porta a porta.

Convertire gli attuali TMB in siti di compostaggio potrebbe essere una scelta di facile realizzazione nel breve termine. A Roma, per esempio, abbiamo solo l’impianto di Maccarese che riceve il 35% dell’organico raccolto nella Capitale, destinando al Nord il rimanente, con enormi costi gestionali che erroneamente vengono imputati al sistema porta a porta”, conclude Ranieri.

“Siamo molto interessati alle azioni che assumerà il Ministro Clini . Infatti potrebbe partire dal caso del Lazio per rivedere le politiche di gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Spetta allo Stato introdurre meccanismi di sostegno e di disincentivazione fiscale ed economica, che sono il migliore strumento a disposizione delle Amministrazioni per cambiare i modelli di gestione. Come è successo in altri stati europei, potrebbe avvenire anche nel nostro Paese. – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Lo studio, che presentiamo oggi, sfata molti miti, a cominciare da quello che una maggiore raccolta differenziata costa di più. Infatti, i costi unitari di gestione dei rifiuti sono più alto dove è più basso il livello di differenziazione. Inoltre, dimostra come nel Lazio esistono già oggi risorse sufficienti per sostenere la raccolta porta a porta, la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. E’ dunque solo una questione di volontà.”

In conclusione il WWF chiede alle Amministrazioni di agire subito secondo le cinque priorità per far uscire questa regione dalle finte logiche emergenziali.

LE PROPOSTE WWF: 5 PUNTI PER USCIRE DA UN’EMERGENZA VOLUTA. Cinque i punti di immediata applicazione che farebbero uscire la regione da questa situazione di emergenza voluta.

1. Si deve immediatamente attivare un programma di prevenzione con precisi obiettivi e relative scadenze.

2. Si deve raggiungere il 65% di raccolta differenziata spinta utilizzando il sistema porta a porta.

3. Si deve sostenere l’attività di riciclaggio attraverso il finanziamento di impianti di compostaggio, ma soprattutto curarne l’effettiva loro realizzazione;

4. Si deve aumentare l’ecotassa,  per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento.

5. Vincolare l’ecotassa al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

‘PORTA A PORTA’ A NAPOLI: ALTO GRADIMENTO IN 6 QUARTIERI. Uscire dall’emergenza rifiuti con la raccolta differenziata ‘porta a porta’ è possibile. Lo dimostra proprio l’esperienza di sei quartieri di Napoli (Bagnoli, Colli Aminei, Rione Alto, Ponticelli, Chiaiano e San Giovanni a Teduccio), premiata dal WWF Italia come una delle 9 buone pratiche italiane nell’ambito del concorso “ City Challenge – Reinventiamo le città”, lanciato in occasione di Earth Hour 2012 (31 marzo). Ma a promuovere il ‘porta a porta’ a Napoli, realizzato dal WWF Ricerche e Progetti, sono stati innanzitutto i cittadini, come testimoniano i risultati dell’indagine del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, volta a misurare la soddisfazione dei circa 150mila cittadini coinvolti e condotta su un campione di 602 intervistati , tra il 20 dicembre 2011 e il 23 gennaio 2012, secondo la quale il 77,8% degli intervistati è rimasto complessivamente soddisfatto del servizio: l’ 8% in più dell’anno scorso. Il dato più eclatante riguarda la ritrovata fiducia dei cittadini in Asia e nel Comune di Napoli: salita dal 29,3% del 2010 al 47,3%. Venti punti in più.

Ulteriori documenti, distribuiti oggi in conferenza stampa su cd, possono essere richiesti all’ufficio stampa del WWF

 

Roma, 28 marzo 2011

Raccolta differenziata:Regione Puglia commissaria Comuni pigri, quando si muoverà la Regione Lazio?

Non sono riusciti a varcare la soglia del 15% della raccolta differenziata

20 marzo 2012

(ANSA) – BARI, 20 MAR – Su proposta dell’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro la giunta regionale pugliese ha adottato un provvedimento di nomina di commissari ad acta per 46 comuni pugliesi che non riescono a varcare la soglia del 15% in materia di raccolta differenziata dei rifiuti e che  non hanno presentato proposte relative ad interventi per il potenziamento dei servizi dedicati a valersi sui fondi PO Fesr 2007-2013. Lo ha reso noto lo stesso assessore regionale al termine della riunione odierna della giunta regionale.

