Pesticidi in agricoltura, si muove qualcosa?

Sabato 17 Dicembre 2016, alle ore 16,30, a Roma in Via di S. Bonaventura, presso Convento di S. Sebastiano al Palatino, verrà presentato il libro “La Civiltà dell’Orto” di Gian Carlo Cappello.

E’ un saggio sull’agricoltura naturale, quella senza l’utilizzo di sostanze chimiche e mezzi meccanici di lavorazione in alternativa all’agricoltura intensiva, e che introduce anche l’orticoltura sociale. Gli orti urbani erano la norma nella civiltà preindustriale e ora vengono ripresi non solo per un recupero di metodi naturali di produzione ma anche, e coi tempi che corrono soprattutto, per ricostruire connettività sociale tra gli individui.

E’ in corso una ripresa di interesse da parte dell’opinione pubblica nei confronti dei rischi sanitari derivanti dall’uso della chimica in agricoltura e ciò è provato anche dalle decine di migliaia di aderenti al gruppo fb NO PESTICIDI.

Queste posizioni di un ritorno a coltivazioni in cui il ciclo naturale non venga manomesso non sono più patrimonio soltanto dei soliti ambientalisti, ma stanno diventando patrimonio di una fetta crescente di popolazione e hanno avuto una forte giustificazione da parte di un tribunale  che ha condannato un’azienda che irrorava un vigneto in prossimità di un’abitazione costretta a ricevere abbondanti effluvi tossici.

Il tribunale di Pistoia nell’agosto del 2014 sentenziò che l’immissione dei prodotti antiparassitari nella proprietà del confinante con il vigneto “comportava un evidente rischio per la salute di quest’ultimo quale conseguenza dell’inalazione o del contatto con sostanza tossiche. Dette immissioni devono considerarsi intollerabili, prescindendosi dalla valutazione della priorità di un determinato uso, stante la prevalenza – sulla base dei principi costituzionali – del diritto alla tutela della salute rispetto alle esigenze della produzione.”

pesticidi_elicotteroIn precedenza in Italia c’era stato il contrasto dei cittadini veneti residenti nell’area del prosecco contro l’uso degli elicotteri nell’irrorazione dei fitofarmaci sui vigneti.

 

I cittadini sostenuti da un europarlamentare della zona ne fecero una battaglia decisa ottenendo la condizione che gli elicotteri non potessero agire entro i 50 metri dalle strade e dalle abitazioni. Clamoroso fu il caso di un pranzo in trattoria finito sotto una nuvola di pesticidi.

Il Veneto secondo i dati ISPRA 2012 è al primo posto con i suoi 10,6 kg per ettaro di principi attivi e subito dopo il Trentino con 10,2 kg per ettaro di superficie agricola. Sono le due Regioni che lottano per ottenere la maglia nera in questa classifica assurda. Nel Trentino, poi, in alcuni casi si può irrorare fino a 5 metri dalle abitazioni!

Il WWF sulla questione è stato sempre vigile e qui su questo blog sono apparsi post sul tema fin dal 2012, l’anno dell’apertura.

Guarda un pò, i pesticidi inducono il cancro (solo in Francia?)

Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi. Il WWF chiede il divieto d’uso al 2020

A proposito di pesticidi in agricoltura, come stiamo in provincia di Latina?

A primavera privati e Istituzioni fanno a gara a chi presenta l’erba più gialla.

Insetticidi in aree antropizzate, i rischi per l’uomo in un convegno del C.N.R. a Roma il 7 marzo

24 e 25 giugno: si discute la Politica Agricola Comune (PAC) della UE, prenderà la strada della sostenibilità ambientale ed economica?

Salviamo l’agricoltura, scriviamo al Parlamento europeo.

Troppa chimica in agricoltura; dobbiamo rinunciare al prosecco?

A Terracina si sta muovendo qualcosa, ci auguriamo che la questione venga presa nella giusta valutazione che è quella della salute pubblica e non si scada nella solita contrapposizione tra parti politiche. L’obiettivo deve essere un regolamento comunale che abbia al centro la tutela della salute dei cittadini e degli operatori agricoli.

