La Regione Lazio ha approvato le linee guida per l’applicazione della tariffa puntuale nella gestione dei rifiuti urbani, ora tocca ai Comuni regolamentarla

Finalmente anche nel Lazio si muove qualcosa nella direzione giusta.

La gestione dei rifiuti urbani si avvierà verso il riciclo totale soltanto con la raccolta differenziata porta a porta sostenuta da una tariffazione incentivante come appunto quella puntuale, si paga per i rifiuti che effettivamente vengono prodotti.

Ecco un passaggio della delibera di GR:

“….. con il presente documento si vogliono stabilire le linee guida sulle modalità di applicazione della tariffazione puntuale. Gli aspetti che risulta necessario definire sono i seguenti:

  • I criteri della misurazione puntuale sono finalizzati a determinare la quota variabile della tariffa
  • La misurazione puntuale prevede almeno la misurazione della frazione del  rifiuto urbano residuo (RUR)
  • La misurazione della quantità di rifiuto deve essere associata all’utenza che l’ha prodotta. A tal fine si utilizzano sistemi univoci di riconoscimento dell’utente o del contenitore
  • I sistemi di misurazione devono identificare il soggetto che effettua i conferimenti attraverso l’identificazione dello specifico utente o di uno specifico contenitore associato a un utente o a una utenza aggregata e registrare il numero dei conferimenti
  • Misurazione della quantità attraverso pesatura diretta o sulla base del volume dei contenitori.
  • Sono ammessi i sacchi chiaramente identificabili
  • Laddove non sia possibile la misurazione diretta è ammessa la misurazione presuntiva che rappresenta una misurazione indiretta del rifiuto urbano residuo

 Trattandosi di una opportunità e non di un obbligo appare importante delineare brevemente le motivazioni a favore della scelta della tariffazione puntuale:

  • La tariffa puntuale è la modalità più equa di far pagare ai cittadini il servizio di gestione dei rifiuti: oltre ad una parte fissa, ogni utenza paga in base ai rifiuti realmente prodotti e conferiti.                                                                                                                             

 

  • Il Comune può applicare una tariffazione più equa, facendo in modo che ogni cittadino paghi realmente in proporzione al servizio richiesto ed utilizzato, è assolutamente in linea con il principio di “chi inquina paga “;
  • La conseguenza è meno e meglio conferisco e meno pago;
  • L’applicazione della tariffa puntuale garantisce di norma delle positive variazioni nelle abitudini dei cittadini. La tendenza ad esporre il meno possibile il contenitore (o il sacco) dei rifiuti indifferenziati, per risparmiare il costo di esposizioni dovute soltanto a sacchi e/o bidoni non pieni, può permettere di razionalizzare il percorso dei mezzi di raccolta, consentendo di ottimizzare i costi del servizio di raccolta;
  • Il cittadino ha la sicurezza di pagare solo per il numero di conferimenti realmente operati oltre al numero di conferimenti già incluso nella parte fissa della tariffa. La possibilità di controllare in maniera facile ed immediata la quota variabile della tariffa è una garanzia sulla trasparenza dei processi messi in atto;
  • Il cittadino vede premiati i propri sforzi per aumentare la differenziazione dei propri rifiuti e, conseguentemente, di ridurre la produzione di rifiuto indifferenziato. I comportamenti virtuosi hanno un riconoscimento monetario pressoché immediato.

I regolamenti comunali di gestione dei rifiuti urbani dovranno essere aggiornati con le modalità attraverso le quali la nuova tariffazione può essere attuata in relazione alla “quantificazione” dei rifiuti prodotti dalle singole utenze.”

Metodo utilizzato

  1. Le utenze sono articolate in due fasce secondo quanto disposto dall’art. 4, comma l del DPR 158/99:
  • utenza domestica: comprendente tutte le abitazioni civili;
  • utenza non domestica comprendente non solo tutte le attività economiche presenti sul territorio comunale (fabbriche, attività commerciali, laboratori artigianali, uffici di società private, banche, laboratori di analisi, gabinetti medici, ) ma anche gli enti, le comunità, gli ospedali, le case di riposo, i circoli, le associazioni  culturali, politiche,  sindacali, sportive mutualistiche,  benefiche, ecc..
  1. l costi totali vanno ripartiti tra i due tipi di utenze in modo da assicurare l’agevolazione per l’utenza domestica di cui all’art. 238 del Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
  2. I costi  fissi  e i  costi variabili  sono attribuiti  ai  due  tipi  di utenze  in percentuale da stabilire in proporzione  all’incidenza degli stessi sul totale dei costi  sostenuti.
  3. Le percentuali di attribuzione di cui ai comma 2 e 3 vengono stabilite annualmente con la deliberazione che determina la tariffa.

