Benessere in natura, cultura e sostenibilità nel cartellone delle attività estive alla Rimembranza

Anche quest’anno il Gruppo pontino del WWF Litorale laziale ha preparato un programma estivo pieno di attività, alcune riservate ai bambini, che si svolgeranno nel parco della Rimembranza.

Temi fondamentali saranno il benessere nella natura, l’arricchimento culturale tramite la conoscenza di nuovi autori e la sostenibilità ambientale nell’ambito particolare dell’alimentazione.

Tutto il programma ha il proprio fulcro nella serata dedicata a Emilio Selvaggi, figura che aleggia in tutti gli angoli del parco al quale ha dedicato vent’anni della propria esistenza. Il WWF ringrazia Caterina Bono di Ecosuoni che  ha voluto inserire nel proprio calendario estivo un concerto in onore di Emilio.

Ecco il cartellone dell’estate 2017 alla Rimembranza

OnLine il nuovo Report WWF sul consumo suolo “Caring for Our Soil – Avere cura della Natura dei territori” – Città polverizzate, isole di natura e Aree interne insidiate

LA LETTURA E LE PROPOSTE DEL WWF PER CONTENERE IL CONSUMO DI SUOLO. PUBBLICATO IL REPORT “CARING FOR OUR SOIL – AVERE CURA DELLA NATURA DEI TERRITORI”. ELABORAZIONI ORIGINALI E CINQUE PROPOSTE INNOVATIVE PER LE GREEN CITIES.

 

 

 

 

 

È OnLine su wwf.it l’e-book Caring for our soil – Avere cura della naturadei territori”, il Report 2017 del WWF Italia (scaricabile a questo indirizzoche vede il contributo di 27 tra Docenti universitari (Camerino, Firenze, L’Aquila, Roma Tre, Tuscia), esperti di Istituti di Ricerca (ISPRA e ISTAT), rappresentanti delle Istituzioni (come la Commissione Europea). Il Report offre analisi e proposte originali utili alla comprensione delle dinamiche del consumo di suolo in atto e per governare lo sviluppo delle aree urbanizzate, garantendo nel contempo, la tutela e la resilienza del patrimonio naturale e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Fa così un ulteriore salto di qualità l’elaborazione del WWF che nel 2013 e nel 2014 ha già prodotto sull’argomento i Report “Riutilizziamo l’Italia”.

Il Report WWF nel 2017 presenta infatti elaborazioni originali che favoriscono una lettura analitica più raffinata di ciò che sta avvenendo nel nostro Paese:

  • Un territorio polverizzato
  • Isole di Natura
  • Aree interne insidiate

Il Report WWF offre anche idee e proposte di strumenti innovativi per leGreen Cities, per migliorare la pianificazione urbana, recuperare le aree dismesse e contaminate, diffondere i giardini condivisi e gli orti urbani, ridurre i consumi energetici delle aree edificate e promuovere la mobilità dolce (pedonale e ciclabile).

  1. Bilancio del consumo di suolo
  2. La “salute ambientale” dei siti contaminati
  3. L’autosufficienza energetica
  4. Il valore dei giardini condivisi
  5. Strade che favoriscano la mobilità dolce

Insomma, rispetto dell’ambiente, benessere ed equità sociale sono alla base dell’obiettivo del nuovo Report del WWF sul consumo di suolo, di questa nuova proposta che si ripromette di: “Caring for our soil – Avere cura della Natura dei territori”.

