Giovedì 5 dicembre, presentazione del rapporto “L’Italia del Riciclo 2013”

ALLUMINIO

Oltre la raccolta differenziata, è il riciclo l’obiettivo virtuoso

Giovedì 5 dicembre si terrà la presentazione del Rapporto “L’Italia del Riciclo 2013”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unire.

L’appuntamento è a Roma, nella sala delle Conferenze, in piazza Montecitorio 113/A (Ore 10-13.30)

 

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La partecipazione è gratuita.

Per partecipare all’evento è necessario eseguire la procedura di registrazione online, inserendo i propri dati al seguente link:

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I rifiuti nel ddl collegato alla Legge di stabilità, luci e ombre

E’ provvisorio, d’accordo, ma pur tra qualche miglioramento al testo unico ambientale il Collegato offre un assist straordinario ai Comuni nullafacenti.

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Ecco alcune note positive:

  • abolizione del divieto di conferimento in discarica dei rifiuti ad elevato potere calorifico (un colpo ai filoinceneritoristi)
  • gli impianti che rispetteranno le norme per l’uscita dei loro prodotti dalla definizione di rifiuto (si pensi al compost e al digestato) potranno avvalersi della procedura semplificata
  •  incentivazione del compostaggio domestico e introduzione del compostaggio di comunità

La nota stridente che copre l’inefficienza di tante amministrazioni comunali soprattutto del centro-sud del Paese riguarda lo slittamento in avanti delle scadenze degli obiettivi di raccolta differenziata. Nemmeno il gioco degli incentivi/disincentivi praticando sconti/aggravi per chi raggiunge in anticipo/ritardo tali obiettivi può annullare l’effetto dirompente di questo spostamento di date.

Ecco le vecchie e le nuove scadenze:

  1. almeno il 35% di rd   al 31/12/2006   si sposta    al 31/12/2014
  2. almeno il 45% di rd   al 31/12/2008   si sposta    al 31/12/2015
  3. almeno il 65% di rd   al 31/12/2012    si sposta    al 31/12/2016

E ancora il ddl collegato alla Legge di stabilità deve passare gli esami degli emendamenti!

Sta passando un altro anno con cassonetti tracimanti di rifiuti per le strade e nelle piazze di Terracina; il nuovo appalto è stato firmato da tempo, che si aspetta ad avviare la comunicazione per il nuovo sistema di raccolta? Chiediamo troppo?

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L’appalto per la nuova gestione dei rifiuti dopo aver superato l’ostacolo dei ricorsi ha avuto il battesimo delle firme ma tarda a trovare attuazione.

 

Sull’entità dell’appalto abbiamo insieme ad altre associazioni espresso i nostri dubbi   e siamo rimasti in attesa dell’applicazione che per quanto riguarda la raccolta differenziata (porta a porta o di prossimità nei 4/5 della città) prometteva performances eccezionali, il 70% al secondo anno. L’avvio di tale nuova metodologia avrebbe ridotto in misura notevole il problema del pretrattamento con la diminuzione dei viaggi verso Colfelice.

E’ passata la stagione estiva durante la quale modificare il sistema di raccolta dei rifiuti sarebbe stata un’avventura ma ora ci stiamo avviando verso la fine dell’anno e ancora non si vede nulla all’orizzonte.

La tassa sui rifiuti è stata prontamente aggiornata ma il servizio resta ancora quello vecchio.

Lo stesso dibattito sul destino dell’impianto di via delle Morelle è inquinato dal mancato avvio del nuovo sistema di raccolta. Più indifferenziato si produce e più si fa strada l’ipotesi di riattivare il biostabilizzatore con produzione di cdr,  invece con un raccolta differenziata sui livelli dell’appalto (quindi non derivanti da “speculazioni ambientaliste” come qualcuno ha affermato) un eventuale impianto non potrà essere che di compostaggio di qualità per trattare la consistente frazione organica prodotta dai cittadini di Terracina e dei comuni vicini.

Gli amministratori comunali stanno facendo registrare un record di lentezza nell’applicazione dell’appalto che non vorremmo fosse premonitore di una totale inefficienza nella gestione del nuovo sistema.