**Utenze domestiche**

Quota fissa calcolata in base ai componenti del nucleo familiare

+

Quota variabile legata agli svuotamenti del secco non riciclabile

***Utenze non domestiche***

Quota fissa calcolata in base alla superficie dell’utenza e del volume dei contenitori in dotazione

+

Quota variabile legata agli svuotamenti del secco non riciclabile e alla volumetria dei contenitori dei riciclabili

Finalmente emanato il Regolamento sul compostaggio di comunità

Sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n.45, del 23 febbraio 2017 è stato pubblicato il Decreto n.266 del 29 dicembre 2016 emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Il Decreto contiene il Regolamento recante i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunita’ di rifiuti organici.

Per compostaggio di comunita’ si intende “il compostaggio effettuato collettivamente da più utenze domestiche e non domestiche della frazione  organica dei rifiuti urbani prodotti dalle medesime, al fine dell’utilizzo del  compost prodotto da parte delle utenze conferenti.”

Nei primi due commi dell’art.1 che stabilisce le finalita’, l’ambito di applicazione e le esclusioni si legge

  1. Il  presente decreto stabilisce i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per l’attivita’ di compostaggio i comunita’ di quantita’ non superiori a 130  tonnellate  annue,  di cui  all’articolo  183,  comma  1,  lettera   qq-bis,   del   decreto legislativo  3  aprile  2006,  n.  152,  nel  rispetto  della  tutela dell’ambiente e della salute umana.
  1. Salvo quanto disposto dall’articolo 10, il presente decreto  si applica alle attivita’ di compostaggio di comunita’ intraprese da un organismo collettivo al fine dell’utilizzo del  compost  prodotto  da parte delle utenze conferenti.

L’obiettivo è quello di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti organici e di avviare la società del riciclaggio come vuole la Comunità europea.

Il Regolamento viene a concretizzare l’art.180 (Prevenzione della produzione di rifiuti), comma 1-octies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,  (Norme in materia ambientale), pubblicato  nella  Gazzetta  Ufficiale  del 14 aprile 2006, n. 88 – S.O. n. 96.

Il Regolamento che entrerà in vigore il 10 marzo 2017 è scaricabile qui.

Ovviamente, il Comune ai cittadini che attiveranno il compostaggio di comunità dovrà poi ridurre l’entità della tariffa sui rifiuti urbani come afferma il comma 19-bis dell’articolo 208 del citato decreto legislativo n. 152 del 2006.

“Alle utenze non domestiche che effettuano il compostaggio aerobico individuale per residui costituiti da sostanze naturali non pericolose prodotti nell’ambito delle attivita’ agricole e vivaistiche e alle utenze domestiche che effettuano compostaggio aerobico individuale per i propri rifiuti organici da cucina, sfalci e potature da giardino e’ applicata una riduzione della tariffa  dovuta per la gestione dei rifiuti urbani.”

Operatori di Pangea sostituiscono i volontari del WWF Litorale laziale nel progetto della raccolta differenziata nelle scuole di Latina

Problemi organizzativi non consentono ai volontari del WWF di intervenire nell’iniziativa di educazione ambientale che sta prendendo le mosse nelle scuole di Latina.

Oltretutto ci si è trovati di fronte ad un calendario fitto di interventi per l’associazione peraltro impegnata con le centinaia di studenti delle scuole superiori di Terracina nei progetti di alternanza scuola/lavoro.

Nel capoluogo si attiveranno i componenti dell’associazione Pangea ONLUSS che hanno alle spalle anni di esperienza accumulata nell’educazione ambientale.

