Il treno Terracina-Fossanova, la sua mancanza comincia a pesare

Accelerare la riapertura della linea Terracina-Fossanova

              La frana caduta due mesi fa sui binari della ferrovia subito dopo la stazione de La Fiora e che ha coinvolto anche la strada Frosinone-mare ha interrotto un servizio di trasporto essenziale per le esigenze dei cittadini terracinesi.

La sostituzione del treno con pullman doveva servire soltanto a    tamponare una situazione di emergenza ma sta già durando troppo con disagi alla lunga insostenibili da parte dell’utenza: anticipo delle partenze mattutine che incidono sulle condizioni con cui si raggiungono i posti di lavoro o di studio e disagevoli viaggi su un percorso contorto che stanno spingendo alcuni verso l’uso del mezzo proprio con tutto quanto questo significa in termini di spese personali e di inquinamento ambientale.

A questi disagi vanno aggiunte le ricorrenti voci allarmistiche, che meritano una smentita ufficiale, sulla soppressione del servizio.

 I cittadini devono sentirsi impegnati a

 -> Difendere il treno quale bene comune che da 120 anni garantisce pur con sorti alterne una mobilità sostenibile

 -> Mobilitarsi nelle forme ritenute più opportune per dare maggior forza all’Amministrazione comunale nella richiesta di accelerare l’apertura del cantiere per la riapertura della linea ferroviaria

       All’Amministrazione comunale tocca

 -> Comunicare lo stato della vicenda anche per togliere argomentazioni a chi parla di interruzione del servizio

 -> Premere sugli enti coinvolti per la riapertura in tempi brevi della linea avvalendosi anche della mobilitazione popolare

 

La riapertura in tempi brevi della linea ferroviaria Terracina-Fossanova necessita della mobilitazione dei cittadini

Nel 1995 la vigilanza dei cittadini terracinesi manifestata con determinazione sottoscrivendo con migliaia di firme una petizione e marciando lungo i binari da Fossanova a Terracina sortì l’effetto di mantenere in esercizio la linea ferroviaria.

L’evento franoso verificatosi nel mese di settembre ha interrotto la linea e la strada Frosinone-mare; gli amministratori devono accelerare l’iter per la messa in sicurezza della montagna sovrastante e per la sostituzione del tratto di binario deformato nell’urto di uno dei massi caduti a valle.

Tocca ai cittadini mobilitarsi perché i tempi non si dilatino e il treno possa riprendere a viaggiare prima possibile.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il polo dei trasporti di Terracina orfano del treno, fino a quando?

Il polo dei trasporti di Terracina è nato sotto una cattiva stella, non bastavano l’improvvisazione dell’allestimento dell’area e i disagi degli studenti e dei pendolari costretti questi ultimi all’uso dell’auto per raggiungere la partenza verso i luoghi di lavoro o dei servizi, dal 20 settembre non parte e non arriva alcun treno nella stazione, punto focale del polo stesso.

La frana caduta sui binari ha interrotto sia la tratta ferroviaria Terracina-Fossanova che la strada Frosinone -mare.

La crisi nella Regione Lazio si ripercuoterà anche sui lavori di ripristino di queste due importanti arterie?

Le foto mostrano danni seri ma soprattutto evidenziano la necessità di mettere in sicurezza la montagna sovrastante;  le reti parasassi non hanno retto all’urto dei massi. I tecnici forse diranno che andavano installate molto più in alto integrate da altre poste in basso.

Al solito, anche la frana ha fatto scoprire una discarica di rifiuti, alcuni pericolosi.

Le biciclette di Terracina meritano rispetto

L’apertura di percorsi sicuri riservati alle biciclette per raggiungere i servizi, normalmente presenti nel centro della città, trova il consenso di larga parte dei cittadini che aspirano ad una migliore qualità della vita, molti dei quali stanno civilmente esprimendo la loro richiesta attraverso la forma, sorta e sviluppatasi in campo internazionale, di spontanea partecipazione alla cosa pubblica rappresentata dalla critical mass.

Il WWF da tempo ha prodotto uno schema di rete ciclabile da studiare nella sua fattibilità parziale o totale, un insieme di piste per raggiungere le scuole, i servizi, i mercati,….

1. Dal Papillon al porto

GIALLO

Dal Papillon si utilizza la stradina già esistente a destra della Pontina (per chi viene a Terracina) per lasciarla imboccando la strada per Badino, dove, superando il ponte si ritorna sulla destra della stessa Pontina fino ad innestarsi sul Viale Europa.

VERDE

Da qui, intanto, inizia un percorso a doppio senso fino alla stazione-mare da cui si accede, sempre a doppio senso di marcia, al Viale L. Da Vinci, tutto percorribile fino dal suo nascere da via Badino. Possibile prolungamento fino alla stazione FS.