”Nel 2010, con delibera di giunta nr. 2989, – sottolinea Nicastro – avevamo messo a disposizione dei comuni non capoluogo 23milioni di euro per dare uno stimolo forte ai sistemi di raccolta nell’ottica di una differenziata spinta, all’interno di una serie di iniziative volte a migliorare il dato regionale”. ”Con successivi provvedimenti – spiega ancora Nicastro – abbiamo piu’ volte riaperto i termini, registrando tuttavia l’inerzia di alcuni comuni che non sono riusciti ad attingere alle risorse per concorrere proficuamente agli obiettivi regionali. Nonostante, l’esempio di nuove realtà virtuose come Rutigliano e San Severo, abbiano confermato che il risultato sia possibile e a portata di mano”.

”Il provvedimento di oggi – sottolinea Nicastro – e’ un ulteriore tentativo, parallelamente ad una ulteriore deroga dei tempi per l’accesso ai fondi, di responsabilizzare gli enti locali, di avviare con loro una interlocuzione diretta individuando nei vertici delle loro strutture tecniche l’interfaccia per gli uffici regionali”.

RIFIUTI NEL LAZIO La sentenza di Palazzo Spada è allarmante

Un’altra discarica e un altro inceneritore in più

C’è chi pensa “sia solo un caso” che proprio a valle dell’incontro voluto dal Ministro Clini sulla situazione laziale dei rifiuti spunti a sorpresa la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che riforma la sentenza del TAR Lazio con cui erano state accolte le istanze del WWF, dei cittadini, dei comitati, dei comuni limitrofi in relazione alla richiesta di dichiarare illegittime le autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto di gassificazione di Albano con annessa discarica.

Ricordiamo che il parere sulla valutazione d’impatto ambientale rilasciato ai termini di legge era risultato negativo, avendo accolto la Regione Lazio, tra le altre, anche le osservazioni proposte dalla nostra associazione.

In seguito per converso secondo un iter processuale che a tutt’oggi riteniamo forzato l’impianto ricevette il parere favorevole: una fortuna per i proponenti quantificabile in ben cinquecento milioni di euro, tanto quanto chiese il Coema, società proponente, come risarcimento alla Regione Lazio a seguito del parere negativo assunto, salvo poi ottenerne la conversione in positivo.

Il Coema all’epoca formato da Pontina Ambiente, Ama e Acea si proponeva come la possibile sintesi politica per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, cioè quel meccanismo basato su discariche e inceneritori vocato evidentemente per convenienza imprenditoriale verso la combustione di carta e plastica con alto potere calorifico, quelle stesse materie che dovrebbero essere indirizzate alla filiera per il recupero attraverso il riuso, riciclo e riutilizzo.

“Un allarmante precedente giurisprudenziale – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio – quello sancito da Palazzo Spada, che vede qualificare un legittimo provvedimento finale di rigetto ‘quale privo del carattere della definitività dovendo valere, nella sostanza, come preavviso di rigetto’. Da oggi in poi ogni parere di valutazione di impatto ambientale potrà avere quella aleatorietà che certo non garantirà un giudizio sereno in merito ai reali effetti sull’ambiente di un determinato impianto. Siamo preoccupati in riferimento al quadro complessivo sulla discussione della gestione dei rifiuti, per la forzata ostinazione a perseverare in direzioni sbagliate e contrarie a qualsiasi principio comunitario ma soprattutto di buon senso, in spregio a quello che è il volere della collettività, che ben conosce il valore della conservazione dell’ambiente e la garanzia che esso rappresenta per la salute e la qualità della vita. Usiamo quei cinquecento milioni di euro per aprire subito siti di compostaggio, per avviare la raccolta differenziata spinta, per incentivare le filiere e le imprese ad esse collegate, introduciamo la cauzione sugli imballaggi. Alla fine di tutto ciò a cosa potrà mai servire un inceneritore?”.

Roma, 23 marzo 2012 

Successo della seconda Domenica degli ingombranti a Terracina

L’iniziativa era attesa da tempo

Decine di macchine si sono avvicendate nel piccolo piazzale di fronte al campo di calcetto di San Silviano per consegnare oggetti ingombranti, elettrodomestici, piccoli e grandi, e apparecchiature elettroniche.

Anche i cittadini che si sono recati alla messa domenicale hanno approfittato per liberarsi di materiali non più utilizzati. Tornati a casa hanno caricato la propria auto o la motoape o addirittura un furgoncino per venire a conferire materiali accumulati da tempo nelle cantine o nei giardini.

Alla fine della mattinata si sono contati circa seicento oggetti consegnati (ingombranti, oggetti metallici, frigoriferi, lavatrici, televisori, piccoli elettrodomestici, legname, lampade); di questi quasi un centinaio, ancora utilizzabili, sono stati prelevati da cittadini interessati.