 

Salva il suolo: è il tempo dell’azione

L’iniziativa dei cittadini europei (I.C.E.) “SALVA IL SUOLO“, portata avanti dal WWF e da oltre 350 organizzazioni non governative di 26 Paesi europei, ha l’obiettivo di sostenere la proposta di una Direttiva Europea sul consumo di suolo, che stabilisca una volta per tutte come il suolo sia una risorsa strategica per assicurare la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.

 

Bisognerà raccogliere da oggi all’11 settembre 2017 in tutti i Paesi membri un milione di firme di cittadini europei in calce ad una scheda su cui riportare i dati anagrafici (con il riferimento alla sola carta di identità). Il successo di questa iniziativa nel nostro paese servirà anche a sollecitare il Parlamento italiano ad approvare al più presto norme per limitare il consumo di suolo (in discussione da due anni) che servano a dare un quadro di regole  e di strumenti che siano veramente efficaci.

La raccolta di firme “SALVA IL SUOLO” in Italia è promossa da una task force di associazioni formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food, WWF, che organizzeranno iniziative insieme al più vasto coordinamento italiano degli aderenti alla I.C.E. costituito da 80 realtà associative e comitati.

E’ diffusa ormai la consapevolezza che il suolo, risorsa non rinnovabile e bene comune, svolge funzioni vitali per l’ecosistema, la produzione alimentare, la conservazione delle risorse idriche, l’assorbimento dell’anidride carbonica. Contenere il consumo di suolo, a giudizio del WWF, è fondamentale per limitare il rischio idrogeologico, garantire la capacità di ripresa dei sistemi naturali e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

                                                      FIRMA ANCHE TU!

 

UNA TRANSIZIONE GIUSTA PER LA NOSTRA CASA COMUNE: ENERGIA, LAVORO E SRADICAMENTO DELLA POVERTA’

Comunicato stampa

GIOVEDI’ 23 GIUGNO 2016 DALLE 9.30 ALLE 16.30

PRESSO LA SALA DEL PARLAMENTINO DEL CNEL (ROMA – VIALE DAVID LUBIN, 2)

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UN EVENTO ORGANIZZATO DAL WWF E DALLA FEDERAZIONE DEGLI ORGANISMI CRISTIANI SERVIZIO INTERNAZIONALE VOLONTARIO (FOCSIV)

 

Giovedì 23 giugno a Roma presso la sala del Parlamentino del CNEL (dalle 9,30 alle 16,30) si svolgerà un importante Simposio Internazionale dal titolo “Una Transizione Giusta per la nostra Casa Comune: Energia, Lavoro e Sradicamento della Povertà”.

Affrontare il cambiamento climatico è un elemento costitutivo dello sviluppo sostenibile e per questo richiede una visione ampia e un approccio partecipativo ed equo perché sia un’occasione per correggere gli elementi di iniquità, le vecchie e nuove povertà, non per crearne di nuove.

Occorre fare in modo che si garantisca una reale riconversione energetica e produttiva, che tenga conto non solo delle infrastrutture ma anche delle persone in carne e ossa. È necessario che istituzioni, attori sociali ed economici, centri di fermento culturale mettano in comunicazione competenze e sensibilità per assicurare che si vada nel senso giusto e per trovare anche strumenti e idee innovative. Per questo è necessario alimentare un dialogo condiviso come ci invita a fare Papa Francesco nella “Laudato Si’”.

“Una Transizione Giusta” da condividere tra persone provenienti da ambiti diversi (rappresentanze sindacali, organizzazioni non governative, finanza, aziende, università, comunità religiose e istituzioni) per definire e accelerare una giusta transizione energetica verso società resilienti a basse emissioni di carbonio, nelle quali crescano anche le opportunità di lavoro.

 

Per informazioni:

Ufficio stampa WWF Italia

06-84497 213-266-332

Ufficio Stampa FOCSIV – Volontari nel mondo
Giulia Pigliucci +39 335 6157253

comunicazione.add@gmail.com

Roma, 16 giugno 2016

 

Ufficio Stampa WWF Italia

unnamedTel. 06-84497 213/266/332

340 9899147 – 329 8315725

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FSC® Italia e WWF Italia insieme per promuovere la buona gestione forestale

COMUNICATO STAMPA

imagesCollaborare per promuovere la conoscenza e la diffusione della certificazione di gestione forestale responsabile: ecco il motivo dell’accordo tra il Forest Stewardship Council® (FSC) Italia e il WWF Italia, siglato nella sede dell’associazione ambientalista.