ROSSO

Dall’innesto della stazione-mare si prosegue sul Viale Europa, questa volta a senso unico, fino a via Sicilia (Ufficio postale), che viene risalita fino al mercato coperto (Scuola media Don Milani); da qui si attraversa via Badino per raggiungere  ITC e Liceo e subito dopo via Ponte Rosso, il canale Morticino e quindi il Viale L. Da Vinci di ritorno.

BLU

Proseguendo, invece, verso il centro lungo via Ponte Rosso, si supera piazza G. Antonelli per innestarsi sul tracciato di pista esistente fino ad arrivare alla passerella (il centro e tutti i suoi servizi); proseguendo a destra per via Dante Alighieri e successivamente per via Manzoni si raggiunge il porto.

2. Il lungomare

ARANCIONE

Straordinaria passeggiata sul lato a mare del lungomare dal porto fino alla Torre del sole (se il Comune riesce a rientrare in possesso del terreno, altrimenti tramite l’ultima traversa si raggiunge il percorso GIALLO), con possibilità di innesto sugli altri itinerari.

3. Da Borgo Hermada al centro di Terracina

 AZZURRO

Dal centro di B.H. fino ai Pantani da basso e al semaforo sulla Pontina, attraversata la quale ci si innesta sul percorso GIALLO proveniente dal Papillon. In alternativa, ne va verificata però l’agibilità, si passa sul ponte-barriera del canale, si raggiunge lungo il Morticino il ristorante “i 12” e da qui lungo l’argine lato mare si potrebbe raggiungere il tratto di pista già realizzato.

Aeroporti, che passione!

UN PIANO AEROPORTI NAZIONALE CHE INTENDE RIDURRE GLI SCALI
MA CHE NEL LAZIO INCREMENTA ANCORA IL CONSUMO DEL SUOLO

Esprimiamo forte preoccupazione per l’annunciato piano-aeroporti del Ministro Passera illustrato oggi sulla stampa. Nel Lazio sembra infatti prevista la realizzazione del “complesso aeroportuale del Centro Italia” costituito dagli scali di Fiumicino (Leonardo da Vinci), Ciampino e quello, annunciato, di Viterbo. Un piano che per il WWF suscita forti perplessità sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello economico, dal momento che non si ha idea di come verranno trovate le risorse necessarie.

Gran parte del complesso graverà nella provincia di Roma la quale, secondo i dati del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, è con il 20% di superficie impermeabilizzata una delle dieci aree più cementificate d’Italia.

Il piano, secondo quanto anticipato dalla stampa, prevede che il grosso del traffico internazionale e intercontinentale passerà dallo scalo Leonardo Da Vinci. La società Aeroporti di Roma, che gestisce lo scalo di Fiumicino, ha predisposto un master plan che, da qui al 2030, prevede la cementificazione di un’ampia area agricola tutelata dalla Riserva Naturale Statale “Litorale Romano”. Un’area, tra l’altro, molto delicata sotto il profilo idrogeologico essendo sottoposta a lenti ma costanti processi di abbassamento del terreno.

In questo quadro l’aeroporto di Ciampino si trasformerà in city – airport ed accoglierà il traffico nazionale; nulla viene detto su come si intenda ridurre il forte impatto ambientale e sanitario che lo scalo già ora esercita sul territorio circostante.

Per quanto riguarda lo scalo di Viterbo il nodo centrale è l’assenza di idee sullo sviluppo di questo territorio che non sia legata al potenziamento e al raddoppio delle corsie della statale Cassia (mentre la qualità della rete ferroviaria che collega Viterbo alla Capitale lascia molto a desiderare) e alla creazione di un nuovo scalo.

L’idea di raddoppiare e incrementare gli scali aeroportuali ed infrastrutturali sembra ancora una volta venire enunciata senza la minima idea di come evitare l’alterazione del paesaggio, vera ricchezza regionale, impedire la cementificazione del territorio e la riduzione delle produzioni agricole, evitare ulteriori immissioni di CO2 e senza valutare l’alterazione dell’assetto idraulico ed idrogeologico del territorio regionale.

Se dovesse essere confermata, così come viene riportata, la strada che si intende intraprendere, ancora una volta non è orientata ad uno sviluppo equilibrato ma al consumo di suolo in una delle Regioni il Lazio, che pur avendo la più alta densità infrastrutturale del Paese, è priva di un vero piano dei trasporti che sappia coniugare la mobilità con la sostenibilità.

