Ciao Fabrizio

Da una settimana Fabrizio Fumi è partito.

Una passeggiata, un bel pò più lunga di quelle a cui ci aveva abituati, ma alla quale senz’altro era preparato.

La preparazione, è stato il tratto principale del suo essere.

Questo, nel lavoro, nei rapporti amicali e familiari e da ultimo ma non ultimo, nell’attività agonistica.

Nel lavoro i risultati che ha raggiuto, sono, da soli prova dell’enorme slancio che aveva.

Come amico, mi mancherà la sua telefonata – era una persona che usava il telefono come un telefono – la mattina presto, il giorno del mio compleanno. Non lo dimenticava mai, semplicemente perché segnava tutto.

Nei suoi hobbies, aveva raggiunto traguardi che tutti avrebbero potuto immaginare, vedendolo allenarsi, correndo per un numero incredibile di chilometri al giorno, sul mare e sulle colline.

Ma un aspetto poco conosciuto di Fabrizio e quasi dimenticato dai più, è stato il rapporto che ha avuto con la nostra associazione.

Io lo ricordo Presidente dell’Assemblea dei soci che, su mia proposta, indicò Franca quale Responsabile di Sezione; ma più ancora, lo ricordo attivo nella nostra squadra antincendio, nel 1992 e negli anni subito successivi, nonostante la prima esperienza.

Il primo intervento di Fabrizio, era il primo anche per me.

Ricordo che c’incontrammo al garage di Emilio – per noi della squadra era sempre aperto – per prendere l’attrezzatura, poi partimmo insieme, per raggiungere gli altri che ci avevano anticipato.

Si trattava, di un ampio fronte, esteso fino al limite destro della cava, che fa bella mostra di sé, sul lago di Fondi.

Iniziammo a salire, fin quasi a raggiungere il fuoco e gli altri, quando alla nostra destra sentimmo un colpo secco.

Neanche il tempo di ragionare che un’esplosione decisamente forte ci scaraventò addosso di tutto. Una mina, evidentemente inesplosa, ci aveva dato il benvenuto. Quello che avevamo sentito prima era lo scoppio dell’innesco.

La fortuna dei principianti, ci evitò la lapidazione ma sicuramente fu un inizio “col botto”.

Come scrivevo, nonostante questa prima esperienza, continuammo attivamente, quell’anno e gli anni successivi.

Non sarebbe stato certo un “botto”, a far rinunciare Fabrizio, che voglio ancora ricordare all’opera, in difesa delle nostre colline.

Sebastiano Leonardi

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