 

L’accordo, diviso in 5 punti, parte dal ruolo di primo piano ricoperto dall’Italia nel mercato dei prodotti forestali soprattutto come importatore; ruolo a cui – si legge nel documento – “dovrebbe corrispondere un’assunzione di responsabilità per quello che riguarda la corretta gestione forestale, la promozione della certificazione, e l’attivazione di politiche convincenti di sostegno ai Paesi produttori nella responsabilizzazione delle pratiche forestali”. Di qui l’intesa su azioni congiunte che valorizzino la certificazione FSC come elemento portante negli strumenti di programmazione nel settore forestale, a livello nazionale e regionale, concorrendo alla definizione degli Standard nazionali di gestione forestale responsabile e al procurement sostenibile, sia pubblico che privato.

WWF Italia, socio di FSC Italia dal 2005, ha da sempre appoggiato lo schema del Forest Stewardship Council ritenendolo il più rigoroso fra quelli esistenti sul mercato, informando aziende e consumatori sui vantaggi della gestione forestale responsabile: vantaggi non solo di tipo ambientale (attenzione alle aree ad alto valore di conservazione; protezione della biodiversità; minimizzazione degli impatti nelle aree di taglio), ma anche sociale (formazione degli operatori forestali; coinvolgimento delle comunità locali e di tutti i portatori di interesse) ed economico.

Mentre le ultime foreste remote e selvagge del Pianeta ci regalano ancora specie di animali e piante sconosciute alla scienza e gli ecologi comprendono più a fondo i meccanismi con cui le foreste sostengono gli equilibri del pianeta, la degradazione degli stessi ecosistemi aumenta e la deforestazione avanza a ritmo incalzante”. Dichiara Isabella Pratesi, Direttore Conservazione WWF Italia che aggiunge: “Accordi come quello tra WWF e FSC rappresentano un’opportunità per contribuire alla promozione di un nuovo paradigma di sostenibilità di cui possano beneficiare la biodiversità in primis ma anche i governi, le imprese e le comunità locali”.

“La firma di questo documento rappresenta un ulteriore passo verso una più generale e diffusa ‘cultura delle foreste’ e siamo contenti di essere sostenuti in questo da un partner come il WWF Italia” spiega Diego Florian, direttore di FSC Italia, che aggiunge “A questo accordo seguirà la definizione di un piano di azione concreto e dettagliato sullo sviluppo delle singole attività, dalla comunicazione al corporale engagement alle politiche per gli acquisti pubblici verdi. Per noi è un altro tassello verso il compimento della nostra promessa: foreste per tutti, per sempre”.

Roma, 15 giugno 2016

unnamedUfficio Stampa WWF Italia

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Liberiamoci del glifosato, basta proroghe all’uso dell’erbicida!

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COMUNICATO STAMPA
 
#STOPGLIFOSATO : ENNESIMO RINVIO, MANCA LA MAGGIORANZA QUALIFICATA.
SUCCESSO DEI CITTADINI E DELLA COALIZIONE
LA COALIZIONE: “NON ABBASSEREMO LA GUARDIA E CI BATTEREMO PER L’ABOLIZIONE TOTALE DEL GLIFOSATO” 
 
Roma, 06 giugno 2016 – L’empasse europeo sul glifosato che ha portato alla mancanza di una maggioranza qualificata e all’ennesimo rinvio di voto è il risultato della mobilitazione di milioni di cittadini europei. In oltre due milioni, infatti hannosottoscritto la petizione di Avaaz, contro il rinnovo, 153.000 solo in Italia.
“Un successo dei cittadini e della coalizione StopGlifosato – dice Maria Grazia Mammuccini, la portavoce – che  ci fa ben sperare per il voto finale. La decisione rinviata per l’ennesima volta indica la difficolta’ a trovare una soluzione condivisa al problema del rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato”.
La decisione è ora rinviata al Comitato di appello e la coalizione non ha intenzione di smuoversi dalle sue posizioni
“L’unica risposta adeguata è l’applicazione rigorosa del principio di precauzione – dice Mammuccini – con la messa al bando definitiva dell’erbicida”.
L’Italia si è astenuta insieme a Germania, Francia, Grecia, Austria e Portogallo e Lussemburgo. Solo Malta ha votato contro.
“La posizione dei ministri italiani dell’Agricoltura e dell’Ambiente – conclude la portavoce – ha consentito di mantenere salda la posizione dell’l’Italia. Ci auguriamo che questa posizione, se non una ancora più coraggiosa rimanga inalterata fino in fondo”.
 