“Possiamo prenderci cura del Pianeta trasformandoci da consumatori in risparmiatori e investendo nel nostro capitale naturale. Le attività umane stanno cambiando radicalmente gli equilibri naturali: il sistema Terra, negli ultimi 300 anni, a partire dalla rivoluzione industriale, è stato sottoposto a trasformazioni superiori a quelle dei precedenti 4,6 miliardi di anni (che sono state causate dalle forze di origine astronomica, geofisica e interna allo stesso sistema). ‘Aver cura’ vuol dire innanzitutto conoscere le componenti ecologiche e la loro importante funzione, essendo consapevoli che c’è bisogno di un forte cambiamento per il futuro: questo Report vuole essere un strumento utile a disposizione di tutti (studiosi, cittadini, istituzioni) per ‘aver cura’ della Natura dei territori”Lo dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che conclude:“Nel nostro paese gli habitat ecologicamente intatti sono in costante riduzione, solo l’11% dei fiumi alpini si salva da interventi artificiali e dallo sfruttamento; solo il 30% delle coste è rimasto nel suo stato naturale mentre il 50% risulta compromesso; l’80% delle dune è scomparso. Il suolo, risorsa non rinnovabile e bene comune, svolge funzioni vitali per l’ecosistema, la resilienza dei sistemi naturali, la produzione alimentare, la conservazione delle risorse idriche, lo stoccaggio del carbonio: contenere il consumo di suolo è fondamentale per limitare il rischio idrogeologico, garantire la resilienza dei sistemi naturali e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. È quindi indispensabile stabilire per legge quali siano le soglie da non superare”.

Roma, 27 giugno 2017
 

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Il 26 giugno 1967 moriva don Lorenzo Milani, cinquant’anni dopo un Papa si è recato a Barbiana

“Fra cinquant’anni mi capiranno”, diceva don Milani a tutti i suoi detrattori interni al mondo cattolico.

Quasi una profezia, una settimana fa papa Francesco si è recato a Barbiana a pregare sulla tomba del priore dandogli finalmente quel riconoscimento chiesto ripetutamente al suo vescovo (Se lei non mi onora oggi con un qualsiasi atto solenne, tutto il mio apostolato apparirà come un fatto privato, qualcosa di simile all’opera di un pastore protestante), dopo aver già cancellato nel 2013 la condanna del Sant’Ufficio del libro Esperienze pastorali.

Il messaggio di don Milani fu raccolto soprattutto fuori del suo mondo non per una strumentalizzazione politica ma perchè dava la parola ai poveri come strumento di lotta contro il potere dei padroni.  Subito, infatti, l’analisi dei dati presenti in Lettera a una professoressa  pubblicato nel 1967 entrò  nelle assemblee del movimento studentesco

A Terracina il messaggio di don Milani non passò inosservato e qualche tempo dopo un gruppo di uomini e donne impegnato nelle scuole cittadine si attivò per l’intitolazione a don Milani della terza scuola media sorta nel quartiere Arene. Era un omaggio laico ad una persona che aveva fatto vacillare le sicurezze di un insegnamento tradizionale che nei fatti realizzava la macroscopica ingiustizia di far parti uguali fra disuguali.

Le vicende di questa intitolazione furono ricostruite nel 1995 sul periodico locale Il Sestante che viene qui riprodotto integralmente

Sullo stesso numero vennero pubblicati gli appunti dell’intervento di padre Balducci invitato a presentare nella scuola la figura e l’opera di don Milani.

Le vicende successive all’apparizione della targa fuori del cancello della scuola videro protagonista il preside Antonio Tagliaferri che organizzò un convegno durante il quale intervennero un allievo della scuola di Barbiana e Giorgio Pecorini, un giornalista amico di don Milani.

Il messaggio donmilaniano irruppe nella società italiana in anni in cui era stata realizzata le riforma della scuola media unica che faceva entrare  in massa nelle aule figli di famiglie operaie e contadine ricacciandone la maggior parte (la scuola come ospedale che cura i sani)

Cosa resta oggi del messaggio donmilaniano?  Ben poco ci si rispondeva nel 1995 in una società in cui cominciavano a prendere consistenza una desertificazione sociale e un appiattimento culturale, ma oggi in presenza della cosiddetta buona scuola, dei fenomeni migratori, dei cambiamenti climatici, della terza guerra mondiale a pezzi non si dovrebbe riprendere almeno l’I care della scuola di Barbiana?

