Mercoledì 5 dicembre alle ore 10, a Roma nella Sala delle conferenze in Piazza Montecitorio 123/A verrà presentato il Rapporto “Italia del riciclo 2012”.
riciclo
A proposito del nuovo bando dei rifiuti, consultazione non significa collaborazione
Nella vicenda del bando per la gestione dei rifiuti a Terracina il WWF Litorale Pontino viene chiamato in causa da destra e da sinistra, chi a copertura di proprie deficienze e chi a giustificazione di proprie negligenze.
Ora che sembra essere nota a tutti la paternità del documento vogliamo dedicare ai distratti il riassunto delle puntate precedenti, ricordando che tutti possono chiamarci ad un confronto su tematiche ambientali ma non ci possono chiedere certificazioni di qualità; oltretutto, non abbiamo titoli per farlo.
La stampa locale, cartacea e online, ne ha parlato diffusamente ma limitiamoci a quanto è apparso sul nostro sito.
Abbiamo iniziato a giugno con due articoli
Ecco il Progetto Raccolta rifiuti-Terracina (bozza)
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 16 giugno 2012
Si può fare di più: osservazioni del WWF alla bozza del Piano di gestione dei rifiuti di Terracina
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 17 giugno 2012
per proseguire a luglio con
Eppur si muove? Parte con movimento lento la nuova gestione dei rifiuti a Terracina
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 18 luglio 2012
e a settembre con
Lunga gestazione del bando per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 11 settembre 2012
Tra scioperi degli addetti e proteste per il caro Tia stenta a vedere la luce il bando per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 27 settembre 2012
in ottobre con
Si riparla dell’impianto di via Morelle a Terracina: compost di qualità o cdr di qualità?
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 24 ottobre 2012
per concludere a novembre, a bando pubblicato,
Terracina in controtendenza, cresce la produzione dei rifiuti. Che succede?
Pubblicato da: WWF Litorale Pontino il 10 novembre 2012
Mentre in città il dibattito continua, il WWF LP è chiamato a tenere dei minicorsi sulla gestione dei rifiuti nelle scuole; questa è collaborazione.
17-25 novembre 2012, Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti
E’ in corso la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR)
A quattro anni dall’avvio di questa iniziativa della Comunità Europea che coglie un aspetto fondamentale della questione rifiuti, la loro non-produzione, la partecipazione nei Paesi membri è cresciuta in modo inverosimile.
In Italia si è passati da un centinaio di esperienze a oltre 5.000 con il coinvolgimento di scuole, associazioni, Comuni, Province, Regioni.
Pochissime le iniziative in provincia di Latina; sul sito http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/ ne appaiono registrate tre, a Fondi, Minturno e Terracina. In quest’ultima città ci sarà una iniziativa dell’Istituto Professionale “Filosi” e, pur non avendola registrata alla SERR, dell’ITC “Bianchini” che venerdì 23 novembre avvierà un minicorso sulla gestione dei rifiuti aperto a quattro seconde classi.
Questo lo spot della Settimana Europea che sta girando sulla rete.
Terracina in controtendenza, cresce la produzione dei rifiuti. Che succede?
A Terracina la crisi economica generale, che sta imponendo ovunque una certa sobrietà nei consumi e che ha prodotto un calo rilevante della presenza turistica in città, pare non abbia influenzato gli stili di vita dei cittadini. Anzi, se usiamo come parametro la produzione dei rifiuti, che sta crescendo nel 2012 in maniera straordinaria, si deve riconoscere che le cose vanno molto bene in questa città.
E’ quanto risulta dall’allegato A del capitolato d’appalto del bando per la nuova gestione dei rifiuti che presenta i dati della raccolta relativi agli anni 2011 e 2012, per quest’ultimo per i primi sette mesi.
Confrontando la produzione totale dei rifiuti dei primi sette mesi dei due anni si passa da 17.706.640 kg del 2011 a 20.043.671 kg del 2012 con un incremento del 13,2%.
I rifiuti a smaltimento, indicati nelle tabelle come RSU, sono cresciuti di solo 81 tonnellate passando da 16.594 a 16.675 ton, mentre i materiali differenziati sono passati da 1.113 a 3.369 ton con un incremento di 2.256 ton.
La raccolta differenziata secondo l’ISPRA deve contenere
- frazione organica più verde
- imballaggi (carta, vetro, metalli,…..)