Per essere sempre informato sulle attività della Campagna StopGlifosato seguici su Facebook (hashtag #StopGlifosato)
Per firmare la petizione Avaaz e dire StopGlifosato: https://secure.avaaz.org/it/monsanto_dont_silence_science_loc_it/?media
Aderiscono alla Coalizione italiana #StopGlifosato: ACP-ASSOCIAZIONE CULTURALE PEDIATRI – AIAB –  ANABIO- APINSIEME – ASSIS – ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA – ASSO-CONSUM – ASUD – AVAAZ – CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali – CONSORZIO DELLA QUARANTINA – COSPE ONLUS – DONNE IN CAMPO CIA LOMBARDIA – EQUIVITA – FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO – FEDERBIO – FEDERAZIONE PRO NATURA – FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA – FIRAB – GREEN BIZ – GREEN ITALIA – GREENME – GREENPEACE – IBFAN- ITALIA – IL FATTO ALIMENTARE- IL TEST – ISDE Medici per l’Ambiente – ISTITUTO RAMAZZINI – ITALIA NOSTRA – LEGAMBIENTE – LIFEGATE – LIPU-BIRDLIFE ITALIA – MDC-MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO – NAVDANYA INTERNATIONAL – NUPA-NUTRIZIONISTI PER L’AMBIENTE – PAN ITALIA – Pesticide Action Network – REES-MARCHE – SLOW FOOD ITALIA – TERRA NUOVA – TOURING CLUB ITALIANO – UNAAPI-UNIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI APICOLTORI ITALIANI – UPBIO – VAS-VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ – WWF ITALIA – WWOOF-ITALIA
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Sulle tracce del pet-coke dal porto di Gaeta al deposito di Sessa Aurunca

Il petroleum coke o come comunemente viene definito pet-coke, è un carbone artificiale ottenuto nell’industria petrolifera dal processo di condensazione per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi e contiene percentuali di zolfo notevolmente superiori a quelle prescritte per i combustibili utilizzati in raffineria.

Il pet-coke contiene una miscela di sostanze estremamente pericolose, come idrocarburi policiclici aromatici (IPA ), metalli pesanti (vanadio, nichelio), alto contenuto di zolfo (anche oltre il 7%) e cloro. Le sostanze contenute nel pet-coke, oltre ad una tossicità intrinseca, sono indicate anche come cancerogene e/o mutagene.

La prima proprietà provoca tumori di vario genere, la seconda, modificazioni genetiche, da cui le malformazioni nei nascituri.

Dall’agosto 1991 questo materiale, che non potrebbe essere assimilato ai rifiuti speciali come invece afferma l’Europa, viene scaricato dalle navi che lo trasportano nel porto commerciale di Gaeta e trasferito, attraversando due città, Gaeta e Formia, e seguendo la via Appia nel deposito di Sessa Aurunca in provincia di Caserta dove viene stoccato in un deposito della Interport s.a.s. semplicemente accumulato in “montagne”.