 

 

Il Festival delle emozioni nel Parco della Rimembranza

Si è concluso con successo il Festival delle Emozioni 2017 che ha visto la realizzazione di incontri, seminari, laboratori esperienziali e spettacoli all’insegna della cultura e del benessere psicofisico ed emotivo, realizzati nei luoghi più belli della nostra città, dalle spiagge alle meravigliose piazze, dagli edifici storici ai parchi. Uno dei siti scelti è stato il Parco della Rimembranza, dove si sono alternati laboratori che hanno condotto i bambini ad entrare in contatto con la natura attraverso la conoscenza di piante, insetti meravigliosi ed altri animali, o semplicemente toccando sassi, foglie e acqua e ascoltando i suoni della natura.

Per gli adulti invece si sono tenuti seminari e pratiche di yoga. Tra questi la coinvolgente pratica dello yoga della risata e un interessante incontro sul controllo dell’ansia.

Una serata di performances artistiche e di letture legate alle emozioni e un concerto hanno trovato nel Parco della Rimembranza un palcoscenico naturale di suggestiva bellezza.                                                                             Un esempio per tutte l’esibizione di Alessandra Romagna e Elvio Ceci

Tutte le iniziative hanno visto la collaborazione attiva dei volontari WWF e degli studenti del Liceo L. da Vinci che hanno partecipato al Progetto di “Alternanza Scuola Lavoro”. Il Parco è stato illustrato e descritto agli ospiti nella sua tipologia diversa da quella degli altri parchi della città, sottolineandone il patrimonio in termini di storia e archeologia ma soprattutto di biodiversità. Prima e dopo gli incontri gli studenti hanno accompagnato lungo i sentieri i visitatori curiosi di scoprire questa meraviglia.

Il Festival è terminato ma sia l’accoglienza offerta dalla natura che la passione dei volontari rimangono a disposizione di chi volesse passare qualche momento o qualche ora davvero speciale in quello che davvero può essere considerato uno straordinario luogo di benessere psicofisico.

 

A breve il gruppo dei volontari WWF renderà noto il calendario delle attività che si svolgeranno nel Parco della Rimembranza durante l’estate.

Un quinto dell’Italia a rischio desertificazione. Bollino rosso anche nelle Oasi WWF

17 GIUGNO GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE

DESERTIFICAZIONE E CAMBIAMENTI CLIMATICI FENOMENI INTERCONNESSI RISPETTO AI QUALI È URGENTE UN’AZIONE COORDINATA. ANCHE LE OASI DEL WWF A RISCHIO PER LA SICCITÀ

La siccità che sta attanagliando numerosi bacini idrici italiani rende necessaria e urgente una reazione operativa perché ormai i grandi cambiamenti globali scatenati dalla nostra continua pressione, non solo sono accelerati, ma sono sempre più interconnessi. È ormai evidente l’intreccio degli effetti del cambiamento climatico con quelli del fenomeno della desertificazione, rispetto ai quali è urgente un’azione coordinata. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici predisposto da numerosi autorevoli specialisti coordinati dal Ministero dell’Ambiente ed in via di approvazione definitiva non potrà non andare in questa direzione.

Oggi circa un quinto del territorio nazionale italiano viene ritenuto a rischio desertificazione: quasi il 21% del territorio del quale almeno il 41% si trova nelle regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche aree in altre regioni come l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. Secondo gli scenari del cambiamento climatico realizzati dagli specialisti per il nostro paese (in particolare il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici CMCC), entro fine secolo le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni, soprattutto nei periodi estivi ed è evidente che le problematiche climatiche e quelle relative alla desertificazione saranno sempre di più intrecciate. Si sta già verificando un incremento della temperatura senza precedenti con un calo delle precipitazioni annuali, con estati più secche, ed inverni più umidi, in particolare, nelle regioni settentrionali. Su un territorio complesso e fragile come quello italiano, questi fenomeni portano ad una sostanziale variazione della frequenza e delle entità di frane, alluvioni e magre dei fiumi, con effetti importanti per l’assetto territoriale e i regimi idrici.