- cartoni
- rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)
- ingombranti a recupero
- abiti usati più rifiuti tessili
- pile, farmaci, inchiostri, vernici,…..(Rifiuti pericolosi)
Tra i materiali differenziati l’organico+verde, gli ingombranti, i rifiuti pericolosi e forse qualcos’altro, a differenza degli imballaggi che ricevono un ristoro da parte del CONAI, hanno un costo di conferimento negli impianti dedicati; questo potrebbe spiegare gli aumentati costi di smaltimento di cui si parla in questi giorni sulla stampa.
I cittadini terracinesi non possono lamentarsi di questi costi perché pare stiano pagando per quanto producono.
Quest’anno, infatti, proiettando i dati dei primi sette mesi, la produzione totale dei rifiuti supererà abbondantemente le 30.000 ton, quantità solo sfiorata nel corso degli ultimi anni.
Ecco la tabella con i dati degli ultimi anni
| Anno | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 |
| Produzione Totale Rifiuti (ton) | 29.736 | 29.617 | 29.250 | 29.402 | 29.729 |
La cosa strana è che nei primi sette mesi del 2012 la quantità dei rifiuti da mandare in discarica è rimasta quasi invariata rispetto all’anno prima mentre sono cresciuti a dismisura i materiali differenziati e non a scapito dei precedenti.
Dobbiamo dedurre che quest’anno a Terracina si fanno grandi abbuffate con notevoli quantità di frazione organica residua, si stanno potando come non mai gli alberi dei giardini pubblici e privati nei quali si taglia anche l’erba e ci si sta liberando di tutti gli ingombranti e i rifiuti pericolosi ammucchiati da anni nelle cantine e nelle soffitte?
Una mattinata nel centro storico di Terracina seguendo la raccolta dei rifiuti porta a porta
Non si conoscono ancora i risultati del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti nel centro storico di Terracina; non sono note le quantità dei rifiuti differenziati destinati al riciclo né il gradimento dei cittadini della piccola rivoluzione in corso.
Un giro tra le strade e i vicoli del centro alle otto di mattina è servito a raccogliere alcune impressioni. Qualcuno lamenta il comportamento degli extracomunitari (non si sa se sono stati adeguatamente informati) restii ad accettare le nuove norme ma anche l’atteggiamento di autoctoni che preferiscono portare il sacchetto indifferenziato in altre parti della città dove si trovano i cassonetti stradali.
C’è pure chi non ha accettato lo spostamento dei cassonetti da via Posterula e continua a depositarvi i rifiuti ma anche chi ha fatto un uso creativo di bottiglie di plastica per decorare la porta della propria attività.
Obiettivamente, però, occorre notare che le strade appaiono abbastanza pulite (alle otto c’è stato già un primo passaggio degli operatori) e i sacchetti con il materiale (il giovedì, carta e multimateriale) depositati con ordine vicino alle porte delle abitazioni.
I passaggi degli operatori vanno avanti fino a tarda mattinata e questo lascia alla vista dei passanti, cittadini o turisti, lo spettacolo dei sacchetti esposti ovunque. Come in altri centri storici italiani probabilmente anche in quello di Terracina sarebbe opportuno adottare il metodo del cassonetto mobile tipo quello del Carretta caretta o altro.
MENO RIFIUTI – PIÙ BENESSERE in 10 mosse
L’Associazione dei Comuni virtuosi indica la strada
per una gestione sostenibile dei rifiuti.
Premessa
– La produzione dei rifiuti è destinata ad aumentare a livello mondiale
– L’Italia si colloca tra i paese membri meno performanti nella gestione dei rifiuti in Europa
– Il Rapporto rifiuti Urbani 2012 dell’ISPRA non presenta miglioramenti di rilievo
– La roadmap europea indica come indispensabile un uso efficiente delle risorse
– La maggior parte dei comuni italiani non ha raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata ( 60%) previsti per legge al 2011
– Il riciclo eco efficiente, motore di un’economia green che crea nuovi posti di lavoro e riduce la dipendenza dalle importazioni di materie prime ed energia
Appello al mondo della produzione e della grande distribuzione
-Gli Enti locali non dispongono di risorse per affrontare aumenti dei costi di gestione dei rifiuti e per finanziare programmi di miglioramento della RD
-La prevenzione dei rifiuti e la produzione ecocompatibile di prodotti e imballaggi inclusa la loro piena riciclabilità ( ma anche le possibilità di riuso riparazione, ecc, insite nei beni) è un processo che viene determinato dalla fase di progettazione e quindi dalle aziende
-La migliore delle raccolte differenziate possibile che gli enti locali possono realizzare deve fare i conti con i limiti di progettazione ed ecodesign dei materiali e oggetti raccolti. Il riciclaggio, ad esempio, è un processo industriale che richiede un flusso continuo di materiali idonei reperibile alla fonte e uno sbocco di mercato garantito.