In particolare, nel territorio a cavallo tra le provincie di Latina e Caserta, la pericolosità di questo materiale inizia ancora prima che venga utilizzato come combustibile; le operazioni di scarico delle navi e carico dei mezzi di trasporto avvengono in qualsiasi condizione climatica e con modalità non rigorosamente protette, così parte del materiale viene disperso in mare e nell’aria; occorre ricordare che il porto si trova a ridosso della città e quindi tutto ciò che viene emesso in aria arriva molto spesso direttamente nelle case dei cittadini. Tra le sostanze presenti nel pet-coke c’è ad esempio il vanadio di cui il pentossido risulta il più pericoloso, soggetto al fenomeno del bioaccumulo e che può essere assorbito da granchi e mitili, e a Gaeta c’è un grosso allevamento di mitili. Inoltre le polveri che si disperdono con il vento vengono respirate esercitando, insieme a tutte le altre sostanze citate, il loro potere patogeno sul sistema respiratorio. Gli IPA, sostanze liposolubili sono anch’esse bioaccumulabili; insieme alla elevata tossicità, vantano anche una considerevole persistenza e stabilità termica. Ciò ne rende difficoltosa la completa combustione. I nitroderivati degli IPA sono particolarmente cancerogeni, si legano al DNA danneggiandolo; questo danno provoca delle mutazioni e, con le mutazioni, una maggiore probabilità di cancerogenesi. La presenza di cloro nel pet-coke, seppur bassa, la copresenza di aromatici policondensati (IPA) e metalli come ferro e rame che fungono da catalizzatori, sopra i 400 °C, sono condizioni favorevoli alla formazioni di diossine sostanze particolarmente pericolose.

 

Purtroppo anche il trasporto e il deposito avvengono senza il rispetto delle norme e in condizioni di mancata sicurezza per cui queste sostanze vengono disperse in atmosfera e lungo la strada andandosi poi a depositare nei corsi d’acqua che costeggiano la strada inquinandoli in maniera pesante e nei campi vicina ad essa.

 

 

L’inquinamento peggiore tuttavia avviene per dispersione dal deposito di Sessa Aurunca strutturato in modo assolutamente non idoneo e che permette al pet-coke di essere dilavato dalle acque meteoriche e dal vento; questo finisce così nei corsi d’acqua che costeggiano i campi e nel Garigliano fino al mare. Buona parte delle polveri si depositano sui terreni circostanti rendendo impossibile la coltivazione dei campi.

 

Già anni fa la nostra associazione, venuta a conoscenza della situazione, che in tanti anni è purtroppo rimasta immutata, intervenne con un esposto alla Procura della Repubblica; questo esposto è caduto nel vuoto insieme a tutti quelli inviati da altre associazioni ambientaliste e comitati di cittadini.

Il WWF Litorale laziale intende portare alla luce questa situazione e chiedere alle Istituzioni competenti di provvedere alla tutela ambientale come premessa indispensabile alla tutela della salute dei cittadini.

Ieri la Camera dei deputati ha approvato una legge ancora troppo debole per contrastare il consumo di suolo!

 

Le Associazioni FAI, Legambiente, Slow Food, Touring Club Italiano e WWF  : “Ora ci aspettiamo che il Senato renda il testo più incisivo, eliminando le troppe deroghe”

 

 

“Il contenimento del consumo del suolo è una priorità nazionale che necessita di norme chiare e strumenti efficaci e il testo approvato oggi alla Camera in prima lettura deve essere modificato al Senato in modo da consolidare quello che deve costituire un passo in avanti per chiudere definitivamente nel nostro Paese l’epoca dei piani urbanistici sovradimensionati, degli abusi edilizi e dei successivi condoni (sono stati 3 negli ultimi 40 anni, 1985, 1995  e 2003)e della sub-urbanizzazione che fa scempio del territorio”. Per questo FAI, Legambiente, slow Food e Touring Club italiano e WWF chiedono al  Senato di non perdere altro tempo e aprire subito il confronto su un testo che contiene anche norme innovative, ma ancora molti punti contraddittori e pericolosi.
Le associazioni chiedono a Governo e Parlamento un’assunzione di responsabilità nel portare a termine l’iter parlamentare della legge, migliorandone le parti più contraddittorie, macchinose e incoerenti. L’ISPRA (l’istituto dipendente funzionalmente dal Ministero dell’Ambiente a cui il legislatore nel Ddl, affida giustamente il monitoraggio della situazione), il quale attesta nel suo Rapporto 2015 come in termini assoluti il consumo di suolo in Italia abbia già intaccato ormai circa 21.000 chilometri quadrati del nostro territorio, con un valore di suolo consumato pro-capite che passa dai 167 metri quadrati del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 metri quadrati nel 2013.