Ovviamente, l’iniziativa ha riscosso il plauso dei cittadini che si sono informati sulla data della prossima Domenica degli ingombranti, mentre alcuni si sono prenotati presso l’operatore dell’azienda per il ritiro a domicilio di altri oggetti.

Eppur si muove? Parte la raccolta domiciliare dei rifiuti nella parte alta di Terracina

Stamani il sindaco Nicola Procaccini ha presentato in conferenza stampa il progetto di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani nel centro storico alto.

In sintesi:

saranno coinvolti 470 nuclei famigliari

lunedì 19 marzo inizierà la distribuzione del kit contenente brochure/calendario, secchio, sacchetti biodegradabili per l’organico, buste gialle per carta e cartone, buste celesti per plastica vetro alluminio

il nuovo metodo di raccolta comincerà lunedì 2 aprile mentre i cassonetti stradali verranno portati via qualche giorno dopo.

Dopo anni di attesa sembra arrivata l’ora di una inversione di rotta nella gestione dei rifiuti a Terracina; per questo e nel timore che possano commettersi errori che potrebbero rivelarsi irreversibili i rappresentanti del WWF Litorale Pontino presenti  hanno fatto alcune raccomandazioni.

Innanzitutto, la comunicazione. Conferenze stampa e articoli sui giornali non bastano e nemmeno la consegna puntuale del kit è sufficiente, occorre incontrare i cittadini nei luoghi di aggregazioni tipo la parrocchia,  il centro anziani o altro luogo per presentare il progetto e rispondere a tutte le domande e osservazioni che sicuramente verranno numerose in una fase di cambiamento, a dir poco, epocale.

Il monitoraggio dell’intera operazione, compresa l’indicazione degli impianti di riciclo cui vanno conferiti i materiali differenziati,  sarà la garanzia del suo successo che la renderebbe esportabile in altre zone della città. Su questo aspetto il WWF ha insistito chiedendo di evitare altre sperimentazioni, oltretutto dispendiose, di raccolte stradali ma di portare a regime l’iniziativa in corso per poi estenderla ad altri quartieri altrettanto ben delimitati.

L’interruzione della nuova modalità di raccolta allo scadere degli impegni ( si prevede un arco di tempo che non supererà la fine dell’anno) assunti con il Comune da parte dell’azienda che attualmente gestisce il servizio deve essere evitata assolutamente. Non si potrà tornare al cassonetto stradale pena il disorientamento totale di cittadini ormai avviati su una pratica virtuosa di gestione dei rifiuti.

A margine della conferenza stampa sono stati comunicati da parte di un responsabile della società Servizi Industriali alcuni dati sulla raccolta differenziata (stradale) che nel mese di febbraio si sarebbe attestata sul 14% su base mensile. Il sindaco, da parte sua, ha fatto intravvedere positivi sviluppi per un impianto di compostaggio nell’area delle Morelle.

I cittadini sicuramente sono pronti a diventare protagonisti di questa piccola rivoluzione mentre il WWF, come sempre, nella propria autonomia è disponibile a dare un contributo per la migliore riuscita dell’iniziativa.

– RIFIUTI LAZIO – WWF: “CLINI PONGA FINE A UN’EMERGENZA CREATA A TAVOLINO”

La vera emergenza è la raccolta differenziata:
entro il 2012 il Lazio, ora a quota 15%, dovrebbe raggiungere il 65%

 In 5 punti le azioni chieste dal WWF al Ministro dell’Ambiente Clini per programmare riduzione e raccolta differenziata contro chi ha pianificato l’emergenza rifiuti

“Chiediamo al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, di far cessare un finto stato d’emergenza, creato a tavolino. La crisi di questo ultimo anno non è ambientale o sanitaria, ma per giustificare scelte che in un contesto di legalità non sarebbero consentite. La vera emergenza è data dal fatto che entro la fine di questo anno dovremmo raggiungere il 65% di raccolta differenziata mentre, secondo gli ultimi dati dell’ISPRA, nel Lazio siamo al 15,1%, ossia con uno spread di 50 punti sotto. Se deve essere nominato un commissario è per la raccolta differenziata e non per fare discariche o inceneritori”. E’ l’appello del WWF al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, relativamente alla questione rifiuti nel Lazio.