Secondo i dati disponibili più recenti in Italia, abbiamo una quantità di risorse idriche rinnovabili corrispondente a circa 116 miliardi di metri cubi mentre i volumi di acqua effettivamente utilizzabili sono stimati attorno ai 52 miliardi di metri cubi. Complessivamente utilizziamo oltre il 30% delle risorse rinnovabili d’acqua disponibili nel nostro paese che sono ben superiori alla soglia del 20% indicata dall’obiettivo europeo (Europa efficiente nell’impiego delle risorse): per questo, l’Italia è indicato dall’OCSE come paese soggetto a stress idrico medio-alto che, inoltre, presenta una forte disomogeneità rispetto alla distribuzione delle risorse idriche e al loro fabbisogno. Dai dati ISTAT sulle diverse tipologie di utilizzo della risorsa idrica, risulta che il prelievo dell’acqua potabile è in aumento (del 6,6% rispetto all’inizio della serie storica di 13 anni) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (il consumo medio giornaliero per abitante giunge a 228 litri).

Il cambiamento climatico interagisce con il ciclo idrico tramite diversi elementi che costituiscono dei forzanti provocati dall’incremento delle temperature come, ad esempio, l’umidità atmosferica, l’evapotraspirazione, la quantità, la distribuzione e la forma delle precipitazioni e la fusione dei ghiacciai. Oggi l’estensione dei ghiacciai in Italia, come risulta dai dati del Comitato Glaciologico Nazionale, copre una superficie di 368 kmq e, rispetto alle rilevazioni condotte nel periodo 1959-1962 tale superficie risulta ridotta del 30% (159 kmq).

I cambiamenti climatici agiscono in maniera significativa come aggravanti delle vulnerabilità dei settori che esigono l’utilizzo dell’acqua, dalla disponibilità di acqua potabile, all’agricoltura e al settore energetico. Gli impatti del cambiamento climatico sono sempre più forti sia sugli ecosistemi ed i processi ecologici, sia sui singoli organismi, sulla struttura e dinamica delle popolazioni, sulla distribuzione e migrazione delle specie, sulla produttività degli ecosistemi, costituendo una crescente minaccia per la biodiversità del nostro paese. L’Italia sta quindi subendo impatti crescenti dovuti all’accelerazione dei cambiamenti climatici globali che avranno conseguenze sempre più negative sugli ecosistemi, sulla nostra società ed economia, rispetto ai quali non solo è necessario ma urgente intervenire.

Bollino rosso anche per le Oasi WWF. La siccità sta colpendo anche le Oasi e da tempo: i livelli delle acque delle aree umide stanno calando e ci sono aree già secche. Le falde si sono abbassate in più luoghi. La vegetazione di alcune aree gestite dal WWF è già in stress idrico avanzato. Si stanno comunque monitorando le condizioni per prevenire incendi o danni alla fauna. Alcuni esempi:

Riserva naturale di Ripa Bianca (Marche) Pochissima acqua nel fiume. Livello falda/lago molto basso.

Riserva naturale di Valle Averto (Veneto). Attualmente la situazione è di allerta. In caso di scarsità d’acqua, potrebbero esserci seri problemi di anossia nei canali interni con la conseguente moria di pesce all’interno dell’oasi

Oasi di Macchiagrande (Lazio) Situazione è molto critica; le specie vegetali nella lecceta – soprattutto gli allori – evidenziano stress idrico e termico notevole; le pozze temporanee non si sono mai riempite, a testimonianza che la falda è molto bassa. Stagno con livelli d’acqua al minimo. 

Riserva naturale degli Orti-Bottagone (Toscana). Il Bottagone è ai livelli di acqua dei primi di luglio, tempo un mese e sarà prosciugato. Orti ha una parte con acqua che entra dal Cosimo, la parte più a sud è quasi del tutto in secca. Stiamo intervenendo manualmente sul fosso principale di arrivo per ricreare un minimo di ripristino del livello dell’acqua.

Monumento naturale Pian Sant’Angelo (Lazio) Stress idrico elevato del sottobosco, comprese le specie più mediterranee; bacche e frutti (prugnolo, rosa canina…) secche prima di arrivare a maturazione. Le poche pozze di fango sono secche, la forra resiste solo per l’apporto di unA sorgente che però è un rivolo.

Nell’Oasi di Persano (Campania) la situazione è critica da metà maggio, con il livello del lago  un metro e mezzo sotto il livello massimo.