Tra gli aspetti positivi e innovativi del disegno di legge approvato oggi le associazioni ricordano: il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d’uso per le superfici agricole che hanno beneficiato di aiuti dall’unione europea; l’introduzione di un censimento degli edifici e delle aree dismesse, non utilizzate o abbandonate, come precondizione per approvare qualsiasi nuovo consumo di suolo;  la definizione di obiettivi di contenimento del suolo e di rigenerazione urbana, fino ad oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento. Un Ddl che, ricordano le associazioni, ha come finalità principale quella di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi eco sistemici, in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici (art. 1, c. 1 del ddl).

Tra gli aspetti critici, secondo le associazioni, il disegno di legge approvato oggi garantisce troppi spazi a deroghe che rischiano di rendere meno incisiva la tutela della risorsa del suolo: si considerino ad esempio i commi aggiuntivi introdotti all’articolo 1 in cui vengono descritte le finalità della legge (comma 3) o tutte le eccezioni ormai datate (vista la riforma del Codice Appalti) riservate alle opere strategiche; restano ancora critiche le definizioni di “consumo di suolo”, “superficie agricola naturale e seminaturale” e di “area urbanizzata”, mentre ancora poco chiari sono i principi e i criteri su cui improntare la delega sulla “rigenerazione delle aree urbanizzate degradate” (art. 5 del ddl) e la norma sui “compendi agricoli neorurali” (art. 6 del ddl); infine, molto preoccupante è la norma transitoria di applicazione della legge, in cui addirittura vengono fatti salvi i piani urbanistici attuativi per i quali i soggetti interessati abbiano anche solo presentato istanza prima dell’entrata in vigore della legge (art. 11 del ddl).
Dotare il Paese di una norma innovativa ed efficace sul consumo di suolo è indispensabile – ribadiscono le associazioni –  che si ripromettono, dopo l’approvazione alla Camera, di incalzare i senatori perché questo accada.

 

(dal sito del WWF Italia)

22 aprile 2016, Giornata Mondiale della Terra; a Terracina verrà celebrata nel parco della Rimembranza

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Nella giornata mondiale della terra tutti gli abitanti del pianeta sono invitati a prendersi cura della casa comune.

 

 

 

Questa giornata, fissata dall’ONU un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile, è celebrata da un miliardo di persone in 192 Paesi. Ha quindi già una sua storia che parte nel 1969 dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California.

Quest’anno la Giornata assume un’importanza ulteriore perché l’ONU ha voluto scegliere questa data per la firma dell’accordo conclusivo della COP 21 che si è tenuta a Parigi nel dicembre scorso e che ha stabilito tre punti fondamentali

  •  limite di 1,5 gradi all’aumento della temperatura,
  • cento miliardi di dollari per i paesi in via di sviluppo
  • revisione ogni cinque anni sui tagli alle emissioni nocive.

Anche a Terracina quest’anno celebreremo la Giornata Mondiale della Terra  e lo faremo con l’apertura straordinaria del parco della Rimembranza dove ci saranno incontri, visite e percorsi tra storia, natura e cultura della terra.

L’iniziativa, nata in collaborazione tra Agenda 21 Locale e il WWF Litorale laziale, vuole essere, nello spirito proprio della Giornata Mondiale, un messaggio ai cittadini per far crescere in essi la consapevolezza della necessità di una tutela maggiore dell’ambiente in cui tutti viviamo.

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La gestione dei rifiuti dal nuovo Collegato ambientale alle nostre case

La legge n.221 del 28 dicembre 2015 (Collegato ambientale) ha introdotto alcuni elementi positivi nella gestione dei rifiuti tra i quali, come si legge nel commento allegato alla legge,