E’ ora di darsi una mossa, oltretutto la nostra associazione non si tirerà indietro quando e se si passerà alla fase educativa. L’ha fatto in tempi non sospetti con amministrazioni di ogni tipo che non davano nessuna prospettiva di miglioramento del servizio.

 

 

Un impianto alle Morelle per produrre CDR? No, grazie!

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COMUNICATO  STAMPA

La stampa ha pubblicato in questi giorni il comunicato di un consigliere provinciale terracinese in cui fa conoscere all’opinione pubblica il suo interessamento per una serie di finanziamenti pubblici destinati all’impianto di via Morelle.

 

 

Questa la lista:

245 mila € per l’impermeabilizzazione del terreno, la recinzione, la sistemazione dei locali per i dipendenti e i lavori per le acque di recupero.

330 mila € per il trattamento (con metodo non specificato) della parte secca.

Un milione per la sperimentazione (sperimentare una tecnologia pluridecennale che ha prodotto solo compost grigio!?) del cilindro DANO che consentirebbe la produzione di Cdr e un ulteriore vaglio del residuo secco di qualità.

Siamo d’accordo sulla sistemazione dell’area e anche sull’inserimento di un eventuale impianto nel Piano regionale dei rifiuti, non capiamo però il silenzio del consigliere sul 65% di rd che dovremmo raggiungere prima possibile (la Servizi Industriali ha vinto l’appalto anche perché ha proposto il 70% al secondo anno!).

Il miglioramento della raccolta differenziata si effettua nei centri di riciclo dove vengono conferiti i materiali raccolti separatamente e non in un impianto dove tutt’al più si farà della frazione organica stabilizzata (FOS) e del combustibile per gli inceneritori (CDR). Entrambi questi trattamenti non differenziano, anzi producono materiale per gli inceneritori, e fin quando ci sarà combustibile per gli inceneritori il rischio per il territorio sarà sempre molto alto, senza contare che il non raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata dovuta dà luogo a sanzioni elevatissime da parte dell’Europa che non pagherà il politico di turno che tira fuori, ad effetto, il coniglio dal cilindro ma tutti i cittadini.

Il consigliere si impegnasse a far arrivare soldi per iniziative nel solo interesse della città in termini di ambiente pulito, aria e acqua salubri e risparmio economico;  attivi iniziative sulla riduzione della produzione dei rifiuti, sul riuso tramite isole ecologiche in cui si preveda lo scambio degli oggetti dopo l’uso, sulla raccolta differenziata come stabiliscono le norme. Alla fine di questo processo si accorgerà che il trattamento meccanico-biologico diventerà un pretrattamento prima del conferimento in discarica di una piccola frazione del totale dei rifiuti.

In sintesi, i materiali secchi (carta, cartone, plastica, vetro, metalli) andranno in una piattaforma CONAI per il riciclo, l’organico in un impianto di compostaggio e il residuo al pretrattamento. Tutto questo non è frutto di nostre fantasie ma il rispetto delle leggi.

Se tutta la provincia arrivasse non al 65% come vuole la legge ma anche a meno del 50% l’impianto di pretrattamento del residuo sito a Latina basterebbe a soddisfare le esigenze di tutti i comuni. Allora, in via delle Morelle non c’è alternativa ad un impianto di compostaggio di qualità.

I cittadini devono sapere che aldilà di quanti soldi possono essere erogati al comune di Terracina dalla Provincia o dalla Regione, è importante chiedere un tipo di impianto che, in perfetta conformità con la legge, assicuri la salvaguardia dell’ambiente e della salute degli stessi cittadini.

E’ ora che non si perda più tempo a formulare ipotesi senza inserirle in un contesto di legalità.

Così, a Terracina che si aspetta ad avviare la preparazione dei cittadini verso il nuovo sistema di gestione dei rifiuti previsto dal capitolato d’appalto?

La Corte dei Conti della Liguria ha condannato l’amministrazione di un comune per danni erariali derivanti dagli scarsi livelli di raccolta differenziata e nel Lazio cittadini di Albano hanno denunciato i propri amministratori alla Corte dei Conti della nostra regione per i miseri ed inefficienti risultati della raccolta differenziata. Dobbiamo arrivare a tanto?

Terracina, 19 ottobre 2013                                                      WWF Litorale Pontino

Ancora sull’impianto di via Morelle a Terracina, pretrattamento dei rifiuti indifferenziati o compostaggio di qualità dopo una buona raccolta differenziata?