“A questo Piano certamente manca ancora una valutazione strategica ambientale da cui si evinca la reale fattibilità di quanto enunciato – dichiara Vanessa Ranieri Presidente WWF Lazio – quindi, aldilà dei meri proclami, la volontà di alcuni dovrà necessariamente fare i conti con la eventuale perdita dei valori ambientali e paesaggistici garantiti”.

Roma, 22 agosto 2012

Informazioni stampa: Cesare Budoni – 349 6040937

Perchè il WWF non esulta per il cosiddetto “polo del trasporto”

Il recentemente inaugurato polo del trasporto non rispetta il progetto originario, gli autobus di linea sono stanziati lungo una strada dopo aver rischiato di essere collocati nel piazzale antistante l’ingresso principale dell’Ospedale “A.Fiorini” (vedi il Piano del traffico). In questo la situazione somiglia molto a quella dello spostamento del mercato settimanale che ancora non trova soluzione.

Tralasciando qualunque osservazione sullo stato dell’area completamente vuota di servizi, dalle pensiline ai bagni, risalta, e i cittadini sulla rete ne stanno prendendo coscienza, la difficoltà di raggiungere la zona per chi non usa un mezzo privato. E’ stato detto che saranno coordinati gli orari delle circolari interne con quelli dei bus COTRAL.

Le circolari interne non devono servire soltanto a raggiungere il “polo” ma tutti i luoghi della città disincentivando l’uso del mezzo privato. Le circolari viaggiano quasi sempre vuote, da anni, senza che nessuna delle amministrazioni che si sono succedute abbia interrotto questo spreco di denaro pubblico, oltretutto in presenza di un traffico privato ambientalmente ed economicamente insostenibile.

Cosa fare? Non occorre pensare a circuiti su domanda o a pannelli elettronici per comunicare ad ogni fermata il tempo di attesa, basterebbe una misura molto più economica, inserire nelle paline delle fermate l’orario di passaggio che intanto garantirebbe la certezza del passaggio stesso. Per calcolare gli orari di passaggio basta fare dei rilevamenti lungo il percorso in momenti diversi della giornata e registrare il più breve, questo sarà inserito nella palina. I cittadini, così, avrebbero a disposizione un’informazione certa sulle circolari che fermano in una data zona della città e gli orari di passaggio, in caso di traffico particolarmente intenso aspetterebbero soltanto qualche minuto. E’ la soluzione più economica adottata da tante città, in particolare quelle diventate mete di grande affluenza turistica.

Il piazzale della stazione andava sistemato, la stessa navetta per la stazione di Monte san Biagio spesso ha dovuto faticare per entrarvi. Ora ha avuto un primo assetto, ne va controllato il rispetto.

Chi dovrebbe trarre i maggiori benefici dal cosiddetto “polo del trasporto” è sicuramente il treno. Su di esso si addensano già nubi pesanti, l’amministratore delegato delle ferrovie ha affermato recentemente che nel 2013 ci saranno tagli nel trasporto locale. Avrebbe ancora senso il polo senza il treno? Quindi, la strutturazione dell’area in polo del trasporto costringe alla difesa serrata di questo nostro “bene comune”.  E questo per il WWF è un obiettivo storico.

Lunedì 11 giugno 2012: inaugurazione del polo del trasporto a Terracina

Accontentiamoci?

Dopo anni di attesa per avere la stazione-mare e un polo del trasporto che migliorasse il servizio all’utenza e riducesse l’inquinamento in centro città, a Terracina viene inaugurato di fatto lo spostamento del capolinea degli autobus in via Napoli.

Ci aspettavamo la realizzazione di questa opera, almeno così veniva prefigurato il polo del trasporto negli uffici comunali del settore urbanistica, con gli stalli degli autobus a coronare il termine dei binari e una viabilità finalmente regolamentata nel piazzale della stazione.

Era ormai diventato difficile anche fermarsi alla navetta che garantisce i collegamenti cadenzati con la stazione di Monte san Biagio.

Ora gli autobus spostati dal centro stazioneranno lungo via Napoli; il piazzale, intanto, non ospita più i camion dell’ortofrutta e la sosta delle auto private è finalmente regolata. Ci si augura che venga potenziato il trasporto interno per consentire a chi viaggia di lasciare la propria auto a casa e che venga risolta positivamente la questione degli studenti pendolari durante il periodo scolastico.

Per il WWF  che ha sempre creduto nella necessità di conservare il treno questo polo del trasporto rappresenta la speranza di non dover più soffrire ad ogni cambio di orario per eventuali soppressioni di corse. Sarebbe paradossale che una volta concentrato tutto il trasporto pubblico nell’area della stazione il treno venisse sottoposto a tagli di qualunque genere. Anzi, ora è il momento di chiedere miglioramenti nel servizio come qualità delle carrozze, puntualità delle corse e incremento delle stesse.        

Accontentiamoci!