“Le proteste sono giustificate perché ad oggi nessuno è in grado di dire entro quando diminuirà la produzione dei rifiuti e/o aumenterà il loro riciclaggio. Infatti, non esistono politiche e investimenti in tal senso. Mancano incentivi e disincentivi, come invece avviene in molte altre parti di Europa. Non c’è da stupirsi quindi se i cittadini protestano e non solo quelli che abitano in prossimità di dove sono state localizzate le nuove discariche. Perché in questo vuoto è sicuro che, una volta esaurite queste ultime – e non ci vorrà molto tempo -, tutti saranno esposti di nuovo al rischio delle nuove localizzazioni. E’ un gioco al Lotto, dalle cui estrazioni nessuno vince, ma tutti perdono”.

Ecco nel dettaglio  le richieste e le criticità rilevate dall’associazione:

1. Finché non c’è una programmazione che vincola le Amministrazioni a pianificare la riduzione dei rifiuti ed ad aumentare il riciclaggio, i cittadini non potranno comprendere per quale motivo si debba accettare che sul proprio territorio vengano realizzati inceneritori o discariche;

2. Al momento nel Lazio non esiste una simile pianificazione e il Ministero ha il dovere di rinfacciarlo all’Amministrazione regionale;

3. E’ ancora irrisorio il disincentivo economico per il conferimento in discarica o l’incenerimento (termovalorizzatori), mentre occorre cominciare a predisporre la via di abbandono da questa tipologia di impianti;

4. Fa bene il Ministro ad avocare a sé i poteri, ma sia coerente con questa iniziativa:

– facendo cessare un’emergenza creata a tavolino;

– correggendo il Piano regionale di gestione dei rifiuti per  indirizzarlo verso gli obblighi assunti in sede comunitaria;

5. A tale scopo il WWF Italia si attende che il Ministro:

– intervenga sulla Regione perché definisca il programma di riduzione delle quantità di rifiuti da conferire in discarica e negli inceneritori, il programma di prevenzione dei rifiuti e il programma di riciclaggio perlomeno del 50% dei rifiuti di carta, legno, metalli, plastica e vetro.

– dia impulso alla raccolta differenziata nella città di Roma, togliendo i cassonetti per strada e puntando sul porta a porta;

– si impegni a togliere il certificato verde a favore degli  inceneritori;

– si impegni ad introdurre la cauzione sugli imballaggi;

– si impegni a prevedere un incentivo per quantità di materiale recuperato dai rifiuti;

“L’Europa ha individuato nel riciclaggio dei rifiuti uno dei 6 settori economici leader per il nuovo sviluppo. Questo significa che dobbiamo puntare sull’uso più efficiente delle risorse e quindi diminuire lo spreco ossia la produzione dei rifiuti. E’ un settore fondamentale della cosiddetta green economy e l’Italia come paese importatore di risorse non può permettersi di ignorarlo come è avvenuto finora. Il Ministro Clini è un profondo conoscitore di queste materie, non può permettersi dunque comportamenti incoerenti”, ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia.

“Proprio alla luce del nuovo Piano dei Rifiuti approvato dalla Regione Lazio possiamo certamente dire che non si stia andando nella direzione auspicata come peraltro richiestoci dalla Comunità Europea, investendo di fatto ancora una volta in discariche ed inceneritori ed è in questo senso che chiediamo alle Amministrazioni di agire immediatamente sulla riduzione e differenziazione come unica e reale emergenza”, aggiunge Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio.

La discussione sull’apertura dei nuovi siti nel Lazio sta di fatto sottraendo grandi energie a chi dovrebbe concentrarsi, per converso, su operazioni lungimiranti che abbiano come primario obiettivo quello della riduzione della produzione dei rifiuti, la loro massima differenziazione finalizzata al riuso e al riciclaggio, l’apertura dei siti di compostaggio e soprattutto un impegno economico a sostegno di queste politiche virtuose.

Nessuna attività in questo senso sembra ancora essere stata intrapresa e nessun serio investimento economico è stato affrontato per sostenere le filiere del recupero e del riciclaggio. Ed in quest’ottica la discussione sulla decisione dei siti che dovranno ospitare i rifiuti diventa inevitabilmente fallimentare.

Ed è per questo che il Wwf da anni insiste nel chiedere l’avvio della raccolta differenziata spinta domiciliare con un modello come quelli avviati nel quartiere romano di Colli Aniene, a Roma, e a Napoli, nella Municipalità di Bagnoli,  dove con la raccolta differenziata porta a porta si è arrivati al 91%, ottenendo calo della tariffa e strade pulite.

Roma, 14 marzo 2012
Ufficio stampa WWF Italia – tel. 06-84497.265/213 – Cell.: 349 1702762