Oasi di Alviano (Umbria). Evidente stress idrico per le piante del bosco, ma la situazione in palude è ancora accettabile.

Riserva naturale Lago di Burano (Toscana). Livello del lago molto basso

Riserva naturale Laguna di Orbetello (Toscana). Pozze interne d’acqua dolce prosciugate. Piante con stress idrico.

LA CONVENZIONE. La Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione nei paesi che soffrono la siccità, particolarmente in Africa (UNCCD), è stata aperta alle firme dei Paesi il 17 giugno 1994 a Parigi, ed è entrata in vigore a dicembre 1996. Il tema della desertificazione di molte aree del mondo e il preoccupante livello di crescita del fenomeno aveva condotto il ben noto Earth Summit, la Conferenza ONU sull’ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro tenutasi nel 1992, oltre ad aprire alla firma dei Paesi le due Convenzioni sul cambiamento climatico e sulla biodiversità, ad attivare un Comitato Intergovernativo di negoziazione per giungere all’elaborazione di un’apposita convenzione sulla desertificazione che fu conclusa e presentata alla firma dei Paesi, due anni dopo, nel 1994.

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L’accesso agli arenili non può essere negato

Il WWF Litorale laziale preoccupato dell’atteggiamento di qualche operatore balneare che ha dimenticato che tra gli obblighi della concessione c’è quello del libero transito e accesso agli arenili ha scritto all’amministrazione comunale di Terracina e alla capitaneria di Porto per chiedere il rispetto della norma.

Alla nostra associazione sono pervenute segnalazioni nel corso degli anni, ma una già nel mese di maggio appena trascorso, da parte di cittadini che hanno avuto difficoltà a raggiungere e/o lasciare gli arenili attraverso gli accessi delle diverse aree concesse a privati con atto pubblico.

Qualche concessionario opponendosi al passaggio attraverso il varco dell’area concessa in uso evidentemente non ha memorizzato bene i termini della stessa concessione che impone il rispetto del Regolamento regionale 12 Agosto 2016 n. 19 che all’articolo 13, comma 3, recita

3. I titolari delle concessioni degli stabilimenti balneari hanno comunque l’obbligo di consentire il libero e gratuito accesso e transito, anche ai fini della balneazione, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione.

 Il rifiuto del permesso di passaggio attraverso i varchi delle aree concesse a privati essendo una mancanza di rispetto di un obbligo pone le condizioni per la revoca della concessione stessa.

Se ciò non bastasse ricordiamo l’Ordinanza n.2543/2015 del Consiglio di Stato che nel dirimere la questione relativa all’accessibilità pubblica alla battigia e al mare ha affermato che “il demanio marittimo è direttamente ed inscindibilmente connesso con il carattere pubblico della sua fruizione collettiva, cui è naturalmente destinato, rispetto alla quale l’esclusività che nasce dalla concessione costituisce eccezione” precisando inoltre che “di tale principio generale costituisce applicazione, tra l’altro, l’art.1, comma 251 lettera e) della Legge 27 dicembre 2006, n. 296, a norma della quale costituisce clausola necessaria del provvedimento concessorio l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione.”

 

Pertanto, allo scopo di evitare disagi ai cittadini e manifestazioni di atti arbitrari che non favorirebbero una serena permanenza in città dei numerosi turisti, chiediamo di intervenire per far rispettare le condizioni che accompagnano le concessioni delle aree demaniali riportate anche nelle determine comunali.

 

Domenica 4 giugno Festa dell’Appia antica tra Fondi e Itri: amministrazioni, associazioni e cittadini insieme

L’Appia day voluto dalle amministrazioni di Fondi e Itri con la collaborazione delle associazioni culturali e ambientaliste ha visto una grande partecipazione popolare.

La visita guidata del pomeriggio durata fino al tramonto è stata segnata da momenti in cui esperti di storia locale, di archeologia, di botanica e di cammini storici hanno illustrato ognuno con le proprie competenze i diversi aspetti inerenti l’evento.