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Comunicato Ascom, Wwf Litorale Pontino, Il Sestante

 

Terracina 3 ottobre 2013

Un cilindro Dano per Morelle. Le carte che nessuno conosceva

Riattivare il cilindro Dano a Morelle. Ecco cosa stava producendo il protocollo d’intesa tra comune di Terracina e provincia di Latina. Un macchinario che porta l’ex sito di compostaggio chiuso ormai da vent’anni indietro nel tempo.

Lo abbiamo scoperto spulciando tra le carte del Comune dove è emersa anche un aspetto interessante portato avanti dal sindaco di Terracina Nicola Procaccini. Se prima nel protocollo d’intesa con la Provincia l’ente di via Costa aveva le mani libere sul progetto di Morelle, ovvero il Comune avrebbe solo ratificato la decisione presa a Latina, a luglio il primo cittadino ha inviato una nota al presidente Armando Cusani con la quale corregge l’art.2 del protocollo che diventa <<Il comune di Terracina si impegna ad esaminare ed eventualmente approvare gli elaborati progettuali promossi dalla provincia di Latina promuovendo inoltre apposito bando per la ricerca di promotori di project financing per I’apposito impianto di trattamento dei rifiuti raccolti in modo differenziato con relativa separazione della frazione umida>>.

Ma siamo sempre sul terreno di un impianto di trattamento e non è un caso che il cilindro Dano, seppur di vecchia generazione, opera una sorta di pretrattamento tritando e bioessiccando la frazione organica. Non è un caso che dalla Provincia sono arrivati 250mila euro di stanziamento, altra scoperta di questo giorni, per il cilindro e un’altra somma per la impermeabilizzazione dei pavimenti e il controllo delle acque meteoriche. Fortunatamente il Comune ha deciso di spendere soltanto la somma in conto capitale per la bonifica del sito di Morelle e per acquistare altri terreni intorno, in attesa che il consiglio comunale decida cosa vuole fare.

Riattivare il cilindro Dano è una scelta che continua a vederci contrari poiché va in senso diametralmente opposto a un cambio di marcia sulla raccolta differenziata. Quanti più impianti di trattamento meccanico  e meccanico-biologico ci sono in giro, ovvero per il trattamento dell’indifferenziato, tanto meno viene fatto per diffondere in maniera capillare la raccolta differenziata nelle città. E siccome pensiamo che bisogna finirla di prendere decisioni sotto il cappello dell’emergenza, ribadiamo ancora una volta la nostra proposta di rendere Morelle un impianto di compostaggio di nuova generazione capace di produrre compost di qualità e ricevere rifiuti organici da molti altri comuni della provincia di Latina.

 

 

 

RIFIUTI: Basta discariche nel Lazio! A Roma occorre trasformare almeno due TMB in impianti di compostaggio

236999 La discarica di Malagrotta (archivio)

 

A MALAGROTTA PIU’ CHE LE TARGHE OCCORRE UNO STUDIO E LA CARATTERIZZAZIONE DEI SUOLI SECONDO LA LEGGE

 

Dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio:

“Abbiamo letto con molto stupore le accorate parole affidate dal Presidente del CO.LA.RI. alle pagine del quotidiano la Repubblica attraverso un avviso a pagamento. Certo sarebbe interessante conoscere pubblicamente e con lo stesso mezzo il sentimento dei cittadini della Valle Galeria rispetto a ciò che ha rappresentato per loro coabitare per decenni con la discarica più grande d’Europa e più in generale dei cittadini romani e del Lazio sulla gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati e apporlo così su quella stessa stele di travertino che vorrebbe essere posta durante un open day per ricordare ma soprattutto per non far dimenticare ‘oggi ai romani, domani ai posteri e dopodomani ai marziani’ la percezione del sentimento collettivo più che quello del proprietario di cosa abbia significato quella discarica. Insistiamo affinché vengano disposti esami e analisi sulle caratteristiche dei suoli all’interno dell’invaso prima di qualsiasi operazione di chiusura.”