  • Un’addizionale del 20% al tributo speciale per il deposito dei rifiuti solidi in discarica (c.d.”ecotassa“) a carico dei comuni che non abbiano raggiunto le percentuali di RD. Il superamento di determinati livelli di RD fa scattare riduzioni del predetto tributo speciale. Viene altresì disciplinato il calcolo annuale del grado di efficienza della RD e la relativa validazione;
  • l’introduzione di incentivi economici, da parte delle Regioni, per incrementare la raccolta differenziata e ridurre la quantità dei rifiuti non riciclati  nei comuni. Viene altresì prevista l’adozione di programmi regionali di prevenzione dei rifiuti (o, in alternativa, la verifica della coerenza dei programmi regionali già approvati) e la promozione di campagne di sensibilizzazione;
  • la possibilità per i Comuni di prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni della tassa sui rifiuti in caso di effettuazione di attività di prevenzione nella produzione di rifiuti. Le riduzioni tariffarie dovranno essere commisurate alla quantità di rifiuti non prodotti (nuova lettera e-bis) del comma 659 della  147/2013);
  • la modifica delle modalità (stabilite dal comma 667 dell’art. 1 della L. 147/2013) con cui disciplinare i criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione finalizzati ad attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati;
  • disposizioni finalizzate ad incentivare il compostaggio aerobicosia individuale che di comunità, tramite l’applicazione di una riduzione della tassa sui rifiuti per le utenze domestiche e non domestiche (attività agricole e vivaistiche) che effettuano il compostaggio aerobico individuale, nonché attraverso la semplificazione del regime di autorizzazione degli impianti dedicati al cosiddetto compostaggio di comunità di rifiuti biodegradabili derivanti da attività agricole e vivaistiche o da cucine, mense, mercati, giardini o parchi, che hanno una capacità di trattamento non eccedente 80 tonnellate annue;
  • l’introduzione, in via sperimentale (per la durata di 12 mesi) e su base volontaria del singolo esercente, del sistema del vuoto a rendere su cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico da alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri punti di consumo (nuovo art. 219-bis del Lgs. 152/2006);
  • il contrasto al fenomeno dell’abbandono nell’ambiente dei rifiuti di prodotti da fumo di altri rifiuti di piccolissime dimensioni (scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, …), prevedendo il divieto di abbandono di tali rifiuti nel suolo, nelle acque e negli scarichi (previste apposite sanzioni pecuniarie in caso di inosservanza); i comuni installino nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo;
  • l’istituzione di un credito d’imposta per gli anni 2017-2019 (nel limite di spesa di 5,7 milioni di euro per ciascuno degli anni considerati), per le imprese che effettuano nell’anno 2016 interventi (di importo unitario non inferiore a 20.000 euro) di bonifica dall’amianto su beni e strutture produttive. Al fine di promuovere la realizzazione di interventi di bonifica di edifici pubblici contaminati da amianto, viene altresì prevista l’istituzione, presso il Ministero dell’ambiente, del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto, con una dotazione finanziaria di 17,5 milioni di euro per il triennio 2016-2018.

Tutto questo non basta ancora se i cittadini non collaborano con azioni quotidiane

Cassonetti

Per la riduzione

  • scegliamo prodotti sfusi e se ciò non è possibile con imballaggi ridotti o riutilizzabili

Per il riuso

  • riutilizziamo bottiglie e barattoli, il lato bianco delle stampe per prendere appunti, passiamo ad altri abiti che non usiamo, ripariamo gli oggetti allungandone la vita

Per il riciclo

  • partecipiamo attivamente alla raccolta differenziata, in generale e’ possibile riciclare tutti i contenitori e gli imballaggi
  • rispettiamo i giorni e gli orari indicati dall’azienda che effettua la raccolta porta a porta
  • conferiamo negli specifici contenitori SOLTANTO il materiale selezionato per tenerne alta la qualità
  • poniamo i farmaci scaduti nei contenitori in prossimità delle farmacie e le pile scariche nei cassonetti posti all’esterno della grande distribuzione
  • le apparecchiature elettriche ed elettroniche possono essere consegnate al rivenditore in caso di nuovo acquisto, altrimenti vanno portati all’isola ecologica
  • portiamo gli oggetti ingombranti all’isola ecologica o prenotiamo il ritiro a domicilio chiamando il numero verde 800/992990; il calendario delle isole ecologiche itineranti del Comune di Terracina e tutti i materiali che vi si possono conferire sono indicati qui http://www.comune.terracina.lt.it/amministrazione_trasparente/scheda.html?codice=124
  • per ogni altra informazione visitiamo il sito http://www.differenziataterracina.it/ (sito che andrebbe continuamente  aggiornato!)