Proprio in questi giorni sono partiti presso il liceo Leonardo da Vinci di Terracina i progetti di alternanza scuola/lavoro scelti da oltre cento studenti che si interesseranno di

  • Camposoriano (geologia e presenza umana),
  • Parco della Rimembranza con il censimento dell’essenze presenti e dell’avifauna,
  • rifiuti urbani e marini con indagini particolari,
  • fotografia naturalistica,
  • cammini (la Via Francigena,in particolare),
  • eventi nazionali e internazionali riguardanti temi di interesse generale come il riscaldamento globale,
  • mobilità sostenibile nell’ambito di una rigenerazione della città con la natura.

E già si prenotano altre centinaia di studenti dell’ITC  “A.Bianchini”.

Esperti del WWF Litorale laziale chiamati a parlare di raccolta differenziata nelle scuole di Latina

Presentato oggi a Latina il Progetto promosso dal gruppo Cosmari Latina Differenziamoci, una campagna di informazione e di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata nelle scuole.

Il progetto si articolerà in quattro diverse azioni:

1) INFORMAZIONE E FORMAZIONE NELLE SCUOLE ADERENTI

2) ATTIVITA’ INTERNA ALLA SCUOLA CON IL COINVOLGIMENTO DI

STUDENTI E INSEGNANTI

3) ATTIVITA’ DI RACCOLTA E VISITA AGLI IMPIANTI

4) EVENTO FINALE

L’iniziativa è realizzata con il patrocinio e la collaborazione di:

COMUNE DI LATINA – PROVINCIA DI LATINA – PREFETTURA DI LATINA

UNINDUSTRIA – ANCI – ORDINE DEI CHIMICI

COMIECO (Consorzio Nazionale Imballaggi Carta e Cartone)

COREPLA (Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica)

RICREA (Consorzio Nazionale Imballaggi Acciaio)

CIAL (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio)

Hanno aderito 12  scuole della città per un totale di circa 5.000 studenti.

1) SCUOLA DELL’INFANZIA VIA TASSO
2) SCUOLA DELL’INFANZIA PIAZZA MORO
3) SCUOLA DELL’INFANZIA VIA DEGLI AURUNCI
4) SCUOLA ELEMENTARE BORGO BAINSIZZA
5) SCUOLA ELEMENTARE BORGO S. MARIA
6) SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA DON MILANI
7) SCUOLA ELEMENTARE VIA QUARTO
8) SCUOLA MEDIA VIA AMASENO
9) SCUOLA MEDIA LEONARDO DA VINCI
10) SCUOLA MEDIA BORGO SABOTINO
11) LICEO ARTISTICO
12) ISTITUTO EINAUDI-MATTEI

Per l’informazione e la formazione dei giovani e giovanissimi frequentatori delle dodici scuole sono stati chiamati  i volontari del WWF Litorale laziale. Negli incontri si alterneranno Elisabeth Selvaggi, Franca Maragoni e Giovanni Iudicone.

Rifiuti elettrici ed elettronici, che fare?

Capita spesso, per rottura o anche per l’obsolescenza programmata dalle aziende produttrici, di dover sostituire una lampadina, un interruttore, una stampante non più funzionante, un cellulare fuori uso,  un frigorifero o un altro elettrodomestico.

Cittadinanzattiva e ECODOM, il primo Consorzio italiano per il recupero e riciclaggio elettrodomestici, hanno pubblicato una Guida per aiutare i cittadini nella gestione di tale rifiuti.

Tra i tanti tipi di rifiuti che “produciamo” ogni giorno (e dai quali rischiamo ogni tanto di finire sommersi) ci sono anche i RAEE. Piccoli e grandi elettrodomestici, computers, cellulari, televisori, lampadine a risparmio energetico, ma anche orologi, radiosveglie, videogiochi … tutte le apparecchiature che funzionano con la corrente elettrica quando (prima o poi) smettono di funzionare e devono essere gettate via diventano RAEE, cioè Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. La quantità di RAEE che ogni cittadino italiano “produce” (cioè butta via) ogni anno è impressionante: quasi 13 kg a testa, che in totale fanno circa 800.000 tonnellate all’anno. Sembrano numeri esagerati: proviamo però a dare un’occhiata dentro casa. Secondo una recente indagine, ogni famiglia italiana ha in garage, in cantina, negli armadi o in fondo ai cassetti otto apparecchiature elettriche/ elettroniche non funzionanti o comunque non più utilizzate: condizionatori portatili e boiler, pianole e video-registratori, TV a tubo catodico, friggitrici, macinacaffè, tostapane …in totale sono circa 200 milioni di pezzi, quasi un quinto di tutte le apparecchiature utilizzate.”