Prima dell’avvio l’archeologa Marisa De Spagnolis ha presentato la strada antica

Subito dopo un lungo corteo di persone si è avviato camminando sui basoli

Al primo slargo l’archeologa ha illustrato il luogo e le tecniche di taglio dei grandi massi utilizzati per le sostruzioni della strada

Arrivati al fortino di Sant’Andrea tra note storiche e informazioni sulla vegetazione locale hanno preso la parola Alberto Alberti del Gruppo dei Dodici che ha inserito l’elemento quasi terapeutico del camminare nei boschi e Lorenzo Quilici che ha illustrato il suo ultimo libro scritto insieme a Stefania Gigli Per la Via Appia tra i monti Ausoni e Aurunci.

Per le due amministrazioni hanno portato il saluto il sindaco di Itri e il vicesindaco di Fondi.

Alla fine della camminata uno stand con cibo prodotto secondo ricette antiche ha ristorato i tanti partecipanti mentre un gruppo folcloristico si esibiva nello spiazzo ricavato davanti al ponte rinascimentale distrutto durante l’ultima guerra e ricostruito una decina di anni fa.

Ancora in difficoltà i pendolari che utilizzano il treno per raggiungere i luoghi di studio o di lavoro

I pendolari rappresentano la categoria sociale impegnata ogni giorno a praticare una mobilità sostenibile, chi con i mezzi del COTRAL e chi con i treni. Su entrambi i fronti non si contano le difficoltà che questi cittadini sono costretti a sopportare quotidianamente. 

La nostra associazione è da sempre al loro fianco e unisce la propria voce a quella dei pendolari della linea ferroviaria FL7 che in questi giorni si stanno attivando perchè insoddisfatti delle corse attuali e preoccupati per quanto potrà essere inserito nell’orario estivo che partirà dall’11 giugno.

Hanno scritto a tutti i sindaci del comprensorio questa lettera

AI SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI

 OGGETTO: richiesta intervento per attuazione modifiche all’orario dei treni. Attuazione del    documento condiviso tra Regione Lazio e Coordinamento Comitati Pendolari Linea FL7.

Sono scriventi della presente lettera i Comitati di Itri, Minturno-Scauri, Monte San Biagio ed i gruppi spontanei dei pendolari di Pomezia, Priverno, Sezze Romano, Terracina. Dette organizzazioni hanno costituito il coordinamento dei Comitati della linea FL7, a cui di seguito si fa riferimento.

CRONISTORIA

Dopo l’entrata in vigore nello scorso mese di marzo del nuovo orario sulla linea FL7, i Comitati dei Pendolari hanno sollecitato l’attenzione dell’Assessorato dei Trasporti e Mobilità della Regione Lazio, riguardo le criticità di tale orario.

Questo orario infatti era stato introdotto come sperimentale, in veloce sostituzione del precedente introdotto nel dicembre 2016, con l’impegno da parte della Regione e di Trenitalia di apportarvi gli aggiustamenti necessari valutati nel corso del monitoraggio sul primo periodo di applicazione.

Dopo varie interlocuzioni, nell’ultimo incontro tenutosi lo scorso 27 Aprile, gli scriventi Comitati hanno condiviso con la Regione stessa, le modifiche più urgenti da inserire nel prossimo orario che entrerà in vigore l’11 Giugno (allegato 2 – sintesi incontro Regione Lazio e Coordinamento Pendolari linea FL7) e che andava studiata la fattibilità delle rimanenti richieste (allegato 3).

Nonostante le buone premesse ad oggi però nulla è stato comunicato ai Comitati in merito all’applicazione degli impegni presi fra Regione Lazio e Comitati. Si rileva come, da quella data, non vi sia stato più alcun incontro fra i Comitati e l’Assessorato della Regione Lazio, facendo così crescere nei pendolari la preoccupazione che Trenitalia e RFI non vogliano dare esecuzione alle richieste di miglioramento degli orari introdotti a marzo, col rischio reale che si vanifichi un lungo e faticoso lavoro di mediazione dei Comitati, ma soprattutto che vengano calpestati  la speranza e il diritto dei pendolari ad avere una mobilità adeguata, rispettosa delle proprie esigenze e non soggetta a quelle organizzative di Trenitalia, che evidentemente ora sembrano ritenute più importanti.