Impossibile procedere su Falcognana come la nuova Malagrotta

“Più che alle individuazioni dei siti per la realizzazione di una nuova discarica ci sembra di assistere alle estrazioni del lotto – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio – E’ aberrante ipotizzare per Falcognana che i codici CER, che permettono l’ammissione in discarica di alcuni rifiuti, siano di semplice trasformazione: il car fluff non contiene elementi organici, il rifiuto solido urbano si, ancor più se solamente ‘tritovagliato’. Il cambiamento della tipologia di rifiuto ammesso in discarica è una modifica sostanziale del progetto iniziale e quindi necessita di tutte le autorizzazioni ex novo ad iniziare dalla valutazione d’impatto ambientale ed aia. Insistiamo poi con forza per l’apertura immediata dei siti di compostaggio anche attraverso la trasformazione di almeno due linee di TMB.”

 

Roma, 30 settembre 2013

Informazioni stampa: Cesare Budoni 

 

ASCOM, Sestante e WWF Litorale Pontino ascoltati in Commissione Ambiente sulla destinazione dell’area di via delle Morelle di Terracina

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Venerdì 27 settembre le associazioni ASCOM, Sestante e WWF Litorale Pontino sono state ascoltate dalla Commissione Ambiente del Comune di Terracina in merito alla proposta di mozione da esse presentata già alla conferenza dei capigruppo e riguardante la destinazione dell’area di via delle Morelle. La mozione  punta all’approvazione di un indirizzo da parte del Consiglio comunale che assegni a tale area la riconferma di un impianto specifico di selezione e compostaggio e che faccia inserire questo utilizzo dell’area nel nuovo Piano regionale dei rifiuti della regione Lazio. mozione impianto morelle

 

Ai lavori della Commissione ha partecipato anche l’assessore all’ambiente, Emilio Selvaggi, che ha espresso il proprio consenso su tale ipotesi.

Il dibattito è stato arricchito dalla presenza della consigliera regionale Gaia Pernarella che ha illustrato una sua proposta che sta portando avanti nel Consiglio Regionale e che si esplicita nella costruzione di un impianto di TMB/Compostaggio (Trattamento Meccanico Biologico + Compostaggio).

I rappresentanti delle associazioni hanno fatto notare che tale scelta va nella direzione dell’emergenza nel senso che favorirebbe il necessario pretrattamento dei rifiuti indifferenziati prima di conferirli in discarica ma contrasta senza alcun dubbio una raccolta differenziata spinta.

Oltre tutto, il TMB ha come sottoprodotto il CSS (Combustibile Solido Secondario) che andrebbe ad alimentare un inceneritore.

La discussione tra i commissari si è accentrata sulla necessità di poter vedere l’annunciata, da parte dell’Amministrazione, nuova convenzione con la Provincia di Latina sulla destinazione dell’area di via delle Morelle e altri documenti. Tutti hanno convenuto sull’urgenza di accelerare l’iter della decisone in modo che il Comune possa interloquire con la Regione con dati di fatto e non con semplici aspirazioni.

Ancora brutti giochi nella gestione dei rifiuti della capitale

RIFIUTI: BASTA CON LA LOGICA DEL “PUPARO”

La gestione dei rifiuti nel Lazio è un servizio pubblico,  non certo rimesso e subordinato alle intenzioni di un privato

Intervenga subito la Magistratura

 Onorevole Presidente Zingaretti, Onorevole Sindaco di Roma Capitale Marino,

non vorremmo che il nodo cruciale dell’emergenza romana in tema di rifiuti si riducesse ad un banale gioco forza tra imprenditore e Amministrazione – dichiara Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio – Da anni le richieste da parte di chi gestisce la discarica più grande d’Europa ruotano attorno al progetto cd di “capping”, cioè di copertura degli oltre quarant’anni di smaltimento dei rifiuti, con degli alberi. Negli anni anche le somme richieste dal privato hanno subito variazioni e ad oggi sembrerebbero ridimensionate a soli, si fa per dire, cento milioni di euro, che ad avviso della parte privata dovrebbero essere corrisposti dalla collettività. Da alcuni giorni la Giunta avrebbe anticipato i desideri dell’imprenditore stanziando dieci milioni di euro per la piantumazione degli alberi. Tutto ciò per rendere, parrebbe di capire, più piacevole il paesaggio, che oggi, invece, ci ricorda quotidianamente la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati di Roma, Fiumicino e la Città del Vaticano, nonchè dei fanghi da depurazione, di circa mezzo secolo. Ma su cosa verranno piantumate le essenze arboree?