“L’obiettivo di questa guida- continua Arienti, il direttore generale di ECODOM-è spiegare per quali motivi i RAEE devono essere oggetto di una raccolta differenziata, esattamente come già facciamo per la plastica, la carta, il vetro”.
“Da un lato, perché i RAEE contengono sostanze inquinanti, che devono essere estratte con tecnologie appropriate e correttamente smaltite; dall’altro, perché questi rifiuti possono davvero rappresentare un’importante miniera di materie prime da riutilizzare: da quelle più comuni come il ferro, l’alluminio, la plastica, il rame, fino a quelle più preziose o strategiche, come l’oro, il palladio, il cobalto, la grafite. Ricavare queste materie prime dai RAEE richiede meno energia e ha un impatto ambientale inferiore rispetto all’estrazione delle stesse dalle miniere”.

 

Invitiamo i cittadini a seguire i consigli della Guida che si può scaricare cliccando sull’immagine.

Meno rifiuti e costi più bassi per i cittadini con la tariffa puntuale.

Insistiamo, a Terracina la raccolta differenziata dei rifiuti ha bisogno di controlli sulla qualità dei materiali e dell’introduzione della tariffa incentivante.

La raccolta differenziata porta a porta collegata alla tariffa puntuale (paghi per quello che getti) è la pratica migliore nella gestione dei rifiuti urbani perché risolve un serio problema ambientale e riduce i costi a carico delle famiglie.

La tariffa puntuale è attiva da sempre per il gas, l’acqua e l’elettricità. Le famiglie pagano una parte fissa a copertura degli impianti e dei contatori e una parte variabile dipendente dai consumi; per risparmiare i cittadini controllano i consumi. Così, per i rifiuti la parte variabile calcolata sulla quantità conferita di indifferenziato stimolerà gli utenti a ridurre la produzione dei rifiuti e nel contempo a separarli con metodo raggiungendo l’obiettivo di contenere l’entità della bolletta.

Tutto ciò avviene già da un paio di decenni in molti comuni italiani e in tante aree della Comunità europea.

L’ESPER (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti) ha pubblicato recentemente uno studio sull’applicazione della tariffa puntuale in campo europeo. Sul sito esper.it si legge

La tariffazione incentivante, o puntuale, è senza dubbio il metodo più equo e trasparente con cui tariffare il servizio di raccolta rifiuti e permette importanti ottimizzazioni del servizio, aumentando quantità e qualità della raccolta differenziata e creando possibilità di risparmi, sia per il soggetto gestore che per l’utente finale, ossia il cittadino.

L’affermazione precedente, per quanto possa sembrare un vuoto slogan commerciale, nasce dall’esperienza diretta dei Comuni Italiani che hanno imboccato la via della misurazione effettiva dei rifiuti indifferenziati prodotti dai cittadini e quindi della tariffazione puntuale. Ponte nelle Alpi, Capannori, Trento, Parma, l’intero territorio del Consorzio Priula (TV) e del Consorzio Chierese (TO) sono solo alcuni degli esempi.

Con lo studio “10 percorsi europei virtuosi verso la tariffazione incentivante” ESPER ha voluto indagare cosa succede oltre confine. Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera: in gran parte del Vecchio Continente sono implementate forme di tariffazione incentivante. ESPER le ha studiate ed analizzate, inserendole in un unico studio che prende la forma di un vero vademecum europeo sulla tariffazione puntuale.

 

copertina_studio_paytScorrere le pagine della ricerca (esper_tp_2016_web_rid-1) è un buon esercizio per gli amministratori pubblici, per i responsabili dell’azienda che gestisce i rifiuti e per tutti i cittadini.

 

 

 

Oltretutto siamo un comune a Rifiuti Zero secondo una delibera approvata tempo fa.