-E’ necessario un gioco di squadra da parte di tutti i portatori di interesse per ridurre gli sprechi e le diseconomie, abbassare i costi gestionali dei processi e recuperare risorse per il benessere comune.
Il decalogo
10 AZIONI PER L’INDUSTRIA UTILIZZATRICE DI PACKAGING E LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA DA METTERE IN PRATICA SENZA INDUGI E PROMUOVERE CON UN’APPROPRIATA COMUNICAZIONE
1) Sostituire tutti gli imballaggi non riciclabili, che impediscono un riciclo efficiente o che compromettono la qualità del riciclo con imballaggi riciclabili andando verso l’impiego di monomateriali (o imballaggi di più materiali, tra di loro facilmente separabili e per i quali esista una filiera del riciclo). Inoltre nell’impiego di materiali teoricamente riciclabili o compostabili come ad esempio il PLA (o acido Poli-lattico) va verificato se la filiera di raccolta esistente al momento sul territorio nazionale è in grado di gestire il materiale senza disfunzioni e se lo stesso può essere effettivamente compostato o riciclato con metodologie meccaniche o chimiche. Stessi accorgimenti sono applicabili dal mondo della grande distribuzione organizzata (GDO) per il packaging dei prodotti a marca propria e nei confezionamenti dei prodotti alimentari che avvengono nei punti vendita.
2) Ridurre il peso degli imballaggi con l’eliminazione dei doppi imballaggi e componenti accessori all’imballaggio superflui e la messa in commercio di prodotti iperconcentrati o allo stato solido. Tra i doppi imballaggi (o packaging secondario) di cui si può fare a meno ci sono le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per il corpo e gli involucri impiegati per avvolgere le due confezioni di caffè macinato utilizzati da molte marche note, sostituibili con una grafica dell’imballaggio primario che evidenzi l’impossibilità di un acquisto separato delle 2 unità. Alcuni componenti accessori dell’imballaggio, oltre a complicare conferimento e riciclaggio quando non separabili, costituiscono uno spreco evitabile come ad esempio tappi e fascette per richiudere le confezioni ma anche i manici dei flaconi. Si può tranquillamente tornare a fare a meno dei tappi a vite o a linguetta applicati a contenitori in tetrapack soprattutto quando termosaldati e difficilmente separabili. Esistono in commercio soluzioni riutilizzabili che possono assolvere alle stesse funzioni garantite dalle parti accessorie (come clip e mollette per richiudere le confezioni al posto delle fascette). Ripensare le formulazioni dei prodotti in particolare nel settore della detergenza dove il principale ingrediente è l’acqua e mettere a disposizione prodotti iperconcentrati o in forma solida si possono evitare tonnellate di plastica, ridurre i viaggi dei camion e le emissioni di Co2 complessive dovute alla produzione, distribuzione e riciclo del packaging.
3) Sostituire o eliminare negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il riciclaggio come le etichette sleeves e l’uso di additivi, coloranti e composti esterni. Le etichette sleeves che rivestono tutto il contenitore creano enormi problemi quando sono di diverso materiale plastico rispetto al contenitore che rivestono. Per motivi tecnici ed economici vengono scelte in PVC in molti casi e applicate su contenitori in PET. Questa pratica compromette il riciclaggio sin dalle prime fasi di selezione. A causa della sleeve in PVC il contenitore in PET non viene riconosciuto dai lettori ottici degli impianti di selezione automatica e viene scartato finendo in discarica o negli inceneritori visto anche l’insostenibilità economica della selezione e rimozione manuale dell’etichetta. Se le bottiglie di plastica delle bevande fossero tutte di PET trasparente la riciclabilità sarebbe ottimale (evitando selezioni per colore e massimizzando il valore del materiale riciclato) ed è per questo motivo che in Giappone è consentito produrre solo bottiglie trasparenti.