In realtà l’impegno di spesa potrebbe essere giustificato laddove avvenisse, e qualora fosse possibile, un ripristino ambientale nel senso dell’eliminazione o riduzione degli effetti negativi per l’ambiente, (inteso come complesso di aria, suolo e acqua), nonché per la salvaguardia della salute umana. Ma allo stato manca la caratterizzazione dell’area senza la quale, per esempio, risulta impossibile comprendere il reale stato e l’eventuale compromissione. Se quest’ultimo aspetto, infatti, dovesse emergere saremmo in dovere di comprenderne la causa che potrebbe anche ricadere sulla gestione stessa. A questo punto paradossalmente sarebbe l’imprenditore a dover risarcire.

Il motivo, invece, per cui si chiederebbe allo Stato e alla Regione di intervenire con così tanti soldi, ci sembra di capire, sia finalizzato alla realizzazione di un cd “sandwich” multistrato, sembrerebbe realizzato con ciò che avanza dalla separazione dei materiali nel cassonetto stradale negli impianti di TMB, dai residui della combustione dell’inceneritore e da inerti cd “igienizzati”, all’estremità del quale posizionare un po’ di alberi ed una bella targa “la fortuna di Roma” così come anticipato più volte pubblicamente.

In tutta questa complessa ma anche paradossale vicenda, ciò che appare ancora più incredibile risiede verosimilmente nel fatto che l’area sarà comunque in attività ancora per lunghi anni, ricevendo negli impianti di TMB il famigerato cassonetto stradale, essenziale per la progettazione e la realizzazione del materiale che dovrà comporre gli strati. Ecco, quindi, il venir meno dell’interesse ad aprire siti che possano ospitare esclusivamente la frazione umida per il compostaggio, ed ecco l’impossibilità di far decollare la raccolta differenziata spinta, nemica assoluta del cassonetto.

La Regione Lazio e Roma Capitale a nostro avviso dovrebbero svincolarsi senza ulteriore indugio dalle logiche del “puparo”, lavorando sin da oggi per offrire un futuro migliore alle prossime generazioni: si avvii immediatamente la raccolta differenziata spinta, si perseguano gli eventuali responsabili per il degrado verificatosi in questi giorni e siano rimossi immediatamente dai loro posti di lavoro. Non può più essere accettata la roulette per l’apertura di nuove discariche, né per la trasformazione delle esistenti, allarmando intere popolazioni che, come tutti, hanno il diritto ad una vita salubre e all’ambiente.

Vi invitiamo a ripensare le scelte fin qui elaborate e ad invertire la rotta sulla gestione del ciclo dei rifiuti che sia finalmente sostenibile. Infatti, se dovessimo guardare indietro alle esperienze di centro sinistra e di centro destra che si sono succedute sul tema dei rifiuti la drammatica evidenza è che non vi sia mai stata soluzione di continuità.”

Roma 25 settembre 2013

Informazioni stampa: Cesare Budoni – 349 6040937

Malagrotta: il WWF Lazio scrive a Zingaretti e al sindaco di Roma Marino

236999 La discarica di Malagrotta (archivio)

 
Presidente Zingaretti, Sindaco Marino, non si impegnino soldi pubblici confondendo il “capping” con una bonifica.

 

 

 

 

                “Onorevole Presidente Zingaretti, Onorevole Sindaco di Roma Capitale Marino, non vorremmo che il nodo cruciale dell’emergenza romana in tema di rifiuti si riducesse ad un banale gioco forza tra imprenditore e Amministrazione – dichiara Vanessa Ranieri Presidente WWF Lazio – Da anni le richieste da parte di chi gestisce la discarica più grande d’Europa ruotano attorno al progetto cd di “capping”, cioè di copertura degli oltre quarant’anni di smaltimento dei rifiuti, con degli alberi. Negli anni anche le somme richieste dal privato hanno subito variazioni e ad oggi sembrerebbero ridimensionate a soli, si fa per dire, cento milioni di euro, che ad avviso della parte privata dovrebbero essere corrisposti dalla collettività.