 

 

Il WWF è stato vent’anni fa tra i promotori dell’obiettivo Rifiuti Zero dandone però successivamente una interpretazione scientificamente corretta di Riciclo Totale. Per questo insistiamo sulla differenziata spinta e sulla tariffa incentivante in modo da mandare al riciclo più materia possibile.

 

Questo è lo schema del Riciclo Totale

 

Occorre ricordare che la Regione Lazio ha approvato una norma che impone a tutti i comuni il passaggio alla tariffa puntuale?

 

Presentato oggi a Roma il Rapporto rifiuti 2016

Stamani l’ISPRA ha presentato il nuovo Rapporto rifiuti urbani con i dati relativi al 2015.

 

Continua il calo della produzione dei rifiuti urbani che non si può spiegare in questo ultimo anno solo con considerazioni economiche come le spese delle famiglie italiane perché alcuni fattori economici sono in controtendenza. Ci sono altri fattori che agiscono sulla produzione dei rifiuti urbani e tra questi il Rapporto cita, ad esempio:

 

  • la diffusione di sistemi di raccolta domiciliare e/o di tariffazione puntuale che possono concorrere, tra  le altre cose, ad una riduzione di conferimenti impropri;
  • la riduzione della quota relativa ai rifiuti assimilati, a seguito di gestione diretta da parte dei privati, soprattutto nel caso di tipologie economicamente remunerative;
  • le azioni di riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte a seguito di specifiche misure di prevenzione.

 

 

 

La raccolta differenziata cresce ancora anche se continua la diversità di comportamento nelle tre macro aree. (Non tutto il materiale differenziato, però, si avvia al riciclo a causa delle impurità presenti in esso)

 

 

 

 

 

La raccolta differenziata regione per regione presenta questo quadro.

 

 

 

 

 Occorre monitorare la raccolta differenziata per aumentarne le quantità raccolte curandone nel contempo la qualità.

 

 

Il Rapporto presenta anche un’analisi dei costi della gestione dei rifiuti tirando fuori una media in campo nazionale.

 

L’Italia del riciclo, bene i rifiuti speciali un pò meno quelli urbani

Oggi a Roma la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese REcupero) hanno presentato il Rapporto L’Italia del riciclo 2016 .

Dal Rapporto si ricava che le aziende italiane hanno raggiunto livelli altissimi di riciclaggio dei rifiuti, il 72%, ponendo il nostro Paese tra i più virtuosi in Europa sulla strada dell’economia circolare.

 

Per i rifiuti urbani invece non siamo al top essendoci attestati al 43% anche se per gli imballaggi abbiamo raggiunto il 67% dell’immesso in commercio.

In complesso, da oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico abbiamo prodotto 10,6 milioni di tonnellate di materie prime seconde.

Durante gli interventi i relatori hanno posto l’attenzione sulla maggiore importanza dell’avvio al riciclaggio rispetto alla raccolta differenziata che senza una buona comunicazione ai cittadini e senza controlli da parte dell’azienda cui è affidato il servizio non garantisce una buona qualità dei materiali. Non a caso già a partire dal 2014 il MUD (Modello Unico di Dichiarazione ambientale), una sorta di dichiarazione dei redditi riferita ai rifiuti prodotti da una comunità, contiene una sezione dove registrare le quantità di materiali riciclati.

Questo impone una riflessione seria sul controllo della raccolta differenziata affinché i materiali contengano meno impurità possibile. Uno dei relatori, il presidente di Fise Assoambiente, Roberto Sancinelli, ha dichiarato che dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani occorre togliere in media il 30% per gli scarti di lavorazione e per i rifiuti prodotti dallo stesso riciclaggio.

Il Rapporto può essere scaricato dal sito della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

A dicembre arrivano i dati sull’ambiente e sui rifiuti urbani prodotti e il loro riciclo

La conoscenza di dati relativi a qualsiasi questione è indispensabile per cercare di risolverla positivamente e se questo principio vale in generale a maggior ragione occorre applicarlo per le questioni ambientali data la loro complessità.

Martedì 6 dicembre l’ISPRA presenterà a Roma l’Annuario dei dati ambientali.

leadimage_mini“L’Annuario dei dati ambientali, giunto alla quattordicesima edizione, offre un quadro chiaro sullo stato di salute del sistema delle componenti ambientali e delle complesse interrelazioni che lo caratterizzano, fornendo a decisori politici, pubblici amministratori, tecnici e cittadini informazioni puntuali, oggettive e rigorose a livello scientifico.
Il prodotto è il risultato delle attività di raccolta, monitoraggio, controllo e ricerca svolte dall’ISPRA con il concorso delle Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome.”