4) Ottimizzare l’impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell’eterogeneità delle plastiche con l’utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.
5)Promuovere l’uso di contenitori a rendere (anche in plastica infrangibile)
6)Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare il packaging al posto di materia vergine.
7) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il grado di riciclabilità dell’imballaggio stesso. Sulla base di questo grado di riciclabilità potrebbe essere fissato il livello di contributo ambientale che tale imballaggio deve pagare al sistema di raccolta.
8) Nei punti vendita della GDO: favorire la nascita di circuiti specifici a “filiera breve” raccolta-riciclo-riprodotto, anche con sistemi a cauzione come avviene ad esempio in molte catene GDO centro europee.
9) Nei punti vendita della GDO: eliminare l’imballaggio eccessivo e ridurre il consumo di sacchetti monouso per l’ortofrutta. Per quanto riguarda alcuni prodotti alimentari confezionati in loco (ad es i formaggi) è possibile ridurre l’imballaggio alla sola pellicola eliminando i vassoi in polistirolo. Nel settore ortofrutta si può ridurre il consumo di sacchetti monouso mettendo a disposizione dei clienti una soluzione riutilizzabile come i retini in cotone o poliestere proposti dalla campagna Porta la Sporta con l’iniziativa Mettila in rete.
10) Nei punti vendita della GDO: favorire un cambio di abitudini che spinga i cittadini consumatori al riutilizzo di contenitori portati da casa e all’adozione di prodotti con parti intercambiabili adatti all’uso multiplo in quanto unica strategia possibile ed efficace per ridurre il consumo usa e getta. Per quanto riguarda i prodotti acquistabili sfusi con contenitori riutilizzabili del settore detersivi e detergenti per la casa e la persona è stato rilevato da negozi specializzati in prodotti sfusi che, quanto più ampio è l’assortimento a disposizione dei clienti, tanto maggiore diventa lo smercio con questa modalità. La GDO può guidare le scelte dei consumatori dalle versioni usa e getta a versioni adatte all’uso multiplo mettendo a disposizione e valorizzando queste ultime. Partendo da un oggetto usato quotidianamente come lo spazzolino da denti va notato che l’offerta di modelli con testine intercambiabili è quasi inesistente o poco visibile. Solamente la Coop ha in assortimento un modello di spazzolino con testine intercambiabili a marca propria (realizzato in Italia) in tutti i punti vendita. Tutti i modelli di spazzolini presenti in assortimento sugli scaffali delle maggiori insegne della GDO sono spazzolini monouso che per lo più arrivano dalla Cina, tranne un unico modello che non è però capillarmente diffuso nei punti vendita.
Si riparla dell’impianto di via Morelle a Terracina: compost di qualità o cdr di qualità?
Sull’impianto di via Morelle ci sono progetti segreti?
Ogni tanto sulla stampa appare qualche notizia che mette in discussione una gestione sostenibile dei rifiuti come quando riferisce che nel revamping dell’impianto è prevista la produzione di combustibili solidi secondari oltre al compost della frazione organica.
La tentazione è forte e nasconde la sfiducia da parte di chi ha questi progetti di veder realizzati gli obiettivi (nemmeno quelli fissati dalle norme) di raccolta differenziata.
La gestione dei rifiuti si può definire “sostenibile” se è improntata alla riduzione degli stessi e al recupero dei materiali utilizzati nella costruzione degli oggetti per reinserirli nel ciclo delle merci, lasciando così alle generazioni future sufficienti risorse.
Nel nuovo appalto viene previsto l’acquisizione di transponder probabilmente da inserire nei cassonetti per il riconoscimento dell’utenza ai fini del passaggio alla tariffa puntuale, la vera tariffa applicabile ad un servizio.
Chi l’ha introdotto già in Italia viaggia su livelli altissimi di raccolta differenziata con grande soddisfazione dei cittadini che pagano bollette leggere e che nel tempo tendono a decrescere.
Il Consorzio Priula, per esempio, ha raggiunto performances ragguardevoli di raccolta differenziata servendo oltre 200.000 abitanti.