Considerato che l’11 giugno è oramai imminente, si chiede a tutte le Istituzioni in indirizzo, di farsi portavoce, nelle sedi regionali opportune, dei disagi che questo orario continuerà ad arrecare a tutti i cittadini pendolari dei vari comuni interessati, laddove le citate modifiche non trovino applicazione.

Ribadiamo l’importanza dei collegamenti ferroviari ed in particolare di questa linea che risulta essere molto frequentata e strategica per l’economia del Lazio meridionale, per la vitalità e vivibilità dei nostri territori, in cui è molto sentito il bisogno di spostamento per motivi di lavoro e studio.

La linea ferroviaria è in grado di garantire tutto ciò soltanto se i collegamenti sono frequenti, agevoli e pensati per connettere in modo capillare tutti i centri della nostra regione.

 ASPETTATIVE

Il Coordinamento dei Comitati della linea FL7 auspica che i Sindaci si facciano carico di queste esigenze di pubblico interesse della collettività, anche per lo sviluppo del territorio, perché senza una mobilità adeguata i cittadini non possono far altro che lasciare i tanti piccoli paesi che sorgono lungo la linea FL7.

Certi della Vostra disponibilità, in attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

DATA, 29/05/2017

COORDINAMENTO DEI PENDOLARI LINEA FL7

COMITATO PENDOLARI ITRI

COMITATO PENDOLARI MINTURNO-SCAURI

COMITATO PENDOLARI MONTE SAN BIAGIO

COMITATO SPONTANEO PENDOLARI POMEZIA

COMITATO SPONTANEO PENDOLARI PRIVERNO FOSSANOVA

COMITATO SPONTANEO PENDOLARI SEZZE ROMANO

COMITATO SPONTANEO PENDOLARI TERRACINA

Nell’inoltrare la lettera al Sindaco di Terracina il responsabile del  comitato locale, Gianluca Germani, ha aggiunto 

Le nostre richieste specifiche in quanto pendolari di Terracina sono per lo più condivise con gli altri comitati e gruppi spontanei (migliorare i tempi di percorrenza esageratamente aumentati da Marzo 2017, un treno che faccia arrivare a Roma prima delle 7:00 del mattino, un treno che ci riporti a casa tra le 19:36 e le 20:36, nonchè migliore adeguamento degli orari delle navette Cialone che da Terracina ci portano a Priverno e viceversa).

 

Domenica 4 giugno 2017 Appia Day tra Fondi e Itri

Domenica prossima la manifestazione Appia Day si svolgerà nell’unico, per ora, parco dell’Appia antica presente in provincia di Latina.

Scenario straordinario dell’evento saranno i circa tre chilometri dell’Appia restaurata che si inerpica nella gola di Sant’Andrea tra Fondi e Itri.

Il programma ricco di visite guidate, gastronomia e incontri culturali è sulla locandina

 

Nella giornata gli organizzatori hanno inserito anche la presentazione del libro di Lorenzo Quilici e Stefania Gigli che avverrà nella stessa cornice di alcuni dei luoghi descritti.

 

Alla Rimembranza la tabella con le informazioni sugli orari di apertura è in restauro.

La bacheca che mostra gli orari di apertura del parco della Rimembranza non sarà presente per una decina di giorni, aveva bisogno di un delicato restauro.

Dopo anni di esposizione al sole e alla pioggia stava scomparendo l’opera grafica di Emilio Selvaggi che con la sua solita ironia si era rappresentato come uno gnomo.

Per conservare anche questo ricordo di Emilio abbiamo coinvolto la restauratrice Anna Catena che si è offerta cortesemente per ripristinare i colori e le immagini della tabella in compensato marino.

Ricordiamo che in questo periodo il parco viene aperto il sabato e la domenica dalle ore 16 alle ore 19 e in qualsiasi giorno per i gruppi che lo richiedano. L’ingresso è libero, ovviamente.