Sui rifiuti due sono gli appuntamenti, uno dell’ISPRA e l’altro della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

leadimage_mini-1“Il Rapporto Rifiuti Urbani, giunto alla sua diciottesima edizione, è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Servizio Rifiuti dell’ISPRA, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art. 189 del d.lgs. n. 152/2006.
Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti, si intende fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive.

Il Rapporto Rifiuti Urbani – Edizione 2016 fornisce i dati, aggiornati all’anno 2015, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale. Riporta, inoltre,  le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario.

Infine, presenta una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’anno 2016.”

La presentazione del Rapporto Rifiuti 2016 dell’ISPRA era prevista per il giorno 30 novembre ma è saltata a causa di impegni improvvisi e non procrastinabili. La nuova data sarà comunicata sul sito dell’ISPRA.

La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile presenterà a Roma il 13 dicembre il rapporto L’Italia del riciclo 2016.

italia_del_riciclo_2016“Torna l’appuntamento annuale con Rapporto “L’Italia del Riciclo 2016”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNIRE. Il Rapporto, che sarà presentato a Roma il 13 dicembre prossimo, oltre al consueto aggiornamento del quadro del riciclo e del recupero dei rifiuti in Italia e delle dinamiche europee e internazionali, presenterà anche un focus sulle Materie Prime Seconde prodotte in Italia.

L’approfondimento della settima edizione del Rapporto è, infatti, dedicato alle quantità di rifiuti effettivamente trasformate in Materie Prime Seconde in Italia, al fine di analizzare la capacità produttiva delle aziende italiane che perseguono i principi dell’economia circolare.

Oggetto specifico dell’analisi sono i rifiuti tipici, ossia quelli che concorrono direttamente alla produzione di materiali secondari, come carta, plastica, vetro, legno e organico, ad esclusione dei rifiuti inerti destinati alla produzione di aggregati riciclati.”

Differenziare i rifiuti è bene, ridurli e riciclarli è meglio.

 

L’incentivo migliore alla riduzione dei rifiuti urbani? La tariffa puntuale

Anche quest’anno è arrivata la Settimana europea della riduzione dei rifiuti e molti comuni hanno programmato iniziative volte alla diffusione del messaggio.

E’ iniziata sabato 19 novembre e terminerà domenica 27 e si pone l’obiettivo di contenere l’uso degli imballaggi e di diffondere pratiche per ridurne l’impatto ambientale.

serrlogo2Sul sito http://www.menorifiuti.org si possono apprendere buoni suggerimenti per avviare a riciclo gli imballaggi.

 

Poco tempo fa, però, la Regione Lazio ha approvato una legge che impone a tutti i comuni il passaggio alla tariffa puntuale secondo la quale per i rifiuti non si paga più in base alla superficie dell’abitazione e al numero degli abitanti ma soltanto quantificando i rifiuti prodotti. E’ quanto avviene per gas, luce ed acqua: la bolletta è collegata ai consumi.

Con la tariffa puntuale si ottengono due risultati, si riduce la produzione dei rifiuti e aumenta la raccolta differenziata con l’effetto rilevante di arrivare finalmente ad una gestione sostenibile con un risparmio per le famiglie e la società. Riciclare i materiali raccolti in maniera differenziata costa molto meno che smaltirli indifferenziati.

Nessun messaggio ha più forza di quello che comporta un risparmio nella spesa delle famiglie! Quindi il passaggio alla tariffa puntuale è il vero incentivo alla riduzione dei rifiuti perché i cittadini producendo meno rifiuti e differenziandoli correttamente pagherebbero di meno. Avviene in tutti i Comuni italiani che hanno abbandonato il calcolo della tariffa sulla superficie e il numero degli abitanti.

La nuova norma nel Lazio sarà operativa entro il 2020 ma se i comuni si organizzassero per anticiparne l’applicazione senza attendere l’ultimo giorno farebbero una scelta accorta e apprezzata dai cittadini.