Con tale livello di differenziazione la produzione di rifiuto secco non riciclabile, sul cui cassonetto è applicato il transponder, è arrivata a bassissimi livelli; di conseguenza la tariffa che viene calibrata sul numero degli svuotamenti di questo cassonetto è scesa anch’essa.
Non si cada, quindi, nella tentazione di fare dell’impianto di via Morelle un ibrido tra produzione di compost e di cdr, lo si riservi soltanto al compost di qualità pena la compromissione di quella parte positiva che pure il nuovo bando contiene.
Il Ministero dell’Ambiente avvia una consultazione nazionale sulla prevenzione dei rifiuti
Il Ministero dell’Ambiente ha avviato una consultazione pubblica per la redazione del Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (prevista entro la fine dell’anno).
Dall’adozione nel 2005 della strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, l’Unione europea si è posta l’obiettivo di diventare una società fondata sul riciclaggio, impegnata ad evitare la produzione di rifiuti e ad utilizzarli come risorsa. La Direttiva Quadro sui rifiuti (2008/98/CE), a sua volta, ha introdotto disposizioni tese a massimizzare la prevenzione dei rifiuti, allo scopo di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali ad essa connessi. Ai sensi dell’articolo 3, comma 11, della direttiva, la prevenzione dei rifiuti consiste nelle “misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto, che riducono: a) la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita; b) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana; oppure c) il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti”.
La direttiva, inoltre, pone la “prevenzione” al vertice della gerarchia dei rifiuti e impone agli Stati membri di adottare un Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti. Tale disposizione è stata recepita nel nostro ordinamento con l’art. 180 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”. Pertanto, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è chiamato a redigere il suddetto Programma di prevenzione dei rifiuti, destinato ad essere integrato nella pianificazione regionale. A tal fine, in adempimento a quando previsto dall’articolo 31 della suddetta direttiva in tema di partecipazione del pubblico, questa Amministrazione propone di seguito alcune domande rivolte a chiunque voglia offrire contributi o spunti di riflessione utili alla redazione del citato Programma.
Ecco il questionario da compilare.
30 settembre 2012: Giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti. Partiamo dalle scuole
L’incenerimento dei rifiuti oltre a sottrarre quantità enormi di materiali al ciclo delle merci crea seri problemi sanitari.
Rifiuti e le 4R: Ripara, Riusa, Raccogli separatamente e Ricicla
In natura l’equilibrio dei cicli degli elementi rispetta da sempre il principio secondo cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, attraverso il ripetersi ciclico dei processi naturali.
Con l’aumento degli individui sulla Terra cresce la richiesta di beni di consumo. Si stima che la popolazione mondiale nel 2050 arriverà a superare i 9 miliardi di unità: è facile prevedere che, in assenza di cambiamenti estesi e profondi nel modo di produrre e consumare, si verificherà un vertiginoso aumento dei rifiuti. Il prevedibile aumento della produzione delle merci comporterà un impoverimento delle risorse naturali e, se i cicli produttivi non saranno modificati, aumenterà il rilascio d’inquinanti nell’atmosfera, nel suolo e nelle acque.
Oggi il ciclo di produzione dei prodotti, condizionato dal calcolo economico e commerciale, non tiene conto del destino delle merci stesse. In tal modo si sviluppano, parallelamente ai cicli di produzione, montagne di rifiuti da smaltire nei modi più svariati.
Una maggiore attenzione al ciclo di vita degli oggetti che usiamo può farci riconsiderare le conseguenze delle nostre semplici scelte quotidiane: bisogna recuperare il rapporto fra noi e gli oggetti che utilizziamo adottando comportamenti, anche individuali, più responsabili e maturi.– Dal problema dei rifiuti alle azioni per un futuro sostenibile >>
Tratto da Quaderno di Educazione ambientale WWF n. 67 “Quale futuro. Dal problema dei rifiuti alle azioni per un futuro sostenibile” – Insegnanti.– I rifiuti, un lusso insostenibile. Ricuci, ripara, riusa, ricicla >>
Tratto da Quaderno di Educazione ambientale WWF n. 67 “Quale futuro. Dal problema dei rifiuti alle azioni per un futuro sostenibile” – Insegnanti.– Idee e spunti per un percorso sui rifiuti >>
– Un percorso educativo sui rifiuti >>
Tratto da Quaderno di Educazione ambientale WWF n. 67 “Quale futuro. Dal problema dei rifiuti alle azioni per un futuro sostenibile” – Insegnanti.– Alcune attività >>
Tratto da Quaderno di Educazione ambientale WWF n. 67 “Quale futuro. Dal problema dei rifiuti alle azioni per un futuro sostenibile” – Insegnanti.(dal sito http://www.wwf.it)
Tra scioperi degli addetti e proteste per il caro Tia stenta a vedere la luce il bando per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina
L’elaborazione con la relativa pubblicazione del capitolato per la gara d’appalto per la nuova gestione dei rifiuti a Terracina sta andando troppo per le lunghe. Si pensava di avviare il nuovo sistema a gennaio 2013 ma già si parla di primo bimestre ad essere ottimisti, probabilmente arriveremo a ridosso della prossima stagione estiva.