             Tutto ciò per rendere, parrebbe di capire, più piacevole il paesaggio, che oggi, invece, ci ricorda quotidianamente la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati di Roma, Fiumicino e la Città del Vaticano, nonchè dei fanghi da depurazione, di circa mezzo secolo.
In realtà l’impegno di spesa potrebbe essere giustificato laddove avvenisse, e qualora fosse possibile, un ripristino ambientale nel senso dell’eliminazione o riduzione degli effetti negativi per l’ambiente, (inteso come complesso di aria, suolo e acqua), nonché per la salvaguardia della salute umana.

           Il motivo, invece, per cui si chiederebbe allo Stato di intervenire con così tanti soldi, ci sembra di capire sia finalizzato alla realizzazione di un cd “sandwich” multistrato, sembrerebbe realizzato con ciò che avanza dalla separazione dei materiali nel cassonetto stradale negli impianti di TMB, dai residui della combustione dell’inceneritore e da inerti cd “igienizzati”, all’estremità del quale posizionare un po’ di alberi ed una bella targa “la fortuna di Roma” così come anticipato più volte pubblicamente.In tutta questa complessa ma anche paradossale vicenda, ciò che ci appare ancora più incredibile risiede verosimilmente nel fatto che l’area sarà comunque in attività ancora per lunghi anni, ricevendo negli impianti di TMB il famigerato cassonetto stradale, essenziale per la progettazione e la realizzazione del materiale che dovrà comporre gli strati.Ecco, quindi, il venir meno dell’interesse ad aprire siti che possano ospitare esclusivamente la frazione umida per il compostaggio, ed ecco l’impossibilità di far decollare la raccolta differenziata spinta, nemica assoluta del cassonetto.

 

La Regione Lazio e Roma Capitale a nostro avviso dovrebbero, da oggi, offrire un futuro migliore alle prossime generazioni per questo vi invitiamo a ripensare le scelte fin qui elaborate ed ad invertire la rotta sulla gestione del ciclo dei rifiuti che sia finalmente sostenibile.

           Infatti, se dovessimo guardare indietro alle esperienze di centro sinistra e di centro destra che si sono succedute sul tema dei rifiuti la drammatica evidenza è che non vi sia mai stata soluzione di continuità.”
Roma, 21 settembre 2013

Informazioni stampa: Cesare Budoni – 349 6040937

Che fare dell’area di via Morelle? Una proposta rivolta alla Giunta e al Consiglio comunale di Terracina da parte di ASCOM, Sestante e WWF LP

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Recuperiamo l’area di via Morelle con un impianto di compostaggio di qualità

A seguito dell’incontro avvenuto in Comune tra l’amministrazione e le associazioni WWF Litorale Pontino, Ascom e Sestante lo scorso 23 agosto 2013, relativamente alla questione dell’utilizzo dell’area di Morelle, le suddette associazioni hanno elaborato un documento di indirizzo che l’amministrazione comunale dovrebbe sottoporre al Consiglio Comunale perché possa esprimersi attraverso un’apposita delibera circa l’uso dell’area di via delle Morelle per la realizzazione di un impianto di selezione dei rifiuti e compostaggio. deliberamorelle1

La scelta di tale tipo di impianto rispetta diversi parametri di qualità circa il ciclo di trattamento dei rifiuti e ognuna delle motivazioni che si possono elencare è di per sé importante e fondamentale.

Si sottrae alla totalità dei rifiuti circa il 40% che non solo non va in discarica ma praticamente, a costo 0, viene trattata direttamente nel territorio di Terracina; si riduce in maniera drastica le quantità di rifiuti da pretrattare; si possono inoltre accogliere anche le frazioni umide degli altri comuni del territorio, questa volta a pagamento, e questo porterebbe denaro nelle casse del comune; si raggiungerebbero facilmente percentuali elevate di differenziata evitando quanto meno le sanzioni per il mancato raggiungimento delle quote previste dall’Europa; ultimo, ma non certamente per importanza, si avrebbe una “semichiusura” del ciclo dei rifiuti in provincia con risparmio di CO2 emessa in atmosfera per il trasporto e altre sostanze velenose che normalmente vengono rilasciate dalle discariche. Un bilancio quindi, decisamente positivo per la salute, l’ambiente e l’economia della città.