 

L’ultimo collegato ambientale: un contributo alla sostenibilità, all’economia circolare e alla riduzione del consumo delle risorse naturali. Si poteva dare di più, però.

Il collegato ambientale alla legge di stabilità del 2014, diventato la legge n. 221 del 28 dicembre 2015, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2016.

Gli elementi presenti nella legge possono essere letti sul sito della Camera dei Deputati tramite questi link

downloadDalla lettura di questo decreto che contiene “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”emergono secondo Legambiente elementi positivi quali

 

  • il fondo per la progettazione delle opere contro il dissesto idrogeologico e lo stanziamento di risorse per l’abbattimento degli edifici abusivi costruiti in zone a rischio;
  • l’istituzione della nuova ecotassa sulle discariche che premia i comuni più virtuosi;
  • il nuovo sistema per gli acquisti verdi fondato su criteri ambientali minimi;
  • il ritorno del vuoto a rendere;
  • l’introduzione delle compostiere di comunità;
  • la responsabilità del trasportatore in caso di sversamento in mare di sostanze pericolose;
  • l’istituzione del mobility manager scolastico e il finanziamento per gli spostamenti casa scuola e casa lavoro;
  • il divieto di immissione e foraggiamento di cinghiali su tutto il territorio nazionale.

Restano fuori purtroppo ancora il contrasto al consumo di suolo, la lotta alle agromafie e la semplificazione delle procedure di abbattimento degli ecomostri abusivi che continuano a deturpare la bellezza dell’Italia.

WWFL’analisi del WWF

Una norma guastafeste depotenzia la portata innovativa, che pure va riconosciuta, del collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014. Da un lato Governo e Parlamento giustamente riconoscono e individuano uno strumento importante per dare valore al capitale naturale inserendolo nel processo di programmazione economica nazionale, come richiesto dal WWF, per modificare la nostra impostazione economica per la quale la natura è invisibile; dall’altro però mettono a rischio il nostro patrimonio naturale smantellando un importante strumento a tutela della Rete Natura 2000, che comprende aree di grande valore ecologico protette nell’ambito dell’Unione Europea .

“Abbiamo atteso due anni che il Collegato ambientale diventasse legge avendo anche partecipato direttamente all’elaborazione degli articoli per istituire finalmente un Comitato Nazionale per il Capitale Naturale – commenta il WWF – ma siamo costretti a segnalare aspetti positivi e negativi, denunciando l’incoerenza di Governo e Parlamento.

Infatti, nel Collegato ci sono alcune norme importanti, che valutiamo positivamente, quali appunto quelle che forniscono strumenti innovativi per raggiungere l’obiettivo di un modello economico più sostenibile basato sull’uso razionale delle risorse, istituendo il Comitato nazionale per il capitale naturale che redigerà un rapporto annuale di valutazione degli effetti delle politiche pubbliche sul patrimonio naturale del nostro Paese inserito nell’ambito della programmazione economica nazionale e il Catasto dei sussidi ambientalmente  favorevoli e sfavorevoli, nonché definiscono la delega al Governo per la valutazione economica dei Servizi eco sistemici, altri due temi fondamentali per avviare la nostra economia su percorsi più sostenibili. “

“Accanto a queste disposizioni condivisibili – aggiunge il WWF – è stata approvata anche una norma che scardina la Valutazione di Incidenza su progetti che vadano ad incidere sulla Rete Natura 2000 creata proprio per tutelare specie e habitat unici in Europa (2314 Siti di Importanza Comunitaria che consentono in Italia di tutelare 131 habitat, 89 specie di flora e 111 specie di fauna). Le autorità italiane dovrebbero sapere che è stata aperta dal 2014, su reclamo di WWF e LIPU, una istruttoria EU Pilot proprio sulla scorretta applicazione in Italia della Direttiva Habitat. Il WWF annuncia che chiederà all’Europa di aprire una procedura d’infrazione per violazione della normativa comunitaria, come già preannunciato al ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi e al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti il 19 novembre scorso in una lettera scritta da WWF e LIPU”.