La bozza che circola ha alcuni elementi positivi come l’adeguamento alla normativa man mano che questa si sviluppa (il d. lgs. 152 subisce continuamente dei sussulti all’approvazione delle nuove leggi in Parlamento), l’introduzione del “portale riuso, baratto e libero scambio” nel Centro Raccolta Materiale, il passaggio alla raccolta porta a porta e alla domiciliare condominiale in larga parte della città, l’apertura dell’ecocentro, una buona campagna di comunicazione, le isole ecologiche itineranti, l’utilizzo del trasponder applicato ai cassonetti per il riconoscimento delle utenze.
L’utilizzo del trasponder è la novità più significativa, non ne viene specificato lo scopo ma se venisse applicato sul contenitore dell’indifferenziato dovrebbe rappresentare il primo passo per il passaggio alla tariffa puntuale, l’unico vero incentivo alla differenziazione da parte dei cittadini.
Restano elementi negativi la lentezza della progressione del tasso di raccolta differenziata e l’eccessivo numero di anni di durata dell’appalto. Dal punto di vista ambientale e sanitario suscita preoccupazione il possibile uso di diserbanti in strade e piazze.
La condizione per la migliore riuscita di un progetto di raccolta differenziata è l’affidamento del servizio ad una azienda che non abbia compartecipazioni in impianti di smaltimento. L’aver addossato le spese di trasporto e recupero/smaltimento alla ditta appaltatrice (stranamente nella gestione delle isole ecologiche itineranti i costi dello smaltimento/recupero delle frazioni non recuperabili sono a carico dell’amministrazione comunale), concedendole i ricavi della vendita dei materiali raccolti al CONAI, non garantisce da solo il raggiungimento di alti livelli di differenziazione.
Allora, vediamo cosa prevede il capitolato per quanto riguarda l’impianto di conferimento dei materiali (smaltimento o recupero) e se sarà possibile evitare conflitti d’interesse macroscopici.
Scorrendo i diversi articoli si comincia con dichiarare (art.23) che l’organico, domestico e non domestico, dovrà essere conferito in un impianto indicato dall’Amministrazione comunale e così pure la frazione secca (art.24).
Subito dopo, però, la carta (art.25), i metalli e la plastica (art.26), il vetro (art.27), e i cartoni raccolti presso le utenze commerciali (art.28) dovranno essere trasportati a spese dell’appaltatore in un impianto autorizzato, espressione molto vaga che probabilmente vorrà indicare una piattaforma CONAI.
Gli sfalci e le potature, il verde in breve, (art.29) sarà conferito in un impianto scelto dall’appaltatore purchè autorizzato; stessa sorte per gli ingombranti (art.30).
Ci si sta spostando lentamente verso la piena libertà di scelta da parte dell’appaltatore della destinazione finale dei materiali.
Così, quando si parla delle raccolte differenziate estive non domestiche (art.33), cioè a servizio delle attività commerciali soprattutto di ristorazione e degli stabilimenti balneari, l’appaltatore potrà scegliere liberamente l’impianto cui conferire.
Infine, nell’articolo 52 che pare contenga una sintesi viene scritto
“L’appaltatore sarà libero di individuare gli impianti autorizzati presso cui conferire in autonomia
tutti i materiali provenienti dai servizi in appalto, previa comunicazione all’Amministrazione Comunale.”
Insomma, su questo argomento sicuramente importante per la buona riuscita della raccolta differenziata i cui materiali devono essere avviati al riciclo non pare ci sia molta chiarezza.


















